AUTOGRILL – Francesco Guccini (1983)
“La ragazza dietro il banco mescolava
birra chiara e Seven Up
e il sorriso da fossette e denti
era da pubblicità
come i visi alle pareti
di quel piccolo Autogrill
mentre i sogni miei segreti
li rombavano via i TIR….”
Ve la ricordate? Io si!!!! E’ la strofa iniziale di “Autogrill” di Francesco Guccini….mitica….quante volte sono partita con la fantasia ascoltando questa canzone….ero ancora “piccola” e il camion un sogno da realizzare…ci viaggiavo già qualche volta insieme al mio 25, ma da passeggera e passavo il tempo a stupirmi guardando il mondo fuori dai finestrini scorrere veloce e modulando al CB con i futuri colleghi che facevano di tutto per farmi cambiare idea!!
“Non è un lavoro da ragazze” mi dicevano, “si sta sempre via”, “è pesante”, “non ce la puoi fare”, “le donne devono pensare solo alla casa e alla famiglia”, e via di seguito…Forse queste parole sono state uno stimolo in più per impegnarmi a realizzare il mio sogno e dimostrare che ce la potevo fare anche se tutti erano contrari!!
E cosi’ è stato. Ho vinto la mia scommessa.Quando ho iniziato a guidare mi dicevano che avevo sposato il camion, non il mio 50, perché non gli mollavo mai il volante! In realtà non era cosi perché facevamo viaggi lunghi e ci davamo il cambio, ma per me era una soddisfazione grandissima essere alla guida.
Il primo camion che ho usato (un Saviem JP11) aveva ancora il motore aspirato, senza freno motore, pochi CV (131) e i freni pneumoidraulici, naturalmente a tamburo! Mi ricordo i pomeriggi a cambiar le suole delle ganasce, a schiodarle e inchiodarle…le domeniche mattina a lavar la cabina e poi sotto a ingrassare la trasmissione e tutto il resto…era un camion già vecchio, era stato comprato usato, ma per me era il più bello del mondo, il mio PRIMO AMORE meccanico, non un semplice insieme di lamiere e bulloni e tubi e teli, ma un amico da accudire e con cui parlare la notte in autostrada…
Era a cabina corta, quindi senza brandina, dormivamo sul divanetto, se ci penso ora mi chiedo come facevamo a fare nord-sud più volte la settimana in quel modo…ma eravamo giovani…
D’inverno si ghiacciava perchè non aveva riscaldamento autonomo e poco dopo che ti eri fermato la cabina (tutta vetrata) diventava subito gelida, sarà che gli inverni degli anni ’80 erano più freddi, ma io mi ricordo del ghiaccio che si formava DENTRO la cabina….Brrrrrrr!!!!
Ora viaggiamo dentro a dei salottini superaccessoriati al confronto, allora bastava andare!
A volte mi sembra ieri, altre che sia passata un’eternità…Quando mi fermavano i “puffi” la prima cosa che mi chiedevano era “SE” avevo la patente, gli sembravo troppo piccola…mi ricordo di una volta a Modena che il portafoglio mi era finito in un angolo impensabile e non lo trovavo e loro che si stavano spazientendo….alla fine è saltato fuori e gli ho mostrato il documento con un sorriso da un orecchio all’altro!!!
C’erano anche dei colleghi che erano convinti che non avevo l’età…iniziavamo a parlare per baracchino e poi ci fermavamo a bere il caffè e mi dicevano “Monica, ma ce l’hai davvero la patente? C’avrai 17 anni…”
In quegli anni ho conosciuto tantissima gente, soprattutto colleghi che avevano anche più del doppio della mia età, per non dire il triplo, erano molto gentili con me, mi hanno dato “buoni consigli” per la guida, insegnato qualche trucco del mestiere e corretto errori di gioventù che non ho più ripetuto, forse sono io un po’ nostalgica, ma secondo me era un altro mondo, di persone più disponibili. Probabilmente una volta il motto “ siamo tutti sulla stessa strada” era una cosa in cui credevano in molti. Ormai quelle persone sono andate tutte in pensione o partite per luoghi a noi sconosciuti….l’ultimo viaggio.
Quante volte ci siamo fermati a dare una mano? Tante! E allo stesso modo se avevamo problemi noi si fermavano i nostri compagni di viaggio: se mentre si parlava x CB uno scoppiava una gomma potevi stare certo che l’altro si sarebbe fermato con te per aiutarti a cambiarla…ora si viaggia tutti con la fretta e si è persa molta dell’umanità che c’era nella categoria.
Certo non erano tutte rose e fiori, questo no, e probabilmente la malinconia è legata anche agli anni della gioventù, ma io penso che oramai quello sia un mondo andato perduto o quasi.
Ora però devo partire….di strada da fare ce n’è anche stasera….un saluto a tutti e naturalmente:
Buona strada!
Moni.
Oggi non ho niente di particolare da raccontare, cosi continuo con le canzoni, anche se da questa dedicata a loro i camion e i camionisti non ne vengono decisamente fuori bene….anzi! Leggere il testo per credere….
CAMION (di Gianfranco Manfredi e Ricky Gianco)
Dall’album TANDEM di Ricky Gianco (2000)
Il mostro all’improvviso
appare all’orizzonte
Una mosca passeggia
tra il naso e la fronte
Il mostro sembra stanco
ondeggia sulla striscia
i fari sull’asfalto
qualche gomma un po’ liscia
Camion
Camion
Camion
Camion
La foto di una santa
e quella di una meno
sorridono in cabina
e il viaggio è sereno
Dorme quello di dietro
dorme quello che guida
Uno sogna la santa
e l’altro la figa…
Se volevi entrare nel grill
era meglio lasciar fuori il TIR
son rimasti degli orfani dietro
hai le mamme sul vetro
hai buttato dal ponte una Dyane
ed il soccorso ACI
un pulmino di suore di Lourdes
più dormi e più mi piaci
Hai la patente a punti
hai guidato alla grande
vinci un premio benzina
alla banca del sangue
camion
camion
camion
camion…..
(la copertina del disco)
La storia del TIR nel grill credo che si rifaccia (ma non ne sono sicura!) ad un avvenimento veramente successo all’area di servizio di Somaglia sull’A1 in direzione sud nel gennaio del 1997 quando una donna alla guida di una motrice piombò nel ristorante, per fortuna senza causare vittime. Era mattina presto, erano in due sul camion e lei era alla guida anche se non era in possesso dell’idonea patente….restò incastrata con le gambe tra le lamiere della cabina per un bel po’ di tempo, poi riuscirono a tirarla fuori e se la cavò.
Per CB se ne discusse a lungo…ognuno aveva una sua versione dei fatti, del perché e del percome era successo, di chi era lui, di chi era lei, del fatto che le donne i camion non li devono guidare, ecc., ecc.
Ero anch’io nell’elenco di quelli che ne parlavano – un modo come un altro di passare le ore al volante- e mi ero fatta una mia idea, e cioè che lo sbaglio fosse dovuto al fatto che ai tempi (ora è stata completamente rifatta) alla Somaglia quando entravi le auto andavano su a destra e il grill era subito li, e i camion sotto a sinistra, mentre di solito in tutti gli altri Autogrill è il contrario, e quindi non si era resa conto di dover frenare molto di più perché lo spazio era poco….forse!
Mi ricordo che un giorno un collega mi disse di aver pensato che fossi stata io!
-“Grazie della fiducia!” – gli risposi
-“Ma mi avevano detto che era una motrice rossa guidata da una donna e l’unica che conosco sei tu!!”
-“Si, ma io la patente ce l’ho e da un po’ di anni!”
Poi ci siamo fatti una bella risata e via, amici come prima.
Buona strada a tutti!
Un’altra bella vecchia canzone dedicata ai camionisti…
L’ho scoperta quasi per caso, nel senso che non mi aspettavo di trovarla li, è contenuta nel doppio album della grande Mina “Uiallalla”, naturalmente lei è “solo” l’nterprete,
l’autore del testo è Giorgio Conte ed è datata 1989.
E’ la storia un po’ triste di un vecchio camionista…
Questo è il testo:
T.I.R. – (di Giorgio Conte) canta MINA
“T.I.R. T.I.R. T.I.R. Transport Internationaux Routiers
Sembran poche gocce ma,
ma questa è pioggia e non ci voleva
son carico strapieno
e allora avanti adagio
le luci accese
sii prudente pensa a noi
sorrido teso la cicca in bocca
stringo il volante e la vita
su questo vecchio lungo TIR
T.I.R. T.I.R. T.I.R. Transport Internationaux Routiers
È l’ora del tramonto e c’è
c’è una luce rosa e grigia
è l’ora più balorda
e c’è qualcuno ancora senza fari
dovevi farlo tu Giacomo Bianchi
questo servizio non era il mio
ma ti sei messo in mutua e
‘tana Eva hanno mandato me
Sul tuo T.I.R. T.I.R. T.I.R.
Tu Giacomo Bianchi a quest’ora
ti stai guardando la partita
e sei in un letto caldo al caldo
e con un’aspirina addosso
mentre io entro in galleria
attento al buio strizzo gli occhi
anche il dottore me l’ha detto
di non guidare più di notte
soprattutto sui T.I.R. T.I.R. T.I.R.
Transport Internationaux Routiers
Ma cosa vuoi che mi succeda
ancora questo viaggio e poi
lo lascio giù al deposito
saluto e vado in pensione
però adesso che succede
non sento più il motore e
e il volante è più leggero
e sento un’aria intorno a me
domani tocca a te Giacomo Bianchi
che stai guardando la partita
sotto coperta nel tuo letto
e l’aspirina fa già effetto.”
Tratta dall’album “Uiallalla” – 1989
Non ci sono molte canzoni che parlano di camion e di camionisti, e tra le poche ce n’è anche qualcuna che ne parla male!! Non è il caso di questo bel pezzo di Eugenio Finardi, datato 1977, dall’omonimo album “Diesel”.
Questo è il testo, mi piaceva l’idea di condividerlo con voi:
DIESEL – Eugenio Finardi
Da Salerno a Milano con un carico di frutta
sotto il sole bisogna fare in fretta
Giancarlo guida e Mario è su in cuccetta
su per un’Italia che scotta
verso un mercato che li aspetta.
E in Emilia sull’altra corsia
un’orchestra di liscio che torna da Pavia
la cantante dorme appoggiata al clarinettista
e sogna il suo lavoro:”Signori tutti in pista”
da una festa all’altra sempre in pista.
E diesel è il ritmo della vita
È la giusta propulsione per la nuova situazione
E diesel è il ritmo delle cose
È la nuova propulsione per la nuova situazione
La giusta propulsione per la nuova situazione
Ma poi tornando verso casa
un’altra alba sull’autostrada
e l’asfalto è dei camion e di chi li guida
ed è gente che la vita se la suda
ed è gente che la vita se la suda
E io amo questa gente che si da da fare
che vive la sua vita senza starsela a menare
che non teme la fatica
ma che non si fa sfruttare
perché sa dove vuole arrivare
perché sa come deve arrivare
E diesel è il ritmo della vita
È la giusta propulsione per la nuova situazione
E diesel è il ritmo delle cose
È la giusta propulsione per la mia generazione
È la nuova pulsazione per la giusta situazione
E diesel è il ritmo della vita
È la giusta propulsione per la nuova situazione
Diesel è il ritmo delle cose
È la giusta propulsione per la nuova situazione
è la pulsazione della mia generazione
È la giusta propulsione
è la giusta propulsione….
Fiat 691N Scania 141
E’ una canzone di 30 anni fa…quando sulle autostrade si vedevano ancora i vecchi Fiat “millepiedi”, 4 + 4 assi., 44 ton di ptt e ben 260 CV di potenza!! Ma anche meno se invece dei 180NC parliamo dei 691 N( 225 CV) o dei 690N…col baffo (da 152 a 200CV)..
I camion più moderni erano gli Scania 141 e i nuovi Volvo F12 che avevano cominciato ad affiancare gli F88 e F89, l’Iveco era nata da poco (1975) e i 190.35 (352CV) erano i top di gamma!!
Altri tempi, stesse strade, stesso lavoro, stessa passione!!
Buona strada a tutte/i da una nostalgica
Ironduck