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Diario di bordo

Ciao, quello che leggerete ora è il diario di un viaggio fatto questa settimana, niente di eccezionale, circa 1200 km e degli orari un po’ strani per noi abituati ad andare e tornare senza perdere tempo, ma visto che di tempo”libero” ne ho avuto tanto l’ho sfruttato per scrivere e raccontarvi com’è andata….spero che non sia troppo lunga come storia!!  Non siete obbligati a leggerla tutta!

 

DIARIO DI BORDO

“Mercoledì mattina…uscire di casa alle 5 per fare una consegna a un’ora di strada…la prima della giornata, il cliente apre alle 8 meno ¼…quasi 2 ore di sosta nel piazzale, l’alternativa era di metterci 2 ore ad arrivare se partivamo 2 ore più tardi…come si dice “Milan l’è un gran Milan”…più che altro è un gran “bailamme” e venire giù alle 7 del mattino dalla Vedova Allegra per andare ad Arcore  poteva voler dire di metterci il doppio e anche  più di tempo…una volta mi è capitato di metterci più di 3 ore per arrivare a Grumello, quasi il triplo del tempo che ci metto di notte e solo per il traffico del  mattino. Un giorno o l’altro faranno le strade nuove, ce le promettono da anni, e fileremo via come dei missili. Noi “viviamo” di speranze…

A Milano, nel tratto cittadino dell’A 4 c’è un ponte chiamato dai colleghi “dei sospiri”,

il nome risale al periodo in cui stavano facendo la terza corsia tra Milano Certosa e Milano est e si era sempre in colonna a sospirare…ma niente paura! Non è cambiato niente: tutti i giorni code e tutti i giorni sospiri, il nome è rimasto!

Riprendiamo l’A 4 a Trezzo e il viaggio, anche se c’è molto traffico, continua abbastanza tranquillo, solo un ½ spavento per una BM che stava litigando con un furgone e gli ha piantato un inchiodata davanti al muso quando erano di fianco a noi….siccome le “disgrazie” non sono sufficienti ci vuole qualcuno che cerca di provocarne altre…

Arriviamo a Venezia e facciamo un po’ di coda in tangenziale. Ma non è niente a confronto con quella che c’è nell’altra direzione…dallo svincolo per la Castellana, indietro, indietro, indietro fin quasi alla barriera di Venezia est…ho perso il conto dei km!! Sento i colleghi lamentarsi per baracchino della situazione insostenibile. E’ un inferno: eternamente in colonna. Hanno ragione: è una vergogna. Un cartello luminoso indicava che mancano 94 giorni all’apertura del passante di Mestre….speriamo siano puntuali, per il momento tutti i giorni è una sofferenza.

 

30012008 Tang Mestre

Dopo la barriera proseguiamo per Udine. La consegna è veloce, sono tutti bancali e in poco più di un quarto d’ora siamo scarichi.. Si è messo a piovere, ma il pensiero è tutto alla colonna che ci aspetta al ritorno. La domanda è: smaltirà oppure no? La risposta, sempre dal baracchino, è unanime: la coda inizia ancora poco dopo la barriera. E sono quasi fermi…decidiamo di uscire a S. Donà di Piave e di fare la piccola fino a Treviso e poi qui prendere la SS 13 e rientrare a Terraglio. Sembrava una buona scelta, ma quando arriviamo a Mogliano troviamo colonna anche qui: ci sono parecchi semafori e molto traffico prima di raggiungere la tangenziale. Una piccola parentesi fotografica per questo nuovo modello di cartello di pericolo:30012008 segnaletica                 

La riprendo dopo poco più di un’ora, ci ho messo ancora meno di quelli che sono rimasti sulla grande, anche se ci metto 10 minuti per fare un km, siamo quasi fermi…poi di colpo dopo la Castellana non c’è più nessuno. Ci sono dei lavori in corso sulla corsia di accelerazione di quello svincolo…che sia per colpa loro – come dicono- che c’è tutto questo casino? Sembrerebbe di si!! La cosa assurda è che i camion devono viaggiare a 50 km/h orari in prima corsia, mentre le BM ne hanno a disposizione 2 col limite degli 80 km/h…i camion sono fermi, il traffico delle auto è scarso…C’è un pezzo di tangenziale tra lo svincolo della grande  che arriva da TV e fino poco dopo Terraglio dove lasciano la possibilità ai trucks di mettersi su 2 file per agevolare l’immissione dell’A 27. Ma serve solo a creare più casino, perché comunque devono poi rimettersi in fila unica. Pongo una domanda: se in questi casi facessero viaggiare i camion sempre a 50 km/h ma su due corsie (in marcia parallela) per tutta la tangenziale per far smaltire le colonne? Non ci si guadagnerebbe anche in minore inquinamento? E minore stress per gli autisti?

Facile fare le leggi stando seduti comodamente dietro una scrivania…io –ma non sono la sola- quelle persone le obbligherei a farsi una settimana in cabina con un qualsiasi autista costretto a fare avanti e indietro per quella maledetta tangenziale…cosi, tanto per rendersi conto di cosa hanno combinato…poi altri pretendono il rispetto delle ore di guida e altri ancora dei tempi di consegna. Il rispetto per il nostro lavoro se proviamo a chiederlo ci danno dei criminali arroganti…va bè, è una storia vecchia e senza via d’uscita.

 Finalmente imbocchiamo la SS 309 Romea, un cartello indica che Ravenna è a 132 km. E’ la prima volta che mi capita di percorrerla tutta di seguito. Non rientra nei nostri percorsi abituali. Spero che tutto vada liscio perché troppo spesso alla radio sento di brutti incidenti su questa strada. E i sorpassi un po’ troppo azzardati di alcuni automobilisti mi fanno capire perché poi succedono le “disgrazie” anche su una strada che è quasi tutta dritta…Comincia a imbrunire, l’aria grigia della giornata da un senso di malinconia al paesaggio, soprattutto mentre attraversiamo la laguna di Chioggia. Sembra di essere in una foto in bianco e nero…

IMAG0022 SS 309IMAG0026 Chioggia

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Arriviamo a Ravenna che è ormai buio, ci fermiamo in una stazione di servizio Esso per un caffè e la pausa di dovere sul disco. Mezz’ora a far niente, ma è la legge che ce lo impone…La nostra destinazione è Rimini. Domani mattina si carica in Fiera. Abbiamo tempo. Ci autoconvinciamo che sul tratto della SS16 che va da RA a Rimini ci saranno un sacco di posti per fermarsi a cena. Abbiamo voglia di pizza. Ma l’ho già detto: non è la nostra zona questa…anzi. Si può dire che non ci siamo passati mai o quasi. Di solito arriviamo in Romagna dall’A 14. Le uniche cose che troviamo veramente in gran numero sono le buche…un vero e proprio groviera d’asfalto. Di pizzerie neanche l’ombra. Allora decidiamo di andare a far la carica da Berto, all’uscita di Rimini nord, anche li non ci siamo mai stati ma c’è sempre il piazzale pieno dei camion dei colleghi, vorrà dire qualcosa!?! Sono fortunata: c’è ancora un posto libero nel parcheggio davanti al locale e mi infilo in retromarcia. Un bel piatto di spaghetti fumanti e un secondo di pesce è quello che ci voleva al termine di una giornata al volante.

Torniamo in cabina e aspettiamo un collega che ci deve portare dei cartoni da consegnare poi in fiera. Un paio di telefonate con Monimiao e Gisy per le ultime novità e poi si dorme un po’. E’ quasi l’una quando squilla il cellulare: è arrivato. Trasbordiamo e poi ci salutiamo. Nel frattempo è calata un po’ di nebbia. Pochi km e siamo davanti ai cancelli della fiera, ci sono già 5-6 camion. Ora si  può dormire veramente. L’aria è umida di pioggerellina.  Accendo il riscaldamento autonomo e mi infilo sotto le coperte, il sonno però tarda ad arrivare. Alle 7 e ½ aprono i cancelli e insieme a un altro camion che deve caricare con noi entriamo e ci posizioniamo. La pioggerellina non accenna a diminuire. Ci prepariamo il caffè e ne offriamo una tazza la collega che è qui da ieri sera. Sarà una lunga giornata? Pare di si. Alle 8 e ½ arrivano i ragazzi dello stand. Devono impacchettare tutti i macchinari che dobbiamo poi caricare… Il tempo scorre lento, nell’attesa pulisco un po’ la cabina, scambio sms con la mia kara Betty e scrivo… Non capita spesso di fare dei viaggi con tutti questi tempi morti. Di solito c’è da sbrigarsi per riuscire a fare tutto col tempo che non basta mai. Ma un po’ di tranquillità non guasta!!

Un’altra novità: il muletto è stato prenotato per mezzogiorno…ora piove seriamente. Nei padiglioni della fiera i lavori fervono, tutti smontano, impacchettano, caricano…noi ce ne torniamo in cabina e passiamo il tempo ad ascoltare la radio mangiucchiando dolcetti di pasta sfoglia. Non possiamo fare altro. Poi ci dicono che il muletto arriverà all’una…piove …chiacchieriamo un po’ con l’altro collega, gironzoliamo per il padiglione…perché quando non hai fretta anche il tempo sembra rallentare il suo eterno scorrere? All’una e mezzo del muletto non si sente neanche il rumore in lontananza…Ormai siamo rassegnati a rientrare tardi. Di scaricare in giornata il miraggio è svanito quando ci avevano detto che si sarebbe caricato alla mezza. Troppe ore ci separano dal luogo di consegna. Prendiamola bene. Una giornata lontano dal traffico! Alle 2 telefono al mio collega G.Franco per sapere se è  ripartito dalla toscana: non ancora. Ci accordiamo per sentirci più tardi e magari cenare insieme. Ci prepariamo un altro caffè in cabina, ha quasi smesso di piovere. Alle 3 e ½ i buoni propositi cominciano a lasciare il posto a un certo nervosismo: ma verrà mai ‘sto muletto? Il capo del collega che è qui con noi lo ha chiamato diverse volte: non è convinto che siamo ancora qui senza aver cominciato a caricare…è una fiera…funziona cosi…devi aspettare il tuo turno…passeggiamo su e giù senza sapere cosa fare…Mi telefona la mia Betty e chiacchieriamo a lungo. Alle 4 e ½ riaccendo il riscaldamento autonomo, comincia a far freddo e siamo tutti sconsolati. Si farà notte per caricare? Cosi pare…di certo il cielo comincia a farsi scuro. Non siamo i soli che si aggirano preoccupati nel piazzale, di fronte c’è un bilico con i teli aperti da ore e il cassone tristemente vuoto… A 10 minuti alle 5 mi telefona il G.Franco: è a Modena, gli dico che non abbiamo ancora iniziato…mi dice: “Stai scherzando, vero?”  “Stavolta no!” “Ma come? ma perché? Ma non puoi mandarli….?” “No che non posso! E poi non è colpa loro!”

Alle 5 e ¼ arriva il muletto!!! Ritroviamo tutti il sorriso e ci rianimiamo.

Aiutiamo il collega a caricare e dopo mezz’ora lui se ne va. Alle 6 e ¼  finiamo anche noi: finalmente si riparte! E’ di nuovo buio…varie tel col G.Franco che decide di aspettarci a Fidenza, si farà un po’ di sonno nell’attesa. Filo dritto fino a li, altra telefonata, lo chiamo al baracchino e lui esce dal parcheggio. I tabelloni dicono che lo svincolo di PC sud chiuderà alle 22.00, ma non si capisce se in direzione città o Torino, cosi per non rischiare rinunciamo a uscire a Fiorenzuola per andare a Cadeo (e poi rientrare a PC sud). Invece usciamo a PC nord, al casello giriamo a sinistra, andiamo da Buratti. Si son fatte le 9 e ½ , è un po’ tardi ma il locale è ancora pieno. Salutiamo un collega che conosciamo e ci sediamo. Ordiniamo, mangiamo, chiacchieriamo. Ultimamente capita spesso di trovarci insieme a far la carica, dopo mesi che non succedeva più.31012008 da Buratti                                      

Dopo il caffè si riparte in direzione casa. A mezzanotte e ½  finalmente il nostro svincolo: ci salutiamo, appuntamento in scuderia.

“Domani” è già oggi, e ci sarà da pedalare, questo strano viaggio ormai è quasi terminato. I miei gatti mi aspettano svegli e come sempre la notte non hanno nessuna intenzione di dormire neanche un po’: Miao.”

 

BUONA STRADA!!

 

 

 

 

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2 Comments

  1. FrancescoPatti ha detto:

    Mamma mia, che bello….È stato come essere in cabina con te….

  2. ironduckmoni ha detto:

    Grazie Francesco….di solito però non è cosi tranquillo, c’è veramente sempre da correre per riuscire a fare tutto, i percorsi si ripetono sempre uguali e non c’è tempo di fermarsi a far carica batterie… Alla prossima e buon weekend!

    Moni.

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