Un altro anno è finito…mancano solo poche ore, e come tutti gli anni in questa data si usa tirare bilanci, come se questa data fosse uno spartiacque e da domani potesse cambiare qualcosa veramente. No, non cambierà nulla, la vita continuerà uguale a sempre fino all’ultimo giorno. Oggi poi sono triste perché devo andare a un funerale, e non è mai bello dare l’ultimo saluto ad una persona, sapere che non la si vedrà più tranne che nei nostri ricordi. Non riesco mai ad accettare la morte, perché non riesco mai ad accettare i distacchi definitivi. Dicono che il tempo guarisce tutto, ma io so che non è cosi, e i sorrisi persi non tornano.
Qualcuno mi ha scritto che sono un angelo…non è vero, se lo fossi ora non sarei qui, userei le ali per andarmene lontano. No, sono solo una persona come tutte le altre, niente di più, niente di meno, forse solo un po’ più tollerante, ma non sempre: faccio la camionista, nel corso degli anni ho imparato tutto il vocabolario delle parolacce italiane….e l’ho usato. Solo mi piacerebbe che le persone riuscissero ad accettarsi di più, ad accettare che non siamo tutti uguali nel pensare e ad imparare a rispettare il modo di vivere di chi non è come noi, reciprocamente. C’è troppa violenza a questo mondo per questo motivo. L’intolleranza ormai si respira nell’aria e deprime.
Ma non voglio intristire tutti, per tanti questa sarà una sera di festa, un’occasione per stare in compagnia, ridere e scherzare, e allora voglio augurare a tutti di essere felici, di trovare un po’ d’amore, quell’amore che potrebbe risolvere veramente tutti i problemi se venisse praticato di più. Bisogna imparare a volersi bene e ad essere meno egoisti, non è facile ma nemmeno impossibile.
Allora a tutti faccio tanti auguri per questo capodanno, che possa diventare veramente uno spartiacque verso un futuro migliore!!!
Ciao a tutte/i
Vorrei dedicare qualche parola al 2009, scriverei un romanzo e non ho il tempo, devo lavorare, perché contrariamente a quanto si possa pensare, lavoro anch’io;
questo anno ci ha portato nuove amiche ed amici che sono contenta di aver conosciuto, sono arrivati nuovi amori di cui sono altrettanto felice, perché l’amore è un’ingranaggio fondamentale per far girare “il mondo”; il nostro gruppo è riuscito a continuare i progetti e mantenere quella continuità che ci siamo prefissate, a volte costa molto, ma ha funzionato; purtroppo ci ha portato via Michela, con cui non abbiamo avuto il tempo di approfondire la conoscenza…
Molte di noi hanno perso il lavoro o si sono trovate in condizioni instabili e/o precarie, non possiamo aiutare ma siamo solidali… Molti ci hanno criticato negativamente, personalmente accetto le critiche solo da chi spende tempo ed energie in prima persona, troppo semplice predicare salendo in cattedra, il nostro è un percorso nuovo e come tale dobbiamo sperimentarlo, a dimostrarlo le tante dimostrazioni di affetto e approvazione.Io, da portavoce, posso anche non piacere a tutti, ma in questo momento non c’è la figura adatta a sostituirmi, in futuro arriverà… con più sensibilità,esperienza e carisma. Sarò una romantica, ingenua, ma voglio continuare a percorrere istintivamente, questa, che mi sembra la nostra BUONA STRADA!!!
Grazie a tutte/i … per la collaborazione, per l’affetto e BUON 2010 “on the road”!!!
gisy
Anche se diverse volte vi abbiamo fatto riferimento, agli sgoccioli del 2009, voglio dedicare qualche parola a riconoscere l’impegno dei Belli & Budelli per la realizzazione del “Monumento al camionista”, un’iniziativa meritevole, non solo di approvazione ed elogi ma anche di diffusione…
Con un’opera artistica si vuole creare un luogo simbolo dove riconoscere l’impegno di autotrasportatori e autisti a svolgere la loro professione, indiscutibilmente portante per l’economia; dare un volto umano a chi troppo spesso viene denigrato, sottovalutato e discusso.
Quante volte utilizziamoil detto interregionale“ Bisognerebbe fargli un monumento!” ?Lo si fa per descrivere una persona o un gruppo che si adopera per il sociale o per chi spende tempo ed energie ad aiutare, nell’interesse della comunità; non si possono certo escludere i camionisti… anzi produttori di una considerevole percentuale di prodotto interno lordo, nonostante non siano presi in considerazione da chi dovrebbe tutelarli e sostenerli, continuano a lavorare cercando di oltrepassare questo momento di regressione, indirizzati solo a sopravvivere, con le loro aziende o conservando il posto di lavoro.
A prendersi cura dello sviluppo di questa “operazione” ci sono Franco e Dino Sette, persone squisite che aggiornano sempre sui progressi, ma si sa che in certe cose la perseveranza è d’obbligo e a loro non manca. C’è il progetto, c’è l’area, ci sono le autorizzazioni, ci sono anche dei sostenitorima non ancora sufficienti e soprattutto manca l’adesione di chi sul lavoro dei camionisti si è arricchito, latitante anche chi avrebbe dovuto essere in prima fila e ci rappresenta o dice solo di farlo.
A parole è sempre più facile… prendere tempo… promettere… impegnarsi… proporre…
Il Veneto è una regione dove la movimentazione delle merci è indispensabile, numerose sono le aziende di trasporto nel territorio e altrettante quelle che lo frequentano per i carichi/scarichi provenienti dal resto d’Italia e il monumento sarebbe lì a rappresentarci tutti… un luogo dove rivolgere lo sguardo e compiacersi che qualcuno riconosca il sacrificio del nostro duro lavoro, un luogo simbolico dove volgere lo sguardo e ricordare i nostri compagni persi lungo le strade, sempre troppi e sempre troppo presto, un luogo dove non fare distinzioni tra padroni, padroncini o dipendenti e neanche se viaggi in Italia o all’estero, se guidi un Daf o uno Scania, se il peso totale a terra è di 3 ton o 30 ma riconoscere il sacrificio umano e l’impegno costante.
Il messaggio che si vuole lanciare alla base di quest’idea non è quello di compatimento, solo di riconoscimento e rispetto, per un’intera categoria di lavoratori e le loro famiglie, considerazione del sacrificio che comporta la lontananza prolungata e i tempi di lavoro, disagi condivisi e non sempre fare ritorno a casa…
Idealmente esiste già, speriamo di vederlo presto a Grisignano.
Alloraaaa “ Facciamogli un MONUMENTO Al CAMIONISTA!!!!”
Ciao a Tutte/i sempre bello incrociare il nostro percorso con nuove colleghe, tramite la rete web, abbiamo conosciuto Titty… quale miglior presentazione di questo video simpatico e divertente… presto scriverà, se avrà tempo e voglia, lei stessa…
BUONA STRADA a Titty e a tutte voi!!!
quando diciamo che non conosciamo tutte le donne autiste ma che siamo davvero tante, non sbagliamo…
Su CRONACA VERA Nr 1945 c’era una simpatica vicentina… si chiama Debora, mamma, sportiva ed ha un sorriso invidiabile… oltre ad avere una grande passione per il suo lavoro naturalmente!!!!!; le piacerebbe ,per una volta, provare un’esperienza televisiva, un sogno nel cassetto… che le auguro di realizzare… Mi piacerebbe proprio incontrarla… per ora le auguro BUONA STRADA!!!
al cinema diverse volte i camionisti sono stati protagonisti di film più o meno conosciuti, propongo quelli che conosco e chiedo a voi se ne conoscete altri…
1. Lincoln Hawk (Sylvester Stallone) guida come Rambo e si allena come Rocky (nella cabina del TIR!) per vincere un torneo di braccio di ferro in Over The Top.
2. Anatra di Gomma. Nel film Convoy Kris Kristofferson interpreta un “truck driver” duro come un cofano. Anche se il soprannome non gli rende affatto giustizia.
3. Il conducente senza nome di Duel, invisibile quanto bastardo, protagonista muto del primo cult di Steven Spielberg che rende un TIR più minaccioso di uno squalo.
4. Jack Burton è un camionista sbruffone ( Kurt Russell) che con il suo ‘Pork Chop Express’cerca di sistemare un Grosso guaio a Chinatown.
5. Chiodo Arrugginito di Radio Killer. Altro horror “on the road” che vede protagonista un camionista psicopatico armato di motrice e rimorchio.
6. Jack Crews del film Black Dog. Patrick Swayze soffre i colpi di sonno ma per salvarsi dallo sfratto accetta di trasportare un ultimo pericoloso carico.
7. Nel film Teresa (1987)è Serena Grandi, la sexy camionista con l’accento romagnolo e l’air-bag incorporato.
8. Nino Patrovita (Giancarlo Giannini) guida un camion negli anni settanta nel film “Il Bestione”. Commedia all’italiana strafamosa…
9. Optimus Prime di Transformers. Un robot che si trasforma in camion: autista di se stesso.
10. Dennis Hopper interpreta John Canyon in Space Truckers– Camionisti spaziali e trasporta maiali… quadrati.
11. “I camionisti” altra commedia all’italiana con Gigi e Andrea.
Ho dimenticato qualche conducente che meritava di essere menzionato?
Da Professione Camionista Nr 144…Grazie Francesca, è stato un piacere conversare con te, Complimenti per ciò che ne hai tratto… Buona Strada con qualsiasi mezzo tu la percorra!!!
Ciao!!
E’ in edicola in questi giorni il nuovo numero di "ProfessioneCamionista" con un bell’articolo sulle lady truck: "Strade in rosa – Viaggio nel mondo delle donne camioniste" , scritto da Anna Francesca Mannai.
Tra le altre, le storie di Tania, di Marianna, di Caterina, di Alessia, di Sofia, di Nicoletta, un saluto a Michela e una pagina dedicata al nostro gruppo e alle nostre iniziative, come i calendari e i ricettari…
Sei pagine da leggere tutte d’un fiato!!
Buona strada all’autrice e a tutta la redazione!
Dopo tanto torno con un diario….Un diario che comincia di domenica mattina…..direzione Giussano, sede del Coast to coast truck team, c’è il tradizionale scambio di auguri di Natale. Fa un freddo “gelido”, ai lati delle strade ancora la neve caduta venerdì. Non siamo in molti, ma come si dice “pochi ma buoni”!!!! Chiacchiere e saluti, fette di panettone e pandoro e racconti di viaggio, risate e foto col cellulare, il tempo vola e salutiamo gli amici di sempre!!! Che mi dicono di fare gli auguri a tutte le ragazze del gruppo,lo faccio anche se un po’ in ritardo…è il pensiero che conta però!!!
Lunedì mattina in scuderia il termometro segna -6°C, non sono convinta che il pupetto partirà, ha un po’ di problemi ultimamente…e invece va in moto al primo colpo…non ci capisco più niente! Carichiamo per Como, poi torniamo e carichiamo per Milano e il terzo giro è per Novara. Ha fatto freddo tutto il tempo, il termometro fisso sui -3°C….quando usciamo per andare a Novara incomincia a fioccare, l’avevano detto, arriviamo a Biandrate alle 4 del pomeriggio, 5 bancali da consegnare in una logistica di una nota marca di supermercati…entriamo subito…scarichiamo subito, ma per il controllo bolle ci vogliono SOLO più di 3 ore, poi ritiriamo i bancali e via, nell’altro posto non ci sono problemi di orario, intanto però il mondo è diventato bianco di neve…alcune telefonate col capo, il viaggio per la toscana salta….usciamo a Mesero per prendere la superstrada per la Malpensa ed è un bailamme unico, le rampe in salita sono impraticabili….ci vorrà più di un’ora per riuscire ad andar via da li…ci dobbiamo incolonnare su due file, e quando fai rientrare due o tre auto ecco che subito altre partono da dietro a sorpassare sulla destra per “rubarti” il posto in colonna…all’ennesimo che lo fa apro la porta di destra e lo guardo, lui abbassa il finestrino e mi chiede dove vogliamo andare…Noi? E tu? Tu che sei uscito mezz’ora dopo dal casello e hai fatto il furbo? A Natale tutti più buoni o stronzi uguale????
A casa ci arriviamo a mezzanotte….
Martedì mattina…ci avevano detto di stare a casa ma poi ci chiamano,il pupetto ha deciso che oggi non lavora….non ne vuol sapere di partire, cosi prendiamo il camion di un collega per andare a fare una presa, e poi un’altra e altre ancora, le strade ora sono abbastanza pulite. Torniamo in scuderia e andiamo a casa. Ci sarà da partire con l’autotreno stasera , ma un altro è andato a scaricarlo e non è tornato, e ci vuole tempo a caricarlo…Cosi ci stacchiamo dalla ribalta che son quasi le dieci di sera…e fiocca di brutto, è arrivata nuovamente la neve, il rimorchio fa slittare un po’ la motrice sulla rampa in salita, ma poi viene su e si va…La neve ci abbandona a Milano, diventa pioggia, ma il problema è il traffico allucinante delle BM, tutti in direzione sud per le vacanze di Natale, in tangenziale DILUVIA è c’è uno spargisale in azione, a Milano sud hanno lasciato aperto solo due caselli e c’è colonna, parlano di ghiaccio per terra…ci fermiamo a S.Zenone, parcheggiamo come sempre lontano dal bar, ma io di ghiaccio per terra non ne trovo…. Prendo il volante e vado, sarà una lunga notte…prima tutti vanno piano perché leggono sui tabelloni del pericolo ghiaccio, ma quello sarebbe il meno, anche quando non è più riportata la segnalazione continuano a viaggiare a 50 km/h in corsia centrale, e non si vogliono spostare, ma la corsia di destra per chi è? Prima di Parma c’è un brutto incidente, ma si passa tutto sulla destra, una BM arriva in sorpasso fino all’ultimo nonostante noi avessimo tutti le 4 frecce, rientra tra me e il camion dietro e…si ferma a fare le fotografie…sento il collega che gli impreca…io per un paio di km non ho più nessuno dietro…ma non è finita…poco più avanti si tira di nuovo il paracadute, 4 frecce…velocità 20/30 km/h…ci sono gli spazzaneve in azione davanti…ma se di neve non ce n’è nemmeno a pagarla e piove? E non fanno passare nessuno fino a Campegine, cosi si crea di nuovo il mucchio e tutto quello che ne consegue…a Modena nord finalmente una BM che mi aveva fatto rischiare non so quante volte perché sorpassava, frenava in sorpasso e obbligava chi sopraggiungeva a manovre brusche, anche a buttarsi di colpo davanti a me, se ne esce in autogrill…gli passo di fianco a trombe spianate….! E quando ci vuole ci vuole. Fino a Bologna è una pacchia, sembra che per miracolo il traffico si sia dissolto. Ma i tabelloni portasfiga ci segnalano code a tratti tra Sasso Marconi e Pian del Voglio. A tratti vuol dire che si rallenta e si va, o no? Però al baracchino parlano di colonne completamente ferme…L’alternativa è la Porrettana, ma con l’autotreno non ci vado. Passo Sasso a velocità di crociera, entro in galleria, la terza corsia è chiusa per un veicolo in panne, lo passo, ma cominciamo a rallentare e prima dell’uscita della galleria siamo completamente fermi.
Dopo 5 minuti spengo motore e luci, il tempo sembra immobile, altri colleghi fanno come me, alcuni tengono accese le luci di posizione, ogni tanto si vede gente avviarsi a piedi verso l’uscita del tunnel…a chi chiede al baracchino cosa c’è rispondono solo traffico, che non c’è nulla, forse qualcuno che si è addormentato in coda, qualcuno dice che 3 ore prima era già cosi, che ha dormito un po’ in piazzola ma non è cambiato nulla…è strano il silenzio che si forma in un tunnel, scambio qualche parola dal finestrino col collega del bilico di fianco, dopo 40 minuti si mettono tutti a suonare le trombe, forse per esorcizzare l’angoscia di essere bloccati li dentro, funziona però: a 45 minuti di sosta esatti metto la marcia e si parte…si fa per dire, quando comincia la salita siamo tutti ammucchiati, qualcuno cerca di sorpassare, ma non c’è molto modo di farlo, poi cominciano le buche, all’uscita di una galleria ne prendo una che mi smolla tutti i bulloni del camion e mi fa cadere tutti i denti….e da li in avanti ci sarà da stare attenti, parecchie BM sono ferme a cambiar gomme…degli operai cercano di tappare delle buche, schiacciano l’asfalto caldo con i piedi (anno 2009!!!!). I tabelloni portasfiga più volte riportano la segnalazione di nebbia a banchi, in realtàha iniziato a diluviare, la temperatura è SALITA a + 13 °Ce c’è un vento che a volte ti sposta il rimorchio…me ne sto tranquilla in corsia di marcia dietro alla fila, sono ancora in orario, non mi va di fare come certi colleghi dei corrieri espresso che sorpassano tagliando le curve o all’imbocco delle gallerie e poi ti rientrano frenando…mannaggia a loro e agli orari di consegna…Poco dopo le 4 parcheggio davanti al deposito, 45 minuti e aprono. La giornata sarà lunga, perché dobbiamo aspettare della merce di ritorno, cosi passo le ore al telefono con amici e amiche, fa caldo, veramente, ci sono più di 20°C, non sembra vero!!! Torniamo ad agganciare il rimorchio, c’è un traffico pazzesco intorno a Prato, mai visto cosi tante BM a quest’ora, saranno tutti affaccendati nelle ultime compere per il Natale? Sembra di si! Un’altra telefonata e una sosta all’autogrill di Serravalle Pistoiese, aspettiamo un caro amico, tanto ormai è tardi e mezz’ora più o meno non cambia nulla. Chiodo arriva di li a poco, saluti, baci, un caffé, qualche foto di rito e una bella chiacchierata davanti ai camion, è strano che al 23 dicembre faccia cosi caldo!!! Poi andiamo insieme fino allo svincolo della Cisa dove noi svincoliamo e lui prosegue per Genova: ciao amicone, alla prossima!! E’ sempre un piacere incontrarti!! Sull’A 15 diluvia, in salita non c’è nessuno, ma al valico raggiungo un po’ di camion e mi accodo, faccio la camionara prudente, è l’ultimo viaggio, non voglio rischiare!! Sosta cena a Medesano, mi faccio tentare dal camioncino della Coca Cola in offerta con la bibita, un regalino extra per Natale, e dopo la pausa dritti fino in scuderia. La vigilia non si lavora, parcheggiamo motrice e rimorchio in ribalta e si va a casa…saluto il pupetto che è ancora li fermo in mezzo alla neve…mette trisrìtezza…
molti di noi leggono poco, solo riviste di settore e il quotidiano quando ci sono notizie che ci riguardano, o cronaca locale, che di questi tempi è sempre nera e non solo per i delitti, ma anche per l’andamento in peggiorare del mondo del lavoro… dicono bene che bisogna fare uno sforzo e proiettarsi verso un futuro, ma chi ce l’ha? Orientarsi su cosa? Credere a chi?
Questi giorni di festa, più perchè non si lavora che per la voglia di festeggiare, ci godiamo la famiglia, la casa e abbiamo forse un ritaglio di tempo per leggere… Ho trovato due racconti in cui i camionisti, in un certo senso vengono coinvolti… li vorrei condividere, sugli autori niente da discutere, uno ha dato vita al famoso "Don Camillo" e l’altro è un famoso emiliano che spesso parla dei suoi viaggi ed esprime le sue opinioni su infrastrutture ecc ecc..
Il mestiere di mio padre
Con uno stile piacevole l’autore in questo brano ci dimostra come alcune professioni siano poco note e apprezzate.
La lettura di un tema, svolto dalla figlia, sulla vita, il carattere e il lavoro dei genitori fa nascere una discussione familiare: lui, il padre, oltre che fare qualche lavoretto in casa, non ha un mestiere; questo almeno secondo l’opinione dei figli, che sono guidati, specie perché sono ancora fanciulli, da criteri di concretezza, quello che non è richiesto non è utile. Il mestiere del padre, giornalista e scrittore, non è necessario, come quello del sarto, del calzolaio, dell’avvocato o del medico. Interviene la moglie dell’autore. Dopo alcune recriminazioni sulla laurea non presa, lei e i figli concludono che ormai è troppo tardi, perché il papà si metta ad esercitare un mestiere importante. Tanto è rimasto:squinternato ed incosciente come quando era giovane. Quella sera, finita la cena, intimai alla Pasionaria: La borsa! La Pasionaria mi guardò, poi si volse verso Margherita: Il babbo vuole la borsa dell’acqua calda. Dov’è? Intervenni con energia: Non ho chiesto la borsa dell’acqua calda! Voglio la tua borsa di scuola. La Pasionaria parve molto stupita. La mia borsa? – borbottò. – E cosa ti serve? voglio vedere quello che fai a scuola. La Pasionaria si avviò lentamente verso l’angolo dei giornaletti borbottando: Però, se ognuno si occuperebbe, degli affari suoi, sarebbe meglio!… Ebbi la borsa e incominciai a sfogliare i quaderni. Mi interessai particolarmente di quello del comporre e, proprio in questo, trovai qualcosa che mi preoccupò vivamente. TEMA: Parla dei tuoi genitori. Descrivi la loro vita, il loro carattere, il loro lavoro, SVOLGIMENTO: I miei genitori sono brava gente. Mia mamma è l’angelo del focolare e cucina sul Liquigas le vivande saporite che rallegrano il nostro desco, ma io preferisco il salame, il culatello e le patate lesse. Mia mamma si preoccupa sempre che noi siamo in ordine perché se no la gente dice che sembriamo degli zingari. Allora chiama tutti i giorni una signora che rammenda, cuce e stira molto bene, la quale rimette a posto i nostri abiti e quelli di mio babbo. Mio babbo è il sostegno della famiglia ed è molto laborioso perché è sempre in giro per la casa a piantare i chiodi per i quadri, stringere la vite del rubinetto dell’acqua, regolare il bruciatore della nafta per i termosifoni, oppure sorvegliare i muratori o il falegname. Mio babbo ogni tanto lava l’automobile e poi l’asciuga con lo strofinaccio di pelle. Mette anche l’acqua dentro il buco del radiatore e guarda il livello dell’ olio nel motore. Mio babbo è anche capace di scrivere a macchina, in nero oppure in rosso. Gli piace la lettura e legge molti giornali. Tutte le settimane va in automobile a Milano e poi torna e mia mamma è contenta perché o c’è da accomodare la luce elettrica, o c’è da fare il rifornimento della nafta, o c’è l’orologio grosso da ricaricare eccetera. Come carattere i miei genitori sono nervosi ma buoni e abbastanza simpatici e, anche se delle volte mi fanno inquietare, io li perdono sempre. Lessi il componimento, poi mi rivolsi alla Pasionaria: Dunque tutto il lavoro di tuo padre consiste, nell’appendere, quadri, nel ricancare l’orologio e nell’andare in automobile a Milano. E i quattrini che servono a me e a voi per vivere, dove li prendo? La Pasionaria si strinse nelle spalle: Me non mi occupo degli affari degli altri. Saggio principio! – esclamai. Però una figlia avrebbe come minimo l’obbligo di conoscere il mestiere di suo padre. Non sai che io, oltre a riparare il rubinetto del lavandino e l’interruttore della luce, scrivo petti giornali e faccio dei libri? Si capisce che lo so, – rispose la Pasionaria. – Ma quello lì non è un mestiere come il falegname, il medico, il meccanico o l’avvocato. E cos’è, allora? – gridai. E una cosa così. Tutti sono capaci di scrivere delle cose. Invece se uno non è dottore non è capace di tagliare una gamba. Mi indignai Dunque tuo padre è semplicemente un disgraziato senza mestiere! La Pasionaria non si impressionò: Si dice mestiere quando uno fa qualcosa di cui c’è bisogno. Quando uno ha bisogno di un vestito chiama il sarto, quando uno ha bisogno di una medicina chiama il dottore, quando uno ha bisogno di fare una tavola chiama il falegname. Quelli sono mestieri. Nessuno chiama mai lo scrittore perché ha bisogno di una storia da piangere o da ridere. Tu, però, le leggi le storie dei tuoi libri e dei tuoi giornali! – urlai. Non c’entra, – replicò la Pasiònaria. – Ci sono dei bambini che non le leggono e non succede niente. Però, se un bambino ha le scarpe rotte e non c’è il calzolaio che gliele accomoda, deve camminare a piedi nudi, oppure se un uomo deve andare in tribunale e non c’è l’avvocato, finisce in prigione. Non potevo impiantare con la Pasionaria la discussione massiccia che il caso richiedeva. Del resto intervenne, a impedirmelo, Margherita: Ecco, – sospirò Margherita. – I fatti mi danno ragione un’altra volta ancora. Quante volte ti ho detto: "Finisci gli esami, Giovannino; prenditi la tua laurea. Procurati un mestiere: nessuno ti impedirà poi di continuare a scrivere, ma sarai un uomo a posto, non un disgraziato senza arte né parte". Non ti lagnare se oggi i tuoi figli ti dicono che non hai un mestiere. Albertino intervenne: Se il babbo volesse, – disse a Margherita, – potrebbe dare gli esami e prenderla adesso la laurea! Troppo tardi! – rispose Margherita. – Dovrebbe ricominciare tutto da capo: non si ricorda più di niente. Non vedi che non si raccapezza neanche quando tu gli domandi qualche spiegazione di latino o di matematica? Non importa, – protestò Albertino,- Se si applicasse riuscirebbe. È intelligente. L’intelligenza non serve a niente quando manca completamente la memoria. Ormai quello che è fatto è fatto. Non ci son più speranze. La Pasionaria fece udire la sua voce: Se non può prendere il diploma, potrebbe sempre fare un altro mestiere. Per esempio, aprire una bottega. Per fare il bottegaio non ci vuole il diploma. Margherita rise: Darsi al commercio lui, un uomo che ha passato la sua vita sbagliando tutti i suoi affari, firmando i contratti più disgraziati, guadagnando dieci dove chiunque, al posto suo, avrebbe guadagnato cento! Non ci pensare neppure: se aprisse un negozio. fallirebbe in quindici giorni. Potrebbe fare il rappresentante, – propose Albertino. È un sentimentale: nessuna forma di commercio è fatta per lui, – affermò Margherita. Potrebbe fare il camionista! – esclamò la Pasionaria. – Ha la patente e sa guidare. Margherita scosse il capo: Il lavoro umano Mestiere duro! Oramai è vecchio, ha i nervi logori, l’occhio stanco. La Pasionaria mi guardò sinceramente dispiaciuta. E allora, – si rammaricò, – non può fare proprio più niente, poveretto? Margherita scosse il capo: Niente di niente. Può soltanto continuare a tirare avanti alla giornata come ha fatto fino ad oggi. Continuare a vivere come un uccello su un ramo. Squinternato e incosciente come il primo giorno che l’ho conosciuto. La Pasionaria si ribellò: È inutile che adesso fai tante storie! – disse a Margherita. – Se era squinternato e incosciente perché l’hai sposato? Margherita allargò le braccia: Forse perché io ero più incosciente di lui.
La Pasionaria rimase molto colpita dalla rivelazione materna. Troncò il discorso e si appartò per rimettere in ordine la sua borsa. di Giovanni Guareschi
Il camionista
Faccio il camionista da vent’anni e in vent’anni mi sono addormentato due volte al volante, ho rotto la gamba a un ciclista, ho ammazzato una mucca e qualche centinaio di gatti; inoltre una volta sono entrato con il mio camion in una vetrina. Possono sembrare molti questi guai, ma bisogna considerare che faccio centomila chilometri all’anno e che questa cifra, moltiplicata per venti, significa sessanta volte il giro del mondo: sono un astronauta, ecco che cosa sono, che fa tre orbite in un anno, con otto ruote e duecento quintali sopra. Guidare l’autotreno tutto l’anno è una cosa da cani: ci si abitua forse a tanti lavori pesanti, ma a guidare un autotreno non ci si abitua: la nebbia è sempre nebbia, i ciclisti di notte senza fanalini sono sempre ciclisti che si possono mandare all’ospedale, i sorpassi con venti tonnellate sono sempre avventure. Comunque, dopo vent’anni, non è facile cambiare mestiere; così si continua a viaggiare. Per fortuna adesso costruiscono dei camion che si guidano come automobili: servosterzo., servofreno, c’è un sacco di servi che ti aiutano a tenere la strada, e poi anche le cabine sono in gommapiuma: insomma facciamo, da signori, una vita da cani.
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...un gruppo di amiche/colleghe camioniste che hanno deciso di viaggiare anche in rete! ...e di trovarsi in questo "Truckstop" x condividere la propria passione x il camion!
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