Archive for Novembre 21st, 2010

GIORNATA MONDIALE SICUREZZA STRADALE

Ciao a tutte/i

Oggi è la giornata mondiale della Sicurezza Stradale, vorrei scrivere di questo argomento, ma sono talmente tante cose da scrivere che non so da dove iniziare; ad esempio mi chiedo perché i media ne hanno parlato così poco, il ministro dei trasporti ha firmato il 27 ottobre la “Carta Europea della Sicurezza Stradale che più che un documento politico dovrebbe essere un accordo per intraprendere iniziative concrete per ridurre il numero delle vittime degli incidenti stradali e non mi sembra che abbia avuto il dovuto risalto.
Le inchieste che ho visto hanno trascurato diversi aspetti e non mi sono piaciute perché accusano spesso i camion e i camionisti, a priori, senza coerenza con le problematiche della circolazione; la mia impressione è che si tenda a reprimere con sanzioni e sottrazione di punti patente ma che verifiche e controlli siano indirizzati solo verso certi utenti della strada escludendone altri a priori… come dice un mio amico “in divisa” :” Vuoi che sulle telecamere non si vedano tutte le infrazioni che vediamo noi viaggiando, ma solo l’eccesso di velocità?”oppure :” Vuoi che le risorse manchino solo in certi casi e non in altri?”
Sarebbe un fiume di parole quello per analizzare la situazione e non sono certo io un’esperta, ma in realtà ognuno di noi ogni giorno è a contatto con questa realtà e vede cosa si potrebbe migliorare…
In questa giornata voglio ricordare le nostre vittime della strada, i nostri  amici e/o colleghi che hanno perso la vita svolgendo la loro professione; non si dovrebbe MAI morire di Lavoro, eppure troppo spesso l’opinione pubblica Dice:”…..MA FACEVA IL CAMIONISTA!!!”
Non deve passare il messaggio che è scontato che un camionista prima o poi ci rimetta la vita o l’integrità fisica.
Sicurezza Stradale è una bella parola,  la strada va condivisa e tutti gli utenti andrebbero protetti tutti allo stesso modo.


BUONA STRADA a Tutte/i!!!

gisy

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Donne capaci di domare i Tir

Ciao , ho trovato questo articolo che mi è piaciuto molto, e spero non vi dispiaccia se lo pubblico qui, perchè anche se dell'anno scorso, fa sempre piacere sentir parlare del mondo nascosto delle… donne camioniste…


Non solo uomini alla guida dei camion che solcano la penisola

Quelle donne che domano i «bisonti»

Ambra Craighero

MODENA – Chi non associa la figura del camionista al viaggiatore un po' solitario con lo spirito "on the road"? Chi non ha passato le ore a leggere gli pseudonimi dei conducenti di tir scritti con le lucine e i led sui parabrezza, immaginando le loro destinazioni nelle dogane, negli interporti, dopo interminabili viaggi notturni intervallati dai truck stop? Ma qualcosa è cambiato e da qualche anno a bordo delle cabine dei bisonti non ci sono solo amuleti kitsch, poster o calendari osé con l'ultima ragazza di Playboy. Sempre di più fanno la loro comparsa oltre quei vetri tendine di raso ricamate a mano, tappetini leopardati e targhette con soprannomi che poco hanno a che fare con l'identikit del camionista tradizionale. Sono donne al volante, di quelle però che la sanno lunga, altro che aneddoti e barzellette. Hanno sì le mani unte di grasso per aver cambiato un pneumatico da 70 chili, perché anche loro, come i colleghi uomini, ci pensano due volte prima di chiamare il gommista. Ed è con questa filosofia che le Lady Truck si fanno largo con i loro tir per le strade dell'Italia a suon di chilometri con il sudore e la fatica. Solo in questa associazione sono ben 120, tutte italiane, e le si può riconoscere grazie alle t-shirt rosse con le scritte «Pink road, buona strada».

30 MILA KM AL MESE – «Sono 15 anni che guido i tir e posso dire con certezza che siamo sempre di più a fare questo mestiere – ci racconta Gisella Corradini, modenese di 43 anni, che tutti i giorni parte da Fiorano, alle porte di Modena, a pochi passi da Maranello e percorre 500 km per trasportare merce leggera ai cargo city dell'aeroporto di Malpensa -. A occhio e croce siamo sicuramente almeno un migliaio in tutta la Penisola. Viaggiando di notte come faccio io ho incontrato molte donne che fanno quasi sempre la stessa tratta. È così che è nata l'idea di radunarci in un’associazione e ribattezzarci "Lady Truck". Sentivamo l'esigenza, non avendo un sindacato di categoria che ci rappresenta, di unirci per condividere le nostre storie, per darci dei buoni consigli sulla sicurezza stradale e su come fare al meglio questo mestiere. Ed è bastato un passaparola per essere qui a condividere questo lavoro come un'autentica rivelazione». Anche se molte di loro sono dietro alle quinte e preferiscono l'anonimato. «È vero ci sono molti "angeli della strada"- conferma Anna Manigrasso, presidentessa di Assotir – e questo tessuto sociale di donne invisibili in realtà è ben strutturato nel mondo dell'autotrasporto. Abbiamo a che fare con donne concrete, con un grande temperamento, che si muovono nel rischio e che spesso a casa hanno delle famiglie. Molte di loro aiutano il marito della conduzione dell'attività. È chiaro che questo lavoro lo si può solo fare con il coraggio e la passione». Passione, che per alcune di loro significa guidare autotreni lunghi 18 metri, con a bordo 150 quintali di merce.

«LA MISTERIOSA» – È il caso di Rosa Di Gregorio, 31 anni di Orgiano, un piccolo borgo di 3.175 abitanti che sorge alle pendici dei Colli Berici, nella bassa provincia vicentina. «Mio papà è camionista da più di trent'anni, qualche anno fa viaggiava insieme a mia mamma, che è anche lei è un'attenta guidatrice e navigatrice. In famiglia siamo tre figlie e a un certo punto, dopo la maturità, ho deciso che avrei iniziato a guidare per essere utile alla nostra causa. Nessuno se lo aspettava e solo mio papà mi ha incoraggiato fino in fondo. La maggior preoccupazione erano le notti. Ho fatto esperienza e ora tutti i giorni guido il mio autotreno da Verona fino a Bolzano o Merano e mi sento finalmente libera». Libertà che spesso viene messa alla prova dai trasferimenti notturni, che sono preferiti per la minore circolazione di altri autoveicoli. Saliamo con Rosa a bordo del suo tir e con lei iniziamo un viaggio e subito alla prima curva incrociamo un altro camion che lampeggia i fari. «Ci conosciamo tutti e comunichiamo via radio con i cb (ricetrasmittenti veicolari portatili, ndr) che ci tengono compagnia durante i tragitti. Ognuno di noi ha un nome di battaglia e io mi chiamo "Misteriosa"». Rosa impugna il ricevitore e dall'altra parte c'è "Lupo", un camionista che provvede a dare dei consigli alla collega : «Ciao Misteriosa, le strade sono pulite, non c'è molto traffico. Buon lavoro e per qualsiasi cosa chiamami». Il maggior timore quando si guida per ore un bestione in autostrada è la notte nelle aree di servizio. «Bisogna stare molto attente – riprende Gisella – e occorre farsi furbe. Con gli anni abbiamo imparato a evitare piazzole poco illuminate e poco raccomandabili. Una volta chiuse nel tir, siamo al sicuro».

MARZIA, «IL JOLLY» – Il nostro viaggio a bordo dei tir continua e a Salsomaggiore ci aspetta Marzia Guareschi, 44 anni e due figli. «Sono nata sul camion, ho sposato un camionista (il marito Enzo Rigolini, ndr) e ho allattato i miei figli sui tir. Da sei anni sono il jolly dell'azienda e guido a turno tutti i cinque tir che abbiamo a disposizione per fare delle consegne di mangimi per animali». La tratta di Marzia è la Salsomaggiore-Perugia, tutti i giorni. A volte accompagna il marito, spesso va da sola, ma preferisce guidare di giorno. «Mi piace da impazzire questo lavoro e ho realizzato il sogno della mia vita, grazie a mio marito che non mi ha mai ostacolato. Ha capito subito che tra me e il tir c'era un feeling speciale, perché oltre ad occuparmi dei figli e della contabilità, cambiavo i flessibili e le lampadine». Ma non è solo il fascino della guida, il segreto di tanta abnegazione. «Per me il tir è una casa e spesso ho il piacere di condividere i viaggi con Enzo – ci racconta con la luce negli occhi Marzia -. Abbiamo scoperto che nella cabina di guida riusciamo a parlare di tutta la nostra vita con maggior disinvoltura». Ma non solo parole nelle cabine, anche progetti: «Vorremmo festeggiare il nostro 25° anniversario di matrimonio girando per l'Europa sul nostro Tir, fino ad arrivare in Lapponia». È quasi sera e la notte scende come un sipario, per alcune di loro le luci della strada sono come i sogni.

23 maggio 2009
www.corriere.it

Buona Strada Colleghe ….
Buona Strada Colleghi che avete rispetto per noi…

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