lady truck driver team

Gloria e i suoi sogni!

 

Un altro bel articolo che racconta la storia di Gloria, la nostra amica e collega in concorso per il Sabo Rosa 2023,  i suoi sogni, la  sua passione per i camion, con tante belle fotografie, lo trovate sul Corriere di Romagna.

Questo è il link:

https://www.corriereromagna.it/una-26enne-di-cesena-e-perito-informatico-specialista-nella-cura-delle-unghie-ed-in-corsa-per-il-titolo-di-camionista-dell-anno/

Questa la sua storia:

Una 26enne di Cesena in corsa per il titolo di camionista dell’anno – Gallery

Perito informatico, specialista nella cura e ricostruzione delle unghie e… In corsa per diventare la camionista dell’anno.
Passioni completamente diverse quelle che caratterizzano la cesenate 26enne Gloria Benazzi.
«Passioni che sono nate in ordine inverso rispetto a come si sono sviluppate nella mia vita – racconta al telefono da Conegliano, città dove ora vive col fidanzato – Il mio cuore batte prevalentemente per i camion e per guidarli. Anche perché in mezzo ai Tir sono cresciuta fin da piccola nell’azienda che era gestita da mio padre».
Attualmente la 26enne romagnola è in lizza tra le trenta autotrasportatrici italiane che si giocheranno il “Sabo Rosa”: ovvero il titolo di camionista dell’anno.

Un destino quasi inevitabile finire in questo concorso per lei, donna e amante di un lavoro e di veicoli che storicamente sono più legati al genere maschile.
«In provincia c’è chi ricorderà la Benazzi Trasporti. Era la ditta di mio padre, una ditta che ora non c’è più. Ma è il luogo che fin da piccola mi ha fatto crescere in mezzo ai camion. Inevitabile che mi innamorassi di questo lavoro. I camion e la Romagna, anche se la vita poi mi ha portato per ora altrove, fanno parte costantemente del mio essere. Conosco bene Fabio Vignali (dell’omonima ditta di Bertinoro, ndr) e ci ho già portato “in visita” il mio ragazzo. Fa anche lui l’autotrasportatore e sa già che il nostro futuro sarà all’insegna dei camion in Romagna».

E dire che il cammino di Gloria sembrava essersi avviato in maniera molto diversa. Anche se ancora in un ambiente prevalentemente maschile. «Ho fatto l’Iti al Pascal. Indirizzo informatico. Chiaramente ero l’unica femmina in classe. Una scuola che mi è piaciuta anche se, nel cassetto dei rimpianti, c’è il non aver fatto l’indirizzo elettronico. Magari con i camion mi sarebbe stato più utile rispetto all’informatica. Comunque non sono del tutto a secco di certe tematiche. Se c’è da mettere mano a fili e collegamenti riesco abbastanza bene; e quando serve mi metto all’opera».
Basta guardare le decine di foto sui social network di Gloria Benazzi per notare anche mani davvero molto curate: qui emerge la sua ulteriore passione.
«Ho preso la patente del camion quasi subito, a 21 anni. La ditta di mio padre non c’era più e mi ero trasferita a Bologna dove, con una collega, ho aperto ed abbiamo condiviso un centro estetico. La mia specialità sono i trattamenti alle unghie. Il centro estetico è stato aperto per sei anni. Poi mi si è presentata un’occasione che non potevo rifiutare».

Gloria è risalita in cabina. «In Olanda mi è stato offerto di stare costantemente alla guida dei camion. Per una azienda che si occupa di trasporto fiori e carne. Un’esperienza bellissima che mi ha fatto notare anche quanto sia impegnativa la vita sul camion e le problematiche che si devono affrontare quotidianamente in viaggio».
Gloria è proprietaria anche di uno Scania 143 d’epoca, che coccola come tutti i collezionisti fanno con il loro oggetto più prezioso. «Adesso vivo a Conegliano con il mio fidanzato. Ho riaperto un centro estetico con l’idea di affidarlo comunque ad una dipendente. Perché contemporaneamente faccio il jolly per aziende di autotrasporti che a chiamata mi fanno fare viaggi. Quando c’è bisogno. Ma comunque la mia intenzione è tornare in Romagna. E, come il mio ragazzo, fare costantemente la vita in cabina».

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La storia di Gloria

 

Vi ricordate di Gloria? La nostra giovanissima amica e collega partecipa anche lei alla quattordicesima edizione del concorso per il “Sabo Rosa.

Questo è il link:

https://www.sabo.it/gloria-benazzi/

Questa la sua intervista:

Gloria Benazzi

Attività: autista di camion
Residenza: Provincia di Treviso

Quando e come è nata la tua passione per i camion? Quando hai capito che quello dei camion sarebbe stato il tuo lavoro, il tuo mondo?

Fin da piccola il mio papà mi portava con sé in camion e nella sua azienda di trasporti. Più il tempo passava, più aumentavano i chilometri che facevo con lui, più io mi sentivo nel mio mondo, nella mia isola felice. Quei tre scalini mi portano sempre nella mia isola di pace. Dopo il diploma ho lavorato in ufficio, nella gestione logistica dei viaggi, fino all’età in cui ho potuto prendere le patenti superiori. All’inizio dello scorso anno ho deciso, assieme al mio compagno, di affidarmi a un’impresa che fa trasporti all’estero: abbiamo viaggiato quasi un anno in Germania e Olanda, portando fiori e carne appesa. Un’esperienza che da un lato mi ha permesso di guidare per tantissimi chilometri, ma dall’altro mi ha sconfortato, perché eravamo sempre in giro e spesso ci trovavamo in situazioni di vero disagio. Così ora faccio trasporti giornalieri per aziende del mio territorio. E non rinuncio al sogno di aprire un’azienda di trasporti mia, anche se in tanti mi dicono che oggi non conviene.

Perché hai deciso di partecipare al Sabo Rosa?

Sono una grande sostenitrice della presenza delle donne in questo mondo, che per certi versi è ancora molto maschilista. Mi piace vedere la forza che tiriamo fuori per emergere. E poi è anche una scelta di orgoglio e di rivincita, per prendermi la soddisfazione di dire: lo sto facendo, pur con il mondo contro. Il Sabo Rosa è una bella iniziativa: finalmente qualcuno riconosce il lavoro delle donne in una realtà strettamente maschile.

Quali sono i lati positivi del tuo lavoro e quelli che vorresti cambiare?

Sicuramente i lati positivi sono i mezzi super tecnologici, che aiutano soprattutto dal punto di vista fisico: rispetto ad anni fa siamo proprio su un altro pianeta.
Il lato negativo è sempre lo stesso: i servizi che si trovano sulle strade sono pessimi e i pregiudizi ancora troppo presenti.

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La storia di Elda

 

Anche la nostra Elda, nel gruppo da sempre,  partecipa al concorso per il Sabo Rosa 2023!

Questo è il link:

https://www.sabo.it/elda-guarise/

 

E questa è la sua intervista:

Elda Guarise

Attività: autista di camion
Residenza: Cittadella Padova

Quando e come è nata la tua passione per i camion? 

I camion mi sono sempre piaciuti, fin da quando lavoravo come carrellista in un magazzino di frutta e verdura. In quel periodo mio marito faceva l’autista e quando decidemmo di comprare un camion nuovo e una nuova casa, ci siamo trovati a dover far fronte all’esigenza di una patente in più per dare una mano alla famiglia che cresceva. Così sono salita anch’io sul camion.

Com’è il tuo lavoro?

All’inizio, ormai venticinque anni fa, facevamo viaggi anche lunghissimi. Ai tempi non c’erano le ore di guida da rispettare, dormivamo fuori di notte, si andava a caricare il camion all’alba e alla sera si provava a tornare a casa, per cucinare e stare un po’ con i figli. Ora abbiamo una nostra azienda di trasporti, con sei mezzi e un paio di autisti che lavorano con noi, oltre ovviamente ai nostri figli. Marta e Mattia, che lavorano in ufficio, ed Ermes, che viaggia come me e suo padre. Principalmente lavoriamo con la Svizzera: trasportiamo un po’ di tutto ma in particolare il vino. Abbiamo un camion frigo che lo tiene fresco anche d’estate.

Perché hai deciso di partecipare al Sabo Rosa?

Sono ambassador della Volvo e il responsabile della nostra zona mi ha detto: perché non ti iscrivi al Sabo Rosa, è una cosa che fa per te! Io all’inizio non volevo, perché mi sentivo fuori età, ma poi mi sono convinta. In fondo sono una super nonna camionista.

Quali sono i lati positivi del tuo lavoro e quelli che vorresti cambiare?

Il vero problema, soprattutto per noi donne autista, sono i servizi. Spesso i bagni, le docce, che si trovano viaggiando, sono molto scomodi per non dire sporchi. Io ormai mi sono organizzata con disinfettante e spugne, ma sarebbe meglio che di queste cose si occupassero i gestori. Per il resto è tutta questione di passione e di organizzazione. Questo è un lavoro che puoi fare solo se il tuo cuore batte per i camion.

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La storia di Tania

 

Tra le partecipanti al concorso per il Sabo Rosa 2023 c’è anche la nostra amica e collega Tania, una delle prime ragazze del nostro gruppo.

Questo è il link:

https://www.sabo.it/tania-migliori/

Questa è la sua intervista sul sito:

Tania Migliori

Attività: autista di camion
Residenza: Gattatico (RE)

Quando hai capito che quello dei camion sarebbe stato il tuo lavoro, il tuo mondo?

Ho scoperto il mondo dei camion a 12 anni, grazie a mio papà che mi portava con sé nei suoi viaggi. Nel 1997 ho deciso di aprire assieme a lui una ditta di trasporti che tuttavia, nel 2007, a causa della crisi, abbiamo dovuto chiudere, vendendo i due camion che avevamo acquistato. La passione però era tale che non ho resistito senza guidare e così sono tornata in cabina  come dipendente.
Fino a pochi mesi fa rientravo a casa ogni sera, poi le cose sono cambiate, in questo periodo viaggio tutta la settimana e rimango fuori a dormire. È una vita che non mi pesa perché amo molto il mio lavoro. Anzi, il tornare nel mio letto tutte le sere cominciava a soffocarmi un po’, invece ora sono proprio contenta, con una settimana che non è mai monotona e che mi permette di incontrare tanti clienti diversi e trasportare merci di ogni genere.

Perché hai deciso di partecipare al Sabo Rosa?

Sono parecchi anni che mi iscrivo. È una bella iniziativa e ho deciso di riprovare.

Quali sono i lati positivi del tuo lavoro e quelli che vorresti cambiare?

Il lavoro che faccio mi piace molto, la mia è una vera e propria passione per i camion e per i viaggi. Si incontrano persone diverse, si visitano tanti luoghi: l’altro giorno, per fare un esempio, ero in Liguria e mi sono fermata a guardare il mare. Il giorno seguente trasportavo merce a Cuneo e ho fotografato la neve. Non ci si annoia mai e i posti che si visitano arricchiscono il tuo bagaglio di vita, così come i colleghi e le colleghe che si incontrano per strada. Sono felice di fare questa vita. I lati negativi riguardano i pericoli che corriamo, guidando tutti i giorni. Ogni volta parto sperando di poter tornare dai miei cari. Ringraziando Dio mi è sempre andata bene, sono una persona molto prudente e non eccedo mai nella guida.

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Beatrice al Sabo Rosa

 

Sono tante le partecipanti al concorso per il “Sabo Rosa 2023”, ben trenta candidate si contendono il titolo di “Camionista dell’anno”, tra di loro c’è anche Beatrice, in questo articolo di “Varesenoi” ecco la sua storia, questo è il link:

https://www.varesenoi.it/2023/02/23/leggi-notizia/argomenti/territorio/articolo/dal-cantiere-al-camion-la-varesina-beatrice-donghi-candidata-per-il-premio-camionista-dellann.html

e questo l’articolo:

| 23 febbraio 2023, 15:44

Dal cantiere al camion: la varesina Beatrice Donghi candidata per il premio “Camionista dell’anno”

C’è anche una rappresentante della provincia di Varese tra le trenta lavoratrici nella filiera dei trasporti candidate alla quattordicesima edizione del Sabo Rosa. La giovane di Azzio ha iniziato a lavorare nell’azienda di famiglia che si occupa di edilizia, poi la passione per i camion l’ha conquistata ed è diventata lavoro

Dal cantiere al camion: la varesina Beatrice Donghi candidata per il premio “Camionista dell’anno”

 

 

C’è anche una rappresentante della provincia di Varese, Beatrice Donghi di Azzio, tra le trenta lavoratrici nella filiera dei trasporti che si sono candidate alla quattordicesima edizione del Sabo Rosa. Riconoscimento che, in occasione della Festa della Donna, viene conferito alla “Camionista dell’Anno” dal main sponsor dell’iniziativa, il Roberto Nuti Group, importante realtà industriale internazionale fondata nel 1962 a Bologna.

Durante la cerimonia, che si svolgerà martedì 7 marzo nella sede bolognese del Gruppo, la “Camionista dell’Anno” riceverà un esemplare unico dell’ammortizzatore Sabo con la livrea rosa.

La Lombardia è rappresentata da cinque candidate: oltre Varese, sono in lizza le province di Sondrio, Lecco, Bergamo e Cremona.

Ecco l’intervista a Beatrice Donghi, autista di camion di Azzio.

Quando e come è nata la tua passione per i camion? 

«La passione per questo lavoro è nata e cresciuta in me nel tempo. Non sono una “figlia d’arte”: i miei genitori hanno un’azienda edile con alcuni camion, ma io non ho mai pensato di fare la camionista, almeno non prima di aver terminato gli studi e aver iniziato a lavorare con loro. All’inizio, per un paio d’anni, ho guidato un camioncino, poi quando ho avuto l’età giusta ho preso la patente C e ho guidato per tre anni e mezzo un camion con cassone ribaltabile e gru. Mi è sempre piaciuto lavorare per i miei genitori ma ogni volta che facevo una breve tratta in autostrada e vedevo gli autotreni mi si illuminavano gli occhi e sentivo di appartenere a quel mondo. Quindi mi sono fatta coraggio e ho preso la patente E. Da un anno ho iniziato la mia “nuova vita” e guido un Renault T440 per un’azienda di trasporti».

Perché hai deciso di partecipare al Sabo Rosa?

«Ho conosciuto il concorso Sabo Rosa tramite i Social. Mi piace molto l’idea che metta in luce la parte femminile dell’autotrasporto e ho deciso di partecipare per poter dare ancora un’altra visione su questo lavoro che ha mille e più sfaccettature. Mi piacerebbe che altre ragazze, altre giovani donne, si appassionassero a questo mestiere, consapevoli del fatto che occorre fare sacrifici ma che si ottengono anche molte soddisfazioni. Siamo in tante autiste, in Italia… ma vorrei che fossimo ancora di più».

Quali sono i lati positivi del tuo lavoro e quelli che vorresti cambiare?

«La mia passione, ancora molto viva, mi fa vedere quasi solo i lati positivi: per me è ancora tutto rose e fiori. Mi piace viaggiare, conoscere nuove realtà e persone, imparare a fare manovra in posti in cui è difficile. Sul camion e nei luoghi che raggiungo mi sento davvero a casa. I lati negativi sono la sveglia alle tre e mezza di mattina, a cui si fa fatica ad abituarsi, e le poche aree di servizio, che ci costringono a fermarci in piazzole scomode e senza servizi».

 

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Rosa on the radio

 

Il video di una “pre-intervista” alla nostra Rò su “Story Time”, in cui parla anche del nostro gruppo e del nostro libro!

Buona visione e buona strada sempre!

 

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La storia di Marianna

 

Un’altra bella intervista di Elisa Bianchi dal sito di  “Uomini e trasporti”, la storia di Marianna e della sua “relazione” con i camion, di come si è innamorata di loro!

Buona strada sempre a Marianna!

 

Questo è il link dell’articolo:

https://www.uominietrasporti.it/uet-blog/anche-io-volevo-il-camion/marianna-dal-degan-e-poi-e-successo-che-mi-sono-innamorata-del-camion/

Inizia cosi:

Marianna Dal Degan: «E poi è successo che mi sono innamorata del camion»

C’è un modo di dire inglese che recita: «Se la vita ti offre limoni, fatti una limonata». In altre parole, come reagire quando la vita non va come ti aspettavi? Marianna Dal Degan ha deciso di affrontare le difficoltà dalla cabina del suo camion. Un sogno nato inaspettatamente vent’anni fa e che l’ha portata a vincere nel 2014 il premio “Sabo Rosa” come camionista dell’anno e oggi a gestire la sua impresa di trasporti. Passando per difficoltà, imprevisti, ma anche tante soddisfazioni

Doveva essere solo un “lavoretto” nel weekend, per arrotondare. Di quelli che da giovane fanno sempre comodo. In realtà, a Marianna Dal Degan, 41 anni e originaria di Belfiore – un paese con poco più di 3mila abitanti nella provincia di Verona – ha cambiato la vita. È un sabato pomeriggio qualunque di vent’anni fa quando un’amica che lavora in un’azienda di trasporti chiede a Marianna di darle una mano a lavare i mezzi. Lei lavora in fabbrica e non si è mai avvicinata a un camion, ma qualcosa quel giorno scatta dentro di lei e la vita, ancora una volta, stravolge i suoi piani.
È lei a raccontarci come andò quel giorno. «All’epoca avevo 21 anni ed ero responsabile di reparto per un’azienda di rilegatura di libri. Un lavoro che mi piaceva, ma quando la mia amica mi propose di darle una mano non mi tirai indietro. Doveva essere solo per quel pomeriggio, ma poi è successo che mi sono innamorata dei camion».

Come è avvenuto il salto dal piazzale alla cabina di guida?

Fin da subito ho deciso di prendere le patenti e il titolare della ditta per la quale lavavo i camion mi assunse. Gli devo moltissimo, non solo perché sono entrata in questo mondo grazie a lui, ma anche perché mi ha insegnato tante cose che ancora oggi mi porto dietro e che sono fondamentali per la mia attività.

Oggi sei titolare di una tua azienda di trasporto. Quando hai iniziato a maturare l’idea di metterti in proprio?

A 26 anni già avevo il pallino di comprare un camion tutto per me e di aprire una mia azienda, così tentai. Mi iscrissi a un corso, di giorno lavoravo e la sera studiavo, frequentavo le lezioni nel weekend. Non fu una passeggiata, su settanta iscritti passammo solo in dieci. Alla fine del corso, però, nonostante fossi stata promossa, fui costretta ad accantonare l’idea perché mi resi conto che era un sogno troppo difficile da realizzare.

O almeno così credevi.

Ho dovuto aspettare dieci anni, ma alla fine sì, il sogno si è realizzato, anche se con non pochi sacrifici. Sono partita da zero, ma per fortuna ho sempre trovato lungo il mio percorso persone che mi hanno sostenuta. Il loro supporto mi ha dato la forza di andare avanti e oggi sono soddisfatta di quello che ho creato: nonostante le difficoltà sono già sei anni che gestisco la mia attività.

Te lo saresti mai immaginata?

Nulla nella mia vita è andato come mi aspettavo. Ho avuto un’infanzia complicata e le difficoltà familiari mi hanno portata a crescere velocemente e prendere una strada diversa da quella che sognavo da bambina. Avrei voluto fare la fisioterapista, o almeno questo era quello che sognavo all’epoca, ma al terzo anno di superiori dovetti lasciare la scuola e iniziare a lavorare. Niente università e niente fisioterapia. Non ho però smesso di studiare, ho seguito dei corsi serali per poter prendere il diploma di operatrice agraria e anche quando qualche anno fa la strada dell’autotrasporto si è fatta incerta, ho scelto di investire nella formazione. L’azienda di trasporti per la quale lavoravo aveva chiuso e a quel punto mi sono chiesta se volessi ancora stare sul camion. Avevo rinunciato alla mia vita privata, avevo bisogno di staccare e così sono tornata a scuola. Nel 2013 ho conseguito un attestato come agente di commercio, ho aperto la partita Iva e ho iniziato a lavorare nel settore dell’attrezzatura. Giravo per le officine vendendo i prodotti. In fondo, i motori sono sempre stati la mia passione e guidando i camion avevo imparato qualcosa di meccanica.

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(….) il resto dell’intervista lo potete leggere nella pagina di “Uomini e Trasporti”

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Soprattutto camioniste, storie di donne al volante

 

Dal canale You Tube K44 RISPONDE, Daniele Di Ubaldo, direttore di “Uomini e Trasporti, fa una video intervista a Gisella e Orianna che raccontano un pà la storia del nostro gruppo, del nostro blog e di come è nato il  nostro libro “Soprattutto camioniste”.

Buona visione e buona strada sempre!

 

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4 chiacchiere con Vanessa…

 

 

Un’altra bella video chiacchierata tra colleghi, questa volta Mauro ci fa conoscere Vanessa, una collega originaria della Sardegna ma che vive e lavora a Livorno.

Ringrazio Mauro che ci da l’opportunità di conoscere altre colleghe e rinnovo a tutte il suo invito a partecipare alle sue “chiacchierate”!

Questo è il video, buona visione e buona strada sempre!

Ciao Mauro, ciao Vanessa!

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Il libro e…

 

Il  nostro libro e… Katia!

 

Lei  è  una mia collega di scuderia, solo che i camion non li guida, li scarica!!!

Buona strada sempre!!!

 

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