Invito al Truck Festival di San Bonifacio, Verona
Un’altra settimana è finita, finalmente direi…oggi non si arrivava più a casa… Milano il venerdi è un caos…certi venerdi di più!!!!
Un pò di coda l’ho condivisa col nostro amico Tony, in arte (Youtube) Spin8, ci siamo bevuti il caffè insieme a Parma e poi via nel traffico…
Due foto ricordo dell’incontro, ciao Tony, buon weekend e buona strada sempre!!!!!
“EQUILIBRIO”
Diario di un camionista
Di Antonio Sarcina
Ho trovato questo libro su Ibs. L’ho ordinato. E’ arrivato e l’ho letto tutto d’un fiato.
Perché questo è un piccolo grande libro. Piccolo perché dura (purtroppo) poche pagine, grande per il contenuto. La storia vissuta di un camionista. Le conclusioni di chi è arrivato in fondo al viaggio. Di chi ha terminato la carriera e ricorda. Sono ricordi di un’altra epoca, quella degli autotreni, quella in cui c’erano più strade statali che autostrade. Quella in cui il camionista, forse, era ancora visto come persona e non come ingranaggio di un sistema che va troppo di corsa, di un sistema che stritola.
Di un epoca diversa eppure in tanti casi, simile alla nostra…
Ve ne riporto una pagina:
“(…) vorrei far conoscere i nemici del camionista, quelli che contrastano e minacciano il regolare svolgersi del suo lavoro.
Il nemico più grande è la neve. Non si possono enumerare le insidie, le sventure che questo elemento bianco può procurare, nuocendo all’attività.
Il guidatore di un colosso di cinquecento quintali di peso è gravato da forti responsabilità, mentre gira e rigira per le arterie stradali frequentate da automezzi di tutti i tipi, con tanti ostacoli per la strada, che possono procurare incidenti di ogni tipo.
La neve, che rappresenta per tutti, grandi e piccini, uno spettacolo gioioso, per gli autisti invece procura solo grattacapi.
Sulla Firenze – Bologna, un anno siamo rimasti tre giorni bloccati in un ristorante di Barberino e i mezzi sull’autostrada sotto la neve.”
Per la serie “il passato non ritorna, ma può far rima”… niente di cosi diverso da ciò che capita ancora in questi giorni…
Questo è un piccolo grande libro, scritto con parole semplici e con il cuore, perché la semplicità forse è alla base dell’equilibrio del titolo, quell’equilibrio che, come dice l’autore, serve per fare questo mestiere.
A me è piaciuto molto e ve lo consiglio.
Buona strada all’autore, Antonio Sarcina, e a tutti i blog-lettori!
Questo video l’ho trovato, come sempre, su Youtube.
E’ in tema col clima di questi giorni….
“Da Trondheim a Milano, nel 1969”: guardate che mezzo, che vita, che viaggio, che strade…. io non ci ho capito una parola, ma le immagini parlano da sole!!!
Buona visione e buona strada sempre!!!
Arriverà la primavera!
Ciao a tutti!
Il nostro amico Vincenzo ha di nuovo “interrogato” il suo papà, si è fatto raccontare di un viaggio un pò particolare da sud a nord negli anni ’50! Da leggere tutto d’un fiato!!! Grazie Vincenzo per continuare a condividere con noi i racconti di tuo papà, un abbraccio a tutti e due e …aspettiamo sempre nuove storie! Buona strada!!
Il Lancia Esatau, Giulio (a destra) e Umberto
SCHILPARIO!
Da qualche tempo mi capita di vedere sulla tv digitale un reality dal titolo “ Gli Eroi del ghiaccio”,
camionisti che operano sulla “ice road”, le strade ghiacchiate dell’Alaska o del Canada durante l’inverno polare.
Gli episodi sono molto belli, gli americani sono bravissimi a enfatizzare e a rendere eroiche vicende anche difficili ma che certamente molti di voi qualche volta si sono trovati ad affrontare.
M piacerebbe l’idea che anche in Italia a qualcuno venisse in mente di realizzare qualcosa di simile sui nostri “Eroi della strada”, fanno tante fiction solo per Carabinieri, commissari di Polizia e altro.
Il mio pensiero va soprattutto a quella generazione di camionisti che sono i nostri padri o nonni che percorrevano l’Italia in lungo e largo su automezzi e su strade impensabili ai giorni nostri, a volte sento delle storie che anch’io stento a credere ma sulla cui veridicità ho sempre avuto conferme da più parti, e siccome non posso realizzare un reality provo almeno a scriverle.
Negli anni 50, il mio vecchio, Giulio, con suo fratello Umberto faceva viaggi verso il nord dell’Italia,
spesso con carichi di legna proveniente dai monti Ernici, in Ciociaria, al confine con l’Abruzzo. Chissà che avevano di particolare questi legnami da portare al nord, anche sulle alpi, dove evidentemente ne hanno da vendere loro a noi, ma questo non era importante, il viaggio e la consegna si sa è la prima cosa.
Il loro camion non era un Kenworth, un Peterbilt o un Freightliner da 400 o 500 CV degli “Eroi del ghiaccio”, ma un bellissimo Lancia Esatau che io chiamavo “il musetto” perché come quelli americani aveva il muso e per me era anche più bello; il nostro era rosso e giallo, lo ricordo appena come in un sogno, ero troppo bambino. All’epoca del racconto, nel 1955, era nuovo di zecca con un rimorchio Viberti 3 assi, la destinazione del viaggio era Schilpario (BG), con un carico di legna per circa 25 ton.
Schilpario! Ho cercato sulle mappe, ricostruendo il tracciato che percorrevano allora, erano circa mille chilometri! Nella Val di Scalve sulle alpi, lontanissimo da noi, da Frosinone.
La partenza fu nel primo pomeriggio, dopo una mattinata dedicata al carico in quel di Guarcino (FR) sulla strada per Campocatino, a 1200 metri s.l.m.
Il valico di Forca Caruso sulla Tiburtina Valeria, d’inverno sempre soggetto a violente bufere di neve.
La strada in Abruzzo è subito tortuosa e a Forca Caruso, il passo appenninico tra il Tirreno e l’Adriatico, si scollina 1100 metri, sulla SS Tiburtina Valeria. E’ l’alba, sull’Adriatico si ammira il sole nascente e sullo sfondo alcuni pescherecci che escono in mare, una cartolina! La strada adesso dopo Pescara è sempre in pianura. Pausa pranzo di solito in Emilia Romagna, il papà ricorda con più precisione un ristorante a Ponte Taro (PR), subito a sinistra dopo il ponte sull’omonimo fiume, chissà se c’è ancora?
La mattina dopo a Milano ritrovo in piazzale Corvetto con altri due amici camionisti con lo stesso carico su un’Alfa 900. Appuntamento con il mediatore con il quale si convenne di ritrovarsi in una località dopo Darfo (BG), era necessario trasferire parte del carico su di un altro mezzo al fine di limitare l’altezza poiché per Schilpario erano presenti tratti di strada e gallerie scavate nella roccia così basse che avrebbero potuto impedirne il transito.
I problemi quel giorno erano già cominciati fuori Milano, per una deviazione dalla statale i nostri si sono ritrovati a transitare in un paese dove in una curva tra le case il rimorchio stringeva troppo e non riusciva a passare, detto fatto lo sganciano dalla motrice e sterzano il timoneSi giunge a Darfo e superata la cittadina, si prosegue sulla statale per Schilpario, questa strada, la SS 294 mi dicono fosse chiamata “la Via Mala” che è tutto dire; strettissima in alcuni tratti, incastonata tra pareti di montagne e fiume, uno spettacolo della natura! Gli amici con l’Alfa 900, anch’esso con rimorchio, procedevano lentamente davanti all’Esatau, la strada era stretta e la pendenza evidentemente elevata, l’Alfa arranca e a un certo punto si ferma senza avere lo spunto e la potenza per ripartire.
La “Via Mala” per Schilpario negli anni ’50
Strada bloccata, non era possibile procedere nemmeno nell’altro senso e in poco tempo si forma una coda di autoveicoli fermi ad aspettare. Si cerca di ripartire ma l’Alfa potrebbe rompere il differenziale e il camionista desiste da altri tentativi. Passano i minuti e tutti si guardano attorno pensando a una soluzione, non era possibile trainare il camion con altri mezzi, sganciare il rimorchio o altro. Chissà come commenterebbe il cronista di “Eroi del ghiaccio” questo momento!
Un pullman con turisti svizzeri era lì ad aspettare come altri automobilisti, ed eccola la soluzione! Forza ragazzi, se non si spinge il camion, possiamo mettere su le tende, cosi gli svizzeri, forse 40 o più si mettono in riga e insieme con altri automobilisti con grande coraggio spingono con tutta la loro forza il camion e il rimorchio, ed ecco che l’Alfa supera sullo spunto la pendenza e si rimette in marcia!
Che tempi, che strade, che camion! L’Esatau, una limousine per i camionisti di allora, era, come altri camion, senza servosterzo e con soli 132 CV in salita era così lento che il secondo autista poteva scendere, controllare le gomme e risalire con il mezzo sempre in marcia! Il leone che lo guidava oggi è un po’ acciaccato e un po’ appannato, qualche giorno fa gli dissi, papà vediamoci questo film americano sugli “Eroi sul ghiaccio”, lui se lo guarda e dopo un po’ mi dice: ma questi che stanno facendo? Una gita sulla neve?
Vincenzo Corsi
Questi video mi piacciono un sacco… raccontano la nascita dell’autostrada, danno consigli di guida…poco ascoltati dagli italiani e fanno pubblicità comparativa!!!
Secondo me sono bellissimi!
Questa foto l’ho scattata questa settimana in Toscana.
Ci ero passata davanti già altre volte e mi aveva incuriosito. Il soggetto mi ha fatto pensare ad una “installazione” artistica, anche se la location, su un prato, è un pò fuori mano 🙂
Comunque è un pò strana…. anche un pò inquietante direi! E fa pensare…. L’auto incidentata, tutte quelle bottiglie, ce ne sarà voluto di tempo per realizzarla…
( Definizione di “installazione”: http://www.artonweb.it/artemoderna/linguaggiartemoderna/articolo1.htm )
Primo incontro e primi auguri dell’anno!!!
Oggi “tocca” a Roby Chiodo festeggiare il compleanno!!!
Ci siamo trovati in tangenziale a Milano, giusto il tempo per un caffè, due chiacchiere e le foto di rito…
Solo un piccolo saluto, non aggiungo altro, perchè lo so che a lui non piacciono le ricorrenze… ma a me si!!!
Buon compleanno e Buona strada sempre Roby!!! Ciao bbye!!!
Ho ricevuto una mail, è di una cara collega, l’ho letta tutta d’un fiato… mi ha chiesto di pubblicarla, purtroppo sulla strada succede anche questo:
“Ciao,
oggi 27 dicembre ultimo giorno di lavoro per quest’anno!!!
Partenza dal piazzale alla volta di Castello d’Argile in quel di Bologna!!!
Strade tranquille, traffico inesistente; solo la nebbiolina viscida della notte!!!
Modena nord esco dall’autostrada, tangenziale poi prendo per Nonantola!!!
Un paesino dopo l’altro; poco prima delle sette del mattino arrivo a Sant’Agata Bolognese; è ancora buio; passo davanti alla Lamborghini; attraverso il centro del paese; semaforo verde; passo le ultime case e poi all’improvviso è finito tutto!!!
Le ruote del rimorchio scendono nella banchina, do un colpo di sterzo per riportarlo in carreggiata e il camion decolla; pochi secondi e comincio ad essere sballottata da una parte all’altra e quando tutto si ferma mi ritrovo parcheggiata in un giardino!!!
Pochi secondi e l’autista della macchina che mi seguiva arriva a vedere se mi sono fatta male; il vicino di casa che stava uscendo per andare al lavoro arriva per vedere se mi sono fatta male; io che continuo a chiedere se si è fatto male qualcuno!!!
Appurato che non si è fatto male nessuno ci calmiamo un attimo!!!
Vengono comunque chiamati il 118 e le forze dell’ordine!!!
La signora Paola a cui ho devastato il giardino è più pallida di me e viene visitata anche lei dai sanitari; vengo accolta nella sua casa al caldo; vengo confortata e tranquillizzata!!!
Telefono al mio capo per dirgli quello che è successo!!!
Chiamo il mio compagno, mio fratello e mia sorella per rassicurarli che sto bene; ma non chiamo mia mamma, so che starebbe in agitazione tutto il giorno!!!
Arrivano i vigili urbani, fanno i rilievi dell’incidente!!!
Chiamiamo il titolare di una ditta specializzata nel recupero di mezzi pesanti per valutare il lavoro da fare per togliere il camion dal giardino!!!
Faccio un giro del giardino e in un angolo trovo una piccola maestà con una Madonnina all’interno; è lì a un metro circa dal camion e nel mezzo di un giardino devastato!!! Credenti o meno è difficile non pensare che se non si è fatto male nessuno una mano divina ci abbia protetto!!!
A mezzogiorno la signora Paola prepara un piatto di pasta e mi accoglie alla sua tavola!!!
Nel pomeriggio alle 14.30 arriva il mio capo, valuta i danni, prende accordi per rimuovere il camion e mi riporta a casa!!!
Il giorno dopo ero davanti all’officina quando sul rimorchio è arrivato il mio trattore gravemente ferito, che tristezza, non viaggeremo più assieme!!!
Tutti che cercano di consolarmi: sei fortunata non ti sei fatta niente, i camion si aggiustano!!!
Ma la ferita che ti lascia dentro una frase non si può aggiustare!!!
Grazie alla Signora Paola e ai suoi cugini per l’aiuto e il conforto morale!!!
Grazie alla Madonnina che è in quel giardino!!!
Dopo tanti anni passati sulla strada non avrei mai voluto scrivere il racconto di un incidente!!!
Buona strada a tutte/i!!!”
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