Da e per la Sardegna

Guido raramente e non saprei cosa scrivere, ma ho trovato una storia secondo me simpatica sull'agenda di mamma… Da e per la Sardegna

 

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Quante volte mi è stato chiesto cosa mi ha dato questo lavoro rispetto ai precedenti, in genere è difficile rispondere, ma oggi ho le idee chiare perché ad un passaggio pedonale ho visto una delle persone migliori che io abbia conosciuto, mi sono fermata a scambiare due parole, ma il suo cagnolino non gradiva la pausa e io avevo fretta di riportare il furgone all’officina proprietaria, riprendermi il mio Titty e cercare di non arrabbiarmi troppo, non serve a migliorare lo stato delle cose…
L’ho conosciuto nella grande azienda per cui lavoravo, prima come facchino e in seguito come magazziniere, il “mio” magazziniere, nel senso che seguiva personalmente l’assemblaggio del mio carico, man mano che i “pezzi” arrivavano; la sua calma e la sua precisione mi hanno reso il lavoro molto più semplice degli anni precedenti, riempiva il camion con le decine di scatole delle commissioni con franchezza, senza difficoltà, a volte con una precisione da manuale ;
settimana dopo settimana abbiamo approfondito la conoscenza, i molti interessi comuni, la stessa passione per i Nomadi, gli animali, la cucina e l’attaccamento alla propria terra, un vero scambio interculturale, un bagaglio d’informazioni da e per la Sardegna se non ci fosse stato lui forse avrei sempre evitato di assaggiare bottura e sarebbe stato un vero peccato. Ho sempre avuto amici sardi, nella mia zona ne risiedono molti, ma con Alessandro e la sua compagna è sempre stato tutto istintivo e semplice; al lavoro ognuno di noi svolgeva le proprie mansioni con responsabilità, e se capitava un piccolo errore si cercava di rimediare senza arrivare ai piani alti; tante volte abbiamo evitato lavate di testa anche ai nostri superiori, ma come ci aspettavamo non c’è stato mai un ricambio…. In fabbrica sei un numero, operaio o trasportatore non cambia;7604_31805
Entrambi abituati a non aspettarci mai nulla da nessuno ci siamo intesi da subito, poche parole ma chiare, quelle essenziali per lavorare bene… le altre sulla musica, la cucina e il giardinaggio, a scandire il tempo i concerti dei Nomadi e il crescere dei nostri animali domestici e i kilometri che facevo per fare le consegne, una dopo l’altra, sempre meglio organizzati e con la soddisfazione di veder crescere quel ramo dell’azienda e contemporaneamente i nostri esperimenti in vaso.
Arriva il tempo dei cambiamenti, in pochi mesi, è costretto a cambiar casa e lavoro, il mio camion è a disposizione per il trasloco e una scelta aziendale cambia l’organizzazione logistica e quel tipo di produzione parte dalla Toscana, ci coglie impreparati, lui col mutuo non si può permettere una situazione precaria e io accetto un’offerta di lavoro rifiutata più volte… a distanza di anni resta solo  la nostalgia per la bella atmosfera che eravamo riusciti a stabilire e tanta stima.
Buona Strada Ale

 

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Riciclare… i teloni

Un' azienda svizzera, creata da due fratelli, produce borse ricavandole da teloni dei camion in disuso, ed è un bel modo di riciclare… organizzano per fino la spedizione per l'invio dall'Italia dei teli usati …
ricicloricicl.
http://www.freitag.ch/shop/FREITAG/page/tarps_sourcing_language/detail.j

I prodotti sono davvero stupefacenti, colorate e robuste borse, di tante forme e colori; il prezzo non lo si può definire economico, ma vale la pena dargli un'occhiata… e magari concedersi un lusso;
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Più economiche, altrettanto colorate, comode ed ecologiche, che non provengono da un processo di riclico ma sono  veramente belle… :

http://www.nki.it/index1.html

Ciao e BUONA STRADA!!!

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Un regalo dall'Olanda

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GRAZIE Josephine!!!!

BUONA STRADA!!!

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Altopiano di Asiago

Sfilata sulla neve, organizzata dall'HTT…


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Ciaooo ZIEEEE!!!

Un bacio alla piccola SARA057[1]e Tanta BUONA STRADA!!!

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Buona Strada LILIANA!!!

A tutte noi ha sempre portato un rispetto esagerato, lei che non guidava neanche l'automobile, riteneva che guidare un camion fosse "un'impresa ciclopica", lei che aveva investito tutte le sue forze a costruire il tessuto di un'Associazione come l'ALTS e ha provato sulla sua pelle, la malattia, che domenica se l'è portata via!
 

VOGLIA DI LEGGEREZZA

 

Scritto da Liliana Dama, Guida Editore   
Che succede se improvvisamente la vita si fa buia? Che cosa accade se, a un certo punto, e quando non te lo aspetti, irrompe nella tua esistenza la malattia? Succede ciò che è capitato a Liliana Dama, sociologa, impegnata da tempo nel volontariato, moglie e mamma di medici, per giunta entrambi oncologi: torni a riconsiderare la tua esistenza e capisci che il futuro non potrà essere come è stato il passato ma che, proprio dal passato, puoi trovare le energie per poter continuare ad andare avanti.

Ristrutturando te stessa, mettendo in ordine le cose, riconsiderando le priorità, aggrappandoti a spezzoni della tua esistenza che ti hanno regalato momenti felici. Liliana Dama ha raccontato questo e altro in Voglia di leggerezza (edizioni Guida, pagg. 58, euro 8,50, da oggi in libreria), un diario intimo rivolto al pubblico, il racconto di grandi malinconie ma anche di grandi gioie. «Ogni volta che mi sento triste – scrive l’autrice, chiudendo il libro – guardando l’universo, mi riconcilio con il mondo. Tanta bellezza, tanti colori, tanta musica, appartengono al mio passato, al mio presente e spero anche al mio futuro. La mia anima può così abbandonare il cancro e, chiudendo gli occhi, lasciarsi cullare dalla bellezza del mare e dalla leggerezza dei ricordi».

Un inno alla felicità, appunto. Che fa da contrasto alla malinconica citazione iniziale di un passo di Giampaolo Rugarli: «Rimane la circostanza che mi è stato tolto non un insignificante pezzo di vita, bensì un giardino incantato dove, con la fantasia, anche oggi mi sarebbe piaciuto e mi piacerebbe indugiare». È questo contrasto – tra il bianco e il nero, tra la gioia e il dolore – il filo conduttore di un racconto che è innanzitutto un caldo invito alla riflessione sul senso della vita, una fermata (necessaria) nella nostra folle corsa quotidiana. Del dolore dell’autrice scrive in prefazione il marito, Giuseppe D’Aiuto, oncologo, una vita trascorsa tra chi soffre, punto di riferimento di migliaia di donne operate di tumore al seno. Anche il suo racconto è coinvolgente perché è in equilibrio tra la figura del medico e quella del marito: «Quando scambi la vita con la sofferenza degli altri, allora essere medico ti restituisce per lo più il lato colpevole della felicità, l’illecito di quel profondo desiderio di vivere».

 BUONA STRADA LILIANA!!!!

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Buona Strada Jessica!!!

02012008012In questi anni, frequentando l'Associazione NOIPERLORO, abbiamo sempre dovuto confrontarci con la consapevolezza dei ragazzi che può non esserci un domani, può essere l'ultimo giorno per sorridere ai tuoi amici… E' stato bellissimo sentire quando uno di loro, rivolgendosi a Milly che si stava impegnando a disegnare cartelli stradali gli ha detto:" Meno male che fai la Camionista, perchè di disegnare non sei capace!!!" ; oppure due sorelline, una voleva fare da grande la maestra e l'altra :"Ma io non so, se diventerò grande!!!"; queste frasi ci hanno legato ancor di più a loro, spronato a ritagliarci il tempo per portare un piccolo aiuto; il Profess Izzi che ripete sempre che l'incontrarci è per loro un'emozione e tante volte non sa come fare a dirgli che non li può portare perchè troppo deboli… Ragazzi con le pulsioni dei              coetanei ma a volte senza energie per poter anche 02012008013solo correre… Così abbiamo conosciuto Jessica, adolescente in cura, ma spiritosa e loquace, che ci riempiva di domande e così la vogliamo ricordare… Come l'ultima volta che ci ha ricevuto, alla cena, dove LORO hanno voluto ospitarci e con la simpatia di una ragazza con la Vita davanti, :" Finalmente siete arrivate, mancavate solo Voi!!!"
Ritrovemo il Prof, Fiorenza, Nella, i ragazzi e tutti gli altri Volontari, ma la mancanza di Jessica e delle sue domande, dovremo cercarle solo nei nostri ricordi.
Per ricordare Jessica, solo alcune foto di quella serata, in rispetto del dolore dei suoi amici e familiari.

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http://www.gazzettadiparma.it/primapagina/dettaglio/1/37466/Jessica_stroncata_dalla_leucemia_a_17_anni.html

Un Abbraccio, Buona Strada a Jessica!!!

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3' Camion Raduno

Vi metto il volantino e il programma del raduno di questo week end a Basilicagoiano…

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Aggiungo altri raduni che avranno luogo questo weekend:

30/08: RADUNO DI CAMION, MOTO, VESPE E 500 A LUGHETTO DI CAMPAGNA LUPIA (VE)
            con la partecipazione del gruppo dei Belli & Budelli
            x info: Franco 333/8391642 email: belliebudelli@libero.it

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Senza titolo 32

Dal diario di bordo della mia mamma:

"In giorni che impieghi 4 ore a percorrere 160 km di autostrada perché il traffico è paralizzato ti chiedi dove sta la crisi, tutti direzione mare.. mi chiedo se davvero la crisi è solo a casa mia? Ripeto ancora a me stessa che quando vado negli uffici spedizioni, delle varie aziende, non si parla che di cassa integrazione, riduzione dell’orario, riduzione dello stipendio, riduzione del personale e nei casi più gravi: licenziamento. Guardando queste vetture stipate fino al tettuccio e anche sul portapacchi mi vengono in mente gli alberghi e le pensioni della riviera adriatica, almeno il settore turistico patirà di meno che il nostro. Ripenso alle conversazioni con i colleghi, sempre sulla stessa linea… questo trasporto l’ho perso perché la tal ditta ha abbassato il prezzo… questa ditta ha chiuso e ci ho rimesso tot… quest’altra è in cassa integrazione e non produce nulla da trasportare… queste ditte hanno allungato i pagamenti… che tristezza, chi ha ancora lavoro deve tribolare il doppio, per lo stesso compenso e leggere sui giornali che chi dovrebbe guidare il Paese verso la ripresa, dice che è solo una spirale di allarmismo creata dai media e contemporaneamente parla di ammortizzatori sociali, decreti anticrisi e solidarietà… mi fa arrabbiare, forse sono io ad aver sbagliato, ma pensare ad una vacanza ora, senza sapere cosa succederà al rientro è fuori dal mio immaginario, prendono il sopravvento le preoccupazioni.

Tante le manovre anticrisi, non ho sentito niente di positivo per questo settore, anzi altre restrizioni nei nostri confronti sul codice stradale in preparazione e già con le schede di trasporto ci complicheranno le giornate, quando già la committenza è indirizzata unicamente verso il ribasso e nessuno controlla perché certe aziende riescono a far trasporti a cifre che non coprono nemmeno i costi; non si può trattare nulla perché sordi alle problematiche che gli poni, disposti a sacrificare affidabilità e serietà in cambio di una tariffa minore. Mentre percorro questi kilometri mi sorpassano 218 moto dalla corsia d’emergenza, le conto ne ho tutto il tempo… ripenso con nostalgia a mio fratello, quando m’insegnò ad usarla e si raccomandava di non sorpassare mai nessuno a destra, tranne dove è consentito, perché chi sorpassi non se l’aspetta e se per un qualche motivo, il più improbabile, si sposta di traiettoria lo investi in pieno e non riesci a tenere la moto, per l’urto vieni catapultato lontano e sicuramente ti fai male… non è la moto ad essere pericolosa, ma chi la guida. Dalla nostalgia al pessimismo… siamo pochi camion, solo quelli che non avevano scelta, perché nessuno di noi è masochista e se può non sceglie di venire in mezzo a questa bolgia, anche divieto ai mezzi pesanti permettendo. Altra problematica di quando c’è così tanto traffico sono i controlli, pochi camion quindi aumentano le possibilità di essere fermati, anche se è tutto a posto se ne vanno altri  buoni 20/30 minuti… non è proprio un bel viaggio, se non avessi fatto le ore di riposo giornaliero a Milano in area di servizio ora sarei a casa nel mio letto a dormire, anziché essere qui a conversare con un poliziotto, devo riconoscere che non è uno di quelli arroganti e cafoni, mi permetto di chiedergli come mai nessuno di loro vede mai chi occupa la corsia d’emergenza a sproposito, mi racconta che una volta alla guida della volante in emergenza gli è sbucata da dietro la cabina di un camion una moto con sopra due persone e d’istinto ha sterzato verso il guard-rail, carrozzeria strisciata su tutta la fiancata e moto volatilizzata… mortificato ed arrabbiato ha dovuto proseguire verso l’incidente che aveva causato la fila… ora ci ride e imita il suo superiore quando lo ha rimproverato… io ribadisco che telecamere e tutor sono in grado d’identificare anche questi trasgressori se si volesse, solo per “parcondicio”, come per gli autocarri nei divieti di sorpasso e lui annuisce con la testa…Mentre mi riconsegna i documenti e i dischi mi chiede perché non ho il CQC,  mi fa i complimenti per i 20 punti conservati, non gli sto a spiegare che sono iscritta a scuola guida e conto di fare il cqc con una nuova patente entro settembre,  neanche che sono tornata a 20 punti da poco…, invece gli sto dicendo un “bugiardo” :”Arrivederci!”

Che ne pensate?? Romy

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Articolo su Vero

Vi pubblico l’articolo uscito su "Vero" n. 27 cioè quello di questa settimana…

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"Ambra Craighero – Modena, Giugno

Chi non associa la figura del camionista al viaggiatore solitario con spirito "on the road"? Ma soprattutto, chi ha mai messo in dubbio che dietro il parabrezza dei camion ci sia altri che un uomo? Forse nessuno. Ma da qualche anno qualcosa è cambiato e nelle cabine dei "bisonti" non è difficile trovare esponenti del gentil sesso. Tendine di rado ricamate, tappetini leopardati e targhette con soprannomi che poco hanno a che fare con l’identikit del camionista tradizionale adornano le cabine. E dentro, al volante, donne con le mani unte di grasso per aver cambiato un pneumatico da 70 chili: perchè anche loro, come i colleghi uomini, ci pensano due volte prima di rivolgersi al gommista. Con questa filosofia le "Lady Truck" (associazione per sole donne camioniste) si fanno largo con i loro tir per le strade d’Italia a suon di chilometri e sudore. Solo in questa associazione sono 120, tutte italiane, e si riconoscono grazie alle t-shirt rosse con su scritto "Pink Road, buona strada".

<<Da 15 anni guido i tir e siamo sempre di più a fare questo mestiere>>, racconta Gisella Corradini, modenese di 43 anni, che tutti i giorni parte da Fiorano, alle porte di Modena e percorre 500 km. Trasporta merce leggera ai cargo dell’aeroporto di Maplpensa. <<Siamo un migliaio in tutta la Penisola. Viaggiando di notte ho incontrato molte donne che fanno quasi sempre la stessa tratta. Così è nata l’idea di radunarci in un’associazione e ribattezzarci "Lady Truck">>. Non c’è un sindacato di categoria, per questo si sono unite per condividere le loro storie, per darsi dei consigli sulla sicurezza stradale. <<Sono gli angeli della strada>>, spiega Anna Manigrasso, presidente di Assotir, l’associazione italiana imprese di trasporto, <<sono concrete, hanno un grande temperamento e spesso a casa lasciano la famiglia>>. Ma per loro più che di un lavoro si tratta di una passione, anche se si tratta di guidare autotreni lunghi 18 metri, con a bordo 150 quintali di merce. E’ il caso di Rosa Di Gregorio, 31 anni di Orgiano, nella bassa provincia vicentina. <<Mio papà è camionista da più di trent’anni, e fino a qualche anno fa viaggiava insieme a mia madre. Siamo tre figlie e a un certo punto, dopo la maturità, ho deciso che avrei iniziato a guidare per essere utile alla famiglia. Solo mio padre mi ha incoraggiato fino in fondo. La maggiore preoccupazione erano le notti. Poi ho iniziato e ho accumulato una certa esperienza, tutti i giorni guido il mio autotreno da Verona a Bolzano. Mi sento libera.>>

Saliamo con Rosa a bordo del suo tir, alla prima curva incrociamo un altro camion che lampeggia i fari. <<Ci conosciamo tutti e comunichiamo via radio con i cb (ricetrasmittenti veicolari portatili, ndr) che ci tengono compagnia durante i tragitti. Ognuno di noi ha un nome di battaglia, il mio è "Misteriosa">>. Rosa impugna il ricevitore e dall’altra parte c’è "Lupo". <<Ciao Misteriosa, le strade sono pulite, non c’è molto traffico>>, le dice lui. <<Buon lavoro, chiamami se hai bisogno>>. Il maggior timore quando si guida per ore un bestione in autostrada è la notte nelle aree di servizio. <<Bisogna stare molto attente>>, dice Gisella. <<Con gli anni abbiamo imparato a evitare piazzole poco illuminate e poco raccomandabili. Una volta chiuse nel tir, siamo al sicuro>>. Il nostro viaggio a bordo dei tir continua e a Salsomaggiore ci aspetta Marzia Guareschi. <<Sono nata sul camion, ho sposato Enzo, un camionista, e ho allattato i miei due figli sui tir. Ho 44 anni e da sei sono il "Jolly" dell’azienda: guido a turno i cinque tir a disposizione per consegnare mangime per animali>>. La tratta di Marzia è la Salsomaggiore-Perugia, tutti i giorni. A volte accompagna il marito, spesso va da sola, e preferisce guidare di giorno. <<Mi piace da impazzire questo lavoro e ho realizzato il sogno della mia vita, grazie a mio marito che non mi ha mai ostacolato. Ha capito subito che tra me e il tir c’era un feeling speciale, cambiavo i flessibli e le lampadine con una certa facilità>>. Ma non è solo il fascino della guida, il segreto di tanta abnegazione. <<Per me il tir è una casa e spesso ho il piacere di condividere i viaggi con Enzo. Abbiamo scoperto che nella cabina di guida riusciamo a parlare di tutta la nostra vita con maggior disinvoltura>>. Nella cabina ci sono anche progetti: <<Vorremmo festeggiare il nostro 25esimo anniversario di matrimonio girando l’Europa sul nostro Tir, fino in Lapponia>>. E’ quasi sera, la notte scende come un sipario e per alcune di loro le luci della strada scorrono come sogni. "

Buona Strada!! Romy

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