Trovato anche questo su Youtube, “Coração Viajante ” è un documentario che racconta la vita di una camionista brasiliana, Duda Nervis.
Bello….e poi si capisce abbastanza anche se non si parla la lingua!!
“Coração Viajante é um documentário que mostra a rotina profissional e a vida da caminhoneira catarinense Duda Nervis. Há mais de 10 anos, a personagem resolveu mudar de vida e pegou a estrada. O filme foi produzido pelos chapecoenses Daniel Paulus e Vanessa Presotto, no ano de 2016 É uma história surpreendente!”
Erano tre camioniste le finaliste al concorso del Sabo Rosa 2018 offerto dalla Roberto Nuti di Bologna:
Angela, Silvia e Laura.
Angela Cozzolino
Silvia Aste
Laura Broglio
Tre ragazze toste, alla fine la più votata è stata Laura da Lendinara.
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SABO Rosa 2018, Laura Broglio è la camionista dell’anno
SABO Rosa 2018, Laura Broglio è la camionista dell’anno
Si chiama Laura Broglio, vive e lavora a Lendinara, in provincia di Rovigo, ed è la vincitrice dell’edizione 2018 del premio Sabo Rosa,
dedicato, nella ricorrenza dell’Otto Marzo, alle donne che lavorano
nella filiera del trasporto pesante: dalla guida alla logistica,
passando per le officine e i ricambisti. Il Sabo Rosa è uno speciale
ammortizzatore in edizione limitatissima poiché creato appositamente una
volta all’anno. A scegliere la vincitrice, sulla base delle candidature
pervenute attraverso il Web, e in seguito a una votazione online, è
stata una giuria composta da tre giornalisti e dalle dipendenti del main
sponsor dell’iniziativa, il Roberto Nuti Group di Bologna, da oltre
mezzo secolo leader nel settore dei veicoli industriali con i ricambi a
marchio Sabo.
“Ringrazio tutti quelli che mi hanno votato,
permettendomi di arrivare in finale, e il Roberto Nuti Group, che mi ha
scelto come vincitrice, nonostante le valide contendenti al premio –
commenta Laura Broglio -. La mia passione per i camion è
nata in modo casuale. Un giorno alcuni amici mi portarono a un raduno
dedicato ai mezzi pesanti e, per gioco, salii su un trattore stradale.
In quel momento ho provato un brivido e ricordo di aver detto a me
stessa ‘tu devi prendere la patente per poterlo guidare’. Da quel
momento ho cominciato a coltivare questo nuovo interesse che è
diventato, col tempo, il lavoro della mia vita. Il fatto poi che io
abbia l’animo da viaggiatrice, sicuramente aiuta”.Una scelta, quella fatta dalla Camionista dell’Anno 2018,
che le ha cambiato in modo radicale la vita, donandole una nuova
visione, come ama dire lei, “dall’alto di una cabina. Volevo dimostrare
al mondo che si può e si deve essere diversi dai soliti cliché, che una
ragazza può non essere tutta unghie e vestitini – spiega Laura Broglio
-. Vengo da una famiglia, mi piace dire ‘da giacca e cravatta’, e
quando ho deciso di prendere la patente da camion, stavo studiando
all’università di lettere. Inutile dire che per i miei genitori è stato
uno shock, a maggior ragione perché loro si nutrivano, come tutti gli
estranei del settore, dei cliché che questo mondo si porta con sé. Mio
padre se ne uscì con una frase del tipo ‘da quale finestra posso
buttarmi?’ – scherza Laura -. Ora sono contenti perché
ho trovato la mia mia dimensione. Ho un lavoro che mi piace e mi dà
soddisfazione, mi permette di condurre la mia vita in piena autonomia e
sicurezza economica. Cosa può volere di più un genitore, se non la
felicità della figlia? Spero che queste piccole conquiste, come la mia e
quelle delle altre colleghe autiste, spingano sempre più ragazze ad
avere l’audacia di sfidare se stesse per sentirsi libere di poter essere
diverse e bellissime”.
A consegnare il riconoscimento è stata Elisabetta Nuti,
direttore finanziario del Roberto Nuti Group e presidente della giuria.
Questa la motivazione: “Quest’anno la giuria ha deciso di assegnare il
Sabo Rosa a Laura Broglio per sottolineare il valore della passione che,
nella giovane autista, diventa coraggio di prendere in mano la propria
vita e di dare concretezza ai propri sogni”. “Il Sabo Rosa, giunto
quest’anno alla nona edizione continua a evidenziare come in ogni
mestiere, e in particolare quello dell’autista di mezzi pesanti, le
persone debbano poter esprimere ciò che sono pienamente e ciò che amano
fare: due caratteristiche che le donne possiedono in modo naturale – ha
sottolineato Elisabetta Nuti -. Grazie a Laura e alla
sua esperienza, fatta di sacrifici e di scelte personali che hanno
cambiato in modo radicale il suo percorso di vita, abbiamo un esempio in
più da portare a sostegno di un mondo, quello del trasporto pesante,
ancora poco conosciuto e apprezzato”.
Un altro video dal canale “The CraftyTrucker”, ogni tanto oltre ai loro viaggi e alle loro avventure pubblicano le loro ricette, piatti saporiti che preparano nella “cucina” della loro cabina! Complimenti a Heather e Jason per la loro bravura e la loro simpatia!!
P.S. per tutte le colleghe: l’invito a mandare ricette è sempre valido!!!
Girando su Youtube si trovano tanti canali di colleghi di ogni parte del mondo, negli ultimi mesi mi sono messa a seguire questa coppia di simpatici truckers americani che guidano una motrice due assi con la cabina che è quasi più grande del cassone!!! Cosi ho scoperto una tipologia di trasporto che non sapevo esistesse, non almeno con mezzi del genere! Gli “expediters”, praticamente corrieri veloci che trasportano piccoli carichi urgenti su lunghe distanze. Ho scoperto anche altre coppie che fanno lo stesso tipo di trasporto… ma ne parlerò poi!
Questo post lo dedico a Heather e Jason e ai loro due chihuahas per la simpatia e la bellezza dei loro video, per l’energia positiva che sanno tramettere!! Per come amano il mestiere che fanno, perchè, come dicono loro “non è solo un lavoro, è uno stile di vita”!
Anche questo l’ho trovato su Youtube, un documentario di DMAX sulle donne camioniste: “Die Trucker Ladies”.
Il tedesco non lo capisco tranne qualche parola, ma le immagini, come dico sempre, parlano da sole!!!
Questo documentario racconta i viaggi di tre colleghe, la prima è Elisabeth (Lissy! E’ anche nel gruppo Buona Strada!) Reiterer, che col suo Scania trasporta mele “Pink Lady” dal Sud Tirolo al nord Europa.
La seconda è Anne Laufer, che guida un Magnum per la Siebold e carica carpenteria pesante e la terza è Cindy Kreher che trasporta bestiame col suo bilico Daf.
A questo punto non resta che augurare buona strada sempre alle colleghe e buona visione a tutti voi!!!
Truck driving is undoubtedly a male
domain. The average lorry driver is a 51-year-old male while just two
per cent of drivers are female. But recent figures suggest the UK truck
driver shortage
will soon be reaching crisis point. With many of the older men who dominate the industry nearing retirement
age, there is a growing shortage of experienced drivers. Meanwhile,
many jobs traditionally held by women – office based jobs, jobs in
retail, the travel industry and catering – are feeling the economic
pinch. Now, a growing number of women have spotted the gap in the market. They
are helping to boost the minority of female drivers – the so-called
MotherTruckers – by forging their own path in this man’s world.
The Mothertruckers: A growing number of women
are choosing to make their way in the male-dominated truckdriving world,
including transsexual Vikki-Marie, far right
It is a tough career at the best of times – and as a woman it can be
even tougher.
Female truck drivers suffer a greater
risk of robberies and truck stop facilities that lag way behind those in
Europe – especially for woman truckers. But for the women who take up
the gauntlet, the lifestyle and exclusive club that comes with the job
becomes almost addictive.
A new Channel 4 documentary,
MotherTruckers, follows the lives of such women, examining how they
manage to get by in this cut-throat world. Here we introduce a handful of the most surprising characters…
The women who star in the Channel 4 documentary are part of a two per cent minority of women working in a man’s world
VIKKI–MARIE GAYNOR: THE TRANSGENDER TRUCKER
Transgender lorry driver Vikki-Marie began life as Mike, a dashing
action hero of a man who worked in the army as a successful LGV and HGV
driver. Then living a
heterosexual life, Mike became a father to a baby girl. Soon though,
long-held gender issues led him to separate from his wife, and made army
life too difficult to continue. After
leaving the army, Mike sought work
as a lorry driver with a leading UK lorry firm. He was already living a
female life at weekends, and telltale signs – nail varnish not
completely removed; female mannerisms – started to give him away at
work. Realising he
needed to be true to his calling to be a woman, Mike finally made the
decision to undergo gender realignment, and Vikki-Marie emerged. Vikki-Marie
was immediately rejected by close friends and family, including her
erstwhile best friend, brother and father – none of whom have spoken to
Vikki-Marie since. Her employers were initially sympathetic, but within six weeks she was viciously
bullied at work and lost her job. She took her employers to court for
sexual discrimination, a case which she won. Three serious further
assaults ensued, in which Vikki-Marie lost two teeth and needed six
stitches in the middle of her forehead.
After Vikki-Marie (then a man known as Mike) left the army and underwent gender reassignment
surgery, she found she faced prejudice in the lorry firm where she
worked – and was even attacked
But Vikki-Marie has fought back.
Today she is continuing her transition. She has had breast implants to
give her a more feminine figure, and now feels more confident. She is
awaiting surgery to alter her voice, and further procedures to complete
her physical transition to womanhood. She runs a business as a mobile beautician around work as an agency truck driver for the few lorry firms who accept that
she chooses to present herself as a female trucker. On tonight’s programme, Vikki is shown finally starting full-time work for a
probationary period for a sympathetic employer who delivers skips. She
is anxious to make a mark as a perfect employee, but her new employers dismiss her, claiming ludicrously that she is ‘too keen.’ Her
closest supporters are her now teenage daughter and her mother.
Unfortunately though, the interview her daughter gave for the show was
cut from the final edit.
‘My daughter, who was interviewed for the programme, was not shown.
There would have been great value in showing her perspective. ‘She has been my greatest supporter and she’s a wonderful person.
Vikki-Marie
has never until now worked with other female truckers. It is her
dearest wish to be one of the girls, but her desperation to impress is
working against her. Now, Vikki-Marie says all she wants is to be
accepted. ‘I am very
positive about my future,’ Vikkie-Marie adds. ‘I am still hoping to work
in the transport industry for many years to come, hopefully in a
trainer position, or perhaps an E&D, admin or customer service
post.’ LYNDSEY GRAHAM: THE SINGLE MOTHER TRUCKER Single mother Lyndsey Graham from Ormskirk, juggles helping to
run the family haulage business with caring for two year old baby Dylan.
Her hectic life sees her balance roles as mother, trucker and
office manager – something she has managed to do by taking Dylan on the road with her. After
picking her toddler up from babycare, she straps him into her lorry
wearing his very own high visibility vest with ‘Mummy’s
Little Trucker’ stamped on the back – and they head off to work
together.
Fridays find them both in the lorry hard at work on the run from
Ormskirk to Bradford delivering fresh fruit from local farms to
Morrison’s supermarket.
But whereas most hardworking truckers can come home to a hot meal and
look forward to putting their feet up for the night, Lyndsey has to roll
up her sleeves, cook tea and do the bath and bedtime book routine with
Dylan.
Single mother Lyndsey Graham takes her
two-year-old son Dylan out on the road when she goes driving – he even
has his own little high visibility vest
EMMA SAYERS: BALLET DANCER TURNED TRUCKER
Twenty four year old Emma became a
tipper truck driver when her promising career as a classical ballet
dancer was halted due to a sudden knee injury. Unexpectedly she fell
totally in love with truck driving and has adored the camaraderie and
unique status that she has held as the only women truck driver in
Blackpool. Ambitious to move on from tippers to the ‘big trucks’ Artics, she has
secretly been taking lessons and has recently
passed her HGV1 test, enabling her to travel across the UK
and Europe carrying major loads. Upping sticks from everything that had been familiar and dear to her –
workmates, friends and ballet, Emma recently moved away from Blackpool
and set off on her new adventure as a national Artic truck driver – but
unfortunately her dream was not to be.
Emma Sayers was a classically trained ballet
dancer before an injury forced her to stop dancing. Instead, she found a
passion in lorry driving
Loving the big trucks, but desperately homesick, Emma moved back to
Blackpool, becoming an agency truck driver in between driving lorries
that pick up and drop off trash, for her friend’s skip hire business. For
Emma, is has been a move in the wrong direction. Memories of her lost
ballet career are a constant presence, and the confidence she once
possessed in spades is shattered. With agency work thin on the ground for new drivers, Emma makes
ends meet between trucking jobs by doing cleaning work in a local hotel
catering for disabled guests. A moment in the spotlight on the hotel’s
stage set her spirits soaring and sends her to audition for a
professional show in Blackpool. Show impresario Antony Jons explains that
Emma has got potential to become a full time dancer, but that she has
to make a choice – dancing or trucking. It’s a tough one and Emma is
keen to keep up her ballet training. But the experience leads her to
make a surprising career decision: a career as a truck driver, instead
of centre stage, is where her true passion lies. ELLA TONGE – TRUCKER IN TRAINING
For glamorous 24-year-old trucker Ella, driving a lorry is ‘addictive’. She
works with friend Lucy Stubbs within small family business Bliss Horse
Bedding, an organic horse bedding company based on an idyllic farm in
the Derbyshire countryside. Her main job was once sales, with the occasional need to drive a caravan or horsebox.
Trainee trucker: 24-year-old Ella Tonge says truck driving is ‘addictive’
But when her company fell short of
truck drivers, Ella was able to realise her longheld ambition to drive a
lorry. Taking a job where there were guaranted vacancies allowed Ella to secure
her job within the company – but more than that, Ella says she couldn’t imagine working anywhere else. Keen
to advance, Ella has passed her HGV 2 Truck Test, and is currently in
training for the practical tests to enable her to drive HGV1 and HGV2
lorries. Against all odds,
she manages to stay feminine, saying she uses her ‘womanly charms’ to
woo customers with her catchprase, ‘Do you want bedding?’.
Mercedes-Benz Trucks Italia augura un buon 8 marzo a tutte le donne!
08 Marzo 2017
Intervista a Elisa Congiu, camionista Mercedes-Benz
Promuovere la diversity e valorizzare le figure professionali al femminile è parte integrante della cultura aziendale del gruppo Daimler sia a livello globale che in Italia. Le differenze di genere, età e cultura permettono di comprendere le esigenze dei nostri clienti diversificando l’offerta, rafforzando, inoltre, lo spirito innovativo del nostro marchio. Questo trend si riflette, oggi, anche nel settore dei Veicoli Industriali. Anche se sono ancora una minoranza, sono sempre più le donne che scelgono di passare le proprie giornate al volante di un camion e di farne la propria professione. Sul mezzo da lavoro come in ufficio ci vuole passione, determinazione e professionalità a prescindere dal sesso. Ci siamo chiesti che cosa significa in concreto per una donna fare la camionista e abbiamo voluto intervistare Elisa Congiu, mamma di due figli che fa questo mestiere da oltre 18 anni. Lavora presso la Panzeri Trucks Service S.R.L di Livorno e guida un Mercedes-Benz Actros 480.
Come mai hai deciso di fare la camionista?
Ho sempre avuto la passione per i motori, i camion e la guida sportiva. Da bambina seguivo la F1, il rally e lavoravo in officina da mio zio. A 23 anni mi sono trovata sola con 2 figli e dovevo provvedere a loro. Ho deciso di prendere le patenti perché era l’unico lavoro che mi potesse permettere di mantenere la mia famiglia con dignità.
Se dovessi descrivere la professione, quali sono i pro e i contro?
I pro sono l’indipendenza economica, poter viaggiare e conoscere persone e culture diverse. I contro, non hai una vita sociale continuativa, molta solitudine e sacrificio. Durante un periodo della mia carriera ho lavorato nel settore del trasporto blindato. Era tutto top secret. Con i vetri oscurati, si partiva da una base militare direttamente con la scorta al punto di arrivo. Non si poteva comunicare con nessuno.
Come hai fatto a conciliare l’essere mamma con una vita “on the road”?
I miei ingredienti sono: molta determinazione, voglia di farcela e tantissimo amore per i miei figli. Ho sempre avuto la certezza che volere è potere. Ho deciso di crescere i miei figli senza dipendere da nessuno e, allo stesso tempo, ho voluto intraprendere la carriera da camionista. Oggi, nonostante tanti sacrifici, guardo i miei figli ormai cresciuti e sono orgogliosa di dire di avercela fatta su entrambi i fronti.
Quali sono le norme relative al trasporto su strada? Ci sono delle ore, delle pause stabilite?
In Italia il Codice della Strada sancito con il Decreto Legislativo 30 aprile 1992, ne.285, con gli articoli 174, 179 e la legge 727/1978 disciplina in maniera esaustiva le norme che regolano l’attività dell’autotrasporto su strada. Nello specifico, l’articolo 174 regolamenta la durata della guida per i mezzi adibiti al trasporto di persone e cose, nell’art. 179 viene regolamentato l’uso del dispositivo cronotachigrafo sia esso analogico che digitale e la legge 727/1978 mette in evidenza e punisce le infrazioni commesse da un uso scorretto del dispositivo cronotachigrafo.
Ogni autista non deve superare giornalmente le 9 ore di guida, tuttavia, al massimo 2 volte nella stessa settimana questo periodo di guida può essere prolungato a 10 ore. Ogni 4 ore e 30 minuti di guida è obbligatorio eseguire una pausa di 45 minuti consecutivi. Questa pausa può essere anche frazionata in una prima di 15 minuti e una seconda di 30 minuti. Nell’arco di una settimana lavorativa non si possono superare le 56 ore di guida e nell’arco di 2 settimane le 90 ore. Alla fine della settimana di lavoro si deve fruire di un riposo di 45 ore.
Il veicolo diventa una seconda casa, cosa ti piace portare sempre con te nella tua cabina?
A parte i porta fortuna che miei figli mi hanno regalato negli anni, porto con me sempre 3 cose: la mia tazza preferita, un album da disegno e dei libri.
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