Una triste notizia

 

Una di quelle notizie che non vorremmo mai leggere, soprattutto perchè era una giovane collega ed è morta sul lavoro. Forse è stata una distrazione, forse un guasto meccanico, ancora non si sa, ma non si dovrebbe mai morire sul lavoro.

Queste notizie mi lasciano sempre senza parole.

Condoglianze alla famiglia. R.I.P.

Il link dell’articolo su RSI:

https://www.rsi.ch/info/ticino-grigioni-e-insubria/Incidente-sul-lavoro-a-Novazzano-muore-una-26enne–1888384.html

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Il raduno di Civitanova Marche

 

Un video che racconta il raduno dei mezzi d’epoca, organizzato dalla LAM (Lega Antichi Motori), a Civitanova Marche, con varie interviste tra cui quelle di due colleghe: Maria Luisa e Luciana.

Buona visione e buona strada sempre!

 

 

PS: Basta cliccare sul video per vederlo!

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Riapre il Museo Marazzato

 

 

Torna il “porte aperte” al Museo della Fondazione Marazzato dei mezzi storici.

Questa volta l’argomento della giornata non sarà un modello di camion ma gli aerei e il loro design.

Appuntamento domenica 17 settembre a Stroppiana!

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La storia del trasporto

 

Un nuovo appuntamento per gli appassionati di veicoli d’epoca, questo fine settimana a Civitanova Marche, in collaborazione con gli amici della LAM una rievocazione storica da non perdere!

 

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Noi a Giussano!

 

Su “Uomini e Trasporti” è stato appena pubblicato questo bell’articolo sulla nostra presenza al 31° raduno del Coast to Coast Truck team a Giussano!

Grazie a Elisa Bianchi per averci dato la possibilità di raccontarci!

Questo è il link:

https://www.uominietrasporti.it/prodotto/eventi-e-saloni/lady-truck-driver-team-assegna-a-riccardo-spandrio-19-anni-il-premio-voglia-di-camion-2023/

E questo l’inizio dell’articolo:

Lady Truck Driver Team assegna a Riccardo Spandrio (19 anni) il premio “Voglia di Camion 2023″

Il riconoscimento viene assegnato ogni anno in occasione del raduno Coast to Coast di Giussano dal gruppo Lady Truck Driver Team “Buona Strada” a un giovane che si distingue per l’entusiasmo con cui intraprendere la professione

 

Non potevano mancare le ragazze del Lady Truck Driver Team “Buona Strada” al 31esimo raduno del Coast to Coast Truck Team che dall’1 al 3 settembre ha trasformato il paese di Giussano nel punto di incontro di centinaia di camionisti e appassionati del settore. «Sono tanti anni che gli amici del Coast to Coast ci ospitano al loro raduno – racconta Monica, tra le fondatrici del gruppo “Buona Strada” e volto noto sotto lo pseudonimo di Ironduckmoni64 –, con loro condividiamo oltre alla passione per i camion e per il nostro lavoro anche gli scopi: fare beneficenza e cercare di dare un’immagine positiva del nostro settore. Il raduno è nato infatti con l’obiettivo di avvicinare le persone al mondo dei camion, è una festa di paese aperta a tutti che ci dà l’occasione di conoscere anche nuove ragazze e accogliere nuove adesioni al nostro gruppo».

 

 

Il sodalizio tra le due realtà è affermato ormai da anni: «Possiamo dire che loro sono sempre stati nostri sostenitori – prosegue Monica –, collaborazione e non competizione è quello che, come donne camioniste, cerchiamo in questo mondo dell’autotrasporto. Al raduno del Coast to Coast abbiamo sempre uno spazio per il nostro gazebo “in rosa”, ideato come punto di incontro tra colleghe, che siano vecchie conoscenze o nuove amiche che vengono a trovarci. Per loro c’è in omaggio la nostra targa rosa, il nostro simbolo, che esposto dietro il parabrezza dei nostri camion ci permette di riconoscerci quando ci incrociamo per strada. A ogni edizione esponiamo inoltre il frutto delle nostre iniziative: abbiamo iniziato con i calendari e i ricettari e ora il nostro libro “Soprattutto camioniste”. L’utile delle vendite viene destinato alle varie Associazioni che sosteniamo o ad aiutare chi sappiamo avere bisogno».

(…)

Il resto dell’articolo (con le foto) lo potete leggere al link:

https://www.uominietrasporti.it/prodotto/eventi-e-saloni/lady-truck-driver-team-assegna-a-riccardo-spandrio-19-anni-il-premio-voglia-di-camion-2023/

Grazie Elisa, buona strada sempre!

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Mezzi storici in mostra!

 

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Un raduno per questo fine settimana!

 

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La storia di Palmira

 

Cambiare vita e realizzare i propri sogni, quelli abbandonati in fondo ad un cassetto, è quello che ha fatto Palmira e che ci racconta in questa bella intervista di Elisa Bianchi, come sempre dal blog “Anche io volevo il camion” di “Uomini e Trasporti”.

Buona strada sempre Palmira!

Il link dell’articolo:

https://www.uominietrasporti.it/uet-blog/anche-io-volevo-il-camion/palmira-mura-sono-unautista-con-il-cuore-da-oss/

E il testo:

 

Palmira Mura, «Sono un’autista con il cuore da OSS»

A 50 anni cambia radicalmente la sua vita: dopo anni passati in corsia come Operatrice Socio-Sanitaria e aver lavorato in reparto Covid nei mesi più duri della pandemia, Palmira Mura ha scelto di ripescare un sogno lasciato nel cassetto. Prende le patenti, saluta figli e nipoti e parte per la linea. In cabina oggi vive la sua “seconda gioventù”

«Sono un’autista con il cuore da Operatrice Socio Sanitaria, il lavoro che ho svolto per una vita prima di salire in cabina». Si presenta così Palmira Mura, 52 anni “portati con orgoglio” e originaria della Provincia di Oristano, ma trapiantata nel Nord Italia fin da piccolissima.
La raggiungiamo al telefono mentre è impegnata al volante. Si trova sull’A1, direzione Varese. Davanti a lei circa 500 km di strada da percorrere. «Sto trasportando del vino in questo momento – ci dice – ma è un carico sporadico. Normalmente porto materie prime, soprattutto plastica».
Dall’agosto 2021 Palmira lavora per un padroncino di Piacenza, Piccoli Riccardo. «È un’azienda piccola – spiega Palmira – ma con la quale sogno di andare in pensione perché qui sento di aver trovato finalmente il mio posto». Palmira è l’unica donna della flotta ed è anche l’unica ad aver scelto di cambiare vita a 50 anni. Una scelta radicale che arriva dopo uno dei periodi più bui degli ultimi anni, non solo per Palmira ma per tutti noi. «Come OSS ho lavorato nei reparti Covid per tutto il periodo della pandemia. È stato doloroso, ho vissuto la solitudine e la sofferenza delle persone, anziani che morivano senza l’affetto dei propri cari, senza la possibilità di dare loro una carezza. Ho dato tutta me stessa al mio lavoro in quei mesi e una volta superato il peggio mi sono resa conto che avevo finito le energie, non avevo più nulla da dare, dovevo cambiare. Siamo solo di passaggio in questa vita quindi mi sono detta: perché no, perché non riprendere in mano il sogno dell’autotrasporto lasciato nel cassetto tanti anni fa».

Perché l’avevi accantonato?

Furono i miei genitori a mettermi in testa l’idea di prendere le patenti. Mio papà aveva la C da quando aveva fatto il miliare e mia mamma negli anni ’80 guidava un Daily telonato, faceva le consegne a Milano e dintorni. Non mi sarebbe dispiaciuto seguire i progetti che avevano per me, però le cose andarono diversamente: quando avevo 19 anni nacque la mia prima figlia, Mariangela. Seguirono poi altri tre figli: Andrea Francesca, Matteo e Martina. Così accantonai l’idea di mettermi al volante e presi l’attestato da OSS. A dire il vero nel 2015 provai a tornare sui miei passi. Dopo la separazione da mio marito feci l’orale della C e lo superai, ma al momento di iniziare le guide i soldi scarseggiavano e così lasciai perdere un’altra volta.

Il momento giusto è arrivato nel 2021. Come è andata?

All’inizio lavoravo di giorno e la sera andavo in scuola guida, seguivo delle lezioni private. Fortunatamente ho trovato supporto da parte di tutti, sia dei mei figli – soprattutto le ragazze – ormai già grandi e che mi spronavano a inseguire il mio desiderio, sia dell’Azienda sanitaria per la quale lavoravo. Mi sono licenziata solo prima di conseguire le ultime patenti, investendo tutti i soldi della liquidazione per poterle completare, perché le cifre si sa, sono importanti.

Un salto nel buio…

Sì, ma tramite mio fratello, anche lui autista, sono riuscita ad avere un colloquio con quella che oggi è l’azienda per cui lavoro. Nessuno ci avrebbe scommesso perché ero una donna di ormai 51 anni senza esperienza, eppure credo che il mio capo abbia visto in me la volontà di metterci il massimo dell’impegno. Da allora ho fatto tanti errori e ho versato tante lacrime, lo ammetto, ma oggi posso dire che la donna che sono è il risultato delle difficoltà che ho saputo affrontare. Non da sola, naturalmente. Devo tantissimo all’aiuto di colleghi e amici con più esperienza di me.

Come è la tua vita oggi?

Non mi annoio mai. Faccio la linea, una media di due scarichi e un ricarico al giorno. La mia casa per tutta la settimana è la cabina, mentre nel weekend torno a essere la mamma e la nonna di sempre.

Il rapporto con i tuoi figli è cambiato?

Questo cambio di vita è arrivato quando i miei figli erano già grandi; quindi, in realtà, il rapporto con loro si è rafforzato perché se prima ero spesso stanca e nervosa, oggi quando rientro abbiamo sempre qualcosa da raccontarci. I miei quattro nipoti, Gaia, Eleonora, Eduardo e Greta, che vanno dai 7 anni ai 9 mesi, posso godermeli nel weekend, anche se mi piacerebbe poterli coinvolgere, fargli vedere da vicino cosa faccio, come funziona il mio lavoro. Fare l’autista non significa solo guidare, come invece pensano molti. Bisogna stare attenti al carico e soprattutto a chi viaggia sulla strada insieme a te. Penso che sarebbe utile se tutti i ragazzi che prendono la patente della macchina provassero anche l’esperienza del camion, anche solo con un simulatore, per capire com’è stare alla guida di un mezzo del genere. Gli automobilisti non lo comprendono, non immaginano quanto sia difficile gestire un camion quando qualcuno ti taglia bruscamente la strada, non sanno che non li vediamo se ti sorpassano a destra. Viaggiamo tutti sulla stessa strada ma con ottiche diverse. Bisogna quindi far capire ai ragazzi l’importanza e anche le difficoltà del lavoro che svolgiamo.

Sarebbe un modo anche per avvicinarli al settore?

A me dispiace sempre quando sento dire ai giovani di stare alla larga da questo mestiere, penso invece che andrebbero incentivati. Capisco che ci possano essere esperienze diverse, ma per la mia – seppur breve – esperienza, posso dire di sentirmi gratificata, sia come persona che a livello economico. Però non vorrei essere fraintesa. Mi spiego meglio: non voglio dire che l’autotrasporto è un’oasi felice. Le difficoltà ci sono, ma come in qualunque altro mestiere e in qualunque altro settore. Per esempio, lo stipendio di un OSS si aggira sui 1200/1300 euro al massimo, nonostante si lavori anche la notte, il sabato e la domenica e durante tutte le feste comandate. Non ho mai passato un Natale o un Capodanno con i miei figli. Questo per dire che tutti i lavori richiedono dei sacrifici. Il vero problema di questo settore, a mio avviso, sono i servizi che non offre.

In questi due anni di servizio quali sono i servizi che ti sono mancati?

I punti critici sono sempre gli stessi: aree di sosta troppo piccole e affollate, aree di parcheggio non dotate di servizi adeguati, mancanza di spazi dedicati alle donne che fanno questo mestiere, banalmente come un bagno o una doccia. Servirebbe maggiore riguardo per i lavoratori dell’autotrasporto. Faccio due esempi: uno è il caso della pausa breve da 15 minuti e l’altro della pausa lunga, quella da 45 ore. Se un autista ha solo 15 minuti di pausa ed entra in Autogrill per un caffè, non può perdere tutti e 15 i minuti in fila dietro a decine di turisti e alla fine rischiare di non riuscire neanche a bere o mangiare qualcosa. Noi non siamo in vacanza, siamo lì per lavorare. Basterebbe un minimo di attenzione, una corsia preferenziale per prendere un caffè. Non è chiedere molto. Nel caso della pausa lunga, invece, basterebbe far rispettare le regole intensificando i controlli. Un autista non può passare 45 ore di riposo in cabina, magari posteggiato in una piazzola di sosta in autostrada, ma ha bisogno di un luogo adeguato. Se non può essere casa sua almeno che sia un albergo, pagato dall’azienda. Il riposo nel nostro lavoro è fondamentale perché viaggiamo tutti i giorni sulle strade mettendo a rischio la vita nostra e di tutti gli altri automobilisti. Servirebbe più attenzione al benessere fisico e psicofisico delle persone.

Qual è invece, per te, l’aspetto più bello di questo mestiere?

Questo lavoro è la mia rivincita, sto vivendo la mia seconda gioventù. Ho cresciuto quattro figli da sola, ero sempre impegnata, oggi invece posso finalmente viaggiare e sentirmi libera. Ho dimostrato loro che non c’è età per cambiare e di questo sono molto orgogliosa. Certo, non avrò mai l’esperienza di chi fa questo mestiere da una vita, ma io ci metto il massimo dell’impegno, imparo giorno dopo giorno. Qualcuno criticherà, io rispondo che lo faccio con il cuore.

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Il raduno di Giussano!

 

 

Comincia il conto alla rovescia!

Appuntamento a Giussano (MB) venerdi 1, sabato 2 e domenica 3 settembre in Piazza Mercato per il 31° raduno del Coast to Coast Truck Team!

Noi ci saremo, come sempre, col nostro gazebo in rosa, vi aspettiamo numerose per scambiare quattro chiacchiere in compagnia e non solo…

Per le nuove amiche ci sarà, come sempre. in omaggio la nostra targa rosa!

 

 

 

 

 

 

E  per chi lo volesse acquistare ci sarà anche il nostro libro  “Soprattutto camioniste”,

52 storie di donne con un camion nel cuore!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ci vediamo li, vi aspettiamo!!!

Buona strada sempre!

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Il canale di Silvia

 

Vi ricordate della collega Silvia di cui abbiamo postato alcuni articoli qui nel blog?

Silvia ha anche un canale You Tube:

https://www.youtube.com/@silvymar1664/videos

in cui pubblica brevi video della sua vita da camionista, racconta di carichi, di incontri, di cose che le capitano viaggiando.

 

Ve ne linko uno e auguro una buona strada sempre a Silvia, sperando di incontrarla prima o poi on the road!

 

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