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4 Chiacchiere con Beatrice

 

Un’altra bella serie di “4 chiacchiere” tra colleghi, questa volta Mauro ci fa conoscere Beatrice, una nuova collega della provincia di Terni che lavora con un bilico frigorifero nella grande distribuzione. Lei ci racconta la sua storia, di come è arrivata a diventare camionista e di alcune sue esperienze su strada.

Buona strada a tutti e due sempre!

 

 

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Qualche foto dal nostro pranzo!

La prima domenica di dicembre è la data che scegliamo per organizzare il nostro pranzo annuale, un ritrovo di colleghe e amici, camionisti e non, all’insegna dell’amicizia, per condividere le nostre passioni, per ritrovarci o per conoscerci tra di noi. Ad ospitarci da sempre è Mauro del Ristorante “La 45” con la sua ottima cucina piacentina!

Come sempre mi ero ripromessa di fotografare tutti e come sempre non ci sono riuscita!  E anche se l’importante è esserci di persona, pubblico un pò di quelle foto che sono riuscita a scattare!

Ciao a tutti e tutte e grazie di avere partecipato! Arrivederci all’anno prossimo!

 

Buona strada a tutti ! ! !

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incontri on the road: Paola!

 

In Trentino Alto Adige c’è un’unica autostrada, la famosa A22 del Brennero, e chi va e viene, da nord a sud e viceversa, o ci si sfanala o ci si incontra, orari permettendo 🙂 una delle tante mattine, in fase di rientro, mi fermo all’area di servizio Adige ovest e parcheggio a fianco di uno scania blu che subito non avevo riconosciuto se non fosse che a scendere dalla cabina c’era una ragazza bionda… era Paola! ci conoscevamo solo di vista e tramite il libro delle camioniste, ed è stata una bella occasione di conoscerci di persona!

Andiamo a prendere un caffè e abbiamo abbastanza tempo per scambiare due parole riguardo le nostre scelte che ci hanno spinto a intraprendere il nostro lavoro, passioni che poi hanno portato a stringere amicizie e per poi trovare il proprio futuro con la persona giusta! d’obbligo la foto di rito e poi si parte per le reciproche destinazioni, scambiandoci i nostri contatti, per chissà ritrovarci al prossimo caffè!

Buona strada Paola è stato un piacere, alla prossima!

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La mia amica Cristina!

 

Come si fa a capire quando si è trovata un’amica? Credo quando sia sempre un piacere vedersi e non si stia mai zitte per tutto il tempo che si passa insieme! Quando c’è sintonia di opinioni, o quando ci si rispetta anche se sono diverse.

Ho conosciuto la Cri tramite You Tube, ci scambiavamo commenti sotto i video, poi è venuta a trovarmi al raduno di Giussano col suo caro papà e in occasione di altre manifestazioni del Coast to coast truck team. Mi invitava sempre a passare a trovarla a casa sua…un giorno l’ho fatto e da allora ci vado spesso, quasi sempre in bicicletta, cosi unisco l’utile di una bella pedalata al piacere di una bella chiacchierata. Beviamo il caffè, giochiamo con il suo bellissimo cagnolone e parliamo, parliamo, parliamo…non solo di camion però!

L’altro giorno mi è venuto il dubbio che, nonostante tutti i nostri incontri, non le avessi mai dato la nostra targa fucsia.

Cosi sono saltata in sella e sono andata a portargliene una! Lei è stata felice di riceverla, ma io in cambio le ho detto che doveva farsi fare qualche foto di rito davanti ad alcuni dei suoi camion da mettere nel nostro blog! Detto fatto: eccola ritratta qui sorridente col nostro logo tra le mani!

 

Sono rimasta da lei fin quando il sole ha cominciato a calare…. non è molto salutare attraversare le città in bicicletta quando fa buio, purtroppo nel tragitto che faccio ci sono poche piste ciclabili su cui transitare,  già all’andata avevo rischiato di scontrarmi con un paio di automobili: ti sorpassano e girano subito a destra fregandosene di te!

Ciao Cri, grazie della tua amicizia, buona strada sempre!!!!

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Morris e Natalizia!

 

ciao a tutte/i

la settimana  scorsa ho avuto una splendida sorpresa, sono venuti a trovarmi mio cugino Morris alias Maurizio con la sua compagna Natalie alias Natalizia, entrambi camionisti in Australia!

qui la consegna nelle nostre tabelle, rosa delle Lady Truck e blu dei fans!

22 anni fa ho avuto la bellissima esperienza di salire in camion con Morris, abbiamo viaggiato con un International dal New South Wales al Victoria con un carico di carne fresca di canguro. In questi anni ha cambiato tipologie di mezzi e di trasporto, e attualmente lavora con uno splendido Kenworth per il trasporto di cotone con un b-double (doppio semirimorchio) e road train (più rimorchi agganciati).

Anche Natalizia non scherza, lavora come corriere allo Star Track, un’azienda analoga alle nostre Poste Italiane.

Con il suo Kenworth b-double inizia il turno a mezzanotte agganciando i rimorchi del collega precedente che era partito dalla sede. Effettua 5 ore di andata per poi fare lo scambio rimorchi con il collega successivo e rientra guidando per altre 5 ore; praticamente percorre 10 ore al giorno e con i limiti di velocità ai 100 km/h totalizza 1000 km.

E poi un giorno le loro strade si sono incrociate, e si sono conosciuti così, on the road. Il desiderio di venire in Italia era forte, così Natalizia in occasione del suo compleanno è passata in Calabria a trovare i suoi parenti, e finalmente Morris è potuto venire da noi! sembrava destino ed è stata una splendida sorpresa che tornerà sicuramente da quanto si è innamorato del nostro Bel Paese! io tornerei invece in Australia, dopo che mi ha raccontato le sue avventure anche se non è così semplice considerando che possono guidare 14 ore al giorno effettuando ogni anno una visita medica obbligatoria.. altre strade e altre velocità, ma mezzi lunghi e pesanti… ma vuoi mettere il senso di libertà che ti assale percorrendo quelle terre sconfinate…?

Always good road a Morris e Natalizia, see you soon!

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Incontri on the road: Giorgia

ciao a tutte/i

ecco qui la foto di rito con Giorgia, una delle colleghe protagoniste del nostro libro! non è stato facile combaciare impegni ed orari, ma ce l’abbiamo fatta, consegna effettuata! e così dopo due chiacchiere e tante risate, fra il mio rientro e la sua partenza, ci salutiamo con la promessa di ritrovarci presto! buona strada a Giorgia!

 


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Tocca a te Ironduck Mony!

Fra tante interviste di colleghe camioniste da parte di Elisa Bianchi, giornalista della rivista “Uomini e Trasporti”, arriva una nostra vecchia conoscenza: Monica! Buona lettura!

L’articolo su trova su  Uomini e trasporti

 

 

Dalla cabina del camion a YouTube per raccontare la sua passione: Monica, la “Iron Duck” dell’autotrasporto

La voce è squillante e trasmette tanta allegria che sembra quella di una ragazzina perché, come dice lei, «La passione aiuta a vivere meglio, e fare di una passione il proprio lavoro aiuta a tenersi giovane». E la passione di Monica, nota al mondo di YouTube come “Ironduckmoni64”, si percepisce forte e chiara. Quando parla di camion la voce diventa ancor più brillante e si capisce che, in fondo, è ancora quella ragazzina felice che ha realizzato il suo sogno. Non sappiamo se il destino esista davvero, ma quel che è certo è che in questa storia ha messo il suo zampino perché l’anagramma di Monica è camion, e Monica, il camion, ce l’ha nel sangue.

«È bastato un attimo. Il camion è entrato prepotentemente nella mia testa e ha occupato completamente lo spazio vuoto riservato al sogno della mia vita» scrive Monica in “Soprattutto camioniste”, il libro edito dal gruppo “Buona Strada” Lady Truck Driver Team di cui fa parte e che ha contribuito a fondare. Un colpo di fulmine che ha dato inizio a una lunga storia d’amore per l’autotrasporto che resiste ancora oggi e che nasce proprio da una storia d’amore, per un uomo. A 18 anni Monica si fidanza con un camionista e un giorno succede qualcosa che cambierà radicalmente la sua vita. Monica scrive: «Andai con lui a caricare il camion. Arrivati nel cortile della ditta lui è sceso, ma nella fretta non aveva tirato il freno a mano. Sentii il camion muoversi, puntava dritto verso il capannone di fonte. Non sapevo cosa fare, non sapevo quale fosse il manettino, non sapevo dove mettere le mani. Sono saltata al posto di guida e ho schiacciato il pedale del freno. E non l’ho più mollato fino a quando il mio ragazzo non è risalito in cabina. Da quel giorno del 1984 ogni volta che potevo andavo con lui».

Monica, è stato quello il momento in cui hai capito che l’autotrasporto sarebbe stata la tua strada?

Devo ammettere che da piccola ho sempre sognato di fare qualcosa di diverso, che non fosse un ripetitivo lavoro d’ufficio o di fabbrica, ma non immaginavo certo di guidare un camion. Giocavo con le macchinine e ricordo che guardavo affascinata quei bestioni della strada, ma senza capire fino in fondo perché mi interessassero così tanto. La passione forse era già lì, nascosta dentro di me, ma io ancora non lo sapevo. Poi a 18 anni, dopo quell’episodio, iniziai a viaggiare con il mio ragazzo, viaggi anche molto lunghi verso Napoli e Bari in un camion con cabina corta. Nel 1986 presi la patente e l’anno successivo iniziai a lavorare per la ditta della sua famiglia, nonostante l’opinione contraria di molte persone, soprattutto dei camionari. Li chiamo ancora così io, come si diceva una volta nel gergo del baracchino. Mi parlavano solo dei lati negativi di questo mestiere cercando di scoraggiarmi, ma io avevo scelto la mia strada, avevo scommesso che ce l’avrei fatta.

Monica al volante nel 1987.

Nel libro scrivi: «Ho sposato il mio moroso e il camion. Ero innamorata di entrambi. Del camion lo sono ancora, lui adesso è il mio migliore amico».

È andata esattamente così. Il nostro matrimonio è finito anche se oggi siamo in ottimi rapporti, oltre che colleghi. L’amore per il camion, invece, è rimasto. Come si dice nel mitico film il Bestione, in fondo, «Il camion non è solo una macchina, il camion c’ha un’anima!». La mia è una passione a 360 gradi, quando non sono alla guida dipingo quadri di camion che ho avuto anche l’occasione di vendere per beneficienza e colleziono mascherine di vecchi mezzi che tengo esposte in casa, al posto dei quadri. Per me il camion ha un’anima

Cosa è cambiato da allora nella professione?

Il modo di fare trasporto è cambiato radicalmente negli anni. Per esempio, una volta si dormiva qualche ora quando si era stanchi e si viaggiava quando si era riposati. Dopo l’applicazione della Legge sulle ore di guida e di riposo per assurdo a volte si sta fermi di più, ma ci si riposa di meno e spesso ci si ritrova a fare la sosta in luoghi senza servizi. Ci sono sempre vantaggi e svantaggi, che vanno valutati caso per caso. Se si viaggia da soli almeno oggi esistono dei limiti, ma si viaggia sempre con la fretta, un occhio alla strada e uno al tachigrafo per controllare le ore di guida. Non c’è più tempo per la solidarietà o per parlare al baracchino che non esiste quasi più. Di conseguenza sono cambiati molto anche i rapporti umani. Una volta con il baracchino c’era più dialogo, si conosceva gente e si stringevano amicizie. Anche il gergo del baracchino aiutava a creare un legame, ma ormai si è perso. A volte mi ritrovo a pensare di essere un po’ nostalgica, il mondo deve andare avanti lo so, però il progresso troppo spesso aggiunge tecnologia e toglie umanità.

Da cosa deriva il tuo soprannome “Iron Duck”?

Ognuno cercava un nome originale per il CB e io avevo un braccialetto che mi aveva regalato mio papà, di cuoio con delle perline e sul bottone di chiusura era stampata la scritta “Anatra metallica”. Mi è sempre piaciuto, oltre a essere un ricordo prezioso, così lo scelsi come nominativo. Ricordo però un aneddoto simpatico. Anni fa mi trovavo con il camion all’altezza di Bologna e al baracchino vengo contattata da un uomo che mi chiede piuttosto brusco dove e perché avessi preso quel nome e quel logo. Avevo infatti stampato anche degli adesivi con lo stesso disegno del braccialetto e li avevo messi sul camion. Gli spiegai la storia del mio soprannome e mi disse che era il padre del produttore dei braccialetti, che aveva fondato il brand “Anatra metallica” appunto. Non sembrava molto felice della mia scelta, però persi il contatto radio e io continuai a chiamarmi così! È una storia buffa, ma la mia cara amica e collega Betty mi diceva sempre che con il nostro lavoro succede sempre qualcosa che alla gente normale non capita. Ed è così, c’è sempre una storia da raccontare se stai alla guida di un camion.

Ironduckmoni64 – a dreamer on the road”, il tuo canale YouTube, oggi è seguito da quasi 7mila persone. Come è nata l’idea di fare dei video?

È in iniziato tutto con “ChiodoVideo”, che è forse il capostipite dei camionisti YouTuber italiani. Guardavo i suoi video e mi piacevano molto, così nel 2009, su suo suggerimento, mi sono lanciata anche io. Iniziai con dei video fotografici, tra cui “Dreamer on the road”, perché in fondo è quello che sono, una sognatrice a cui piace trasmettere emozioni e la propria passione.

Come scegli i temi di cui parlare nei tuoi video?

La scelta è del tutto casuale, quando faccio un viaggio parlo di quello che capita. Per le musiche, invece, cerco sempre di scegliere qualcosa che mi trasmetta e trasmetta anche agli altri delle emozioni. Il mio papà ha sempre sognato che ci fosse un modo per abbinare le immagini alle emozioni e oggi YouTube consente di farlo, per cui se scelgo così attentamente le musiche è perché lo faccio anche in suo onore.

Tra i tuoi tanti video, qual è il tuo preferito?

Si chiama “Tutto scorre”, un video di 9 anni fa. Con quel video ho cercato di far passare un messaggio per me molto importante: non puoi amare una cosa se non conosci il suo contrario. Per esempio, se non hai mai viaggiato non puoi dire che ti piace, così come non puoi dire che è brutto. Chi non ha mai fatto questo mestiere non può giudicarlo negativamente. Certo, le giornate difficili ci sono, i problemi ci sono, ma io sono felice di quello che faccio e cerco di trasmettere questa felicità.

Come descriveresti la tua vita e il tuo lavoro?

È sicuramente una vita molto particolare e che deve piacere, se sei donna forse ancora di più. Ci vuole spirito di adattamento ma non mi è mai mancato. Non mi è mai servito restare a casa molto tempo, io volevo stare sul mio camion. Oggi non faccio più viaggi lunghi, resto prevalentemente nella mia zona, in Lombardia, e solo ogni tanto faccio qualche viaggio fuori regione, ma va bene così, ho fatto le mie esperienze. Quello che conta di più per me oggi è trovarmi bene dove sto ed è così, nell’azienda in cui lavoro siamo tutte persone, non numeri. Nel tempo libero poi sono una persona abbastanza solitaria, mi piace girare in bicicletta per i boschi o dipingere, sempre cose di camion, ovviamente.

Alcuni dei tuoi quadri sono stati anche venduti per beneficienza…

Sì, in occasione di qualche raduno. Perché è questo l’obiettivo dei raduni, non mettersi in mostra, ma cercare di creare dei legami e fare anche qualcosa di utile. Lo spirito non è la competizione, ma la collaborazione. È quello che facciamo anche con il gruppo “Buona Strada – Lady Truck Driver Team” di cui faccio parte. Abbiamo sempre realizzato album, calendari e da ultimo il nostro libro per raccogliere fondi da donare. Il nostro stesso nome è un inno. “Buona strada” deriva dal francese “bonne route”, un’espressione molto utilizzata all’estero e che abbiamo deciso di “importare”. È un augurio che vale non solo quando si è alla guida di un camion, ma in generale nella vita, quello di seguire sempre una “buona strada”.

Ti aspetti che in futuro ci saranno più donne alla guida di un camion?

I numeri dicono che le donne al volante di un camion stanno aumentando ma io sono un po’ sorpresa. In giro non mi capita spesso di vedere volti nuovi e anche quando sono per strada sbircio nelle cabine e vedo poche donne. Forse è vero che sempre più donne prendono le patenti superiori, ma forse non per guidare un camion. Ancora oggi ci sono tante difficoltà e porte sbattute in faccia. Ho delle amiche che hanno dovuto rinunciare a realizzare il loro sogno in quanto donne, non è giusto. Poi ci sono gli stereotipi che vanno superati, anche per avvicinare i giovani, non solo le donne. Dovremmo forse prendere spunto dall’estero e fare in modo che si arrivi all’età per guidare già con un po’ di esperienza pregressa, per esempio grazie ad un tirocinio.

Un’ultima curiosità: qual è il tuo ricordo più bello legato al tuo lavoro?

Anni fa feci un’intervista insieme ad altre autiste per una rivista. Il pezzo era “7 donne su 7 camion” e ognuna descriveva il suo mezzo, tutti di diverse case costruttrici. Dopo la pubblicazione un giorno mi suonò il telefono. Era la Renault Trucks. Inizialmente pensai addirittura che si trattasse di uno scherzo. Invece avevano apprezzato la mia intervista e mi invitarono nella loro sede in Francia a visitare lo stabilimento. Per un’appassionata come me è stato un altro sogno che si è realizzato.

 

 

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Siamo davvero cosi tante?

 

Secondoi dati dell’IRU in Italia c’è la percentuale di donne camioniste più alta d’Europa!

Sarà vero?  Non lo so,  forse dovremmo fare un censimento tra di noi per scoprirlo!

Intanto vi metto un paio di link di articoli che ne parlano.

Questo è di  “Donna Moderna”:

https://www.donnamoderna.com/news/societa/donne-camioniste

 

Inizia cosi:

Le donne italiane che guidano i camion sono le più numerose in Europa, nonostante i costi della patente e le difficoltà in un mondo maschile. Eppure le aziende cercano autiste e autiste, e c’è pure il bonus patente

 

Per leggere il seguito dell’articolo aprite il link!


 

Questo è l’altro articolo, da “Uomini e Trasporti”, a firma della nostra amica Elisa Bianchi:

https://www.uominietrasporti.it/uet-blog/anche-io-volevo-il-camion/italia-primo-paese-europeo-con-piu-donne-al-volante-di-un-camion/

Inizia cosi:

Italia primo Paese europeo con più donne al volante di un camion

Secondo gli ultimi dati rilasciati dall’International Road Transport Union (IRU), con una percentuale pari al 6,2% l’Italia sia aggiudica il primo posto per donne alla guida di un mezzo pesante in Europa, dove la percentuale è ferma in media al 3,2%. Fanno meglio USA e Cina, mentre Argentina, Turchia e Iran sono agli ultimi posti della classifica

L’Italia è il Paese europeo con il maggior tasso di presenza femminile alla guida di un camion. Il dato, sorprendente e incoraggiante, arriva direttamente dal Driver Shortage Report 2022 di IRU – The International Road Transport Union – che ogni anno analizza la situazione dell’autotrasporto offrendo un quadro generale del problema della carenza di autisti in tutto il mondo.

Nonostante la quota di donne al volante di mezzi pesanti in tutta Europa sia ancora molto bassa, con una media del 3,2% mai cresciuta nell’ultimo triennio e sia ancora molto lontana dai livelli di USA, dove le donne rappresentano l’8% del totale, e Cina, dove la percentuale scende al 5%, in Italia qualcosa sembra stia cambiando. In meglio. Con una rappresentanza femminile del 6,2% l’Italia è infatti in testa alla classifica dei Paesi europei con la maggiore percentuale di donne al volante di un mezzo pesante, seguita dalla Norvegia che si attesta al 5,1%, e da Germania e Francia, dove le donne sono rispettivamente il 4,6% e il 4,5% del totale. In fondo alla classifica si trova invece la Lituania, dove la rappresentanza femminile si ferma allo 0,5%. Olanda e Regno Unito superano comunque la soglia del 3%, rispettivamente con il 3,2% e il 3% di donne, mentre Spagna, Portogallo, Danimarca, Polonia e Ungheria non raggiungono nemmeno il 2%. Leggermente meglio la situazione in Romania dove la percentuale è del 2,5%.

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(…) Per leggere il resto dell’articolo…aprite il link ufficiale!

Buona lettura e buona strada a tutte le colleghe!

 

 

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Incontri on the road: Silvia

Non capita tutti i giorni di trovare colleghe, ma in questo posto di scarico neanche farlo apposta ho trovato Silvia!

Anche se sempre di corsa c’è sempre tempo per due chiacchiere veloci e, immancabile, la foto di rito con i nostri mezzi “nuovi” 🙂

Passano gli anni, passano i camion, ma le amicizie restano! Alla prossima!

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Lady al Raduno di Giussano

 

Alcune foto scattate al raduno del Coast to Coast a Giussano alle  colleghe e alle amiche del nostro gruppo!

Ciao Lady, è stato un piacere incontrarvi!!!

Per la prima volta a Giussano, Zelika dalla Croazia!

Il suo Scania era uno “spettacolo”!

Il nostro gazebo… punto di incontro!

Cristina, Seba e Tiziana!

Chiara

Romina

Gisy e Gianni

Il Turbostar di Luciana

Con Tiziana, Lady Truck “onoraria”: lei ha in mano il nostro libro, io il suo “La Vergine”,  in cui la protagonista è una donna camionista! E’ stato un vero piacere incontrarla di persona e averla con noi al gazebo! Chissà che tutti i racconti ascoltati durante la giornata al raduno non le ispirino un altro bel romanzo “camionistico”!

Marcela

Marcy & Gisy

Con Simona, ora lei ha cambiato “strada”, ma il camion è sempre nel suo cuore!

Ora abbiamo un’amica in più!

Zelika parlava poco l’italiano, ma è stata contenta di ricevere la nostra targa e l’ha esposta subito sul suo camion!

Mario e Marcella

Stephany, una collega inglese che vive e lavora in Italia, una nuova amica!

Assunta

Vince

Le premiazioni del concorso camion, al primo posto nella categoria motrici la Vincenzina col suo Volvo e al primo posto nella categoria trattori Zelika col suo Scania, che dire? Un raduno in rosa!

 

E per chiudere, la targa ricordo del raduno che ci ha donato il Coast to Coast Truck Team!!!

Grazie a tutti gli amici e le amiche che sono passati a trovarci, chiedo scusa a chi non ho fotografato, come sempre non riesco a “immortalare” tutti/e, sono delle giornate intense, quando finisce il raduno mi sento come uscita da una centrifuga di emozioni e a volte fatico anche a ricordarmi i visi e i nomi delle persone con cui ho parlato!

Buona strada sempre!!!

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