Archive for Ottobre 24th, 2022

La storia di Donatella

 

Forse hanno ragione a dire che in Italia ci sono tante camioniste!

Ecco la storia di un’altra collega, Donatella, alla quale auguriamo tanta buona strada sempre!

Questo è il link dell’articolo:

https://www.ilrestodelcarlino.it/macerata/cronaca/faccio-la-camionista-come-mio-padre-ho-coronato-il-sogno-da-bambina-1.8201667

E questo il testo:

21 ott 2022

“Faccio la camionista come mio padre Ho coronato il sogno da bambina”

Donatella Longarini: mi alzo alle 4, ma non mi pesa. Qualche battutina all’inizio, ma sono stata sempre rispettata”

Donatella Longarini di Sant’Angelo in Pontano è felice della sua professione

di Lucia Gentili

Ha deciso di intraprendere questo lavoro per seguire le orme del padre Vittorio. Da bambina, appena si svegliava, voleva salire sul camion con lui e accompagnarlo. Oggi Donatella Longarini, di Sant’Angelo in Pontano, ha 46 anni e da una quindicina trasporta gli animali (vivi), soprattutto bovini e suini, alla guida del suo Eurocargo da 75 quintali. Ha preso la patente per il camion appena raggiunta l’età consentita. E di sicuro è stata tra le prime a farlo in provincia. Non conosce ferie né festivi, ma non le pesa, per la grande passione che la spinge ogni giorno ad alzarsi alle 4.30. Al suo fianco, il marito Claudio, coltivatore diretto e suo primo collaboratore. E’ stimata da tutti nel suo ambiente. All’inizio quando la vedevano arrivare, gli uomini le dicevano: “Sei sicura di riuscire a fare manovra?” e non staccavano gli occhi dal mezzo finché non terminava l’operazione di guida. Adesso non ci fanno più caso. “Per me è una cosa naturale fare questo mestiere, da sempre”, dice la Longarini.

Donatella, com’è la sua giornata tipo?

“Mi sveglio alle 4.30. Passo a caricare gli animali, dalle stalle che si trovano sul territorio, e li trasporto. Verso mezzogiorno sono a casa, poi il pomeriggio lavoro in base agli impegni, però massimo fino alle 18. Alle 21 vado a dormire. Mio marito Claudio mi aiuta; mi alterno con lui nei giorni di pausa (necessari, essendo camionista, dopo un tot di giorni consecutivi). Non abbiamo figli”.

Qual è la parte più impegnativa?

“Il rischio maggiore è rappresentato non tanto dalla strada, quanto dagli animali. In un primo momento i miei genitori erano un po’ perplessi in merito alla mia scelta, soprattutto per questo, ma poi si sono abituati. E mio padre è contento che ho proseguito la sua attività. Non ho orari precisi a causa del lavoro, quindi i miei spesso mi lasciano il pranzo”.

Nel suo ambiente c’è ancora un retaggio culturale?

“Forse all’inizio facevano qualche battutina, quando arrivavo dicevano: “E’ una donna!”. Ma devo ammettere che sono stata sempre rispettata. Sceglierei altre cento volte questa professione, amo i mezzi e gli animali. Mi dispiace non aver preso dall’inizio la patente anche per il rimorchio, ci sono bilici in cui dormirei. Non mi sono mai posta la domanda se il mio lavoro fosse troppo “da uomo”, per me è stato naturale farlo”.

 

Read More →