la settimana scorsa ho avuto una splendida sorpresa, sono venuti a trovarmi mio cugino Morris alias Maurizio con la sua compagna Natalie alias Natalizia, entrambi camionisti in Australia!
qui la consegna nelle nostre tabelle, rosa delle Lady Truck e blu dei fans!
22 anni fa ho avuto la bellissima esperienza di salire in camion con Morris, abbiamo viaggiato con un International dal New South Wales al Victoria con un carico di carne fresca di canguro. In questi anni ha cambiato tipologie di mezzi e di trasporto, e attualmente lavora con uno splendido Kenworth per il trasporto di cotone con un b-double (doppio semirimorchio) e road train (più rimorchi agganciati).
Anche Natalizia non scherza, lavora come corriere allo Star Track, un’azienda analoga alle nostre Poste Italiane.
Con il suo Kenworth b-double inizia il turno a mezzanotte agganciando i rimorchi del collega precedente che era partito dalla sede. Effettua 5 ore di andata per poi fare lo scambio rimorchi con il collega successivo e rientra guidando per altre 5 ore; praticamente percorre 10 ore al giorno e con i limiti di velocità ai 100 km/h totalizza 1000 km.
E poi un giorno le loro strade si sono incrociate, e si sono conosciuti così, on the road. Il desiderio di venire in Italia era forte, così Natalizia in occasione del suo compleanno è passata in Calabria a trovare i suoi parenti, e finalmente Morris è potuto venire da noi! sembrava destino ed è stata una splendida sorpresa che tornerà sicuramente da quanto si è innamorato del nostro Bel Paese! io tornerei invece in Australia, dopo che mi ha raccontato le sue avventure anche se non è così semplice considerando che possono guidare 14 ore al giorno effettuando ogni anno una visita medica obbligatoria.. altre strade e altre velocità, ma mezzi lunghi e pesanti… ma vuoi mettere il senso di libertà che ti assale percorrendo quelle terre sconfinate…?
Always good road a Morris e Natalizia, see you soon!
ecco qui la foto di rito con Giorgia, una delle colleghe protagoniste del nostro libro! non è stato facile combaciare impegni ed orari, ma ce l’abbiamo fatta, consegna effettuata! e così dopo due chiacchiere e tante risate, fra il mio rientro e la sua partenza, ci salutiamo con la promessa di ritrovarci presto! buona strada a Giorgia!
Questa è la copertina del nuovo numero di Tuttotrasporti (ottobre 2022) in cui potrete leggere un bell’articolo sulla storia di due colleghe che lavorano presso la Lannutti trasporti, una è Adriana, in azienda da diversi anni e molto stimata dai suoi capi tanto da affidarle la valutazione dei nuovi modelli che entrano a far parte della flotta e soprattutto a fare da tutor ai neoassunti, tra cui c’è anche la giovane collega Loredana.
E’ bello leggere di colleghe che riescono a conquistarsi la fiducia grazie alle loro capacità e anche di ragazze giovani che intraprendono questa “carriera” che le porterà a percorrere chilometri su chilometri in giro per l’Italia e l’Europa!
Alcune foto scattate al raduno del Coast to Coast a Giussano alle colleghe e alle amiche del nostro gruppo!
Ciao Lady, è stato un piacere incontrarvi!!!
Per la prima volta a Giussano, Zelika dalla Croazia!
Il suo Scania era uno “spettacolo”!
Il nostro gazebo… punto di incontro!
Cristina, Seba e Tiziana!
Chiara
Romina
Gisy e Gianni
Il Turbostar di Luciana
Con Tiziana, Lady Truck “onoraria”: lei ha in mano il nostro libro, io il suo “La Vergine”, in cui la protagonista è una donna camionista! E’ stato un vero piacere incontrarla di persona e averla con noi al gazebo! Chissà che tutti i racconti ascoltati durante la giornata al raduno non le ispirino un altro bel romanzo “camionistico”!
Marcela
Marcy & Gisy
Con Simona, ora lei ha cambiato “strada”, ma il camion è sempre nel suo cuore!
Ora abbiamo un’amica in più!
Zelika parlava poco l’italiano, ma è stata contenta di ricevere la nostra targa e l’ha esposta subito sul suo camion!
Mario e Marcella
Stephany, una collega inglese che vive e lavora in Italia, una nuova amica!
Assunta
Vince
Le premiazioni del concorso camion, al primo posto nella categoria motrici la Vincenzina col suo Volvo e al primo posto nella categoria trattori Zelika col suo Scania, che dire? Un raduno in rosa!
E per chiudere, la targa ricordo del raduno che ci ha donato il Coast to Coast Truck Team!!!
Grazie a tutti gli amici e le amiche che sono passati a trovarci, chiedo scusa a chi non ho fotografato, come sempre non riesco a “immortalare” tutti/e, sono delle giornate intense, quando finisce il raduno mi sento come uscita da una centrifuga di emozioni e a volte fatico anche a ricordarmi i visi e i nomi delle persone con cui ho parlato!
Questo è il primo video che ho fatto al raduno del Coast to Coast Truck Team a Giussano, sabato 27 agosto, una bellissima giornata in compagnia di amici/e, colleghi e naturalmente anche lady truck! Grazie a tutte voi che siete venute a trovarci al nostro gazebo in rosa!
Dal blog di “Uomini e trasporti” dedicato alle donne camioniste “Anche io volevo il camion” vi riporto questo divertente articolo scritto dalla collega Lola Marta Bertazzo sull’abbigliamento del camionista – in questo caso donna – e su come sceglierlo in base alla tipologia di lavoro che si fa, cercando comunque di non perdere del tutto la nostra femminilità!
Non sempre l’abito fa il camionista: ecco come un’autista impara a vestirsi
Si sale su un camion quando si è in grado di guidare. Capacità attestata dal possesso di una patente. Ma per imparare a vestirsi mentre si lavora alla guida ci vuole un po’ più tempo. Bisogna prima capire quale indumento sia il caso di indossare e quale invece sarà sempre inadeguato. E soprattutto bisogna scoprire che gli occhi dei tuoi colleghi sono meno distratti di quanto credi e sono anche in grado di motivarti una trasformazione del look. Un percorso evolutivo o se volete una progressiva presa di coscienza scritta direttamente da una neo-autista dalla penna facile (è entrata nell’autotrasporto nel 2020). Risponde al nome di Marta Bertazzo, anche se tutti la chiamano «Lola»
Diventare camionista ha portato un cambiamento nel mio look per andare al lavoro. Canottiera con macchie di candeggina e pantaloni della tuta che hai conservato dalle scuole superiori?
No. Quasi.
Ho iniziato questo lavoro indossando outfit che Enzo Miccio avrebbe squadrato da testa a piedi per l’incompatibilità con la mansione preposta e che solo grazie ai camionari ho perfezionato rendendoli efficienti e, al contempo, stilosi.
Mai avrei immaginato che i fautori della mia evoluzione nel work wear sarebbero stati proprio loro: i camionisti.
Il prima
Il mio mentore, Big Rock, mi aveva già raccontato di come l’autista frigo sia tutto sommato un tipo di lavoro pulito: nessun polveroso cantiere da affrontare come chi fa vasca e nessuna evidente macchia di bitume o carburante sui vestiti, come chi fa trasporto ADR.
In altre parole, se sei un camionista che guida un rimorchio frigo, puoi vestirti pure in camicia e pantaloni con piega, se questo outfit ti fa sentire a tuo agio tra multietnici magazzini e uso del transpallet in aziende agricole, circondato da scarti di cipolla.
In scia al suo «Vai tranquilla che non ti sporchi granché!», ho preso quelle parole alla lettera segnando così la fine di decine di t-shirt e di pantaloni a cui ero affezionata: contrariamente a ogni mia convinzione, ho capito solo dopo diversi aloni che essere autista non significa essere esclusivamente addetta alla guida del camion. Significa anche gestire altre attività, come il carico/scarico della merce in svariate condizioni meteo e di contesto.
E ho imparato che la cabina è pulita. Il resto del camion un po’ meno.
In barba alla realtà dei fatti, dunque, le prime settimane mi sono presentata al lavoro dopo un’accuratissima mattutina scelta dei capi: indossavo cose come top pellicciosi completati da accessori da shopping addicted.
Una volta ero talmente mal assortita nel vestiario da buscarmi un mega raffreddore (che ho dignitosamente camuffato), ignorando le previsioni meteo di un marzo pazzerello con pioggia di stravento, convinta di essere al riparo in abitacolo per tutto il turno.
Con quale risultato? Tra un ritiro e l’altro, stendevo i guanti, la felpa e i calzini sui bocchettoni di aria calda presenti nella cabina del mio Volvo come neanche a Napoli sanno fare.
Il dopo
Mese dopo mese, ho recepito gli insegnamenti del mestiere su come prevedere i cambiamenti del meteo ed evitarmi dispiaceri derivati come per esempio andare in officina e occuparmi dello sgancio del semirimorchio, con qualsiasi cosa io avessi addosso in quel momento, senza preavviso.
Ho imparato che durante i ritiri giornalieri, posso azzardare uno stile sporty ma che è meglio non entrare nei magazzini così sporty: meglio indossare una giacca coprente per non ritrovarmi con personale distratto che mi scarica le pedane dal rimorchio mentre io invece le sto caricando.
E ho appreso che durante i viaggi di media percorrenza, se mi va’, posso permettermi qualcosa di più femminile e ricercato, sempre e comunque di seconda scelta e a mali estremi sacrificabile. Tipo «Oggi scelgo questa camicetta che tanto non indosso mai… Oppure questa maglia con i brillantini: sbrilluccicherà al tramonto in Arca… E se ho freddo, questo blazer che neanche ricordavo di avere…».
——————————————————————
(…) l’articolo continua sulla pagina di “Uomini e trasporti”.
Manca una settimana al 30° Raduno del Coast to Coast Truck Team
nella Piazza del Mercato a Giussano (MB) ! ! !
Noi saremo presenti col nostro gazebo in “rosa”, come punto d’incontro per tutte le colleghe, le amiche e gli amici che verranno a trovarci! Sarà un’occasione per rivederci dopo tanto tempo e per passare insieme tre giornate di festa circondati dai nostri amati camion!
Adriana Barbu, prima camionista donna della Germani: “Ho realizzato un sogno”
di Luca Goffi
La 53enne nata in Romania e residente a Borgosatollo ha risposto all’appello dell’azienda dopo aver letto la notizia su Bresciaoggi. Ora guida un bestione da 44 tonnellate
11 agosto 2022
Adriana nella cabina del suo “bisonte” della strada
La prima camionista donna della storia di Germani è Adriana Barbu, 53enne nata in Romania e residente a Borgosatollo. Una donna minuta che sin da bambina si è innamorata dei camion, affascinata dalla loro «stazza» imponente. Possiede la patente C e dal 1987 guida gli autoarticolati, ma dal suo arrivo in Italia, oltre 10 anni fa, si è trovata costretta ad accantonare questa passione. Ma quando il suo sguardo è caduto sulla notizia di Bresciaoggi e sull’appello di Germani, nel constatare che un’azienda solida stesse cercando con tale insistenza nuovi lavoratori, la sua attrazione irrefrenabile per la guida ha preso il sopravvento. Lo stipendio allettante non è stato l’aspetto decisivo per spingerla a presentare il proprio curriculum, la forza è arrivata da dentro, dallo sguardo sognante con cui da bambina osservava sfrecciare i camion sulla strada.