6 commenti

Da

Oggi è stata pubblicata la lettera del figlio di un collega, vittima del lavoro, vittima anche di quel vortice che fa sparire responsabili, lacune ed errori…

Sappiamo bene quante volte compiamo operazioni che non sarebbero nostro compito, quante altre volte vediamo operazioni di carico e scarico che con la sicurezza hanno poco a che fare, in questo momento di crisi poi le migliorie negli stabilimenti sono rare, anzi non si fanno neanche le riparazioni… Non so dove si andrà a finire… abbiamo perso tutti amici e colleghi, su strada è tragico ma negli stabilimenti è ancora più inaccettabile..Voi cosa ne pensate???incidente camion

La lettera del figlio di un uomo ucciso da un carico sistemato male
"Qualcuno deve far cambiare i metodi della Saint Gobain di Pisa"

"Mio padre morto sul lavoro
Dopo tre anni aspettiamo giustizia"

"Dicono che mancano dei dati. Non c’è stata nemmeno l’udienza preliminare"
di MASSIMILIANO PRATELLI

Da Massimiliano Pratelli, figlio di un uomo morto sul lavoro tre anni fa, riceviamo questa lettera e la pubblichiamo.

Sono Massimiliano, figlio di Carlo Pratelli, deceduto sul lavoro in seguito all’incidente nello stabilimento Saint-Gobain di Pisa quel maledetto lunedì 26 giugno del 2006. Mio padre lavorava come autista per la ditta Mancini Attilio s. n. c di Cascina, ditta con la quale aveva trascorso praticamente tutta la vita lavorativa, guidando, aggiustando, soccorrendo altri autisti in panne. Ci sapeva fare mio padre, molto. Verniciava, saldava, un vero tutto fare. Prezioso.

Quel giorno, durante le operazioni di carico, qualcosa è andato storto, alcune casse contenenti lastre di vetro 3 x 2 metri si sono rovesciate proprio dove si trovava lui. Sei tonnellate circa in tutto. Nessuno ha visto nulla, nessuno. L’intera squadra di carico, facente capo ad una cooperativa non si è accorta di nulla.

Dalle prime ricostruzioni del magistrato e dei periti, noi ne abbiamo tre in tutto, un esperto di normative sulla sicurezza, un ingegnere ex progettista della Iveco e un professore universitario docente in materia di sicurezza, sono apparse poco chiare molte cose.

Dico subito una cosa: qualcuno deve fermare i metodi di carico e di lavoro con cui operano nello stabilimento di Pisa della Saint-Gobain: caricano le casse sui rimorchi praticamente in verticale senza fissarle in alto! I concetti di equilibrio si insegnano nei corsi di fisica alle medie! Il caso (diciamo così.) ha voluto che anche il rimorchio che aveva in dotazione mio padre non fosse proprio nuovo, tutt’altro. Aveva
un’inclinazione trasversale del pianale proprio dal lato dove si sono rovesciate le casse.

Mio padre non doveva essere li. Dopo quel giorno la Saint-Gobain ha fatto fare una saletta per gli autisti. Ci voleva la morte di mio padre per capirlo. In alcuni stabilimenti del Nord e all’estero ovviano a questo problema con una semplicissima staffa fatta con un tondino di ferro, neanche tanto spesso, insomma, con pochi euro, veramente pochi si avrebbe avuto un forte incremento di sicurezza.

Ma chi era che aveva fatto il piano di sicurezza?
Chi l’analisi dei rischi? Vorrei i nomi. Pare che agli atti manchino molte cose. Che dire, dopo tre anni, TRE , non si è ancora fatta l’udienza preliminare. Non abbiamo ancora potuto fare la dichiarazione di "parte civile".

Ci sono 9 persone indagate, fior di avvocati. A loro non sembra vero di allungare il brodo. Sperano nella prescrizione che in Italia va tanto di moda. Che schifo. E meno male che i processi per le morti sul lavoro dovevano avere la priorità!

Massimiliano Pratelli

About The Author

6 Comments

  1. chiodovideo ha detto:

    Ciao Massimiliamo,inanzitutto un grosso abbraccio per il dolore che ti porti dentro per la perdita di tuo padre. Ero un pò indeciso se commentare perchè mi sentivo in difficoltà,ma mi son detto che ad una lettera così, non ci si può sottrarre. Davvero una brutta storia,molte volte mi capita di vedere operazioni di carico/scarico molto pericolose sia per l’autista che per chi le compie,99 su 100 queste operazioni sono dettate dalla fretta e dal fatto che bisogna a tutti i costi ridurre i tempi ! (Il tempo è denaro !) Questa è l’italia,quando succede,quello che chiunque può prevedere facendo certe manovre,tutti cominciano a giocare a flipper per sottrarsi alle proprie responsabilità. Spero con tutto il cuore che tu possa ricevere giustizia in onore di tuo padre e che i responsabili,CHE CI SONO, siano puniti a dovere ! Buonastrada & Occhiovivo sempre ! Ciao BBye !

  2. ironduckmoni ha detto:

    Ciao Massimiliano, per prima cosa ti mando un abbraccio, perchè quello che è successo a tuo padre e di conseguenza a te e alla tua famiglia è una di quelle cose che non vorremmo mai che accadessero…però purtropppo capita a chi lavora di farsi del male, a volte non basta stare attenti, ma altre volte non è colpa del caso ma della cattiva gestione della sicurezza. Se ne parla tanto, si fanno leggi su leggi, ma poi quando è il momento di metterle in pratica chissà perchè sembra diventare sempre tutto impossibile…sia che si parli di prevenzione degli incidenti che di punire i colpevoli dell’incuria….chissà perchè in Italia nessuno vuole mai assumersi le sue responsabilità…niente è mai colpa di qualcuno, anzi, tante volte si cerca di dare la colpa alle vittime, a chi ormai non può più difendersi! Spero che non diventi il caso di tuo papà… Questa storia è una vergogna e purtroppo è una cosa che capita sempre più spesso. Io spero che la giustizia riesca a dare un nome ai responsabili e una giusta punizione perchè non debbano più succedere cose cosi, perchè più nessuno debba più piangere un’altra morte bianca…una persona amata che se ne va in un modo assurdo. Ti auguro una buona strada sulla via della giustizia. Un abbraccio forte.

    Moni.

  3. anonimo ha detto:

    La pacatezza e la compostezza con la quale un figlio ha descritto il”delitto” di suo padre con questa lettera sono una lezione di vita x tutti.Proprio cosi caro Massimiliano tuo padre non é stato vittima di un incidente,é stato assasinato da un sistema miope nel prevenire e incapace nell’organizzare! troppo comodo adesso “far cambiare i metodi alla saint gobain” o a chi x esso,Intanto un uomo ha perso la vita,e nessuno ancora sta pagando ,ammesso che si possa mai pagare x una simile perdita.Se poi consideriamo che i responsabili se non colpevoli si nascondono vigliaccamente dietro a leggi e leggine che semprano fatte su misura per loro,allora la rabbia non trova sfogo..! Ogni persona che abbia un minimo di coscienza civile ha l’obbligo morale di ribellarsi a questi episodi che in Italia stanno diventando una vera e propria mattanza,se non vogliamo credere veramente che la prevenzione sul lavoro in questo paese si possa fare semplicemete indossando un caschetto giallo…!Grazie massimiliano per averci fatto riflettere rendendo publico il tuo dolore.un abbraccio

    LUIGI.

  4. gisytruck ha detto:

    Questa lettera è stata pubblicata da “La Repubblica” il 13, ieri ne ha parlato anche un TG ma sempre ieri a Villafranca Padovana un’altra persona perdeva la vita sotto una lastra di vetro di 13 ql… una coincidenza tragica e beffarda.

  5. anonimo ha detto:

    Ciao Massimiliano, ti capisco pienamente ed e’ proprio per casi come quello che purtroppo ti ha toccato da vicino che tentiamo tramite la realizzazione di un Monumento al Camionista di risvegliare l’opinione pubblica sulle morti di tanti colleghi dimenticati da tutti e poco e male rappresentati e tutelati da nessuno !!!!!

    Ti siamo vicino

    Franco B&B

  6. SimonaeGuido ha detto:

    Ciao Massimiliano, mi unisco anch’io al tuo dolore e ammiro la tua forza che emerge da questa lettera. Purtroppo è vero, le leggi ci sono ma …chi se ne frega !!!!! Bisogna andare, correre, fare in fretta per recuperare il tempo che spesso si perde per il menefreghismo degli altri e l’ultima ruota del carro siamo noi.

    Spero davvero che venga fatta chiarezza e sopratutto giustizia per tuo padre ma anche per tutti quelli che come lui se ne sono andati per colpa di altri.

    Se ti può consolare in questi casi si dice sempre che “sono sempre i migliori i primi ad andarsene”, e tuo padre era sicuramente uno di questi.

    Un grosso abbraccio.

Leave A Reply