Archive for Marzo, 2022

Due cuori e un camion, o due…

 

La storia di una coppia di camionisti, dalle pagine di Camionefurgonimagazine, “Lola” e “Jesus”  raccontano a Gabriele Bolognini come si sono conosciuti, il loro mestiere, le loro passioni, i sogni per il futuro…

Buona strada a tutti e due!!!

Questo è il link dell’articolo:

http://www.camionefurgonimag.com/lola-e-jesus-due-cuori-e-un-camion-o-due/

Inizia cosi:

“Lola” e “Jesus” due cuori e un camion, o due

28 marzo 2022
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Entrambi camionisti, entrambi appassionati di fuoristrada, di metal rock alternative e progressive… gli ingredienti ci sono tutti per una buona carbonara…

LEI

Nome: Marta

Cognome: Bertazzo

Età: 39

Città di nascita: Padova

Anzianità di servizio: 13 mesi

Settore di attività:

Trasporto Alimenti Freschi

Nickname: Lola

Dove vivete?

In campagna, in una frazione dimenticata dall’Universo, nel cuore del Polesine.

LUI

Nome: Marco

 

Cognome: Sacchetto

Età: 31

Città di nascita: Noventa Vicentina

Anzianità di servizio: 10 anni

Settore di attività:

Trasporto prodotti petroliferi

Nickname: Jesus

Dove vivete?

Pezzoli, frazione di Ceregnano in provincia di Rovigo.

Perché Lola?
È un soprannome che mi hanno dato gli amici, mi piaceva come suonava pronunciato da loro, era dolce e l’ho mantenuto. È il titolo di un brano della band danese Volbeat che racconta di una pole dancer… beh anche questo riferimento non è stato un caso! 
Perché Jesus?
Perché se mi sciolgo i capelli, con la barba assomiglio

a Gesù Cristo, soprannome che risale a un po’ di anni fa.

Me lo diedero degli amici ma prima ancora, un carrellista

di una cartiera che rideva ogni volta che mi vedeva mi

svelò che il motivo era il medesimo! 

 

Il primo incontro?
Ad un concerto live di una band amatoriale. Entrambe avevamo le nostre vite sentimentali quindi si è trattato soltanto di un saluto, qualche battuta, niente di che. A pensarci bene mi ero interessata più al suo fuoristrada V8 che a lui.

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Il primo incontro fu durante una serata in un music-pub. Io e alcuni miei amici per hobby avevamo l’attrezzatura per far service audio (dato che anche noi eravamo musicisti) e mentre stavamo montando il tutto lei comparve a sostegno della band ma fino a quel momento non ero a conoscenza della sua esistenza. 

 

 
La scintilla?
Diciamo che più che una scintilla immediata si è trattato di un fuoco partito con il metodo dell’archetto!

Siamo diventati amici perché mi aveva incuriosito il suo essere attratto dallo spirito di avventura.

Era l’unica persona che conoscessi ad avere un fuoristrada anziché un’auto nuova sportiva e l’unica ad avere una tenda da tetto invece di un camper lussuoso.

Passavamo il tempo scrivendoci, tra risate e raduni di fuoristrada americani.

Lui si è innamorato prima di me, anche se non lo ammetterà mai!

Io volevo solo una storia estiva ma qualcosa è andato meravigliosamente storto.

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Sempre quella sera! Ah ah ah, scherzo…

Abbiamo avuto modo di conoscerci nel tempo. In seguito a vari fattori avevamo stretto una buona amicizia, poi, prima per me, e poi per lei le cose son chiaramente cambiate. In seguito, ci siamo avvicinati sempre di più.

 

Camionista per passione?
Prima di fare questo mestiere ho lavorato nel settore del web digitale insieme ad altri due amici soci per quasi quindici anni. Ma ad un certo punto quel lavoro non mi dava più soddisfazione. Non riuscivo più ad esprimere la mia creatività. Stava diventando una routine. Così ho deciso di mollare. Proprio in quel periodo stava nascendo in me una gran passione per le auto fuoristrada. Così ne comprai una ed iniziai a partecipare ai raduni. Mi affascinava la sfida di percorrere strade impossibili immersi nel fango. Diciamo che l’appetito vien mangiando… volevo spingermi oltre. I camion sarebbero stati la mia prossima meta. Nel mese di febbraio 2020 mi sono iscritta all’autoscuola e, tra una pandemia e l’altra sono riuscita a prendere tutte le patenti compreso il CQC.  A quel punto dovevo cercare lavoro. Andai a trovare mio cugino che lavora presso la Trans Lusia, un importante consorzio veneto di autotrasportatori. Mi fecero fare una prova e il 20 Febbraio 2021 mi presero. Dopo un mese e mezzo di affiancamento sono stata catapultata direttamente sul bilico. Oggi mi sembra incredibile di trovarmi qui a raccontare questa storia e, soprattutto, di fare questo lavoro che amo, con tutti i suoi pro e i suoi contro.


Certamente questo è un mestiere che si fa per passione. O ce l’hai, o è meglio che lasci perdere. Io iniziai a lavorare appena prese le patenti nel 2012 come autista dipendente. Nel corso del tempo son passato dal centinato alla cisterna. Oggi guido per un’azienda a conduzione familiare che fa trasporti e commercio di prodotti petroliferi. Sono alle loro dipendenze da più di quattro anni e mezzo e direi di aver trovato il giusto luogo con il giusto equilibrio.

(…) Il resto della storia (con tutte le foto)  lo trovate sulla pagina di camionefurgoni mag:

http://www.camionefurgonimag.com/lola-e-jesus-due-cuori-e-un-camion-o-due/

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Le donne sono la futura risorsa dell’autotrasporto?

 

Le donne sono la futura risorsa dell’autotrasporto? E’ la questione che si pongono in questo articolo di IT RISORSE:

https://www.itrisorse.it/tag/donne/

Inizia cosi:

 

Donne sui camion

 

Oggi vorremmo parlare di stereotipi di genere, che dovrebbero essere completamente scardinati e accantonati. Se è vero che solo il 2% degli autisti professionisti di camion sono donne è anche vero che quando vi è passione e viene data la possibilità di inserirsi in questo mondo la professionalità e l’efficienza di una donna al volante è perfettamente comparabile a quella di un uomo.

Le autotrasportatrici sono ancora poche; eppure, non bisogna assolutamente incorrere nell’errore di raccontare le loro storie in modo favolistico o paternalistico: sono lavoratrici, donne e camioniste.

Il maschilismo dilaga quando si parla di donne sui camion

Come abbiamo detto questo è un mondo che conta ben 13 mila unità e solo il 2% di esso è composto da donne, ciò permette che un certo tipo di maschilismo possa serpeggiare sia in chi di questo mestiere vive sia nelle aziende che utilizzano o hanno a che fare con gli autotrasportatori.

In questo caso IT Risorse si schiera al fianco di chi combatte ogni giorno per portare in questo mondo:

  • Equità.
  • Equiparazione degli stipendi.

Per farlo bisogna affrontare l’argomento e scardinare i luoghi comuni che permettono a ognuno di noi di immaginare le donne al volente sui camion come entità indistinte in un mondo di uomini. Questo, ovviamente, non è vero e ogni donna che sale su di un mezzo pesante possiede lo stesso grado di qualità di qualsiasi altro autotrasportatore.


 

(….) Il resto dell’articolo sulla pagina ufficiale

https://www.itrisorse.it/tag/donne/

 

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Il libro e voi!!!

 

Nuovi ” scatti”  del nostro libro nelle vostre mani!!!

Lady truck Marzia, una delle “scrittrici!

Un’amica, Dafne

Una collega, Joara

Buona lettura e buona strada sempre!!!

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L’hanno finita!

 

Per chi, come me, ha passato “i miglior anni della propria vita” in coda sul tratto appenninico dell’Autostrada del Sole, questa non può essere che una bella notizia! (Peccato che di li non vado praticamente più) .   Ieri, 19 marzo 2022,  hanno inaugurato l’ultimo tratto a tre corsie, quello in direzione sud che va da Barberino del Mugello a Calenzano. Con un’altra lughissima galleria, più di 7 km, denominata Santa Lucia. In direzione nord dovrebbero usare i vecchi tracciati in parallelo, se ho capito bene.

Ho trovato un paio di video su youtube, uno ufficiale e uno amatoriale che raccontano l’evento.

Buona strada a tutti sempre!

 

 

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La storia di Beatrice, una giovane collega !

 

Vi ricordate di Beatrice?  Qualche settimana fa le ho consegnato il nostro libro, ora la sua bella storia la potete leggere sulla  pagina di “Uomini e trasporti”  a firma di Elisa Bianchi.

Una ragazza giovane ed entusiasta di aver intrapreso questa professione, a cui auguriamo tanta buona strada per il futuro!!! Vai Beatrice!!!

Questo è il link dell’articolo:

https://www.uominietrasporti.it/uet-blog/anche-io-volevo-il-camion/beatrice-donghi-dal-cantiere-al-camion-inseguendo-il-sogno-dellautotrasporto/

E questa è la prima parte della sua storia:

Beatrice Donghi, dal cantiere al camion inseguendo il sogno dell’autotrasporto

Classe 1995, varesotta, diplomata in lingue, inizia a lavorare nell’azienda di famiglia che si occupa di edilizia. Poi, da qualche piccola consegna con il furgoncino a conseguire le patenti C, E e Cqc, salire su un bilico e non scendere più, il passo è stato breve

Si chiama Beatrice Donghi, classe 1995 e originaria della provincia di Varese. Colpisce la sua storia perchè Beatrice non è “figlia d’arte”, ma ha un curriculum professionale che lascia innegabilmente di stucco chiunque. Diplomata in lingue, inizia a lavorare da subito nella ditta edile di famiglia. «Dato il mio titolo di studio mi sarei dovuta occupare della parte di ufficio, ma un giorno mi è stata chiesta una mano con il furgoncino della ditta e da quel giorno io l’ufficio non l’ho più visto». All’epoca, però, Beatrice non dava una mano solo alla guida del furgoncino. «Facevo di tutto all’occorrenza, anche la manovale quando c’era da aiutare in cantiere. Preparavo la malta, guidavo gli scavatori e i muletti telescopici. Sono cresciuta tra i cantieri e trovarmi lì a lavorare è stata una conseguenza naturale. Per me era come lavorare con tanti zii, perché i dipendenti mi hanno vista crescere e anche per loro la mia presenza lì era del tutto normale». La strada di Beatrice, però, stava per cambiare e questa volta non per naturale evoluzione delle cose, ma per una passione nascosta in lei da sempre.

Come è andata?

Dopo aver preso la patente C e il CQC per tre anni ho guidato un camion con cassone ribaltabile e gru, ma lavorare in famiglia non è sempre facile, iniziava a pesarmi il fatto che non ci fosse una separazione tra vita famigliare e vita lavorativa e soprattutto più guardavo i camion, più mi brillavano gli occhi e mi convincevo che fosse quella la mia strada. Così ho preso il coraggio con due mani e comunicata alla famiglia la mia decisione – accolta favorevolmente e sostenuta – ho cercato lavoro come autotrasportatrice. Ho mandato una trentina di curricula in una sola notte e la mattina successiva sono stata ricontattata da un’azienda della zona, che è quella per cui oggi lavoro. Per i primi tre mesi ho lavorato nell’ambito dei traslochi e nel mentre studiavo per prendere la patente E, ma dal giorno successivo al conseguimento il mio sogno si è realizzato. Sono salita sul bilico e oggi non ho intenzione di lasciarlo.

Che cosa trasporti?

Di tutto: bobine di carta, tubi di plastica, alimentare non da frigo, polimeri di plastica. Una cosa però è rimasta in comune con il mio precedente lavoro: capita ogni tanto di trasportare ancora cemento.

Che viaggi fai?

Lavoro prevalentemente nel Nord e nel Centro Italia e spesso capita di passare fuori le notti con il camion.

E come ti trovi?

Lavoro da poco in questo settore, ma mi sono resa conto da subito che la situazione per quanto riguarda i servizi non è delle migliori. Quando mi capita di trovare aree di sosta con servizi dedicati alle donne rimango davvero sorpresa, eppure mi è capitato. Una volta in zona Bergamo e un’altra in zona Brescello. Forse è un buon segnale.


 

(…) Il continuo della sua storia sulla pagina ufficiale di Uomini e trasporti

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La storia di Nikolina, una pioniera dalla Bulgaria

 

Alla storia di Nikolina  ci sono arrivata sbirciando nel fb di un amico (io non ce l’ho), c’era un articolo tradotto dal bulgaro, cosi me lo sono fatto inviare via mail e sono andata a cercare l’originale nel web. Ne ho trovato più di uno, naturalmente sono scritti in cirillico – impossibile per me leggerli – ma c’è il traduttore di Google e cosi ci ho provato…

Ne ho scelto qualcuno, li ho salvati, cosi come le sue foto, e ho cominciato a fare la traduzione, purtroppo alcune frasi non hanno molto senso (succede spesso col traduttore, anche con altre lingue), ma nell’insieme si capisce.

 

 

Alcuni link:

https://trud.bg/%D0%BF%D1%8A%D1%80%D0%B2%D0%B0%D1%82%D0%B0-%D0%B1%D1%8A%D0%BB%D0%B3%D0%B0%D1%80%D0%BA%D0%B0-%D0%BC%D0%B5%D0%B6%D0%B4%D1%83%D0%BD%D0%B0%D1%80%D0%BE%D0%B4%D0%B5%D0%BD-%D1%88%D0%BE%D1%84%D1%8C%D0%BE%D1%80-%D0%BD%D0%B0-%D1%82%D0%B8%D1%80-%D1%81%D1%82%D0%B0%D0%BD%D0%B0-%D0%BD%D0%B0-65/

https://novini247.com/novini/nikolina-maneva-e-parvata-jena-tiradjiya-v-balgariya-zad-garba_3907698.html 

https://www.168chasa.bg/article/10681059

Alcune foto: 

 

 

 

 

La storia è raccontata da sua figlia in un’intervista in occasione del 65° complenno della mamma che ora è andata in pensione. Una mamma veramente speciale: ha girato in camion Europa e Asia!

Ecco la traduzione:

Con velo e occhiali scuri nei paesi arabi: Nikolina

 

Nikolina Maneva è la prima camionista donna in Bulgaria. Alle sue spalle ha centinaia di viaggi in varie parti del pianeta. Ha viaggiato in tutta Europa e nella maggior parte del mondo arabo.

La donna bulgara si sta imbarcando in questo calvario
senza timore di dover dare indicazioni verso luoghi dove sono in pieno
svolgimento le feroci attività militari. In Iran, Libano e Siria, la gente del
posto non riesce a credere di vedere una donna al volante di una macchina da 40
tonnellate.

Solo pochi giorni fa, Nikolina ha compiuto 65 anni. Circondata dalle persone più  vicine, ha augurato la sua salute e il suo consenso. La sua storia emozionante è stata raccontata a “168 Hours” da sua figlia Jonah.

 
Jonah, tua madre è la prima donna camionista nella storia della Bulgaria. 
Quando e in che modo ha deciso che questa era la sua vocazione?

Sì, ai suoi tempi mia madre era in realtà la prima e unica donna in questa specialità
maschile. Mai prima d'ora vi era entrata, non aveva mai pensato di poterlo fare
 professionalmente. L'inizio è stato fissato da quando mio padre ed io ci siamo trasferiti
 a Sofia, dove ha iniziato a lavorare come autista di linea di autobus, e in seguito ha 
seguito corsi per autista professionista. Senza volere niente di speciale, gli venne in 
mente di offrirle un'istruzione. Mia madre acconsente immediatamente e intraprende
 per lei questo nuovo passatempo. Si iscrisse a un centro di formazione per leader 
internazionali e, con l'impavidità della sua giovinezza, accettò la sfida di studiare in 
questa scuola "maschile".
Dopo 6 mesi di studi terminò con un ottimo trionfo ed iniziò la professione di autista
 con un vero e proprio inizio alla grande. Fa subito sentire tutti disciplinati e responsabili. 
Poco dopo fece domanda per un lavoro nell'allora associazione statale d'élite 
Investigation Department of the District Prosecutor's Office International Road 
Transport - So Mat, che era l'orgoglio del sistema imprenditoriale 
socialista - una delle più grandi società di spedizioni e trasporti in Europa. 
In quel momento nella stessa azienda lavora attualmente mio padre, ed è stata 
subito approvata dal capo, quindi posso descrivere l'inizio del suo percorso in
 questo campo.
 
Vi ha detto che ha avuto momenti di tormento per il fatto che nel suo 
lavoro la classe maschile fosse la maggioranza incondizionata?
 
No, almeno non mi ha detto che era nei guai. Andava d'accordo con tutti i suoi colleghi. 
Né la guardavano in modo diverso solo perché era una donna. È abbastanza diretta 
e nel caso avesse qualcosa, lo diceva a se stessa senza tormento, e mio padre era 
accanto a lei. Tutti sapevano che erano una famiglia. Nessuno l'ha molestata. 
Anche altrimenti - si sono comportati in modo camerata e collegiale. Non sentiva 
alcun atteggiamento che la preoccupasse.
 
E quali carichi ha trasferito nei rispettivi punti? Ci sono stati dei rischi 
e durante il viaggio di ritorno in Bulgaria il suo camion è stato 
nuovamente sovraccaricato di merci destinate al nostro paese?
 
Non posso dirti esattamente quale carico hanno trasportato da un punto all'altro.
 Immagino fossero articoli di mercato come cibo, mobili e articoli per la casa. 
Era allora una delle più grandi aziende. Portavano ogni genere di cose. So che 
poco dopo aver iniziato a lavorare, le è stato affidato il compito di guidare una 
grossa nave cisterna che riforniva i terminal della compagnia. Non ha condiviso 
altri dettagli con me. Sono sicura che come donna, i suoi superiori 
probabilmente non l'hanno caricata di oggetti rischiosi.
 
Ha portato il capitano in passato? Si parla ancora del traffico di droga 
da parte dello Stato durante il comunismo?
 
No, posso dire esplicitamente che in nessun caso per i suoi 30 anni di servizio si è 
lasciata intenzionalmente rischiare la vita e la libertà. È una persona onesta e 
meritata e tutto ciò che hanno ottenuto con mio padre è stato fatto attraverso un 
lavoro intenso. Non accetterebbe mai di trasportare qualcosa di simile che 
danneggerebbe altre persone. Anche a costo del tuo lavoro; Sono sicura che avrebbe 
voluto essere licenziata invece di fare qualcosa di simile. Ancora una volta, stiamo
 parlando di veleno, che può avere conseguenze spiacevoli per le persone che lo 
usano. Per tutta la vita è stata contraria a cose simili.

 

In quali destinazioni è andata Nicolina?
 
Dopo che i suoi superiori si furono convinti che avesse notevoli qualità professionali, 
anche in giovane età, i responsabili del Dipartimento Investigativo della Procura 
Distrettuale del Trasporto Stradale Internazionale ( le  offrirono di seguire 
dei corsi all'estero).  Mia madre ha viaggiato in tutti i paesi europei, 
così come nei paesi del mondo arabo. Ha viaggiato in lungo e in largo e in due 
continenti: Europa e Asia. Dal mondo arabo era in Iran , Iraq, Libano, Siria, 
Pakistan, Tagikistan, la sua prima rotta fu Francia-Teheran, all'epoca molto tesa 
a causa della guerra in Iraq, ma accettò di percorrere 2.000 chilometri attraverso
 la Turchia e altri 1.000 Guidava in una carovana di camion, vestita di nero dalla 
testa ai piedi, con un velo sulla testa e occhiali scuri. - secondo le leggi dell'Islam.
 Al confine turco-iraniano, si è trasformato in una vera sensazione. Il capo della 
dogana ha esclamato che per la prima volta in 37 anni di lavoro al posto 
di blocco ha visto una donna al volante di una macchina da 40 tonnellate. 
Venne anche la polizia, perché nessuno riusciva a capire chi fosse questa signora, 
che girava tra i conducenti. Dopo aver accertato che fosse un impiegato di Willy 
Betz, la fecero entrare in testa alla colonna.
 
Ancora una volta, ha lavorato in tempi estremamente travagliati, fino
 al punto di agitazione nel mondo arabo. Ci sono ricordi chiari sui 
momenti in cui la sua vita era in pericolo?

 

C'è un rischio costante per la vita in questo mestiere, anche se non sei nel mondo 
arabo. Ho sentito tante storie, ma poi ero molto piccola e non davo un senso alle
 cose, non capivo quanto fossero devoti i miei genitori a me e a mio fratello Dimitar.
 Si trattava di darci le cose di cui avevamo bisogno.  Ho completato gli studi 
intermedi e poi mi sono iscritta a Giurisprudenza, così come mio fratello.
 Per quanto riguarda la domanda che mi fai, ricordo un caso del loro collega che è 
stato addormentato nel camion e poi gli è stato rimosso un organo dal corpo. 
Ci sono molte storie spiacevoli e fatali, ma per il benessere di coloro che ci 
circondano sono vive e vegeta.
 
E lei stessa ha assistito a panorami toccanti che riflettono la brutta 
faccia della guerra?
 
No, non ha raccontato storie così scioccanti sulla guerra nel mondo arabo. Hanno 
seguito direzioni pertinenti, con l'aiuto delle quali non hanno incontrato opinioni 
simili. Ancora una volta, i loro capi hanno pensato alla loro salute e sicurezza. 
Difficilmente sarebbero stati mandati nei punti più travagliati di un paese, dove, 
oltre a vedere qualcosa di spiacevole, poteva capitare loro qualcosa. Pensavano 
solo alla loro sicurezza.

 

Come consideravano la gente del posto il fatto che fosse una donna che 
guida un camion, a causa dei rigidi tabù religiosi e del rimorso dell'est?

 

Quello che ho sentito da mio padre Jordan sono storie dei suoi primi contatti con i 
doganieri alle frontiere. Queste persone sono state incondizionatamente scioccate 
dal fatto che una donna sotto il velo nero e gli occhiali stesse guidando un camion. 
Sotto shock non  in senso spiacevole. Sono rimasti stupiti dal suo coraggio. In 
qualche modo era insolito per loro vedere qualcosa di simile, perché le donne lì, 
sai, non sono autorizzate a lavorare nemmeno in una specialità leggera che non 
richiede molta forza e coraggio. Erano stupiti che mia madre si muovesse da sola 
attraverso i deserti del mondo arabo senza tormenti. Al confine con la Turchia, ad 
esempio, il doganiere è stato così sorpreso di vederla che le ha subito chiesto come
 avrebbe potuto recarsi in questi paesi se, ad esempio, ci fosse stata una sanguinosa
 guerra in Iraq.
 
Durante le guerre, quando certi pacchi venivano fermati alle frontiere, 
bisognava “riscattarsi”. Ha dovuto farlo in passato?
 
Sinceramente, non credo che avesse dovuto fare una cosa del genere. Non so se 
abbia avuto casi del genere, né che in passato abbia dato riscatti. Ho sentito 
parlare di pratiche simili, ma nella sua carriera professionale non ha riscontrato 
nulla di simile. Forse i suoi capi hanno scelto le direzioni giuste per evitare simili 
difficoltà che rallenteranno il lavoro dei loro dipendenti.

 

Come pensi che abbia accettato e superato tutti questi test?
È una donna coraggiosa e abbastanza forte. È il nostro sostegno e orgoglio, 
così come per i suoi adorabili genitori: i miei nonni Stoyanka Kancheva e Ivan 
Kanchev. Posso dirti che durante tutta la sua vita intenzionale, non si è mai 
lamentata del suo lavoro. Ha detto che c'erano complicazioni da risolvere che
 l'hanno scoraggiata, ma in nessun caso si è arresa. Immagino le cose che ha 
passato, ma non le ha condivise con noi, per non preoccuparci.

 

E aveva altre colleghe che hanno iniziato a lavorare in una fase 
successiva rispetto a lei? Cosa ha consigliato loro?
 
No, esplicitamente: è stata la prima e unica donna del suo tempo. Non ce n'erano 
altre nel 1988. Era circondato solo da uomini. Molto più tardi, la classe femminile 
è entrata a far parte di questa specialità. Forse fino ad allora mancava la 
determinazione. Mia madre non ci ha pensato.
 
Fonte: glasnews.bg


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Non è uno sciopero…

 

Non è uno sciopero… per molti autotrasportatori è una necessità: restare fermi per non indebitarsi ulteriormente… nell’attesa che chi di dovere faccia il suo DOVERE…

Pubblico qui alcuni link dalla pagina di Trasporto unito, che riassumono i fatti degli ultimi giorni:

https://www.trasportounito.net/da-lunedi-si-ferma-lautotrasporto-italiano/

https://www.trasportounito.net/tir-trasportounito-di-fronte-alla-tensione-la-commissione-scioperi-preferisce-ignorare-lemergenza/

https://www.trasportounito.net/crisi-dellautotrasporto-italiano-ai-box-almeno-70-000-veicoli-pesanti/

E il testo dell’ultimo articolo:

 

 

Crisi dell’autotrasporto italiano: “ai box” almeno 70.000 veicoli pesanti

Nessuno sciopero, ma le imprese domani decideranno liberamente di spegnere i motori

Secondo una prima stima stilata sulla base dell’esito delle assemblee che si stanno svolgendo in varie regioni, domani non accenderanno il motore circa 70.000 mezzi pesanti (fra bilici e autotreni), in seguito alla decisione delle imprese di autotrasporto di non caricarsi di ulteriori oneri finanziari per l’impossibilità a far fronte da sole agli aumenti record nel costo del carburante. Solo grazie all’intervento in extremis di molte società della committenza, che hanno riconosciuto all’autotrasporto una parte degli extra costi in tariffa, il numero dei mezzi che non partiranno, non sarà di quattro volte maggiore.

“Ciò accade indipendentemente da qualsiasi sostegno e coordinamento – ha affermato Maurizio Longo, segretario generale di Trasportounito – fornito dalla nostra Associazione a livello nazionale”. “Trasportounito, quindi, per evitare ulteriori contenziosi con la Commissione scioperi, nel ribadire che non è mai stato proclamato un “fermo nazionale”, non può far altro oggi che confermare come ciascuna impresa sia libera di decidere se continuare o meno a sottostare ad obblighi contrattuali gravosi ovvero a subire ricatti operativi e finanziari”.

 

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Il premio a Gabriella!

 

Il video della consegna del Sabo Rosa 2022 a Gabriella!

Complimenti e Buona Strada!

 

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Auguri da tante donne!

 

Questa bella serie di auguri per l’8 marzo da parte di un gruppo di colleghe è sul sito di Camionefurgonimagazine a questo link

http://www.camionefurgonimag.com/8-marzo-festa-delle-donne/

Questi sono i primi:

 

8 marzo, Festa delle Donne

8 marzo 2022

Abbiamo voluto celebrare questa importante ricorrenza con una raccolta di pensieri di donne che fanno parte del mondo dei trasporti…

Caterina Zanghì – camionista

“A tutte le Colleghe Camioniste, Differenti e Uniche… Un Caloroso Abbraccio & Auguri per la Nostra Festa. By Cat la Sicula”

 

 

Betty Sangalli – camionista

“Vorrei meno discriminazione. Purtroppo, ancora oggi ormai, anno 2022, è vergognoso… comunque a tutte le donne, che fanno come me questo mestiere, un grande forza e coraggio, un abbraccio a tutte!”

 

 

Paola Gobbetti – camionista

“Il mio pensiero va a tutte quelle donne che tutti i giorni lottano per realizzare un loro sogno, che sono costrette a metterlo da parte perché la vita non lascia loro la giusta tregua per potersi godere i frutti dei loro sacrifici. Questa ricorrenza è dedicata a chi resta sola lottando ogni giorno per arrivare a fine giornata con almeno un sorriso che le porta a dire “che bella la vita”. A quelle donne che non mollano mai nonostante tutto. Nonostante la passione che ha unito mio marito e me, sia la stessa che ci ha separati per sempre, ancora adesso amo quei camion che spero di tornare a guidare. A tutte quelle donne che non smettono di sognare.”

Barbara Strozzi – camionista

“Auguri a tutte le donne! Alle donne forti che ogni giorno combattono piccoli ostacoli per poter andare avanti, e auguri alle donne più fragili perché riescano a trovare dentro di loro la forza per superare gli avvenimenti…”

 

Claudia Mazzia – Founder and Managing Director · Monnalisa eventi & comunicazione

 “- Le donne sono una vite su cui gira tutto – diceva Lev Tolstoj. E lo è davvero anche nel mondo dei camion. Mi occupo di comunicazione da quasi trent’anni e da qualche tempo lavoro per clienti del mondo trasporti e logistica. Con mia grande soddisfazione ho scoperto che anche qui sono diverse le donne che guidano aziende senza bisogno di ricorrere alle quote rosa. Sono donne forti e intraprendenti, capaci di innovare, organizzare e di buttare il cuore oltre l’ostacolo. Donne imprenditrici, magari entrate in azienda molto giovani, che non hanno avuto paura di sporcarsi le mani. Sono andate oltre i pregiudizi. Hanno fatto crescere e conoscere la propria azienda in Italia e all’estero. Il mio augurio per questo 8 marzo va agli uomini, ai padri di famiglia in primis, che hanno scelto di non rimanere ancorati alle tradizioni patriarcali e non hanno avuto paura ad affidare le redini della propria impresa all’anima femminile della famiglia. Continuate così.”

Carla Arzenton – camionista

“Dovremmo far vedere al mondo chi siamo realmente ogni giorno! Lottare per noi stesse che stiamo sempre lì pronte ad essere aggredite, sia a parole che a fatti, e, come dice una canzone: sotto le gonne c’è di più!”

 

Silvia Cester – camionista

“La cultura ci vuole ancora con il grembiule a cucinare pulire e accudire marito figli e suoceri. Probabilmente, per quanto triste, una volta poteva andare bene. Oggi ogni persona deve puntare ad essere autonoma per poter scegliere. Tutti, uomini e donne, devono avere la possibilità di decidere se e con chi stare. Il lavoro, qualunque esso sia, è libertà, dignità e, soprattutto, dovrebbe essere un diritto. In questo momento il mio pensiero va a tutte le donne che hanno dovuto rinunciare al lavoro a causa del Covid per seguire i figli o perché l’azienda non è sopravvissuta; alle donne che perderanno il lavoro perché gli aumenti metteranno in crisi altre aziende – si sa che le prime a rimetterci sono sempre le donne -; a tutte le donne che si ritrovano in mezzo ad una guerra in cui non hanno possibilità di decisione. E poi vorrei aggiungere che siamo donne, siamo spesso lagnose, rabbiose, passiamo dal piangere al ridere, ma, a noi, ci ferma solo l’asciugatura dello smalto, dovremmo solo crescere con questa consapevolezza e allora finalmente potremmo cambiare il mondo!”

——————————

(..) Gli altri auguri di Patrizia, Francesca, Chiara, Lola Marta e Saura li trovate sulla pagina ufficiale di http://www.camionefurgonimag.com/8-marzo-festa-delle-donne/

Grazie a tutte e buona strada sempre!!!

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Sabo Rosa, Gabriella Pedroni è la Camionista dell’Anno 2022

Ecco la vincitrice tra le venti candidate al Sabo Rosa 2022: Gabriella Pedroni!

 

Auguri di Buona Strada sempre a Gabriella!!!

Questo è il link dell’articolo:

https://www.sabo.it/sabo-rosa-gabriella-pedroni-e-la-camionista-dellanno-2022/

E questo l’inizio:

Gabriella Pedroni si è aggiudicata il Sabo Rosa 2022, il riconoscimento che dal 2010, in occasione della Festa della Donna, viene conferito dal nostro Gruppo alla “Camionista dell’Anno”.

A scegliere la “Camionista dell’Anno”, fra le venti candidature pervenute attraverso il Web è stata una giuria composta da giornalisti e dalle dipendenti del Roberto Nuti Group. Alla consegna dell’ammortizzatore rosa, pezzo unico prodotto una sola volta all’anno, era presente Elisabetta Nuti, direttore finanziario del Roberto Nuti Group e presidente della giuria.

“Impegno, passione e formazione. Queste sono le parole che ci sono venute in mente leggendo il racconto che ha fatto di sé Gabriella Pedroni, al momento della candidatura al Sabo Rosa 2022. Una donna che si è sempre confrontata alla pari con i suoi colleghi e che ha saputo ricevere il giusto rispetto e la giusta considerazione, grazie alla propria competenza e alla tenacia”, ha spiegato Elisabetta Nuti. “Mai come quest’anno il Sabo Rosa ci ha permesso di far emergere il mondo ‘al femminile’ che lavora nel trasporto delle merci e delle persone. Un mondo raccontato da tante donne che nulla hanno da invidiare a nessuno e che dimostrano quanto sia importante, in ogni lavoro, metterci un cuore che ama ciò che si fa e mani sapienti”, ha concluso Elisabetta Nuti.

Nata a Tione di Trento e residente a San Michele all’Adige, Gabriella Pedroni è ingegnere meccanico e dirige un team privato nel settore del motorsport.
Campionessa italiana assoluta nella cronoscalata, nonché vincitrice della Coppa Europa di specialità, la “Camionista dell’Anno” ha tutte le patenti per la guida dei mezzi pesanti ed è formatrice, per gli autisti di camion, nel settore della guida razionale (un corso di formazione che permette ai camionisti di migliorare la conoscenza del veicolo, così da utilizzarlo nel lavoro diminuendo i consumi di gasolio e di altri apparati meccanici come i freni e le sospensioni, ndr). “Faccio tanti complimenti al Roberto Nuti Group per questa iniziativa – ha detto Pedroni durante la cerimonia del Sabo Rosa -. È molto bello quando le aziende credono nella professione al femminile”.

 

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