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gli ultimi del paradiso – 1

Ciao a tutte/i

in questi giorni la rai ha trasmesso il film "gli ultimi del paradiso" in due puntate dove si affrontava il tema dei morti sul lavoro toccando anche il nostro ambiente lavorativo, l’autotrasporto.
 
Ha evidenziato in maniera abbastanza reale ciò che avviene a un autista che svolge il suo lavoro che va oltre le regole, sia nelle ore di guida e sia nelle operazioni di carico e scarico. Spero che dopo questa fiction qualcuno si renda conto di cosa sta dietro un viaggio, di come è trattata una persona e che non è facile sopravvivere a certi sfruttamenti che ci vengono imposti sommati ai pregiudizi della gente comune. A voi i commenti.

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9 Comments

  1. gisytruck ha detto:

    Il primo pensiero è positivo, nel complesso mi è piaciuta la prima parte, l’altra devo ancora avere il tempo di vederla… ma lacommittenza non è stata messa sotto la lente d’ingrandimento… io non ho visto inquadrature di un cliente che telefonava e ti diceva:" il carico è pronto alle, 16, 30 e devi essere dall’altra parte d’Italia domattina alle 5,00 perchè altrimenti si ferma il cantiere!" oppure "se non vai tu, ho la fila fuori, chiamo un’altro!"
    Nessun riferimento al cambiamento del mercato, lavorare sul venduto… ti chiamano oggi pomeriggio per ieri, non per domani…
    Il resto a visione ultimata… BUONA STRADA a Tutte/i!!!

  2. Diamante65 ha detto:

    Ciao ,non ho visto il film,lo vedrò…non mi meraviglio se è come dici te Gisy…non hai visto la committenza e forse mai la vedremo. Non fà comodo a nessuno mettersi contro questi, che sono ancora i poteri forti nel nostro paese. I" caporali dai colletti bianchi " non si toccano!!
    Buona strada a tutti/e
    LUIGI…

  3. anonimo ha detto:


    avrei voluto tanto poter dare 10 come voto,
    purtroppo ritengo che un 6 sia piu’ che sufficente, perche’ son state fatte vedere cose vere come il sonno e le operazioni di scarico pericolose,  ma l’inizio del film mostrava un camionista che si faceva di cocaina !!!! bel biglietto da visita per tutta la categoria, se poi sommiamo al "tradimento" con la moglie del migliore amico, certamente per l’opinione pubblica il giudizio sara’ stato quello di "poco di buoni"…….,possibile non far vedere uno normale ?
    invece e’ stato certamente bello il film nei momenti che hanno dimostrato l’amicizia ed unione tra colleghi, e l’importanza data alla sicurezza sul lavoro, per questo voto: 6

    Franco B&B

  4. anonimo ha detto:

    Innanzitutto devo ringraziare questo blog, perchè grazie a buonastrada ho saputo di questa fiction.
    Volevo capire qualcosa in più sul mondo dell’autotrasporto e dello sfruttamento a danno di chi lavora nell’autotrasporto; confesso che era per me motivo d’interesse anche il fatto che la fiction era ambientata nella mia città.
    Non essendo un addetto ai lavori, è difficile per me dare validi giudizi sulla fiction, ma mi sembra di poter dire che ha evidenziato alcune difficoltà di svolge il vostro lavoro; forse alcune cose potevano essere meglio descritte, ma credo che comunque ha mostrato un mondo lavorativo con diverse insidie.
    Buona strada.
    Marino

  5. FrancescoPatti ha detto:

    A me la fiction è piaciuta parecchio. Nell’ovvia sintesi a cui è costretto uno sceneggiato televisivo, credo si siano toccati un po’ tutti i punti che ruotano attorno al lavoro usurante.

    La committenza stritolante è stata secondo me rappresentata dal Francesco Salvi che obbliga i suoi autisti a turni supplementari perché «agli Arabi non si può dir di no». E la facilità con cui il patron dell’azienda minacciava di mandar via gli autisti era esplicativa della semplice possibilità di trovare tutta le gente che si vuole disposta a lavorare a bieche condizioni. La figura dell’extracomunitario era poi, secondo me, molto rappresentativa.

     

    > l’inizio del film mostrava un camionista che si faceva di

    > cocaina !!!! bel biglietto da visita per tutta la categoria

     

    Io non l’ho visto come un vero e proprio vizio. Del resto l’assunzione di cocaina non è mai stata correlata, nel film, alla guida del mezzo. Piuttosto l’ho interpretato come il rifugio in qualcosa di “evasivo” per allontanarsi dalla violenza del lavoro. Ovviamente condannabile, ma questo è il significato che ho dato io.

     

    > se poi sommiamo al "tradimento" con la moglie del

    > migliore amico, certamente per l’opinione pubblica il

    > giudizio sara’ stato quello di "poco di buoni"…….

     

    Lì secondo me si è voluta palesare la sconfitta di un uomo che non accetta che sia la moglie a reggere l’economia familiare, e per questo se ne allontana rifugiandosi in un’avventura fugace che non ha alcun seguito.

  6. anonimo ha detto:

    A me è piaciuto tanto, ma io sono di parte, ho un’amica camionista. Ciao Mary

  7. anonimo ha detto:

    ciao a tutti e tutte
    la prima serata diciamo ke mi è piaciuta la seconda un po’ meno…
    nn voglio criticare,ne essere criticata x il mio giudizio …
    Tanto fra tutti quelli ke l’hanno visto han intrerpretato a loro modo e giudizio il mondo dei camionisti..
    ci sarebbero troppe cose ke nn vanno e impossibile viverle in due ore di film..
    un baci8 e un abbraccio a tutti/e voi!!!!!!!!!!!!!
    OCCHIO VIVO SEMPRE E BUONA STRADA!!!
    cIao Dany67

  8. Misteriosa ha detto:

    Come a Francesco, anke a me è piaciuto molto, anke se è stato parlato poco dei problemi legati al lavoro del camionista, ci vorrebbe un film a sè. cmq sono dell’idea (e il film ha sollevato il problema) ke l’autista nn è tenuto ad effettuare operazioni di carico e scarico. Il contratto collettivo nazionale del lavoro dice infatti ke l’autista nn è obbligato ma deve fare in modo ke la merce venga scaricata. Ma allora deve, nn deve, nn si capisce! allora quì ci vuole il buon senso: io camionista devo guidare 8 ore e devo essere riposato e concentrato alla guida; ma se poi devo caricare, scaricare, e fare miriade di consegne in queta maniera, ti credo ke poi arrivano i colpi di sonno e a fatica riesci ad arrivare a casa tanto sei stanco morto! x nn parlare di chi viaggia la notte con orari tassativi e a volte sei costretto a saltare il pasto x arrivare e poi tocca fare anke il facchino… no grazie! Come dico sempre "a ognuno il suo mestiere!" ma va a farglielo capire ai magazzinieri! mi sembra ke all’estero l’autista è + tutelato, xkè in Italia è sempre tutto il contrario? Quasi in ogni azienda ora c’è l’obbligo di indossare gilet arancione e scarpe antinfortunistica, x carità è giusto, xò siccome nn ho un centinato ma un frigo in questa azienda mi tocca scaricarmi il camion con un transpallet a mano. In quasi 2 anni nn vi dico ke lotta x farmi dare uno decente xkè quello ke avevano era distrutto con le ruote consumate e tutto storto. (sì ma tanto sei un autista!) In ribalta nn posso andare xkè l’imballo va scaricato all’esterno. Io sono in regola nell’indossare l’abbigliamento richiesto, ma questo mi protegge fino in fondo? E se mi faccio male magari scivolando giù ki risponde? Oppure poi è colpa mia xkè fanno figurare ke il transpallet l’ho preso di mia iniziativa? Notare ke in questa azienda (una SpA) hanno carellisti ke nn ti aiutano e pretendono il bancale girato xkè loro con il muletto fanno prima… ma il mio tempo e le mie fatiche nn contano? ?? scusate lo sfogo ma questa è una battaglia ke porterò sempre avanti, nn solo xkè son donna, ma x i tutti i camionisti!

  9. gianni schirru ha detto:

    è sempre la stessa storia. possibile che certe cose capitino solo nei film? ho fatto il camionista per quasi 40 anni e vi assicuro che non è così. gli incidenti capitano in ogni settore lavorativo e continueranno a capitare indipendentemente da leggi, regolamenti, misure di sicurezza, sindacati ecc. quella gente, chissà perchè, interviene sempre quando il danno è ormai fatto.

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