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Dal blog… correva l'anno 2007

Ciao a tutte/i
rileggendo le pagine del blog ho trovato qualche pezzo interessante, ho pensato di riproporlo… sono passati tanti mesi…

Mezz’ora da incubo…

Dal mio diario…

 

Guidavo sulla Pedemontana in direzione Reggio Emilia, proveniente da Parma, avevo di fianco il mio 50 che aveva già finito il suo turno di guida, stavamo parlando del carico del prossimo viaggio,non c’erano altri mezzi, il pomeriggio stava per finire, rallentavo per affrontare  una curva in discesa, permettendomi di vedere un rettilineo di alcune centinaia di metri, per la metà in discesa e il resto in salita, senza mezzi provenienti dall’altro senso; improvvisamente dalla curva nascosta alla nostra visuale sbuca un motociclista, la moto si scompone per la velocità ma non solo, il comportamento del mezzo era anomalo,moto che rotola e poi striscia sull’asfalto e motociclista che catapulta a bordo della strada contro il gard-rail… no sopra…no sotto…dove cavolo è finito???  Guardo Fabio  per avere conferma di non aver sognato… Mi guarda e dice: Stavolta mi tocca!!!  Tante esperienze in due anni, con i feriti, gli incidenti erano già capitate a me, per una avevo anche sofferto di incubi per qualche tempo ma a lui non era ancora successo di vederne, era sempre arrivato dopo i soccorsi o le forze dell’ordine.  Non è detto che se non sei coivolto non rimani comunque scioccato, io avevo detto che se continuava così, tornavo alla mia occupazione precedente… fra le quattro mura tanto odiate, come se nelle fabbriche ci fosse sicurezza….Dal blog... correva l

 

Raggiunto il punto, ho spento il camion parcheggiato  più fuori possibile dalla strada, qui si è in collina, per consentire il miglior passaggio a chi fosse arrivato in seguito… frecce accese…corsa verso il ferito… sicuramente si è fatto male…. Tutto in un lampo… Guardo mio marito che sta scavalcando il guard-rail e mi dice che non lo vede ancora, io corro verso la curva per mettere il triangolo…Urla che ci sono dei cespugli troppo fitti e non lo vede… Altra corsa in discesa, nel frattempo sto chiamando i soccorsi, sono passati anni e ancora in quel tratto non c’è campo… so già che la prossima mezz’ora sarà "da ricordarsi" per un bel pò…

 

Riesco a mettermi in contatto col 118, mi rispondono che devo dare notizie più precise…saperle…le darei… molto volentieri…Purtroppo stavamo parlando, siamo a 50 km da casa, ormai rilassati…

 

Come faccio?? Non so esattamente come si chiama il paese dopo… Non so dove è finito… qual è il punto esatto dove è volato e come sta il motociclista…Li richiamerò…

 

Ma perché non arriva nessuno??? Mio marito è tornato in strada, percorso quasi tutta la salita e scendendo osserva attentamente il bordo per riuscire a trovare una traiettoria giusta… ha trovato un ciuffo d’erba schiacciato, ma è troppo poco lo spazio perché ci passi una persona… potrebbe essere un ragazzino… chiamiamo verso quella vegetazione selvatica e uniforme… niente… Scendiamo giù… rovi e spini ci graffiano le gambe…accidenti a me e mettere i pantaloncini… non vedo più niente solo rami, foglie, terra e mi sento inutile, incapace e disperata… mancano pochi metri e c’incrociamo… non l‘abbiamo ancora trovato… Se avessi tempo mi metterei a piangere… non serve perdere lucidità,cerco ancora, non può essere lontano…

 moto

Quando ero convinta di aver sognato e che la moto era un’allucinazione ho visto uno straccio bianco, non era uno straccio, era una maglietta ma la posizione della persona che c’era dentro era talmente strana che non sembrava un essere umano,un fagotto a forma di pera; Fabio era in un punto che per raggiungermi doveva risalire e fare il percorso che avevo fatto io, almeno l’avevamo trovato, cerco di raggiungerlo, di girarlo, di stenderlo, gli apro la visiera del casco…vedo che è un ragazzo sui 40 anni e apre fortunatamente gli occhi… mi guarda ma non parla…siamo quasi al buio qua sotto…Urlo che è vivo…urlo che si sbrighi, è pesante non riesco a stenderlo… Sento altre voci oltre quella di Fabio e mi raggiunge un ragazzo magro e molto agile nei movimenti, cerchiamo insieme di far parlare questo ferito che da veder così non ha un graffio, noi sanguiniamo per le ferite alle gambe, lui però niente… vedo il portafogli nella terra, apro, prendo la patente e lo chiamo per nome.. :”Franco ti sei fatto male? Cosa ti senti? Mi senti?”118

 

“Sei la Madonna?” Mi scappa da ridere per la tensione accumulata nei vari minuti di ricerca inutile, rido per isterismo, rispondo che si è sbagliato, che stavolta non vedrà la Madonna e che sicuramente non abbiamo niente in comune io e lei…comicia a muovere le braccia e le mani piano piano, ma sente dolore alle gambe, gli faccio provare a muovere le dita, è senza scarpe…c’è reazione ma qui ci vuole un medico…qua non si vede niente e decidiamo di trascinarlo in salita, verso la strada, lentamente e faticando parecchio arriviamo alla fine della vegetazione, mentre riprendiamo fiato si vorrebbe togliere il casco, non lo lascio fare e controllo le gambe e il busto, dice che sta meglio ma è passato per uno spazio piccolo per uno della sua stazza e ha già il livido sulla schiena, se arrivassero i soccorsi mi sentirei più tranquilla…”Non dite a mia sorella che sono caduto, è stata la moto ad inchiodare e l’ho aggiustata oggi!” “Ci pensiamo dopo…, tu non togliere il casco e io non  gli dico della moto.” Come se si potesse tener nascosto un simile casino… Sospira e dice di aver dolore al torace, chiede se ha qualcosa di rotto; gli spiego che non sono un’infermiera, sono un’autista di camion… secondo me è probabile che qualche costola abbia subito danni, visto che è passato violentemente in uno spazio così stretto…, quando arriverà l’ambulanza ci sarà sopra chi se ne intende di più… dice che gli sembra di essere in buone mani… scoppiamo a ridere, di tre lui è quello che non sanguina… Nel frattempo si sono radunate tante persone, tra i quali un maresciallo dei carabinieri in borghese, chiedo se possiamo andarcene, per togliere il camion dalla strada che ingombra, ma siamo gli unici col cellulare che riceve e dobbiamo aspettare i soccorsi… Inutile la ricerca delle scarpe, inutile discutere con Franco per il casco, si comicia ad agitare parecchio… io non posso toglierlo, ma non posso impedire a lui di farlo e ci appare uno spettacolo per niente rassicurante: viso gonfio e un grosso livido sulla tempia destra e un malumore crescente, che giudico strano, dovrebbe essere contento di essersi salvato, non ha ancora capito il rischio che ha corso…, mi parla sempre come se mi conoscesse da prima, il ragazzo che mi ha aiutato non riceve neanche risposta, quando gli parla e mi dice che forse mi ha scambiata per un’altra. Arrivati gli operatori del 118 ci mettiamo in disparte per qualche minuto, ora possiamo andarcene e liberare la strada, non serve più la nostra presenza, saluto il mio socio nel recupero, commentiamo che Franco l’ha scampata bella.  Non ho più avuto notizie…ma tutte le volte che percorro quel tratto ci ripenso… come ci ho ripensato per le due settimane che disinfettavo l’escoriazioni che mi ero procurata tra le sterpaglie e di cui conservo le cicatrici.

 

Buona Strada a tutti!!! gisy

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2 Comments

  1. anonimo ha detto:

    L’avevo già letto, ma fa riflettere sempre come storia, soprattutto a me, che viaggio spesso su due ruote.

    Buona strada

    Simone

  2. Diamante65 ha detto:

    "Mezz ora da incubo", per  un lieto fine, ci puo star bene anche qualche escoriazione al soccorritore.Siamo sicuri che hai pensato la stessa cosa mentre curavi le "tue" ferite. Ciao Gisy Buona Strada sempre.
    LUIGI…

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