Archive for Febbraio, 2023

La storia di Francesca

 

Leggendo le storie delle colleghe che partecipano al Sabo Rosa 2023, si scopre che per molte di loro diventare camionista è la realizzazione di un sogno, come per Francesca!

Questo è il link:

https://www.sabo.it/francesca-morrone/

E questa la sua intervista:

Francesca Morrone

Attività: autista di camion
Residenza: Genova

Quando hai capito che quello dei camion sarebbe stato il tuo lavoro, il tuo mondo?

Ho capito che avrei fatto questo mestiere da giovanissima quando mio padre mi portava sul suo camion ogni volta che gli era possibile. Rimanevo ammaliata dalla superbia di questi mezzi e dalla sua passione. Per i miei famigliari la mia decisione era prevedibile, ho frequentato un percorso scolastico lontano anni luce da quella che era la mia inclinazione e sapevano che, prima o poi, avrei preso la mia strada. Oggi guido una motrice Scania tre assi telonata. Effettuo servizi di consegne e ritiri di svariata merce (bancomat, frigoriferi, apparecchi medicali…). Tra i camionisti c’è rispetto nei miei confronti, farmi accettare è stato semplice perché arrivo da una gavetta durata dieci anni in ambito logistico. Ero magazziniera e per anni ho prestato servizio in grandi realtà aziendali, quindi ogni giorno parlavo agli autisti e raccontavo loro il mio desiderio di guidare i bisonti della strada. È passato del tempo da allora, alcuni sono diventati colleghi, altri si incrociano in strada o nei magazzini e hanno piacere nel vedere che sono riuscita a coronare il mio sogno.

Perché hai deciso di partecipare al Sabo Rosa?

Ho deciso di partecipare al Sabo Rosa per dar una voce in più a tutte le donne che fanno questo mestiere. Siamo in tantissime, è bello sapere di un’iniziativa al femminile all’interno di un mondo ancora considerato maschile.

Quali sono i lati positivi del tuo lavoro e quelli che vorresti cambiare?

I lati positivi? Tutti. Faccio quello che amo, ho dei fantastici colleghi di lavoro e penso, ogni giorno, ad essere la versione migliore di me stessa. Non cambierei nulla: mi piace essere in continua evoluzione e competizione. La ditta presso in cui lavoro offre grandi opportunità e, soprattutto, la possibilità di crescita professionale. Chissà che un giorno non mi mettano su un bilico o su un autotreno… mi farò trovare pronta.

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La storia di Elisabetta

 

Elisabetta è una delle partecipanti al Sabo Rosa 2023,  questa è la sua storia, di una passione nata quasi per caso!

https://www.sabo.it/elisabetta-malandrino/

E questa la sua intervista:

Elisabetta Malandrino

Attività: autista di camion
Residenza: Comiso (RG)

Quando hai capito che quello del trasporto sarebbe stato il tuo lavoro, il tuo mondo?

La mia passione per i camion nasce per caso. La mia prima attività era quella di ottico, tuttavia sono stata costretta a chiudere il negozio che gestivo a causa della crisi dovuta al COVID-19. Ho così deciso di prendere la patente per guidare i camion e affrontare questa nuova avventura.

Perché hai deciso di partecipare al Sabo Rosa?

E’ stato mio marito a candidarmi e ho accettato volentieri.

Quali sono i lati positivi del tuo lavoro e quelli che vorresti cambiare?

Mi piace la libertà che offre questo lavoro, girare con il camion, vedere posti nuovi e incontrare persone. Il lato più difficile è quello legato ai rischi che si corrono sulla strada, anche a causa delle condizioni meteo e delle strade. A volte trovo anche un po’ di competizione tra colleghi camionisti, ritengo che sarebbe meglio avere più solidarietà tra noi. Per il resto chiudo con una raccomandazione: prudenza sulle strade, sempre!

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La storia di Gloria

 

Vi ricordate di Gloria? La nostra giovanissima amica e collega partecipa anche lei alla quattordicesima edizione del concorso per il “Sabo Rosa.

Questo è il link:

https://www.sabo.it/gloria-benazzi/

Questa la sua intervista:

Gloria Benazzi

Attività: autista di camion
Residenza: Provincia di Treviso

Quando e come è nata la tua passione per i camion? Quando hai capito che quello dei camion sarebbe stato il tuo lavoro, il tuo mondo?

Fin da piccola il mio papà mi portava con sé in camion e nella sua azienda di trasporti. Più il tempo passava, più aumentavano i chilometri che facevo con lui, più io mi sentivo nel mio mondo, nella mia isola felice. Quei tre scalini mi portano sempre nella mia isola di pace. Dopo il diploma ho lavorato in ufficio, nella gestione logistica dei viaggi, fino all’età in cui ho potuto prendere le patenti superiori. All’inizio dello scorso anno ho deciso, assieme al mio compagno, di affidarmi a un’impresa che fa trasporti all’estero: abbiamo viaggiato quasi un anno in Germania e Olanda, portando fiori e carne appesa. Un’esperienza che da un lato mi ha permesso di guidare per tantissimi chilometri, ma dall’altro mi ha sconfortato, perché eravamo sempre in giro e spesso ci trovavamo in situazioni di vero disagio. Così ora faccio trasporti giornalieri per aziende del mio territorio. E non rinuncio al sogno di aprire un’azienda di trasporti mia, anche se in tanti mi dicono che oggi non conviene.

Perché hai deciso di partecipare al Sabo Rosa?

Sono una grande sostenitrice della presenza delle donne in questo mondo, che per certi versi è ancora molto maschilista. Mi piace vedere la forza che tiriamo fuori per emergere. E poi è anche una scelta di orgoglio e di rivincita, per prendermi la soddisfazione di dire: lo sto facendo, pur con il mondo contro. Il Sabo Rosa è una bella iniziativa: finalmente qualcuno riconosce il lavoro delle donne in una realtà strettamente maschile.

Quali sono i lati positivi del tuo lavoro e quelli che vorresti cambiare?

Sicuramente i lati positivi sono i mezzi super tecnologici, che aiutano soprattutto dal punto di vista fisico: rispetto ad anni fa siamo proprio su un altro pianeta.
Il lato negativo è sempre lo stesso: i servizi che si trovano sulle strade sono pessimi e i pregiudizi ancora troppo presenti.

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La storia di Elda

 

Anche la nostra Elda, nel gruppo da sempre,  partecipa al concorso per il Sabo Rosa 2023!

Questo è il link:

https://www.sabo.it/elda-guarise/

 

E questa è la sua intervista:

Elda Guarise

Attività: autista di camion
Residenza: Cittadella Padova

Quando e come è nata la tua passione per i camion? 

I camion mi sono sempre piaciuti, fin da quando lavoravo come carrellista in un magazzino di frutta e verdura. In quel periodo mio marito faceva l’autista e quando decidemmo di comprare un camion nuovo e una nuova casa, ci siamo trovati a dover far fronte all’esigenza di una patente in più per dare una mano alla famiglia che cresceva. Così sono salita anch’io sul camion.

Com’è il tuo lavoro?

All’inizio, ormai venticinque anni fa, facevamo viaggi anche lunghissimi. Ai tempi non c’erano le ore di guida da rispettare, dormivamo fuori di notte, si andava a caricare il camion all’alba e alla sera si provava a tornare a casa, per cucinare e stare un po’ con i figli. Ora abbiamo una nostra azienda di trasporti, con sei mezzi e un paio di autisti che lavorano con noi, oltre ovviamente ai nostri figli. Marta e Mattia, che lavorano in ufficio, ed Ermes, che viaggia come me e suo padre. Principalmente lavoriamo con la Svizzera: trasportiamo un po’ di tutto ma in particolare il vino. Abbiamo un camion frigo che lo tiene fresco anche d’estate.

Perché hai deciso di partecipare al Sabo Rosa?

Sono ambassador della Volvo e il responsabile della nostra zona mi ha detto: perché non ti iscrivi al Sabo Rosa, è una cosa che fa per te! Io all’inizio non volevo, perché mi sentivo fuori età, ma poi mi sono convinta. In fondo sono una super nonna camionista.

Quali sono i lati positivi del tuo lavoro e quelli che vorresti cambiare?

Il vero problema, soprattutto per noi donne autista, sono i servizi. Spesso i bagni, le docce, che si trovano viaggiando, sono molto scomodi per non dire sporchi. Io ormai mi sono organizzata con disinfettante e spugne, ma sarebbe meglio che di queste cose si occupassero i gestori. Per il resto è tutta questione di passione e di organizzazione. Questo è un lavoro che puoi fare solo se il tuo cuore batte per i camion.

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La storia di Tania

 

Tra le partecipanti al concorso per il Sabo Rosa 2023 c’è anche la nostra amica e collega Tania, una delle prime ragazze del nostro gruppo.

Questo è il link:

https://www.sabo.it/tania-migliori/

Questa è la sua intervista sul sito:

Tania Migliori

Attività: autista di camion
Residenza: Gattatico (RE)

Quando hai capito che quello dei camion sarebbe stato il tuo lavoro, il tuo mondo?

Ho scoperto il mondo dei camion a 12 anni, grazie a mio papà che mi portava con sé nei suoi viaggi. Nel 1997 ho deciso di aprire assieme a lui una ditta di trasporti che tuttavia, nel 2007, a causa della crisi, abbiamo dovuto chiudere, vendendo i due camion che avevamo acquistato. La passione però era tale che non ho resistito senza guidare e così sono tornata in cabina  come dipendente.
Fino a pochi mesi fa rientravo a casa ogni sera, poi le cose sono cambiate, in questo periodo viaggio tutta la settimana e rimango fuori a dormire. È una vita che non mi pesa perché amo molto il mio lavoro. Anzi, il tornare nel mio letto tutte le sere cominciava a soffocarmi un po’, invece ora sono proprio contenta, con una settimana che non è mai monotona e che mi permette di incontrare tanti clienti diversi e trasportare merci di ogni genere.

Perché hai deciso di partecipare al Sabo Rosa?

Sono parecchi anni che mi iscrivo. È una bella iniziativa e ho deciso di riprovare.

Quali sono i lati positivi del tuo lavoro e quelli che vorresti cambiare?

Il lavoro che faccio mi piace molto, la mia è una vera e propria passione per i camion e per i viaggi. Si incontrano persone diverse, si visitano tanti luoghi: l’altro giorno, per fare un esempio, ero in Liguria e mi sono fermata a guardare il mare. Il giorno seguente trasportavo merce a Cuneo e ho fotografato la neve. Non ci si annoia mai e i posti che si visitano arricchiscono il tuo bagaglio di vita, così come i colleghi e le colleghe che si incontrano per strada. Sono felice di fare questa vita. I lati negativi riguardano i pericoli che corriamo, guidando tutti i giorni. Ogni volta parto sperando di poter tornare dai miei cari. Ringraziando Dio mi è sempre andata bene, sono una persona molto prudente e non eccedo mai nella guida.

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Beatrice al Sabo Rosa

 

Sono tante le partecipanti al concorso per il “Sabo Rosa 2023”, ben trenta candidate si contendono il titolo di “Camionista dell’anno”, tra di loro c’è anche Beatrice, in questo articolo di “Varesenoi” ecco la sua storia, questo è il link:

https://www.varesenoi.it/2023/02/23/leggi-notizia/argomenti/territorio/articolo/dal-cantiere-al-camion-la-varesina-beatrice-donghi-candidata-per-il-premio-camionista-dellann.html

e questo l’articolo:

| 23 febbraio 2023, 15:44

Dal cantiere al camion: la varesina Beatrice Donghi candidata per il premio “Camionista dell’anno”

C’è anche una rappresentante della provincia di Varese tra le trenta lavoratrici nella filiera dei trasporti candidate alla quattordicesima edizione del Sabo Rosa. La giovane di Azzio ha iniziato a lavorare nell’azienda di famiglia che si occupa di edilizia, poi la passione per i camion l’ha conquistata ed è diventata lavoro

Dal cantiere al camion: la varesina Beatrice Donghi candidata per il premio “Camionista dell’anno”

 

 

C’è anche una rappresentante della provincia di Varese, Beatrice Donghi di Azzio, tra le trenta lavoratrici nella filiera dei trasporti che si sono candidate alla quattordicesima edizione del Sabo Rosa. Riconoscimento che, in occasione della Festa della Donna, viene conferito alla “Camionista dell’Anno” dal main sponsor dell’iniziativa, il Roberto Nuti Group, importante realtà industriale internazionale fondata nel 1962 a Bologna.

Durante la cerimonia, che si svolgerà martedì 7 marzo nella sede bolognese del Gruppo, la “Camionista dell’Anno” riceverà un esemplare unico dell’ammortizzatore Sabo con la livrea rosa.

La Lombardia è rappresentata da cinque candidate: oltre Varese, sono in lizza le province di Sondrio, Lecco, Bergamo e Cremona.

Ecco l’intervista a Beatrice Donghi, autista di camion di Azzio.

Quando e come è nata la tua passione per i camion? 

«La passione per questo lavoro è nata e cresciuta in me nel tempo. Non sono una “figlia d’arte”: i miei genitori hanno un’azienda edile con alcuni camion, ma io non ho mai pensato di fare la camionista, almeno non prima di aver terminato gli studi e aver iniziato a lavorare con loro. All’inizio, per un paio d’anni, ho guidato un camioncino, poi quando ho avuto l’età giusta ho preso la patente C e ho guidato per tre anni e mezzo un camion con cassone ribaltabile e gru. Mi è sempre piaciuto lavorare per i miei genitori ma ogni volta che facevo una breve tratta in autostrada e vedevo gli autotreni mi si illuminavano gli occhi e sentivo di appartenere a quel mondo. Quindi mi sono fatta coraggio e ho preso la patente E. Da un anno ho iniziato la mia “nuova vita” e guido un Renault T440 per un’azienda di trasporti».

Perché hai deciso di partecipare al Sabo Rosa?

«Ho conosciuto il concorso Sabo Rosa tramite i Social. Mi piace molto l’idea che metta in luce la parte femminile dell’autotrasporto e ho deciso di partecipare per poter dare ancora un’altra visione su questo lavoro che ha mille e più sfaccettature. Mi piacerebbe che altre ragazze, altre giovani donne, si appassionassero a questo mestiere, consapevoli del fatto che occorre fare sacrifici ma che si ottengono anche molte soddisfazioni. Siamo in tante autiste, in Italia… ma vorrei che fossimo ancora di più».

Quali sono i lati positivi del tuo lavoro e quelli che vorresti cambiare?

«La mia passione, ancora molto viva, mi fa vedere quasi solo i lati positivi: per me è ancora tutto rose e fiori. Mi piace viaggiare, conoscere nuove realtà e persone, imparare a fare manovra in posti in cui è difficile. Sul camion e nei luoghi che raggiungo mi sento davvero a casa. I lati negativi sono la sveglia alle tre e mezza di mattina, a cui si fa fatica ad abituarsi, e le poche aree di servizio, che ci costringono a fermarci in piazzole scomode e senza servizi».

 

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La storia di Raffaella

 

Un’altra collega, un altro articolo, un’altra bella storia, quella di Raffaella, raccontata da “La Gazzetta del Mezzogiorno”.

Questo è il link :

https://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/news/potenza/1384349/dalla-moda-alla-guida-di-un-bisonte-storia-di-raffaella-una-delle-poche-camioniste-lucane.html

L’articolo inizia cosi:

Dalla moda alla guida di un «bisonte»: storia di Raffaella, una delle poche camioniste lucane

Un passato da modella, il primo viaggio in Francia per sciogliere il ghiaccio, e come la pandemia ha messo in crisi l’azienda di famiglia

Gianfranco Gallo

23 Febbraio 2023

SAN GIORGIO LUCANO – Fare il camionista spesso è una scelta di passione, altre di necessità, altre ancora di tradizione. Si sa, è il tipico ambiente maschile. Si vive, come si usa dire «in mezzo a una strada» gran parte della propria vita! Le camioniste in Italia sono pochissime; a differenza di altre realtà europee. Anche in una regione come la Basilicata ce n’è qualcuna. Sono pochissime. Se ne conoscono tre, di cui una solo residente in Basilicata. Fra di loro c’è Raffaella Castellana. Ha 46 anni. Di San Giorgio Lucano. Dipendente da un paio d’anni della ditta di trasporti Cirigliano, di Abriola, con sede operativa a Tito, nella zona industriale alle porte di Potenza. Quale il modo migliore che fare un viaggio con lei, sul suo camion, per avere il quadro di come una donna viva questo lavoro.

Un viaggio di pochi chilometri, da Potenza a Pisticci, andata e ritorno. Cinque ore in tutto fra viaggio e carico della merce. È il viaggio del fine settimana. Il lunedì invece si parte per quello di tre giorni e due notti, da passare nel camion. Per il nord o a volte per l’estero. Una necessità, quella di fare la camionista per Raffaella. Discendente di giostrai lucani, era abituata a maneggiare mezzi come i camion per gestire l’attività di famiglia. Poi è arrivata la pandemia. E come molte attività dello svago anche quella dei giostrai è andata a diminuire man mano fino a sospenderla. La crisi ha morso e allora, la futura camionista per necessità, si è rimboccata le maniche e ha provato diversi lavori. Compresa la raccolta delle fragole. Fin quando ha pensato di sfruttare le sue patenti idonee a guidare tutti i mezzi compreso il rimorchio. Nonostante la contrarietà del compagno, ha iniziato ad avere colloqui con varie ditte del settore che, probabilmente, perchè donna non le hanno aperte le porte. Fin quando, delusa e sconsolata, ha fatto il suo ultimo tentativo: ha chiesto il titolare della ditta Cirigliano, il capo stirpe Angelo, ottantenne che ancora ama guidare i suoi camion. Contro ogni aspettativa le ha dato un appuntamento per un colloquio. Poche parole sono bastate e la pratica per l’assunzione in prova è stata attivata. Dopo tre giorni dal colloquio, avvento il venerdì, il lunedì successivo il primo viaggio in Belgio con un tutor della ditta. Poi una settimana nel piazzale della ditta, per capire, insieme al responsabile, come funziona quell’aspetto. E finalmente il primo viaggio, quello del battesimo da sola; nonostante le sue paure e la sorpresa di molti colleghi: in Francia per tre giorni, con la benedizione del suo titolare che ha insistito affinchè facesse il viaggio che è andato bene e il ghiaccio si è sciolto.

(…) il resto della storia lo potete leggere nella pagina de La Gazzetta del mezzogiorno.

Buona strada Raffaelle!!!

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Rosa on the radio

 

Il video di una “pre-intervista” alla nostra Rò su “Story Time”, in cui parla anche del nostro gruppo e del nostro libro!

Buona visione e buona strada sempre!

 

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La storia di Marianna

 

Un’altra bella intervista di Elisa Bianchi dal sito di  “Uomini e trasporti”, la storia di Marianna e della sua “relazione” con i camion, di come si è innamorata di loro!

Buona strada sempre a Marianna!

 

Questo è il link dell’articolo:

https://www.uominietrasporti.it/uet-blog/anche-io-volevo-il-camion/marianna-dal-degan-e-poi-e-successo-che-mi-sono-innamorata-del-camion/

Inizia cosi:

Marianna Dal Degan: «E poi è successo che mi sono innamorata del camion»

C’è un modo di dire inglese che recita: «Se la vita ti offre limoni, fatti una limonata». In altre parole, come reagire quando la vita non va come ti aspettavi? Marianna Dal Degan ha deciso di affrontare le difficoltà dalla cabina del suo camion. Un sogno nato inaspettatamente vent’anni fa e che l’ha portata a vincere nel 2014 il premio “Sabo Rosa” come camionista dell’anno e oggi a gestire la sua impresa di trasporti. Passando per difficoltà, imprevisti, ma anche tante soddisfazioni

Doveva essere solo un “lavoretto” nel weekend, per arrotondare. Di quelli che da giovane fanno sempre comodo. In realtà, a Marianna Dal Degan, 41 anni e originaria di Belfiore – un paese con poco più di 3mila abitanti nella provincia di Verona – ha cambiato la vita. È un sabato pomeriggio qualunque di vent’anni fa quando un’amica che lavora in un’azienda di trasporti chiede a Marianna di darle una mano a lavare i mezzi. Lei lavora in fabbrica e non si è mai avvicinata a un camion, ma qualcosa quel giorno scatta dentro di lei e la vita, ancora una volta, stravolge i suoi piani.
È lei a raccontarci come andò quel giorno. «All’epoca avevo 21 anni ed ero responsabile di reparto per un’azienda di rilegatura di libri. Un lavoro che mi piaceva, ma quando la mia amica mi propose di darle una mano non mi tirai indietro. Doveva essere solo per quel pomeriggio, ma poi è successo che mi sono innamorata dei camion».

Come è avvenuto il salto dal piazzale alla cabina di guida?

Fin da subito ho deciso di prendere le patenti e il titolare della ditta per la quale lavavo i camion mi assunse. Gli devo moltissimo, non solo perché sono entrata in questo mondo grazie a lui, ma anche perché mi ha insegnato tante cose che ancora oggi mi porto dietro e che sono fondamentali per la mia attività.

Oggi sei titolare di una tua azienda di trasporto. Quando hai iniziato a maturare l’idea di metterti in proprio?

A 26 anni già avevo il pallino di comprare un camion tutto per me e di aprire una mia azienda, così tentai. Mi iscrissi a un corso, di giorno lavoravo e la sera studiavo, frequentavo le lezioni nel weekend. Non fu una passeggiata, su settanta iscritti passammo solo in dieci. Alla fine del corso, però, nonostante fossi stata promossa, fui costretta ad accantonare l’idea perché mi resi conto che era un sogno troppo difficile da realizzare.

O almeno così credevi.

Ho dovuto aspettare dieci anni, ma alla fine sì, il sogno si è realizzato, anche se con non pochi sacrifici. Sono partita da zero, ma per fortuna ho sempre trovato lungo il mio percorso persone che mi hanno sostenuta. Il loro supporto mi ha dato la forza di andare avanti e oggi sono soddisfatta di quello che ho creato: nonostante le difficoltà sono già sei anni che gestisco la mia attività.

Te lo saresti mai immaginata?

Nulla nella mia vita è andato come mi aspettavo. Ho avuto un’infanzia complicata e le difficoltà familiari mi hanno portata a crescere velocemente e prendere una strada diversa da quella che sognavo da bambina. Avrei voluto fare la fisioterapista, o almeno questo era quello che sognavo all’epoca, ma al terzo anno di superiori dovetti lasciare la scuola e iniziare a lavorare. Niente università e niente fisioterapia. Non ho però smesso di studiare, ho seguito dei corsi serali per poter prendere il diploma di operatrice agraria e anche quando qualche anno fa la strada dell’autotrasporto si è fatta incerta, ho scelto di investire nella formazione. L’azienda di trasporti per la quale lavoravo aveva chiuso e a quel punto mi sono chiesta se volessi ancora stare sul camion. Avevo rinunciato alla mia vita privata, avevo bisogno di staccare e così sono tornata a scuola. Nel 2013 ho conseguito un attestato come agente di commercio, ho aperto la partita Iva e ho iniziato a lavorare nel settore dell’attrezzatura. Giravo per le officine vendendo i prodotti. In fondo, i motori sono sempre stati la mia passione e guidando i camion avevo imparato qualcosa di meccanica.

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(….) il resto dell’intervista lo potete leggere nella pagina di “Uomini e Trasporti”

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Torna “Porte Aperte a Stroppiana!

 

Nuovo appuntamento per festeggiare il mitico FIAT 682 presso il Museo Marazzato a Stroppiana (VC) sabato 18 febbraio 2023!

In questo link tutte le info:

https://primavercelli.it/attualita/stroppiana-ancora-un-open-day-marazzato-sul-fiat-682/

Il programma della giornata:

 

Il programma

Ore 10:00 apertura

Ore 10:30-13:00 visite guidate

Ore 11:30 convegno con tavola rotonda dal titolo:

“L’innovazione nei veicoli commerciali e industriali Fiat”

Relatori e interventi

– Massimo Condolo, giornalista – Moderatore

– Giulio Zanini, collezionista – Il progetto e la sua evoluzione

– Silvano Bruno, collezionista – Il restauro del 682

– Giorgio Cazzola, ex direttore d’esercizio ATM Torino – La nascita del T4 carro attrezzi

– Riccardo Caporali, storico – Il 203, motore universale

Ore 14:30-17:00 visite guidate

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