Le cose di ogni giorno….
DIARIO DI BORDO DALL’8 AL 12 GIUGNO 2009
Le settimane sulla strada si susseguono una dietro l’altra, a volte simili, a volte diverse, dipende dal lavoro, da cosa c’è da fare… Questo mio diario di bordo stavolta non è una “cronologia” di destinazioni, di carichi e scarichi, ma un diario di episodi e di emozioni.
Viaggio, macino km, e pensieri, medito. Quando c’è poco traffico, soprattutto la notte, riesco a pensare di tutto. La mia fantasia galoppa…mi porta in praterie infinite, popolate di cavalli selvatici che mi guardano con occhi immensi…immensi come il cielo…guardo il sorgere della luna avvolta da un alone di nuvole che la rende spettacolare una notte che tutta sola me ne vado a Sassoferrato…preoccupata solo dalle curve sulla piccolina perché il carico è alto, pesante e un po’ ballerino…
Sorrido da sola per scacciare la tristezza che a volte mi assale senza preavviso e mi schiaccia sul sedile…me ne sto seduta con la portiera aperta per un’ora e mezza davanti al cancello di uno stabilimento chiuso per la pausa pranzo e assaporo il profumo dolce dei tigli in fiore, mi viene la voglia di scendere e abbracciare questi stupendi alberi. Avete mai abbracciato un albero? Io si…
Ripenso a un piccione fermo in mezzo alla corsia di decelerazione di un’area di servizio mentre mi stavo fermando, il new jersey alla mia destra, un camion alla mia sinistra, nessuna possibilità di schivarlo…lui che imperterrito continuava a becchettare, la mia preghiera che restasse immobile
mentre ero obbligata a passargli sopra, con un po’ di fortuna non l’avrei nemmeno sfiorato…ma dagli specchi non sono riuscita a capire se poi era riuscito a riprendere il volo. Guardo davanti a me e mi chiedo quante volte sono già passata sugli stessi chilometri d’asfalto di questa autostrada? Centinaia? Migliaia? Quante volte i miei occhi hanno visto gli stessi paesaggi scorrere fuori dai finestrini? Eppure non sono mai uguali. La realtà è mutevole. Quello che oggi è certezza domani è un interrogativo…Imbocco la tangenziale di Milano in un orario che di solito è libera e mi trovo invischiata in una colonna, un immenso serpentone di automobili, solo qualche camion qua e là, le imprecazioni dei colleghi che come me speravano per una volta di scamparla. Incrocio e saluto colleghi/e, e ogni volta è un piacere sapere che siamo ancora tutti sulla stessa strada.
Mi fermo a bere il caffè con un amico, e il tempo che scorre si riempie di parole, di gesti, di sorrisi. Poi le strade si dividono e ognuno torna ad inseguire il proprio orizzonte. Quanta passione mettiamo nel nostro lavoro? A volte troppa. A volte siamo accecati dall’amore per questa vita un po’ randagia, un po’ strana e non riusciamo a focalizzare quali sono i veri problemi della vita. Ma lo sono? Sono veramente problemi o siamo noi che ce li creiamo?
Sono l’ultima di una grande quantità di camion in attesa per entrare a scaricare. Sono già stata qui, so che si entra in ordine di arrivo, che non c’è bisogno di portare le bolle, me ne sto in cabina o gironzolo vicino al camion, guardo gli altri andare avanti e indietro con i documenti di viaggio in mano…il tempo passa inesorabile…poi esce il portinaio, tutti gli si fanno incontro, lui guarda le loro bolle, scrolla la testa, poi si gira verso di me e mi fa segno di entrare…sono stupita…un po’ dispiaciuta per gli altri mentre gli passo davanti. Ma non è colpa mia…non ho chiesto niente a nessuno. Non ho pregato per scaricare prima. Scusate colleghi, non è perché sono donna ma è che gli serviva il materiale che trasportavo.
Chiudo gli occhi e vedo il mare. C’è una spiaggia lontana e deserta che mi è rimasta nel cuore e quando sono giù ci torno col pensiero, sento il suono della risacca, mi ricordo del calore del sole e dei sorrisi delle persone che erano con me quel giorno. Un attimo di calma eternità, la realtà invece è un traffico caotico che non lascia nessuna speranza. La voglia a volte di mollare tutto e tutti, andare lontano da questa assurda fretta che impedisce alle persone di vivere, che li fa sorpassare in corsia di emergenza appena davanti rallentano e si accodano. Ma dove dovete andare? Dove? Fermatevi un attimo e pensateci!
Scendo dal camion, e mentre altri si occupano di scaricarlo, io mi siedo su un muretto e guardo il sole. Dicono che il sole non bisogna guardarlo. Che fa male. Ma io lo amo. Io sono il sole e appartengo al cielo blu e non c’è niente di più bello.
Il motore canta per me la sua canzone al ritmo del diesel da 6 cilindri in linea. E’ come il battito del cuore. E’ vita vera. E’ voglia di andare lontano.
Buona strada a tutti!
Andare lontano da questa assurda fretta che impedisce alle persone di vivere
com’è vero quello che scrivi Moni…
proprio stamattina qualcuno si è sorbito una bella crisi di nervi, troppe cose da fare e il disordine mentale che non ti permette di assegnare le priorità, l’incubo della settimana entrante che incombe e la sensazione del tempo che ti sfugge dalle mani… la terapia consigliata (e che ho seguito stamattina) “ma vattene al mare e prova a non pensare a niente per mezza giornata!” e ha funzionato, l’ansia mi è passata e penso solo che mi aspetta un buon weekend.
GUARDARE IL SOLE FA BENE!
Che poesia….
Questo diario di bordo è molto bello, perchè sei riuscita a trasmettere delle sensazioni molto profonde, direi cose poetiche, come quando scrivi “Io sono il sole e appartengo al cielo blu e non c’è niente di più bello”.
Bello anche “Avete mai abbracciato un albero? Io si…”.
Mi raccomando però, se abbracci un albero, accertati prima che non si tratti di un cactus………..scherzo!!!
Continua così e buona strada.
Marino
Grazie ragazzi/e…le vostre parole per me sono un raggio di sole!!!!
Buona domenica e buona strada!
Moni.
racconto da 110 elode monika veramente bello anzi strabello oggi son andato al raduno speravo di trovarti ma nn c’eri cmq continua cosi leggerti e sempre un piacere
Moni..veramente stupendo il tuo racconto…dalla prima all’ultima parola…davvero!complimenti =)
Dany
Il tuo racconto fa riflettere su molte cose… penso alle volte che si è sempre di fretta e nn si assapora certi attimi che difficilmente torneranno… nn so xchè mi viene in mente una stupenda canzone di Vasco, Sally, vi riporto il testo. Complimenti x il bellissimo post
buona strada sempre Mony
Sally cammina per la strada senza nemmeno….
…. guardare per terra
Sally è una donna che non ha più voglia
…. di fare la guerra
Sally ha patito troppo
Sally ha già visto che cosa….
“ti può crollare addosso”!
Sally è già stata “punita”…
per ogni sua distrazione o debolezza…
per ogni “candida carezza”…
“data” per non sentire…. l’amarezza!
Senti che fuori piove
senti che bel rumore…
Sally cammina per la strada sicura
senza pensare a niente!
…. ormai guarda la gente
con aria indifferente…
…. sono lontani quei “momenti”…
quando “uno sguardo” provocava “turbamenti”…
quando la vita era più facile…
e si potevano mangiare anche le fragole….
perché la vita è un brivido che vola via
è tutt’un equilibrio sopra la follia….
…… sopra la follia!
Senti che fuori piove
senti che bel rumore…
Ma forse Sally è proprio questo il senso… il senso…
del tuo “vagare”…
forse davvero ci si deve sentire….
alla fine…. un Po’ male!….
Forse alla fine di questa “triste storia”
qualcuno troverà il coraggio
per affrontare “i sensi di colpa”…
e Cancellarli da questo “viaggio”….
per vivere davvero ogni momento…..
con ogni suo “turbamento”!….
e come se fosse l’ultimo!
Sally cammina per la strada… “leggera”…
ormai è sera…
“si accendono le luci dei lampioni”…
“tutta la gente corre a casa davanti alle televisioni”…
ed un pensiero le passa per la testa
“forse la vita non è stata tutta persa”…
forse qualcosa “s’è salvato”!!…
forse davvero!… non è stato “poi tutto sbagliato”!
“forse era giusto così!?!”….
…… eheheheh!……
forse ma forse ma sì….
Cosa vuoi che ti dica io
senti che bel rumore…
Come dice qualcuno… dovresti scrivere per professione e non solo per diletto (nostro).
Concordo con chi ti ha già scritto i Complimenti; Buona Strada e non solo quella d’asfalto… ma quelle che solcano la fantasia, quella del pensiero, quella del cuore… Ciaoooo
Ieri… ci sei mancata ed eri molto ricercata.
Bello il tuo diario … Una volta anch’io feci un viaggio con mio fratello, ex-camionista a bordo di un Turbostar Iveco verso la Germania… beh rileggendo il tuo racconto mi sono ricordato di quello spirito libero dei camionisti…buona strada bella 🙂
Grazie a tutti/e di cuore, veramente…è che a volte viaggio troppo con la fantasia e questi sono i risultati…non smettere mai di sognare…questo è il segreto…io non lo faccio, vado avanti e sorrido!
Buona strada! Baci!