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da “Il Messaggero” la storia di Alessia Romeo

Alessia ferma il camion in una piazzola di sosta, a Zevio, 16 chilometri da Verona. “Ho una pausa di 45 minuti. Mi riposo in cabina con l’aria condizionata, fuori ci sono trenta gradi”.
Poi riparte, alla guida di un tir lungo 8 metri, che a pieno carico pesa 180 quintali. “Sono l’unica autista in azienda. Non sai quanti mi chiedono: perché fai questo lavoro? Perché mi piace, adoro guidare e viaggiare. Non vorrei fare altro. La mattina comincio con il sorriso e la sera stacco con il sorriso”.
Alessia Romeo, 33 anni, lavora per la ditta Carpella Battista Autotrasporti con sede a Capriano Del Colle, in provincia di Brescia. Una delle pochissime autiste di camion in Italia: sono appena il 2%, in calo rispetto al 2019, secondo i dati 2020 del Ministero del Lavoro. In pratica le donne al volante di mezzi pesanti sono circa 13mila contro 615mila uomini. E mentre scende il numero di quante sono in possesso della patente C, cresce quello delle imprese femminili nel settore del trasporto merci su strada: più 4,16% dal 2016 ad oggi.
Le è mai capitato di ricevere commenti sessisti?
“Ancora nessuno mi ha fatto battute fastidiose. È vero che vado in giro con i pantaloni da lavoro, le scarpe antinfortunistiche e una maglietta, d’inverno anche un giaccone, ma sono comunque una bella ragazza, non passo inosservata. Non so che cosa mi dicono alle spalle e non voglio nemmeno saperlo. All’estero è diverso, si vedono molte più autiste”.
Restano sorpresi i colleghi di altre ditte a vedere una donna che guida un camion?
“Capita che arrivo nel piazzale di un’azienda a fare una consegna e il mulettista che mi vede chiama gli altri. Vengono a guardarmi in gruppo, mi scattano anche le foto. Alcuni fanno i galletti, sa come sono gli uomini. Loro sono curiosi ma io un poco mi imbarazzo. Alla fine si ride. A volte il fatto di essere donna gioca a mio favore, mi vedono e dicono: facciamola scaricare subito”.
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Il nostro canale You Tube

 

Sapevate che abbiamo anche un canale You Tube? No, vero?

Non lo sapete perchè fino ad ora l’abbiamo utilizzato solo per creare play list di video di camioniste… la maggior parte di quelli di cui pubblichiamo i link qui nel blog.

https://www.youtube.com/channel/UCFeVNUERHwlwf7jLEt1azpQ

Ma ora abbiamo pensato di realizzare un video di presentazione del nostro gruppo: tante fotografie tratte dalla nostra mostra fotografica o dei nostri incontri on the road, con la nostra targa o il nostro libro tra le mani.., e alcuni pensieri estratti appunto dal nostro libro “Soprattutto camioniste”, frasi di colleghe che esprimono la passione che abbiamo per questo lavoro, e ancora… no, non vi dico più niente, ve lo metto qui sotto e vi invito a guardarlo e a lasciarci un saluto se vi fa piacere!

Buona strada e buona visione!

 

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La storia di María Belén Baldomir

Ciao a tutte

oggi facendo una ricerca su internet ho trovato questa intervista a una collega spagnola di nome María Belén Baldomir. Questa è la fonte dalla quale ho trovato l’articolo https://blog.wtransnet.com/it/donna-camionista-cliente-wtransnet/ e questo è l’articolo:

 

“Se sei una donna camionista devi fare tutto alla perfezione, altrimenti ti mandano a casa”

 

Ho conosciuto María Belén Baldomir per puro caso, dopo aver intercettato una sua domanda a proposito della Legge Macron nella nostra sezione dedicata alla casella postale giuridica. Qualcosa mi ha fatto pensare che Belén la sapesse lunga sul mondo dei camion, proprio per il modo in cui parlava. Non mi sbagliavo affatto: mi trovavo di fronte a una delle poche donne associate a Wtransnet che passano le loro giornate a bordo di una cabina. Forse non dovrebbe essere così strano conoscere una donna al volante di un camion, eppure non è così comune come potremmo pensare.

Originaria di Carballo (A Coruña), madre di due figli, María Belén vive la quotidianità del mondo del trasporto da più di 14 anni alla guida della sua impresa personale. La sua rotta abituale la porta da A Coruña al Belgio, sulla quale si mette in viaggio una volta alla settimana grazie ad un cliente fisso. Non sempre ha i ritorni coperti, per cui si è associata a Wtransnet nel 2005. È sicuramente una delle veterane.

Le giornate formative della Fondazione Wtransnet di recente ci hanno portato a Vigo: in questo modo abbiamo avuto l’occasione di conoscerla di persona. Vedendola in un contesto così diverso, mai avrei pensato che si trattasse di una “camionista”, come lei stessa ama definirsi. Dall’alto del suo metro e cinquanta è davvero difficile immaginarsela manovrando un camion. Essendo cosciente di questo suo limite, ci ha raccontato che ai tempi dell’autoscuola strappava un sorriso ai colleghi durante le guide di prova, perché si doveva mettere in piedi per poter effettuare la classica manovra d’esame a “L”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Da quando ci siamo salutati muoio dalla voglia di sapere come mai sia diventata una camionista. Mi risponde: “È la classica storia”. La prima cosa che mi viene in mente è che sicuramente si tratta di un’azienda di famiglia, con la tradizione di tramandare l’impresa di padre in figlio. Nulla di più lontano dalla realtà: “Sono entrata in questo mondo con il mio ex marito. Io facevo la sarta, mio marito il saldatore ma da sempre aveva una grande passione per i camion. Ottenne la licenza di guida e poco dopo la ottenni anche io. Comprammo un trattore di seconda mano per lavorare come trazionista. Quando ci separammo, dato che sia l’impresa che il camion erano a mio nome, decisi di restare nel settore”.

Non furono tempi facili, dato che si ritrovò da sola a dover affrontare tutti i pagamenti arretrati del camion. “Ho dovuto lottare molto duramente per poter tirare avanti, nessuno si immagina quanto io abbia lottato e quanto ancora debba farlo”. Con un sorriso aggiunge che si era già abituata a darsi da fare prima che lui entrasse nella sua vita, per cui entrare in cabina non le è sembrato poi così complicato. Le ragazze galiziane sono fatte così.

Non è abituata a mettersi in viaggio da sola, María Belén, ma non perché non sia capace: la rotta che percorre abitualmente richiede due autisti aggiuntivi in cabina per poter guidare sottostando al regolamento e per poter tornare a casa in una settimana. Neppure mettere sotto contratto un autista è stato facile. Il fatto di essere “il capo”, essendo donna, non ha facilitato le cose: “A dire il vero ho dovuto fare molta fatica. Nonostante i 14 anni sulla strada alle mie spalle, [gli autisti] vogliono fare i capi e a volte mi viene da pensare che si siano invertiti i ruoli”. “A me vieni ad insegnare come si guida un camion? Direi proprio di no! Però per muoversi là fuori sì che ho bisogno di una mano”, e lo ripete sempre. Gli autisti non accettano che gli si dica che non abbiano fatto tutto nel modo corretto: “più di qualche volta ho dovuto ricordargli che sono io quella che li paga”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ci spiega anche che non è stato facile mettere sotto contratto un autista perché, essendo lei una donna e dovendo passare molte ore in cabina, alcuni preferivano non lavorare per lei in quanto già sposati o fidanzati. Nonostante ciò, ci racconta di non aver mai sofferto di discriminazione e che preferisce lavorare con gli uomini perché “sono migliori come colleghi. Riconosce però che, da donna, debba dimostrare molto di più: “devi fare tutto in un modo perfetto, altrimenti finisce che ti mandano rapidamente a casa”.

Pur non conoscendo le lingue, cerca di cavarsela. Dice che con lo spagnolo e con i gesti potrebbe arrivare in capo al mondo. Un giorno un suo cliente le suggerì di studiare l’olandese, così si mise in contatto con una professoressa: gli orari, tuttavia, le impedivano di seguire le lezioni con regolarità e finì per comprarsi un corso di lingua in cassetta che ascoltava in cabina durante i suoi viaggi. Gettò la spugna.

Il suo splendido sorriso si oscura solo per un istante parlando delle ore che trascorre sulla strada. “La solitudine, la mancanza di una routine, il fatto di non tornare a casa tutte le notti, l’idea di partire una domenica e rientrare se tutto va bene di giovedì. Non è facile, non è vita questa. Ti deve piacere, altrimenti non riusciresti a resistere”.

Nonostante questo, le piacerebbe che uno dei suoi due figli potesse proseguire la storia della sua impresa. Il più grande, di 26 anni, iniziò a prendere la patente e ottenne l’abilitazione, ma a 22 anni lasciò perdere e aprì una sua impresa. La figlia minore, di 21 anni, sembrava interessata da piccola quando andava con il padre in cabina. Ben presto però, dovendo prendere la patente, perse interesse e preferì seguire per la sua strada. I suoi figli, nonostante tutto, la appoggiano molto e sanno benissimo che tutto quello che fa la loro madre non è affatto facile. La vita riserva molte sorprese e magari un giorno i figli di María Belén cambieranno idea.

Per adesso lei prosegue a bordo della cabina, senza che nessuno le tolga l’entusiasmo con il quale ha iniziato. È tempo dei saluti. Ringraziamo María Belén per la sua testimonianza.

 

 

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Incontrarsi al Transpotec!

Oggi siamo andati in Fiera a Milano  al Transpotec, abbiamo girato nei padiglioni degli stand e tra i camion del raduno Truck look nel piazzale esterno… c’era da perdersi a guardarli!

E girando e rigirando abbiamo incontrato amici e colleghi, ci siamo fermati a fare quattro chiacchiere e ho scattato decine di fotografie… ai camion! La passione è passione!

Ho incontrato anche alcune  ragazze del gruppo, ho salutato Elda – con cui purtroppo non ho fatto foto – allo stand della Volvo, e Laura. Con lei poi ci siamo ritrovate e …fatte fotografare!

C’erano anche Gloria e Giulia:

Ed eccoci tutte insieme sorridenti! Gloria la conoscevo già, suo papà veniva ai raduni del Coast quando lei non era ancora nata! Giulia era la prima volta che la vedevo di persona, ma mi ricordavo di lei per un video sulla transumanza. Siamo rimaste un pò a parlare del nostro lavoro, visto con occhi femminili, dei problemi che dobbiamo affrontare in più degli uomini, perchè vale sempre la regola che se vuoi fare questo lavoro da donna devi farlo meglio… altrimenti torna a fare la casalinga ! E poi il problema dei servizi  (docce soprattutto), che forse perchè siamo ancora troppo poche, difficilmente almeno in Italia, si trovano dedicati solo alle donne. E di qui tante volte l’arte di arrangiarsi come si può. E’ bello vedere colleghe giovani e piene di entusiasmo, cosa sempre più rara nelle nuove generazioni. Ma a differenza dei “maschietti”, le donne che scelgono di fare questo mestiere è perchè lo desiderano veramente, perchè è un sogno da realizzare, nonostante tutti i problemi che ci sono e con la consapevolezza che non è per niente facile, sia dal punto di vista fisico che emotivo. Ci sarà sempre qualcuno pronto a criticarti, ma va tenunto in conto e bisogna imparare a fregarsene! Buona strada ragazze!!!

E adesso ancora qualche foto dei camion presenti al raduno, giusto un piccolo assaggio:

 

 

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Incontri on the road: Lissy ed Elda!

che belle le coincidenze! soprattutto quando ti fermi per il caffè in autogrill e becchi una collega che non vedevi da tempo! è Lissy, nota ai più per la sua partecipazione alla serie di successo tedesca Truck Babe! in realtà Lissy è alto atesina Doc, e ci conosciamo da diversi anni quando ancora trasportava il bestiame! per chi come me fa linea prima o poi ha la fortuna di conoscere le colleghe del posto e con lei è sempre un grande piacere! mi ha fatto sorridere quel che ha detto la persona che ci ha fatto la foto…  che siamo le veline della Brennero!  preso il caffè e fatto due chiacchiere facciamo strada insieme, poi lei esce ad Affi direzione 02 e ci salutiamo con la promessa di trovaci ancora!

e che dire un’altra bella coincidenza! questa volta ero nel vicentino e non ci si può non notare il camion di Elda, il Volvo bianco con le nostre targhe rosa e blu in bella vista! questa volta la dritta me la da Luca che mi precedeva, e poi il bello di trovarsi nel posto giusto all’orario giusto! ci facciamo delle belle chiacchiere, il caffè e la foto di rito, che non poteva mancare nel nostro album degli incontri on the road! il tempo di finire la pausa per Elda e ci salutiamo in fretta anche se ci sarebbe piaciuto rimanere ancora un pò a raccontarci le ultime news ma quando il dovere chiama..! sicuramente ci beccheremo con più tranquillità, magari a un raduno come ai vecchi tempi!

 

Buona strada a Lissy ed Elda! 

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Colleghe dalla Turchia

 

Un articolo di qualche mese fa che racconta di due colleghe camioniste turche, al volante dei mezzi della Mars Logistic, azienda che vuole raggiungere l’eguaglianza di genere tra i suoi dipendenti.

Questo è il link:

https://it.rayhaber.com/2021/10/kadin-tir-suruculeri-mars-logistics-ile-yola-cikti/

E’ scritto in un “italiano” un pò strano, sarà per via della traduzione?

Inizia cosi:

Autisti di camion donne partono con Mars Logistics

le autiste di camion sono partite con la logistica di Marte
le autiste di camion sono partite con la logistica di Marte

Mars Logistics sta lavorando sull’uguaglianza di genere, uno degli obiettivi di sviluppo sostenibile fissati dalle Nazioni Unite, con il progetto Equality Has No Gender, iniziato a gennaio. Nell’ambito del progetto, 2 camionisti donne hanno iniziato a lavorare presso Mars Logistics.

Con l’obiettivo di rafforzare la percezione dell’uguaglianza di genere all’interno e all’esterno dell’azienda nell’ambito del progetto Equality Has No Gender, Mars Logistics ha iniziato a lavorare a partire da gennaio 2021. Il gruppo di progetto Equality Has No Gender, composto da dipendenti di Mars Logistics, svolge attività di sensibilizzazione all’interno e all’esterno dell’azienda.

Aggiungendo l’elemento per aumentare l’occupazione femminile nel suo piano strategico 2021, Mars Logistics ha reclutato 79 dipendenti donne dall’inizio dell’anno. Il presidente del consiglio di amministrazione di Mars Logistics, Garip Sahillioğlu, ha dichiarato: “Uno dei pilastri del progetto, che volevamo estendere all’intera operazione dell’azienda, era includere l’aumento dell’occupazione femminile nel nostro piano strategico. Da quando abbiamo aggiunto questo articolo, 79 colleghe si sono unite a noi”.

Credendo che il genere non sia il criterio per stabilire se un lavoro può essere svolto bene o meno, Mars Logistics ha assunto 2 camionisti donne mentre impiegava un camionista, una novità all’interno dell’azienda. Sahillioğlu ha dichiarato: “La cosa importante per noi è fare una valutazione imparziale e collocare le persone giuste nelle posizioni giuste. Abbiamo iniziato a lavorare con 2 delle nostre amiche camionisti nelle assunzioni che abbiamo svolto in modo trasparente senza discriminazioni di religione, lingua, razza o genere”. disse.

“Non c’è lavoro che una donna non possa fare se vuole”

Sevil Yıldız, che ha iniziato a lavorare come autista di camion nella flotta di Mars Logistics, ha dichiarato che il suo sogno era quello di diventare un camionista fin dalla sua infanzia, e ha detto quanto segue sulla guida di camion, che dall’esterno viene definita un lavoro da uomo: Vedono che una donna non può farlo, ma non c’è niente che una donna non possa fare se lo desidera».

Yıldız ha detto per le donne che vogliono essere un camionista ma non hanno il coraggio perché è visto come una professione maschile, “Non c’è niente che una donna non possa fare. Finché vogliono, osano.” disse.

“Penso che oggi non ci siano più uomini e donne in nessuna attività”

Kübra Şeker, un altro camionista che ha iniziato a lavorare presso Mars Logistics, ha parlato di essere un camionista donna in Turchia: “Non ci sono molte donne che lavorano in questa professione in Turchia. Non credo che ci siano uomini e donne in affari oggi. Chiunque ami guidare può diventare un camionista”. Şeker ha affermato che in Mars Logistics le donne sono coinvolte in tutti i processi e viene fornita un’atmosfera familiare.


 

(…) continua sulla pagina ufficiale.

 

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Un mondo di camioniste…

 

Eccomi di nuovo a raccontare il mondo delle camioniste. Come sapete sono sempre alla ricerca di articoli che parlano di noi. Partendo sempre dal presupposto che ci dicono che siamo solo il 2% del totale degli autisti e che siamo quella famosa “minoranza troppo visibile” e in quanto tale suscitiamo sempre l’attenzione, sia per strada che nei media.

Cosi vi propongo un’altra serie di articoli vecchi e nuovi che ho trovato in rete, aggiungendoli al nostro “album di famiglia”, come mi piace pensare che sia il nostro blog, un punto d’incontro virtuale dove c’è posto per tutte le donne che svolgono questo mestiere, che l’hanno fatto per un periodo della propria vita  o che aspirano ad ottenere un posto al volante di un camion.

Parto subito dalle nuove leve, ultimamente con il problema della carenza di autisti vengono sovvenzionati corsi per l’ottenimento delle patenti superiori per incentivare le persone a entrare nel mondo dell’autotrasporto.

E se in questi corsi c’è anche una donna… è subito notizia!

E’ in caso di Sharon, riportato dalla Gazzetta di Mantova, unica ragazza su 25 candidati:

https://gazzettadimantova.gelocal.it/mantova/cronaca/2021/10/30/news/mantova-in-25-per-fare-gli-autisti-via-al-progetto-formazione-e-patente-1.40865821

 

 

e di Giuseppina di Nola…

Tra quelle che hanno già trovato un impiego c’è Emily, 22 anni, prima donna al volante di un mezzo dell’Asite di Fermo:

https://www.cronachefermane.it/2021/10/12/lasite-si-tinge-di-rosa-il-saluto-dellassessore-ciarrocchi-allautista-emily-vallorani/456735/

E restando nel settore “ambiente”, ho trovato anche questa notizia su Contarina, dove al volante dei camion della raccolta rifiuti ora ci sono anche le donne:

https://tribunatreviso.gelocal.it/treviso/cronaca/2022/04/02/news/contarina-al-volante-dei-camion-che-raccolgono-rifiuti-ora-ci-sono-le-donne-1.41345452

Non solo new entry, ci sono anche le veterane, come Rossella che dal 1992 guida il camion nelle miniere di talco:

http://www.alpcub.com/le-donne-e-il-talco.htm

E storie un po’ diverse, come quella di Lella Lombardi, indimenticata pilota di Formula Uno (in questi giorni sono 30 anni dalla sua scomparsa) che da ragazza guidava i camion di famiglia:

https://autosprint.corrieredellosport.it/news/formula1/2022/03/03-5190707/in_ricordo_di_lella_lombardi_l_unica_donna_ad_aver_preso_punti_in_f1

 

E di Milena Bertolini – l’allenatrice della nazionale di calcio femminile – che aveva una zia,  Norma, camionista negli anni ’60, con cui adorava andare in giro da piccola. Ne parla in una puntata di “Le ragazze” che si può vedere su Rayplay a questo link, dove c’è anche qualche immagine d’epoca:

https://www.raiplay.it/video/2021/06/Le-Ragazze-65e36f49-c7ef-459c-a852-8eecb8406e72.html

A volte però si trovano anche notizie che preferiremmo non leggere, ecco un paio di titoli:

 

Chiudo con un paio di articoli di qualche anno fa (2018) che raccontano di Giada, prima donna alla guida del camion dei Pompieri in provincia di Lecco:

https://www.ilgiorno.it/lecco/cronaca/bellano-donna-autista-vigili-del-fuoco-1.3751800

https://primalecco.it/cronaca/giada-donna-fuoco-mamma-pompiere-tanto-patente/

Per questa volta mi fermo qui, a tutte l’augurio di una buona strada sempre!!!

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La storia di Beatrice, una giovane collega !

 

Vi ricordate di Beatrice?  Qualche settimana fa le ho consegnato il nostro libro, ora la sua bella storia la potete leggere sulla  pagina di “Uomini e trasporti”  a firma di Elisa Bianchi.

Una ragazza giovane ed entusiasta di aver intrapreso questa professione, a cui auguriamo tanta buona strada per il futuro!!! Vai Beatrice!!!

Questo è il link dell’articolo:

https://www.uominietrasporti.it/uet-blog/anche-io-volevo-il-camion/beatrice-donghi-dal-cantiere-al-camion-inseguendo-il-sogno-dellautotrasporto/

E questa è la prima parte della sua storia:

Beatrice Donghi, dal cantiere al camion inseguendo il sogno dell’autotrasporto

Classe 1995, varesotta, diplomata in lingue, inizia a lavorare nell’azienda di famiglia che si occupa di edilizia. Poi, da qualche piccola consegna con il furgoncino a conseguire le patenti C, E e Cqc, salire su un bilico e non scendere più, il passo è stato breve

Si chiama Beatrice Donghi, classe 1995 e originaria della provincia di Varese. Colpisce la sua storia perchè Beatrice non è “figlia d’arte”, ma ha un curriculum professionale che lascia innegabilmente di stucco chiunque. Diplomata in lingue, inizia a lavorare da subito nella ditta edile di famiglia. «Dato il mio titolo di studio mi sarei dovuta occupare della parte di ufficio, ma un giorno mi è stata chiesta una mano con il furgoncino della ditta e da quel giorno io l’ufficio non l’ho più visto». All’epoca, però, Beatrice non dava una mano solo alla guida del furgoncino. «Facevo di tutto all’occorrenza, anche la manovale quando c’era da aiutare in cantiere. Preparavo la malta, guidavo gli scavatori e i muletti telescopici. Sono cresciuta tra i cantieri e trovarmi lì a lavorare è stata una conseguenza naturale. Per me era come lavorare con tanti zii, perché i dipendenti mi hanno vista crescere e anche per loro la mia presenza lì era del tutto normale». La strada di Beatrice, però, stava per cambiare e questa volta non per naturale evoluzione delle cose, ma per una passione nascosta in lei da sempre.

Come è andata?

Dopo aver preso la patente C e il CQC per tre anni ho guidato un camion con cassone ribaltabile e gru, ma lavorare in famiglia non è sempre facile, iniziava a pesarmi il fatto che non ci fosse una separazione tra vita famigliare e vita lavorativa e soprattutto più guardavo i camion, più mi brillavano gli occhi e mi convincevo che fosse quella la mia strada. Così ho preso il coraggio con due mani e comunicata alla famiglia la mia decisione – accolta favorevolmente e sostenuta – ho cercato lavoro come autotrasportatrice. Ho mandato una trentina di curricula in una sola notte e la mattina successiva sono stata ricontattata da un’azienda della zona, che è quella per cui oggi lavoro. Per i primi tre mesi ho lavorato nell’ambito dei traslochi e nel mentre studiavo per prendere la patente E, ma dal giorno successivo al conseguimento il mio sogno si è realizzato. Sono salita sul bilico e oggi non ho intenzione di lasciarlo.

Che cosa trasporti?

Di tutto: bobine di carta, tubi di plastica, alimentare non da frigo, polimeri di plastica. Una cosa però è rimasta in comune con il mio precedente lavoro: capita ogni tanto di trasportare ancora cemento.

Che viaggi fai?

Lavoro prevalentemente nel Nord e nel Centro Italia e spesso capita di passare fuori le notti con il camion.

E come ti trovi?

Lavoro da poco in questo settore, ma mi sono resa conto da subito che la situazione per quanto riguarda i servizi non è delle migliori. Quando mi capita di trovare aree di sosta con servizi dedicati alle donne rimango davvero sorpresa, eppure mi è capitato. Una volta in zona Bergamo e un’altra in zona Brescello. Forse è un buon segnale.


 

(…) Il continuo della sua storia sulla pagina ufficiale di Uomini e trasporti

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La storia di Melissa

 

Melissa è una giovane collega francese e questa è la sua storia… non tanto diversa da quella di tante nostre colleghe italiane!

Il link dell’articolo:

https://www.ouest-france.fr/education/orientation/fiches-metiers/temoignage-au-volant-de-son-19-tonnes-melissa-conductrice-poids-lourd-s-epanouit-86a954d2-ca0a-11eb-9548-5a0ad06133cd

 

E il testo:

TÉMOIGNAGE. Au volant de son 19 tonnes, Mélissa, conductrice poids lourd, s’épanouit

En France, seuls 5 % des chauffeurs sont des femmes ! Témoignage avec Mélissa Szucs, 26 ans, qui exerce cette profession depuis quatre ans.

Mélissa Szucs, 26 ans, avec son camion.
Mélissa Szucs, 26 ans, avec son camion. | TRANSPORTS DESJOUIS

Quand elle parle de camions, son enthousiasme est sincère. Une passion, transmise de père en fille. Il était chauffeur routier. Quand j’étais petite, il m’emmenait parfois. Alors, à 14 ans, Mélissa n’hésite pas. Elle sera conductrice de poids lourds, et s’inscrit au lycée Mézen à Alençon (Orne). J’ai passé le bac pro Conducteur transport routier de marchandises. En trois ans et trois permis, j’ai eu le temps de maîtriser la conduite des différents gabarits.

Mélissa obtient son bac à 18 ans, mais en cherchant un emploi, elle essuie de nombreux refus car elle n’a pas d’expérience. Être une femme ne joue pas non plus en sa faveur. « Un transporteur m’a dit : « Moi, je ne veux pas m’embêter avec une femme, parce que ça peut tomber enceinte… » »

Troisième conductrice

Elle interrompt ses recherches dans les transports, puis les reprend en 2017, à 22 ans. J’ai été embauchée par l’entreprise Desjouis le 2 mai. Je suis la troisième conductrice de la société (contre 58 hommes). J’ai tout de suite été acceptée. Au bout de deux jours de formation en interne, mes collègues ont estimé que j’étais capable de me débrouiller seule.

Aujourd’hui, elle fait en moyenne 270 km par jour. Je pars à 7 h de Mortagne-au-Perche (Orne) avec mon porteur chargé. Je livre toutes sortes de marchandises, à des entreprises comme à des particuliers. Et je ne finis jamais après 18 h. Comme je suis seule à élever mon enfant de 5 ans, ce rythme me convient très bien.

Lorsqu’on lui parle de pénibilité, elle répond qu’aujourd’hui, il suffit d’appuyer sur un bouton pour décharger, et elle assure que « conduire un 19 tonnes, c’est comme conduire une grosse voiture ». ​Reste les réflexions sexistes… Mélissa admet qu’elle en entend encore, notamment des clients. Mais je ne me laisse pas faire ! J’ai mon petit caractère.


E questa è la traduzione:

TESTIMONIANZA. 

Al volante del suo 19 ton., Mélissa, camionista, prospera

In Francia, solo il 5% degli autisti sono donne! Testimonianza con Mélissa Szucs, 26 anni, 
che esercita questa professione da quattro anni.
Quando parla di camion, il suo entusiasmo è genuino. Una "passione", trasmessa di padre in figlia. 
"Era un camionista. Quando ero piccola, a volte mi prendeva". Così, a 14 anni, Mélissa non esita. 
Farà la camionista e si iscrive al Lycée Mézen di Alençon (Orne). "Ho superato il diploma di 
maturità professionale di autista di trasporto merci su strada. In tre anni e tre patenti, 
ho avuto il tempo di padroneggiare la guida di diverse dimensioni".

Mélissa conseguì il diploma di maturità a 18 anni, ma mentre cercava un lavoro subì molti 
rifiuti perché non aveva esperienza. Anche essere donna non gioca a suo favore. 
"Un corriere mi ha detto: 'Io, non voglio assumere una donna, perché può rimanere incinta...'"

Terza autista

Ha interrotto la sua ricerca nei trasporti, per poi riprenderla nel 2017, all'età di 22 anni. 
"Sono stata assunta dalla società Desjouis il 2 maggio. Sono la terza autista donna dell'azienda 
(contro 58 uomini). Sono stata subito accettata. Dopo due giorni di formazione interna, 
le mie colleghe hanno sentito che ero capace di badare a me stessa. "

Oggi percorre in media 270 km al giorno. "Lascio Mortagne-au-Perche (Orne) alle 7 del mattino 
con il mio camion carico. Consegno ogni tipo di merce, ad aziende e privati.
 E non finisco mai dopo le 18. Dato che sono da sola a crescere il mio bambino di 5 anni, 
questo ritmo mi sta molto bene".

Alla domanda sulle difficoltà, risponde che "oggi", "devi solo premere un pulsante per 
scaricare" e assicura che ""guidare un 19 tonnellate", "è come guidare una grande macchina ".
" Rimangono le riflessioni sessiste... Mélissa ammette di sentirne ancora alcune, 
soprattutto dai clienti. "Ma non mi arrendo! Ho il mio  caratterino."

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Beatrice e il libro….

 

Continuo a pubblicare le foto del nostro libro nelle vostre mani!

Sabato ho incontrato per la prima volta Beatrice per consegnarle il libro, abitiamo nella stessa provincia ma “on the road” non ci siamo mai trovate, non è cosi semplice come sembra, orari, tragitti, non sempre coincidono…

Ma che bello è conoscere ragazze giovani che intraprendono la “carriera” di camioniste?

Sperando di leggere anche la sua storia nella prossima edizione del libro che vorremmo fare, per continuare a raccontare le nostre esperienze di donne autiste!

E dopo un pò di chiacchiere non potevano mancare un paio di foto insieme!

Buona strada sempre Beatrice, è stato un piacere conoscerti!!!!

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