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Il sogno realizzato di Gloria!

 

Questa sera ho aperto la pagina di Uomini e Trasporti dedicata a noi donne “Anche io volevo il camion” e, sorpresa! C’è la storia di Gloria! L’ho letta tutta d’un fiato e mi sono emozionata perchè finalmente è riuscita a realizzare il suo sogno di sempre, salire su un camion e fare l’internazionale! Grande Gloria!!

Sono sempre contenta quando scopro che un’altra ragazza ce l’ha fatta, perchè lo so che nonostante tutto i pregiudizi ci sono ancora, e anche se qualcosa sta cambiando – più per la necessità di reperire nuovi autisti che per altro – è tuttora difficile farsi accettare al 100%. Te ne accorgi dai discorsi che ti girano intorno, da certe battutine, da certi sguardi, ma noi non ci arrendiamo, stringiamo i denti e andiamo per la nostra strada, sperando sempre che sia una “buona strada”!

Questo è il link dell’articolo, scritto da Elisa Bianchi (che ormai possiamo considerare una di noi!):

https://www.uominietrasporti.it/uet-blog/anche-io-volevo-il-camion/giovane-e-donna-gloria-benazzi-sogna-di-abbattere-gli-stereotipi-nellautotrasporto/

 

Inizia cosi:

Giovane e donna, Gloria Benazzi sogna di abbattere gli stereotipi nell’autotrasporto

Classe 1996, romagnola e figlia d’arte, Gloria Benazzi nell’estate del 2022 lascia la sua attività – un centro estetico – per inseguire il sogno dell’autotrasporto. Un sogno che l’ha portata in Olanda, tra il profumo di fiori e i colori dei camion personalizzati che tanto ama, ma soprattutto dove si sente capita. E per avvicinare i suoi coetanei al settore dice: «Aprite le scuole al mondo del trasporto»

Si dice che il tulipano giallo rappresenti gioia, speranza e solarità. Gloria Benazzi, autista, classe 1996, i tulipani li ha tatuati sull’avanbraccio – insieme ad altre sue passioni, tra cui il motore del suo camion d’epoca – e questa descrizione le calza benissimo addosso. Quando la raggiungiamo al telefono ci risponde da un’area di sosta in Olanda dove sta facendo pausa a bordo del suo camion. È felice, e si sente. Solo pochi mesi fa ha realizzato il suo sogno, tra l’altro piuttosto originale: trasportare fiori dall’Olanda, il paese patria dei tulipani. Sì, perché Gloria non voleva semplicemente fare l’autista, voleva unire la sua passione per i fiori con quella per i camion e la sua tenacia l’ha ripagata, anche se per parecchio tempo dubbi e insicurezze l’hanno tenuta lontana dalla cabina. «Spesso sono solo le nostre paure a farci vedere un limite che in realtà non esiste» ci racconta. Ed è proprio dalle sue paure che le chiediamo di iniziare a raccontarci la sua storia.
«Ho sempre avuto paura di partire con il camion, paura di deludere altre persone, paura di fare errori. Mi rendo conto però che in questo modo mi sono imposta da sola dei limiti che oggi ho deciso di affrontare. Sono figlia d’arte, la mia famiglia aveva una ditta di trasporti tramandata da generazioni e fin da piccola ho sempre avuto a che fare con questo mondo. Quando sono cresciuta ho iniziato ad aiutare in azienda, soprattutto per quanto riguarda gli aspetti più logistici e burocratici, ma io volevo guidare. Papà ha però sempre cercato di tenermi lontana, mi sconsigliava di intraprendere questa strada perché sapeva quanti pregiudizi e difficoltà avrei potuto incontrare e per un po’ gli ho dato ascolto. Sei anni fa ho aperto una mia attività come onicotecnica in attesa del momento giusto per riprendere la strada dell’autotrasporto».

Il momento giusto è arrivato qualche mese fa…

Le patenti le avevo già prese a 21 anni con i soldi che avevo messo da parte lavorando. Fare le unghie mi piaceva, disegnare è un’altra grande mia passione e questo lavoro mi consentiva di esprimere la mia arte. Poi la svolta è arrivata grazie al mio ragazzo, Luca, anche lui autista, che mi ha spronato a non lasciar sbiadire il mio sogno di mettermi alla guida. Mi ha sempre detto «se non provi non potrai mai sapere se ti piace davvero o se è solo una bella idea che ti sei creata». Così ho fatto richiesta per lavorare nella sua stessa azienda e mi hanno assunta. Ho iniziato con il camion frigo ma avevamo un sogno: trasportare i fiori in Olanda.

Da cosa nasce questo desiderio?

Papà viaggiava in Olanda e Inghilterra e ricordo che da piccola ci raccontava dei paesaggi meravigliosi che attraversava. Le sue storie mi hanno fatta sognare. Poi il sogno è diventato realtà quando ho iniziato a visitare quei posti e rendermi conto della loro cultura. Viaggiavo da passeggera, ma era normale vedere donne alla guida dei camion. Ai raduni erano tantissime, tutte con camion personalizzati bellissimi. Io volevo essere come loro. Così ho iniziato a covare il desiderio di mettermi alla guida anche io e di viaggiare in quei paesi in cui sapevo che sarei stata capita.


 

Il resto della storia lo potete leggere sulla pagina di “Uomini e trasporti” al link che vi ho segnalato.

Buona strada sempre!

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A voi camionisti

 

Questa poesia di Cristiano Comelli me l’ha segnalata un amico, Giorgio, in un commento su You Tube, ho pensato di condividerla con voi nel blog perchè è molto bella.

Questo è il link:

https://www.poesieracconti.it/poesie/opera-93752#commenti

Questa è la poesia:

 

A voi camionisti

Recitiamo su strade ribollenti,
il copione di fatica e solitudine,
di un lavoro che ci tiene compagnia,
ogni chilometro
un tozzo di pane da assaporare,
pensiero di figli e mogli,
e il fardello in fondo anche dolce,
di un carico da trasportare,
tra le labbra di confini
che spesso profumano di lontananza.
Il nostro volante,
è un tenero amico fedele,
che mentre ci accompagna
nella missione di una nuova
ardua guida,
supplica sonno e stanchezza
di non avvolgerci nel loro mantello traditore;
qual vuoi possa essere la differenza,
se i nostri cassoni gravidi
di un vuoto mai davvero vuoto,
custodiscano barre d’acciaio,
scatole di pomodori,
automobili fiammanti
uscite da carezze di fabbriche laboriose,
noi a nostro modo,
la felicità siamo chiamati a trasportare,
ciò che felicità può regalare,
e che siamo stati chiamati a caricare.
Quando l’oscurità si fa bella,
per dare il cambio al chiarore
un’autogrill ci attende sorridente,
per esserci complice amorevole,
del riposo meritato e incombente;
nei nostri occhi regnano,
lo scintillio quasi mistico di una galleria,
e le profondità ancestrali dei viadotti;
siamo fieri, orgogliosi camionisti,
ma non ci chiamate soli,
indifferenti o tristi,
conosciamo e persino talora amiamo,
il rumore avvolgente,
di sveglie che sbuffano,
per ricordarci il sacro dovere del lavoro;
ci troverete sicuri e concentrati,
sulla pelle di mille autostrade,
scorgerete nell’angolo più recondito
delle nostre pupille in fondo bambine,
le lacrime che ci ricordano,
la maledizione di non poter vedere,
i nostri pargoli crescere giorno per giorno,
ci sorprenderete là,
dove doganieri severi
controllano le nostre identità,
ci vedrete a domare la rabbia,
per una maledetta gomma bucata,
e una consegna per questo ritardata.
E se in noi vi imbatterete,
tra le spire di un traffico bestiale,
vi prego,
non guardateci male,
siamo semplici, onesti lavoratori,
e anche noi abbiamo in sogno e nel cuore,
il nostro mondo di colori.
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Manuela!

 

Parlando col Marvin al raduno di Pomaretto mi aveva anticipato di avere conosciuto una ragazza speciale che l’aveva portato a fare un giro sul  suo 330.35 e che presto avrebbe pubblicato il video.

Detto fatto eccolo qua:

 

 

Complimenti a Marvin, sempre alla ricerca di vecchie glorie dell’autotrasporto italiano (fate un giro nel suo canale e vi stupirà!) e soprattutto complimenti a Manuela per la forza e la gentilezza con cui guida il SUO 330!!!  E’ sempre bello vedere ragazze al volante di un camion e soprattutto è bella la sua storia, la trovate nella descrizione del video su You Tube.

Buona visione e buona strada sempre!!!

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Il Raduno di Pomaretto

 

Sabato scorso siamo andati a vedere i camion storici a Pinerolo, in una delle tappe del percorso del Raduno di Pomaretto (dove poi ci siamo fermati per la cena).

Abbiamo aspettato l’arrivo dei vecchi mezzi nella piazza centrale, è sempre uno spettacolo vederli in movimento, risvegliano ricordi d’infanzia e di gioventù, le forme, i colori vivaci, il “profumo di nafta”, il rombo dei motori, c’era di tutto, dagli autotreni quattro e quattro, agli OM con i nomi di animali, da pezzi veramente “storici” ai Turbostar – ebbene si, ormai sono d’epoca anche loro! – vecchi baffi, qualche corriera e dei pezzi più unici che rari…

Vi posto qualche foto scattata nella piazza:

Fiat 643 N

Fiat 684 N

Fiat 690 N 1 – 4 assi Perlini

Il bellissimo Fiat 691 di Giulio Brignole da Genova! Quante volte l’ho visto per strada!

Fiat 180 NC

Fiat 130 e Fiat 170

Ford Transcontinental e OM Tigre

Fiat 682 N2 e OM 150

Un vecchissimo OM Taurus autotreno!

Quando ci lamentiamo delle nostre cabine, proviamo a immaginare cosa voleva dire viaggiare in queste di cabine! Onore a quegli autisti!

Il triangolo sopra la cabina: quando era illuminato di notte indicava che il camion trainava un rimorchio.

Questa targhetta, che veniva apposta sulla sponda posteriore dei camion, era dedicata ai ciclisti che avevano l’abitudine di farsi trainare…col pericolo che ne derivava...

Il TurboStar di Matteo con cui ho scambiato quattro chiacchiere e che saluto!

Un altro Fiat 691 e un OM 180

Beppe sorridente davanti al suo Transcontinental!

La collega Luciana, conosciuta al raduno, col suo Turbostar!

Da Pinerolo abbiamo seguito il convoglio fino a Pomaretto dove poi si sono parcheggiati per la notte, la cosa bella è stato vedere la gente lungo la strada che salutava festosa il passaggio dei camion!

Il parcheggio a Pomaretto

L’amico Marvin, grande appassionato di mezzi d’epoca , che ha un bellissimo canale su You tube con video dedicati ai vecchi camion, restaurati e non, ai raduni e alle varie manifestazioni e tante altre cose ancora!

Buona strada a tutti! 

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Una donna, un libro, una camionista…

Io sono sempre alla ricerca di tutto ciò che riguarda il nostro mondo. Che siano articoli di giornale, documentari, video, film, libri, ecc, ecc. I miei amici lo sanno e cosi se capita mi danno una dritta, mi segnalano le loro “scoperte”.

L’ultima in ordine di tempo me l’ha data Seba, un collega del TOTM.  Si tratta di un romanzo, “La Vergine”,  di Tiziana Di Francesco. Mi aveva detto che lo stava leggendo e che gli piaceva, che era la storia di una donna camionista e motociclista. Come faccio sempre, ho chiesto a mio fratello di ordinarmelo su ibs, ed è iniziata l’attesa della consegna….

Nel frattempo Seba è venuto in contatto con la scrittrice (potenza dei social!) e poi mi ha messo in comunicazione con lei, ci siamo telefonate un po’ di volte, abbiamo scoperto di essere sulla stessa lunghezza d’onda. Le ho chiesto alcune cose del libro prima ancora di averlo ricevuto. Ero curiosa di sapere come mai al suo personaggio aveva scelto la professione di camionista e lei me lo ha spiegato.

Giovedì sera quando sono rientrata  c’era il libro che mi aspettava. Ho cominciato subito a leggerlo, ero curiosa, ma poi la stanchezza ha avuto il sopravvento (ero sveglia dalle tre!!).  L’ho messo in borsa convinta di avere tempo la mattina dopo in quanto dovevo fare la prima consegna in una GDO… ma hanno cambiato sistema e in poco più di mezz’ora mi sono registrata, sono entrata SUBITO e in 13 minuti mi hanno scaricato, controllato la merce,  sono andata a ritirare le bolle e sono uscita. Di solito li ci stavo 2 / 3 ore… Niente tempo per leggere per il resto della giornata. In compenso ho finito prima del solito. Sono rientrata presto, ho appoggiato il libro sul letto e sono andata a sistemare la spesa appena fatta. Una rinfrescata e poi finalmente relax e tempo per la lettura.. ma come ho ripreso in mano il libro AAARGHHH!!! “Chi è stato?” ho inveito in direzione dei miei tre gatti che mi guardavano indifferenti , uno di loro, credo la Sheila, aveva pensato di farsi le unghie sulla copertina!! Per fortuna era quella dietro, ma è irrimediabilmente rovinata. Pazienza, ormai il danno è fatto, non so come mai le è venuta in mente una cosa simile: ho libri ovunque in casa e non li hanno mai toccati. Forse perché sapeva che nel libro c’è una gatta nera come lei?  Per sabato pomeriggio l’avevo finito. Circa 400 pagine di emozioni . La protagonista fa la camionista , ma la storia non è incentrata sul nostro lavoro, bensì sul motivo che l’ha spinta a farlo per “sfuggire” alla vita.

Non è una storia di passione per questo mestiere, è una storia di emozioni, molto femminili, di sentimenti che riaffiorano. Di speranza che ritorna aprendo la strada al futuro dopo un passato “dark” come la protagonista sempre vestita di nero.

Non vi dico altro, perché i libri bisogna assaporarli pagina dopo pagina: bisogna entrare nella storia e lasciarsi prendere dagli eventi  narrati. Ridere e piangere e preoccuparsi insieme ai personaggi, cercare di capire le loro scelte, condividerle o chiedersi perché le hanno fatte.

Buona lettura e buona strada sempre!

https://www.ibs.it/vergine-libro-tiziana-di-francesco/e/9788833667188

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il raduno del weekend

ciao a tutte/i

vi segnalo il camionraduno di solidarietà questo weekend 18-19/06 a Montegrotto Terme (PD) .

Siamo alla 2^ edizione dell’evento creato a scopo benefico e dedicato a due bambini con gravi problemi di salute. Grazie al contributo di chi vorrà partecipare sarà possibile aiutare ad affrontare le cure costose per affrontare la loro vita. Un plauso agli organizzatori

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“In bilico”

 

Oggi vi parlo di un libro, un romanzo “speciale”. Nelle mie ricerche sul mondo dei camion nel web, mi sono imbattuta in questo titolo: “In bilico”. Sono andata subito a vedere: è edito da “Il mio libro”, scritto da Marco C. Roi. Sulla copertina, sotto il titolo c’è scritto “Racconto di un viaggio su quattordici ruote (due di scorta), e la foto di uno Scania bilico.

Il mio pensiero immediato è stato: “Lo voglio leggere!”

Cosi me lo sono fatta ordinare da mio fratello e in meno di una settimana è arrivato. Nel sito si potevano leggere le prime pagine e me le ero già divorate… ma appena è arrivato me le sono rilette tutte perché…perché c’erano frasi che mi appartenevano. E in questi giorni ogni minuto libero l’ho dedicato alla lettura del libro.

“Della vita del camionista non c’è nulla da temere, se non la possibilità di non poterne più fare a meno”.

Inizia cosi questo libro, ed è bello. E’ bello perché è la storia di un ragazzino, soprannominato Jonathan (come il famoso gabbiano) che viaggia in camion con Luiss.

E Luiss, prima che un camionista è un UOMO. E si prende la briga di portare in viaggio con se, ogni volta che gli è possibile questo ragazzino che ha un padre violento e alcolizzato. Lo porta con se e gli insegna tutto quello che c’è da sapere sul mestiere del camionista, tutti i trucchi e i segreti della guida, come posizionare un carico, ecc.. Ma soprattutto gli insegna a vivere. Gli insegna la STORIA, quella stessa storia che a scuola era una materia noiosa, gliela spiega portandolo in viaggio per le città europee dove la storia ha lasciato il segno. E gli fa conoscere la musica degli anni 60/70 da Jim Morrison con i Doors a Janis Joplin, dai Who ai Pink Floyd ai CCR e tanti altri. Canzoni che diventeranno la colonna sonora della sua vita.

Non vi dico altro, solo che ho pianto e riso insieme ai protagonisti, e mi è piaciuto leggerlo e ho riascoltato le stesse canzoni che ho amato in gioventù e…

E ve lo consiglio, e ringrazio di cuore l’autore per averlo scritto.

Buona strada Marco C. Roi !

Questo è il link:

https://ilmiolibro.kataweb.it/libro/narrativa/383520/in-bilico-4/#commenti

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Auguri arrivati in ritardo…

Gisy ha appena ricevuto questo biglietto di auguri da parte della nostra cara collega Giorgia,  le Poste purtroppo gliel’hanno recapitato un pò in ritardo…

Ma i messaggi di auguri sono sempre belli, anche quando arrivano tardi… quindi visto che i saluti sono per tutte ha pensato di condividerli dalle pagine del nostro Blog, a dicembre purtroppo non abbiamo potuto organizzare il nostro pranzo annuale per scambiarceli di persona, li ricambiamo a Giorgia  da qui e li giriamo a tutte voi!

Grazie e Buon 2021 a tutte!!!! Buona strada sempre!!!

 

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Tinka & Lotte!

 

Tinka è una camionista tedesca – chi segue la serie “Trucker Babes” si ricorderà di lei – sempre allegra e sorridente e appassionata del suo mestiere,  Lotte è il nome che ha dato al suo Scania bianco e azzurro.

In questo video, che mette allegria, canta una canzone dedicata appunto alla sua Lotte!

Da vedere e cantare (e ballare)  insieme a lei!

Buona strada Tinka & Lotte!

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Ciao Germana, buon ultimo viaggio, ovunque tu vada…

Ciao lady
Quante volte ho dovuto rinunciare a un evento , un
appuntamento o semplicemente una cena fra amici causa il mio lavoro; tante, con rassegnazione perché questo mestiere è così per tutti, fa parte dei lati negativi.
Stavolta sarei andata a salutare una collega che ci ha lasciato, anche se sarò a pochi km non potrò essere presente e la cosa mi rattrista. Ma Germana sarà la prima a capirmi perché anche per lei il lavoro era molto importante e ha sacrificato altre cose per svolgerlo con dedizione.
Forse qualcuno di voi la ricorda in un video che Rai due ha riproposto molte volte. L’ho conosciuta a metà degli anni novanta , ascoltavo attentamente i suoi consigli e mi ha passato un trasporto che era stato commissionato a lei , che non voleva o poteva accettare, non saprei dirlo, ma convinse me che sarebbe stata una bella esperienza, che ci sarebbe stato il giusto trattamento , sia economico che personale e così fu: una settimana a portare in giro per il nord Italia una mostra espositiva di piastrelle particolari, facendo tappa in alberghi a tante stelle. Aveva visto giusto, ho conosciuto persone speciali con cui sono rimasta in contatto per anni. Sono andata a salutarla a casa sua, dove per anni l’ho vista passando, oppure scambiando qualche battuta davanti ad un caffè, ma stavolta non mi poteva rispondere.
Era orgogliosa della sua esperienza al volante, della sua tenacia e del suo saper affrontare ogni novità con il suo carattere esuberante. Era stata la prima camionista in provincia e lo ricordava entusiasta, le piaceva partire e consegnare la merce ovunque l’avessero commissionata con la cura di un custode diligente . Le piaceva essere ammirata per essere tenace, combattiva, per il suo gusto nel vestire, le piaceva la musica e ballare, e una delle figlie ha scelto per lei un abito che la rendesse principessa un’ultima volta… era bella così, esattamente come quando usciva per andare a ballare… e così voglio ricordarla.
Ciao Germana, buon ultimo viaggio, ovunque tu vada…

Gisella

 


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