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Per il Pirata

monumento monte cippoCorri più veloce del vento
il vento non ti prenderà mai
corri ancora adesso lo sento
sta soffiando sopra gli anni tuoi.
Dammi la mano fammi sognare
dimmi se ancora avrai
al traguardo ad aspettarti
qualcuno oppure no

Dimmi cos’è che fa sentire
il vuoto che ti toglie tutto
e fa finire il gioco
dimmi cos’è dentro di te
dimmi perchè

Cerchi questo giorno d’inverno
il sole che non tramonta mai
lo cerchi in questa stanza d’albergo
solo e sempre con i tuoi guai.
Dammi la mano fammi sognare
dimmi se ancora avrai
al traguardo ad aspettarti
qualcuno oppure no

Dimmi cos’è che fa sentire il vuoto
che ti toglie tutto
e fa finire il gioco
dimmi cos’è dentro di te
dimmi perchè

Dimmi cos’è che fa sentire
il vuoto che ti toglie tutto
e fa finire il gioco
dimmi cos’è dentro di te
dimmi perchè

A braccia alzate verso il cielo
nella notte te ne andrai
e a pugni chiusi sulla vita
la tua vita graffierai

Dammi la mano fammi sognare
dimmi se ancora avrai
al traguardo ad aspettarti
qualcuno oppure no

Dimmi cos’è dentro di te
dimmi perchè
dimmi cos’è dentro di te
dimmi perchè….

Il testo dell’ ULTIMA SALITA dei Nomadi racchiude tutta la storia di Marco Pantani in poche righe….

pantani imola
Anche Fabri Fibra riduce a poche parole un’esistenza finita tragicamente…

"perché è la coca che distrugge un grande come Pantani, mica è la gente che c’è intorno e vuole show da marziani"

"e ti ritrovi in questi alberghi lussuosi, come Marco Pantani con in mano due dosi e con gli occhi esplosi"
biglia pantani
Dentro un’enorme biglia, un’immagine di un ciclista, sotto sforzo che guarda l’orizzonte… l’A14 all’altezza di Imola, non è uno qualunque, è il Pirata, uno che ha fatto seguire il ciclismo anche a chi non lo aveva mai fatto…lui che ha lanciato la moda della bandana…lui che rimaneva un ragazzo timido e cordiale, appena sceso dalla Sua bicicletta… lui che un anno ha cantato la sigla di un giro d’Italia e qualche anno dopo non vi ha potuto partecipare…lui che si è fatto benvolere da chiunque ci ha scambiato una sola parola di persona…

Da quella biglia guarda i veicoli passare veloci, attraversare la sua Romagna che gli ha insegnato tanto, ma non abbastanza da sopravvivere nella fossa dei leoni… Le fauci del mondo dello sport stritolano chiunque, quando sei in alto, catapultato sempre più su e appena scivoli, vieni abbandonato nella tua discesa da tutti, anzi, sempre c’è qualcuno pronto ad affossarti, ancor di più… se possibile… Dopo anni saltano fuori i difensori… tanti, ma qualcuno non ha la coscienza pulita… dopo anni sono cambiati i valori di riferimento, ma i ciclisti "cadono" ancora, in quella buca che sono le "analisi a campione", perché non è più il ciclismo di una volta…perché ci sono dietro troppi interessi economici, perché un campione è considerato tale solo dal pubblico vero quello genuino, per gli altri sei solo businnes; ma Marco Pantani non è più qui a vedere le scalate e le cadute degl’altri; non è qui a sentire le canzoni che gli Stadio, I Nomadi, I Litfiba, Francesco Baccini, Riccardo Maffoni e tanti altri hanno dedicato a una vita spezzata troppo presto, che con le parole cercano di rendergli merito, di ringraziare chi porta nel cuore il ricordo di un ragazzo timido che solo sulla sua bici era a suo agio, che ha pedalato con tutte le forze, che riusciva a tirar fuori e che aveva esaurito quando gli sarebbero servite a salvarsi la vita.

marco-pantani

Gli anni passano e dalla biglia osserva il traffico dell’autostrada, adesso non è solo, chiunque percorra quel tratto lancia uno sguardo, lo cerca, tifoso o no, solidale per ciò che ha subito, riconoscente per le emozioni che ci ha regalato, pedalando con tutte le sue forze, vincendo, per lui, per la sua squadra, per chi ci guadagnava, per chi ci credeva, ma anche per i colori di una bandiera.

E’ l’anniversario della sua caduta e vorrei rendergli un piccolo omaggio anche da queste pagine…
la canzone degli Stadio, E MI ALZO SUI PEDALI…

 Io sono un campione questo lo so
È solo questione di punti di vista
In questo posto dove io sto
Mi chiamano Marco, Marco il ciclista
Ma è che alle volte si perde la strada
Perché prima o poi ci sono brutti momenti
Non so neppure se ero un pirata
Strappavo la vita col cuore e coi denti
E se ho sbagliato non me ne son reso conto
Ho preso le cose fin troppo sul serio
Ho preso anche il fatto di aver ogni tanto
Esagerato per sentirmi più vero

E ora mi alzo sui pedali come quando ero bambino
Dopo un po’ prendevo il volo dal cancello del giardino
E mio nonno mi aspettava senza dire una parola
Perché io e la bicicletta siamo una cosa sola
E mi rialzo sui pedali ricomincio la fatica
Poi abbraccio i miei gregari passo in cima alla salita
Perché quelli come noi hanno voglia di sognare
E io dal passo del Pordoi chiudo gli occhi e vedo il mare
E vedo te…e aspetto te…

Adesso mi sembra tutto distante
La maglia rosa e quegli anni felici
E il Giro d’Italia e poi il Tour de France
Ed anche gli amici che non erano amici
Poi di quel giorno ricordo soltanto
Una stanza d’albergo ed un letto disfatto
E sono sicuro di avere anche pianto
Ma sono sparito in quell’ attimo esatto

E ora mi alzo sui pedali all’ inizio dello strappo
Mentre un pugno di avversari si è piantato in mezzo al gruppo
Perché in fondo una salita è una cosa anche è normale
Assomiglia un po’ alla vita devi sempre un po’ lottare
E mi rialzo sui pedali con il sole sulla faccia
E mi tiro su gli occhiali al traguardo della tappa
Ma quando scendo dal sellino sento la malinconia
Un elefante magrolino che scriveva poesie
Solo per te… solo per te…

Io sono un campione questo lo so
Un po’ come tutti aspetto il domani
In questo posto dove io sto
Chiedete di Marco, Marco Pantani

Dalla Sua biglia veglia anche su di noi, perché la nostra Strada sia Sempre Buona!!!

 

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No Comments

  1. ironduckmoni ha detto:

    Grazie Gisy per queste belle parole dedicate al Pirata…..io non ho mai seguito molto il ciclismo, ma lui mi era simpatico….poi purtroppo la vita a volte non va come si vorrebbe e si scivola, si cade e ci si fa male…e non sempre c’è qualcuno che aiuta a rialzarsi…La guardo sempre quella biglia quando passo da Imola…mi fa tenerezza…e un pò mi ricorda l’infanzia….un salutone e una buona strada sempre a tutti, per chi c’è ancora e per chi percorre strade diverse dalle nostre….

  2. giannimille ha detto:

    Gisy, veramente belle le parole dedicate ad un grande! stimavo Pantani nn tanto per il campione che era, ma per la sua riservatezza, forse esagerata! che l’ha portato a nn reggere la solitudine e l’abbandono di tutti. Il riconoscimento ai grandi spesso avviene solo dopo la loro morte, e anche per lui così è stato; spero solo che osservando la biglia, le persone che l’hanno condannato a morte abbiano un rimorso per ciò che hanno fatto.
    Buona Strada,  Gianni.

  3. gisytruck ha detto:

    Anche a me fa tanta tenerezza guardare quella biglia… ci vedo un ragazzo solo, in sella alla sua bici… ma lontano dal resto del mondo…

  4. anonimo ha detto:

    Bello l articolo su Marco Pantani,il Grande Marco…Grazie Marco per tutte le belle emozioni che ci hai regalato,grazie per la persona che eri e che rimarrai per sempre per tutte le persone che continuano ad Amarti,tu nn morirai mai… Barbara

  5. anonimo ha detto:

    Pantani è stato un grande campione, non soltanto perchè aveva ciò che i ciclisti definiscono "motore", ma anche perchè era un gran personaggio, sicuramente originale.
    Pantani era un personaggio vero, senza fronzoli, un romagnolo con tanta vitalità e tanta voglia di fare.
    E’stato un italiano che correva su una bici italiana, uno che ha dato tanto al nostro ciclismo, spero che questo venga ricordato a lungo.
    Marino

  6. R0ssY ha detto:

    bello questo post.. grazie Gisy..
    mi riporti alla memoria un personaggio che mi è stato da modello per tanto tempo..
    io a quell’epoca lo seguivo pantani.. ragazzi vederlo salire sulle montagne con pendenze allucinanti.. mi dava carica e adrenalina..
    era appassionante.. stringeva i denti e le mani sul manubrio e con tutta  la forza che aveva dentro saliva sui pedali…

    e più era stanco .. più spingeva sui pedali …

    anche io ho fatto agonismo.. ma facevo pallanuoto…
    quella carica e quella passione per me sono stati  modelli di vita..
    peccato non fosse andata come avrebbe dovuto ..
    a volte la vita riserva destini ai quali non credevamo di dovergli appartenere

    inutile dirvi che dopo .. per me .. il ciclismo.. non ha avuto piu ragione d’esistere..

    buona strada sempre a tutti
    in questa vita o nell’altra

  7. anonimo ha detto:

    Sicuramente x noi in romagna Marco era un grande Romagnolo, lo vedevo spesso sulle strade di romagna passava spesso davanti a casa mia in allenamento, e gli leggevi negli occhi la gioia di far fatica di pedalare, la passione in cio che faceva, mi ricordo che una volta mi scappò un forza Marco nel vederlo passare dal giardino di casa e lui ringrazio questo è il ricordo che ho di Marco e devo ringraziare chi ha avuto l'idea di ricordarlo qui, la biglia abitando a Imola la vedo tutti i giorni e ogni volta lo sguardo dopo averla vista va sempre in cielo x salutarlo… Manuel

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