camionisti

Al lavoro con Laura – secondo episodio

 

Secondo video della nuova serie con la collega Laura a bordo del Ford F- Max, in questo episodio ci racconta com’è fare l’autista oggi, chiacchierando con un giovane collega, Gabriele Varlotta, che guida da un anno e ci spiega come e perchè ha deciso di fare il camionista. E lo fa con un grande entusiasmo!

Buona visione.

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Al lavoro con Laura

 

Una nuova serie di video in compagnia della nostra collega Laura Broglio!

Questa volta è a bordo del Ford F-Max e ci racconta com’era la vita del camionista un pò di anni fa parlando con un veterano del mestiere, Loris Zanardi, autista in pensione.

Buona visione!

 

 

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UN LIBRO PER IL FINE SETTIMANA – “ FACCIO IL CAMIONISTA”

 

Di questo libro parlammo già anni fa, quando fu pubblicato. Questo il link dal nostro blog:

https://buonastrada.altervista.org/quotfaccio-il-camionistaquot-un-libro-di-fabrizio-piras/#comments

Ho anche avuto l’onore (veramente!) di incontrare alcune volte Fabrizio Piras, il collega camionaro –scrittore autore di questo piccolo grande libro! Una persona speciale. E lo si capisce leggendo pagina dopo pagina  i suoi racconti, le sue considerazioni, i suoi perché.

Ogni tanto lo riprendo in mano questo libro e me lo rileggo… per vedere se e cosa è cambiato nel nostro mestiere dal 2010 a oggi. Sono passati 13 anni dalla sua pubblicazione, sarebbero dovute migliorare un po’ di cose e invece… e invece cosi non è stato per molte. Per esempio la carenza di parcheggi, c’è come allora nonostante siano stati in parte ampliati ma non a sufficienza. I prezzi nei vari autogrill sono ancora più cari e sempre meno accessibili a chi viaggia per lavoro. Il rapporto paghe/ore lavorate non è migliorato nonostante venga lamentata una carenza di nuovi autisti. Di buono, rispetto al racconto, c’è che hanno aperto la Variante di valico e non si fa più l’Appennino. Per contro l’uso del baracchino, una volta voce dei camionari, è calato drasticamente cosi come drasticamente è calata l’offerta di manodopera: se una volta ti dicevano “Non ti sta bene quella è la porta, c’è la fila fuori” oggi non è più cosi ma le condizioni lavorative sono pressoché le stesse. E anche la stima nei nostri confronti come categoria non è aumentata…

Se non l’avete mai letto ve lo consiglio: è uno spaccato di “vita da camionisti”,  è la fotografia di un’epoca di transizione, quando tante cose stavano cambiando, in meglio o in peggio dipende da ognuno di noi, dalla capacità di adattarsi alle nuove regole imposte sia dalle leggi che dal mercato. Non a tutti il nuovo modo di gestire l’autotrasporto piace, ma tante volte a fare i nostalgici dei tempi andati ci si rammenta solo le cose belle e le brutte vengono eliminate automaticamente dai ricordi.

Buona lettura e buona strada sempre!

 

Un link:

https://www.ibs.it/faccio-camionista-nordest-visto-dall-libro-fabrizio-piras/e/9788863910261#cc-anchor-dettagli

La copertina:

Un paragrafo:

“Più lontano vado, più mi sento legato e vicino a quello che ho. Più lontano vado, più mi sento solo. Più mi sento solo e più mi sento forte, particolare, capace di imprese che non sono da tutti. Attraverso province, regioni, giorni, notti, pioggia, nebbia, vento, neve, ghiaccio, polvere, sole, caldo, sudore. L’orgoglio di fare ed essere qualcosa di diverso cresce, con esso lo spirito d’appartenenza ad un mondo parallelo che si muove maggiormente quando il resto riposa.

 

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A Milano camion solo di notte o con sensori per l’angolo cieco

Voi cosa ne pensate di questo provvedimento?Fermo restando che ogni vita umana ha un valore inestimabile e che nessuno dovrebbe morire in un incidente stradale, vi sembra la soluzione al problema?

Io sono camionista e anche ciclista e anche pedone. E quando vado in bicicletta cerco di tenermi alla larga dai colleghi camionisti, perché so che potrebbero non vedermi. So che i camion hanno tanti angoli morti. Come faccio? Principalmente cercando percorsi alternativi alle strade più trafficate (e ci sono…) poi usufruendo SEMPRE delle piste ciclabili dove esistono,  cosa che invece non piace fare alla maggior parte dei ciclisti almeno nelle mie zone, e a niente vale suonargli e dirgli di usarle… se va bene non ti degnano, se va male ti mandano a culofan… cominciare a fargli qualche multa, no? Per esempio, il comune di Ferno ha la ciclabile su tutto il percorso dalla fine di Samarate all’inizio di Lonate Pozzolo… venite a vedere in quanti la usano. Ci passo spesso col camion e gli sto dietro, ma se prima o poi qualcuno finirà schiacciato da un altro camion poi non vengano a piangere…

E’ inutile reclamare diritti quando poi non si rispettano i doveri. A piedi o in bicicletta in caso di incidente si avrà quasi sempre la peggio, allora il primo pensiero deve essere quello di prestare attenzione agli altri utenti della strada. Se gli altri sono distratti noi non possiamo esserlo, se c’è un passaggio pedonale non si può impegnarlo se non si è sicuri che l’auto o il camion che sopraggiunge non sia in grado di fermarsi. Ci dicono che si ha la precedenza a piedi, ok, ma fermare un veicolo è ben più difficile che fermarsi a piedi e controllare! Se c’è un camion che fa manovra si può aspettare che finisca, non infilarsi in ogni centimetro libero…col rischio di restare stritolati…

Quando si è pedoni o ciclisti dobbiamo essere noi i primi a prenderci cura della nostra incolumità, non sperare che “sistemi di rilevamento” impediscano a un veicolo di investirci!

Buona strada a tutti sempre!

 https://www.ansa.it/lombardia/notizie/2023/05/04/a-milano-camion-solo-di-notte-o-con-sensori-per-langolo-cieco_27b0a0e9-a525-4dca-9941-d25957c474a2.html

 

A Milano camion solo di notte o con sensori per l’angolo cieco

Approvato ordine del giorno in Consiglio comunale

(ANSA) – MILANO, 04 MAG – A Milano i camion e i mezzi pesanti potranno circolare solo di notte in determinati orari o in alternativa durante tutto il giorno ma solo se possiedono i sensori per l’eliminazione dell’angolo cieco.

Lo ha stabilito il Consiglio comunale che ha approvato all’unanimità l’ordine del giorno presentato dal consigliere della Lista Sala Marco Mazzei, dopo i recenti episodi di cronaca che hanno portato alla ribalta la sicurezza di pedoni e ciclisti in città come la morte di Cristina Scozia, investita in bicicletta da una betoniera in pieno centro.

L’ultima di una serie di vittime della strada. Il documento invita e sollecita il sindaco, Giuseppe Sala e la sua giunta ad adottare tutte le misure possibili per impedire che altri incidenti causati dall’angolo cieco dei mezzi pesanti provochino nuove vittime in città. In particolare consentendo l’accesso in Area B solo ai mezzi pesanti che siano dotati di appositi kit per l’eliminazione dell’angolo cieco.
Se i camion saranno sprovvisti di questi sensori potranno circolare solo di notte, dalle 22 alle 6 del mattino.
“Il Comune farà tutto ciò che è possibile, che ci è concesso e anche di più per garantire la sicurezza a pedoni e ciclisti in questa città – ha assicurato l’assessora alla Mobilità del Comune di Milano, Arianna Censi -. Ogni supporto in termini di strumenti tecnologici che possa aiutare è nelle nostre intenzioni e in quelle del sindaco”. (ANSA).

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UN LIBRO PER IL FINE SETTIMANA – “ SUL CAMION DI PAPA’ ”

 

Quando cerco libri sull’argomento  “camionistico” le parole chiave sono, naturalmente, “camion” e “camionisti”. Tra gli altri mi è comparso anche questo titolo “Sul camion di papà”, scritto da Alessandro Margherita e edito da ILMIOLIBRO. L’ho ordinato e naturalmente l’ho letto.

Luigi, il protagonista del libro, nato negli anni trenta del secolo scorso, nella vita ha fatto anche il camionista, ma il libro non è il racconto delle sue avventure a bordo del suo camion, no, il libro racconta principalmente la sua vita di uomo, partendo da quando era un bambino in una famiglia numerosa al servizio militare, da quando dopo la leva emigrò al nord, a Milano, e li, in cerca di fortuna e di nuove esperienze,  iniziò a guidare i camion. Racconta del suo ritorno al sud, per crearsi una famiglia sua, del suo amore per la moglie e le due figlie, del suo desiderio di andare sempre avanti, di progettare, di prendersi cura delle persone amate, del suo senso dell’amicizia e del rispetto.

Nella prefazione c’è questo paragrafo:

“Sul camion di papà” rappresenta il racconto narrato con gli occhi di un esterno ma con il cuore di un figlio. Chi scrive ha conosciuto Luigi e a lui dedica il racconto, alla sua memoria ed al suo insegnamento.

Buona lettura a tutti!

 

Un link:

https://www.ibs.it/sul-camion-di-papa-libro-alessandro-margherita/e/9788892376021

 

La copertina:

 

La trama:

“Sul camion di papà” descrive il percorso di vita di Luigi, un padre ed un camionista, e della sua amata famiglia. Il camion rappresenta metaforicamente il luogo emozionale in cui ognuno di noi compie l’affascinante viaggio della vita. Siamo saliti tutti su quel camion e ci saliamo ancora ogni giorno, sentendo la rassicurante carezza del nostro papa. Il libro racconta dell’importanza della famiglia e dell’amicizia, del lavoro e della progettualità. Un viaggio di ricordo e proiezione verso il futuro, guardando alla bellezza del paesaggio, senza paure e col cuore pieno di ottimismo.

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UN LIBRO PER IL FINE SETTIMANA – “GLI SCARRIOLANTI”

 

Il libro di cui vi parlo questo fine settimana è piccolo piccolo, ma non per questo meno bello. Poche pagine per raccontare la vita di un uomo, ora ultranovantenne (classe 1929) : Giuseppe Baruffaldi.  Il libro è una raccolta di brevi racconti scritti da lui, tutta la sua vita, da quando era un bambino che viveva nelle campagne mantovane al trasferimento in Piemonte in cerca di fortuna.

Dalla povertà della vita contadina negli anni del ventennio – gli “scarriolanti” erano gli uomini che con le loro carriole andavano a lavorare nelle bonifiche – agli anni della guerra, con i tedeschi e i fascisti che giravano in quelle zone, alla voglia di ricominciare, di costruirsi un futuro migliore andando a vivere a Omegna sul Lago d’Orta.

Tanta buona volontà, un primo lavoro da autista in un’azienda di autotrasporti e poi l’acquisto di un camion suo diventando cosi un padroncino, chilometri e chilometri sulle strade d’Italia …

Il link:

https://www.youcanprint.it/gli-scarriolanti-ricordi-di-un-ex-contadino-camionista-per-passione/b/2c0658b5-0b4d-5aa2-b8d1-eab25ec4a7b4

La copertina:

La trama:

Compiuti i novanta anni Giuseppe Baruffaldi si guarda alle spalle e ritrova il bambino che correva sugli argini del Po, dietro al papa’ scarriolante, impegnato nella bonifica durante il fascismo. Con un linguaggio scarno prendono vita istantanee di una civiltà ormai scomparsa, un mondo che anche Giuseppe ha poi lasciato per diventare camionista, cercando l’avventra e l’affermazione di sè negli anni del boom economico, in un ‘ Italia ritratta con parole essenziali e sincere. Il quadro che ne risulta è ricco di piccoli episodi significativi, impressioni fugaci, giudizi lapidari,sempre sotto lo sguardo arguto di quel bambino che non è mai cambiato e della sua vita ha fatto un unico grande viaggio di conoscenza di sè e del mondo.

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UN LIBRO PER IL FINE SETTIMANA – “CAMION E RICORDI”

 

Il passato è quello che ha creato il nostro presente. Viaggiamo sulle strade ma anche nel tempo, scorriamo insieme a lui e ci lasciamo la vita alle spalle, persa come i paesaggi nei retrovisori.

Ogni tanto rileggo questo libro. Lo faccio perché per me è bellissimo e per tenere viva la memoria del tempo che fu.

“Camion e ricordi” è la storia di Gino Barletti, camionista, anzi autotrenista, classe 1936, edito dalla Fondazione Negri nel 2002.

E’ un libro senza tempo proprio perché racconta di un tempo, di un passato che ormai non esiste più. E’ il diario di un’epoca di povertà ma anche di grandi sogni, di voglia di vivere, di ricominciare, di coraggio, di spirito di avventura.

  La copertina

 

Ogni volta che lo rileggo mi viene da pensare a quando a scuola gli insegnanti di italiano e storia ci assegnavano dei libri da leggere, ecco questo io lo farei leggere a tutte le persone che conseguono le patenti superiori, uomini o donne che siano, e anche a chi rinnova il CQC. Lo penso perché sono convinta che la lettura di queste storie farebbe capire a tanti che non c’è paragone con la fatica che si faceva allora e nemmeno con lo spirito di categoria che c’era tra i colleghi. In questo mondo moderno in cui tutti sembrano avere solo tempo per lamentarsi di ogni cosa, conoscere un po’ il nostro passato non farebbe male.

Avendo da sempre la passione per i mezzi d’epoca, quando mi capita l’occasione di partecipare a qualche manifestazione dedicata a questi vecchi camion amo conversare con i vecchi autisti e farmi raccontare le loro vicissitudini.

Orgoglio, passione e fatica, tanta fatica, sono le parole più rappresentative della loro vita da camionisti dal dopoguerra agli anni ’60.

Poi è cambiato tutto, a cominciare dai mezzi che sono diventati man mano più comodi e più potenti, dalle autostrade che hanno preso il posto delle vecchie strade statali, dai carichi che non dovevano più essere fatti quasi esclusivamente a mano.

Essendo un libro molto vecchio non è facile trovarlo, ma se vi dovesse capitare l’occasione di poterlo leggere non lasciatevela scappare, è un vero viaggio nel nostro passato, in un mondo ormai perduto.

Riporto qui sotto la scansione di qualche pagina per far capire com’era la vita allora e con che spirito si affrontavano le difficoltà di volta in volta:

 

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Il mio luogo del cuore (camionistico).

 

Stroppiana, 15 aprile 2023 – Collezione Marazzato.

 

 

La giornata è quasi finita, tanti visitatori se ne sono già andati. Sono stanca e felice. Mi siedo su una delle poltroncine di paglia, a disposizione degli ospiti, ormai vuote, il sole scalda la fila dei Fiat 682 davanti a me con i suoi caldi raggi serali, i miei occhi vanno da uno all’altro, indecisi su quale possa essere il più bello, quello giallo con la cisterna della Supercortemaggiore oppure quello grigio ancora della prima serie? Difficile scegliere… 

 

 

Ripenso alle persone che ho incontrato oggi, agli amici Seba e Tiziana che sono venuti a trovarmi qui, a Martina, la mia giovane collega che ho incontrato per la prima volta, al signor Giuliano che ho soprannominato “enciclopedia vivente” dei mezzi d’epoca perché ad ogni mia domanda sa darmi una risposta e anche oggi ho imparato tante cose nuove su questi vecchi autocarri. 

 

 

 

Mi raggiunge Giovanni e si siede vicino a me, anche lui stanco – e felice – e riprendiamo a chiacchierare. Ci ritroviamo qui ogni volta in occasione del “porte aperte”. Dopo una vita passata sui camion sulle strade d’Italia abbiamo tante cose da raccontarci, scopriamo di aver consegnato negli stessi paesi, a volte nelle stesse aziende, eppure non ci eravamo mai incontrati prima… o forse si e non lo sapevamo. 

 

 

E’ strana la vita. E molte volte è bella, giornate come quella appena trascorsa mi riempiono di gioia. Visto da fuori potrebbe sembrare niente di eccezionale, un pomeriggio in mezzo a vecchi camion facendo chiacchiere. Ma la mia anima si nutre di queste piccole emozioni, dei sorrisi, delle parole scambiate anche con persone mai viste prima con cui però si condivide una passione. Dell’atmosfera di serenità che si respira in questo luogo.

 

 

 

E’ arrivata anche l’ora dei saluti e dell’arrivederci.
Scrivo queste poche righe per ringraziare tutti del dono che mi hanno fatto oggi.

La felicità esiste, basta accorgersi quando ce l’abbiamo vicina.

Buona strada sempre a tutti.

 

 

 

 

 

 

 

 

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UN LIBRO PER IL FINE SETTIMANA – “LA SECONDA AVVENTURA”

 

In un mondo in cui tutti corrono per essere primi…a me basta arrivare… Il libro di questa settimana non è nuovo, è stato pubblicato nel 2020  da EDT e si intitola “La seconda avventura”. L’autore è Simone Saccucci, classe 1979. Come spesso mi accade, l’ho scoperto girando nel web in cerca di cose “camionistiche”, me lo sono fatta ordinare, ho dovuto aspettare un po’ il suo arrivo  ma poi me lo sono divorato in un paio di giorni. La storia mi piaceva anche se è catalogato come un libro per ragazzi!

La protagonista è Bianca, 16 anni, figlia di un camionista e grande ammiratrice di Iwona, si proprio lei Iwona Blecharczyk, la “Trucking girl” di You Tube, la miss polacca che ha scelto di fare la camionista.

Nel libro Bianca viaggia sul camion di suo papà, o per meglio dire lo guida pur non avendo la patente né l’età per farla. L’ha preso ed è partita, doveva sfuggire a qualcosa o forse trovare un perché…

 

Poi in un’area di sosta incontra Siria, un’anziana signora, muta, fuggita da una comunità (ma si scoprirà poi) che vuole un passaggio. Bianca non vorrebbe darglielo, ma alla fine cambia idea e la fa salire in cabina. E inizia la loro avventura, un susseguirsi di eventi, di incontri, di situazioni a volte inverosimili.

Il link:

https://www.edt.it/libri/la-seconda-avventura

La copertina:

La trama:

Bianca e Siria, una ragazza di sedici anni e una donna anziana quasi muta, corrono su un camion rubato. Scappano? Forse: la meta è un’isola al largo dell’Irlanda, irraggiungibile e magica, e la strada lunga e ricca di incontri (e scontri) che cambieranno le loro vite… Un romanzo on the road che non dà tregua fino all’ultima pagina.

«Guardo il fiume ed è passato un tempo interminabile. Sono una libellula sull’acqua, leggera. Volo in questo tempo sospeso sul fiume. Con tanto rumore dentro, eppure senza fare rumore. Piena d’aria e proprio per questo, vuota. Libera dal dolore. Dalla felicità. Da quello che penso di dover essere. Da quello che penso debba essere il mondo.»

Bianca ha sedici anni, un’amica ideale che incontra solo su YouTube, un nodo buio dentro di sé a cui preferisce non pensare – e guida un Tir da 10 tonnellate. Siria ha due nomi e molte vite alle spalle, un vecchio diario, la voce spezzata che sa diventare musica, e una poesia. Una sottile affinità, e forse un pizzico di follia, le spinge a unirsi per raggiungere insieme Innisfree, un’isoletta al centro di un lago nella lontana Irlanda, il posto in cui «mezzanotte è tutta un luccicare, e il meriggio brilla come di porpora». La diffidenza iniziale si trasforma, lungo il viaggio, in complicità. Il passato di Siria a tratti riemerge e si fa visibile: la vita da contadina e la sete di cultura, un caso di omicidio risolto solo a metà, l’incidente che l’ha costretta a un semi mutismo, gli anni tristi e vuoti trascorsi in una casa di cura. Bianca a sua volta comincia a decifrare il dolore che si porta addosso, e a comprendere il senso e le ragioni della sua incontenibile voglia di scappare. Un incontro spigoloso e tenero tra due persone già ferite, che darà ad entrambe la forza di gettarsi in una lunare e commovente seconda avventura.


E anche un video con l’autore che parla del suo libro:

 

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UN LIBRO PER IL FINE SETTIMANA – “LE VITE IN BILICO”

 

A volte i titoli hanno un doppio senso, come quello di cui vi parlo questo fine settimana: “Le vite in bilico”, scritto da un collega camionista, Antonino Moschella, e pubblicato da Rossini Editore a gennaio di questo 2023.

“In bilico” perché i due camionisti protagonisti guidano appunto un autoarticolato, e “in bilico” perché quale vita non è perennemente in bilico? Anche quando crediamo di avere raggiunto un equilibrio, la stabilità, quando pensiamo di essere arrivati e finalmente tutto andrà bene, c’è sempre la possibilità che qualcosa stravolga il nostro presente.

Ed è quello che capita ai due protagonisti. Il libro è un’alternanza di capitoli che raccontano il loro passato con altri che narrano il presente. In una notte in viaggio sui propri camion e in compagnia dei propri bambini ripercorrono le tappe della loro vita che li ha portati ad essere quello che sono.

Pagina dopo pagina si dipana una storia che forse tutti abbiamo vissuto, se non in prima persona magari come spettatori della vita di qualche nostro amico. L’adolescenza, i primi amori, la scuola, la musica, i sogni,  i primi schiaffi che la vita ci da. Un susseguirsi di eventi che potrebbero portare ad un lieto fine…

Non vi dico di più, solo che a me è piaciuto…vi metto un link:

https://santellionline.it/products/le-vite-in-bilico

La copertina:

La trama:

“Piermatteo e Vittorio, autisti di camion, iniziano il loro viaggio e per questioni familiari devono portare a lavoro i rispettivi figli, Martino ed Enrico. Sulla statale da Vinadio verso Torino, i due genitori lottano con le avversità della strada e, per tenere alta la concentrazione, raccontano molte storie ai piccoli sempre più incuriositi ed emozionati. Il loro passato, anche se tormentato, è stato ricco di studi, soddisfazioni letterarie e viaggi. La non voluta divisione amorosa e la conseguente separazione dai figli hanno spazzato via la speranza di un futuro migliore. “Le vite in bilico” è un “viaggio nel viaggio” che racchiude infanzia, adolescenza e maturità, in cui l’amicizia inaspettata è la chiave di volta che, forse, riuscirà ad aprire la porta del destino. Piermatteo e Vittorio, pur ricercando la stabilità, sanno con certezza che saranno comunque “vite in bilico”.

 

Buona lettura e buona strada sempre!

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