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Gli ultimi del paradiso

 

Ciao a tutte/i                                                                                                                              

09122009074Il 24 e 25 gennaio in prima serata su Raiuno trasmetteranno la fiction : Gli Angeli Del Paradiso.

E’ una miniserie prodotta dalla Rai, riprese svolte a Trieste, diretta da Luciano Manuzzi, incentrata sul tema delle morti bianche, nome attribuito dal decesso di un lavoratore durante lo svolgimento delle sue mansioni.

Tra gli interpreti della fiction ci sono Massimo


09122009071Ghini, Elena Sofia Ricci,Roberto Salvi e Ninetto Davoli che saranno protagonisti di fatti realmente accaduti.


Massimo Ghini interpreterà un camionista che, a seguito di un incidente, sarà costretto all’immobilità. Proprio per questo motivo inizierà una lotta contro il suo datore di lavoro al fine di

09122009070veder riconosciuti i propri diritti, riuscendo ad ottenere un risarcimento che gli permetterà di aprire una nuova azienda che implichi un miglioramento della qualità del lavoro.

Ma ben presto il protagonista si renderà conto di star seguendo la scia del suo vecchio padrone, commettendo gli stessi errori e usando gli stessi meccanismi di sfruttamento…
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Buona Strada a tutte/i !!!!

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4 Comments

  1. anonimo ha detto:

    Grazie a buonastrada vengo a sapere che c’è una fiction ambientata nella mia Trieste, spero di riuscire a vederla.
    Lo sfruttamento credo che sia il maggior problema nell’ambito degli infortuni sul lavoro, e penso che molto sia ancora da fare.
    Buona strada.
    Marino.

  2. anonimo ha detto:


    Speriamo sia veramente bello e realistico come sembra dai spot pubblicizzati finora ,speriamo sia una risposta positiva al brutto speciale di Santoro…

    Franco

  3. gisytruck ha detto:

     Un articolo di un quotidiano ligure commenta le diverse fiction che trattano le morti bianche, nei vari settori e nei diversi periodi, in questo contesto la rai ha prodotto anche….. Da il secoloXIX…

    … “Gli ultimi del paradiso”, una storia tragica di infortuni, in onda domenica e lunedì in prima serata su Raiuno. Il tema delle “morti bianche” e degli incidenti sul posto di lavoro diventa materia per cinema e televisione, lasciando al primo il compito di documentare il pubblico con storie vere e alla seconda di romanzare la cronaca con i doverosi artifizi del piccolo schermo.

    E per farlo la tv ha bisogno di autori che si siano “sporcati” le mani in questo mare magnum di morte a cottimo, capaci di tradurre in racconti da milioni di spettatori vicende che spesso partono dalla squallore della povertà. “Gli ultimi del Paradiso” porta la firma di Giancarlo De Cataldo, il giudice di Corte d’Assise, già autore di “Romanzo Criminale” e di Monica Zapelli, che, nel suo curriculum ha anche “I Cento passi” di Marco Tullio Giordana. La fiction, diretta da Luciano Manuzzi e ambientata in una città di mare, senza alcun riferimento particolare, è stata girata a Trieste e ha fra gli interpreti Massimo Ghini, nel ruolo di Mario, un camionista che subisce un infortunio sul lavoro, Elena Sofia Ricci, sua moglie, Licia Maglietta, Ninetto Davoli, Valentina Lodovini, Diane Fleri, Thomas Trabacchi, Francesco Salvi e Giuseppe Zeno.

    Tutto comincia con un incidente che costringe sulla sedia a rotelle Mario, camionista che lavora in una cooperativa. La lunga battaglia per vedere riconosciuti i propri diritti si trasforma in una rappresaglia da parte del datore di lavoro anche nei confronti di amici e colleghi che decidono di affrontare insieme questa causa. Arriva l’atteso risarcimento e subito diventa la base per aprire, tutti insieme, una nuova azienda. Ma, visto che la trama è tratta da una storia vera, il lieto fine tarda ad arrivare: la nuova chance che il rimborso milionario offre, si trasforma in un boomerang, perché Mario comincia lentamente a prendere la deriva del vecchio padrone, a cadere negli stessi errori e meccanismi di sfruttamento. «La sceneggiatura mi ha subito conquistato» ammette Ghini «tocca temi come la precarietà, il licenziamento, tragedie umane e familiari». Una fiction difficile da girare, e non solo per gli sforzi fisici richiesti al cast. Va avanti Ghini: «Abbiamo avuto diverse scene impegnative. Un paio di volte ho avuto difficoltà a guidare degli enormi camion. Ma il momento più difficile è avvenuto fuori dal set: avevamo appena finito la scena di un incidente sul lavoro quando abbiamo saputo che ne era avvenuto uno uguale a Savona: sono rimasto schoccato». Chiama in causa la società e le istituzioni, incapaci di garantire la vita agli operai, il regista Manuzzi. «La leggera flessione nel numero di incidenti mortali sul lavoro registrata negli ultimi tempi non deve essere un alibi per abbassare la guardia. La battaglia sarà davvero vinta quando la cultura della protezione, la cura assoluta della vita umana diventeranno valori condivisi e si sarà ridotto il più possibile il numero delle vittime.».

    E se nella fiction Ghini difende i diritti dei camionisti, nella vita reale è a capo del sindacato degli attori, due battaglie decisamente diverse, ma ugualmente complicate.                                              

  4. R0ssY ha detto:

    “Verosimile, ma sotto molti punti di vista distantissima dalla verità, dalla vera realtà quotidiana, soprattutto laddove si preferisce dare tutta la colpa a un padroncino senza scrupoli, dimenticando, colpevolmente, le responsabilità della committenza, di coloro, spesso personaggi di primo piano del mondo imprenditoriale del nostro Paese, che spingono gli autotrasportatori a violare la legge”. Così Paolo Uggè, presidente nazionale di Fai Conftrasporto, federazione che associa oltre 30mila imprese di autotrasporto in Italia, ha commentato la messa in onda ieri sera su Rai 1 della prima parte de “Gli ultimi del Paradiso, la miniserie televisiva che ha per tema il delicato argomento delle morti bianche in Italia, una realtà di cui si parla pochissimo nonostante oltre 1300 persone perdano la vita ogni anno sul lavoro.

    “La fiction ha mostrato le solite grandi lacune: l’eccessiva velocità a cui viaggiano numerosi mezzi pesanti; l’uso da parte di autisti di droghe per far fronte a orari di guida massacranti; cronotachigrafi taroccati; aree di sosta mancanti o assolutamente non idonee”, ha sottolineato sempre Uggè. “Peccato che la Rai con questa fiction “viaggi” in ritardo di anni: da lunghissimo tempo infatti la federazione degli autotrasportatori denuncia le stesse cose, non limitandosi a chiedere solo più sicurezza, ma anche proponendo delle soluzioni. Per chi si droga e guida sotto l’effetto di cocaina o altre sostanze stupefacenti (ma anche alcol) abbiamo chiesto, per esempio, che all’impresa venga concesso di poter licenziare, per giusta causa, l’autista, sia di camion sia di corriere o pullmann. La discussione sul Codice della strada è ancora apertissima e ci sarebbe dunque tutto lo spazio per intervenire. Per quanto riguarda invece l’eccessiva velocità e il taroccamento dei cronotachigrafi (le “scatole nere” dei Tir che servono a raccontare per esempio da quante ore il mezzo è in viaggio, se ha rispettato l’obbligo di soste eccetera), da anni ormai chiediamo più controlli: quelli che ci sono sono insufficienti e oltretutto sono diminuiti invece che aumentare (nonostante qualche rappresentante del Governo abbia affermato il contrario). Noi ci siamo perfino dichiarati disponibili a rinunciare a una parte di finanziamenti stanziati dal Governo per la categoria purché venissero utilizzati per avere più pattuglie per strada, ma inutilmente. Cosa dovremmo fare, organizzare delle ronde di Road Angels, con volontari che “pattuglino” le strade e si sostituiscano alle forze dell’ordine insufficienti? Ma di tutto questo nessuno ha dato notizia, così come nessuno ha sottolineato come sia la grande industria, la committenza pesante a obbligare il mondo dell’autotrasporto a infrangere le regole. Ma dei veri “mandanti” la fiction ha preferito non parlare, attribuendo tutte le colpe al piccolo autotrasportatore, interpretato da Francesco Salvi. Dimenticando che i controlli, per diventare una cosa seria, credibile e non una buffonata, dovrebbero interessare tutta la filiera del trasporto”. Un’ultima annotazione riguarda le aree di sosta: “sono una delle grandi lacune dell’autotrasporto italiano, ma quando la federazione ha realizzato, nell’ottobre scorso, a proprie spese la migliore area di sosta d’Europa, l’Autoparco Brescia Est, (in precedenza era già stata realizzata quella di Villanova d’Asti) investendo qualcosa come 38 milioni di euro e indicando al Governo la strada da seguire per costruire una rete di aree di sosta in grado davvero di creare sicurezza e di far vivere gli autotrasportatori in modo decente e non come bestie, la Rai dov’era? Per fare un’informazione completa occorre ascoltare sempre le realtà protagoniste. Se qualcuno intendesse approfondire il tema in Rai attraverso un dibattito bipartisan, siamo ovviamente a disposizione”. –
     
    Stradafacendo.tgcom

    sante parole
    buona strada a tutti …

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