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Racconti dalla mia famiglia…

Ciao a tutte,

oggi condivido con voi una storia, che si racconta da sempre nella mia famiglia… l’ho sentita talmente tante volte, che mi sembra di ricordare ma non è così, non ho in mente ne il viso ne l’aspetto della persona che sembra mi abbia trasmesso la passione per i camion… neanche il camion ricordo, che tristezza, sicuramente se lo sapesse rimarrebbe deluso.Gisy baby 2

Quando ero ancora troppo piccola per andare a scuola, i miei genitori avevano appena realizzato il loro sogno: lasciare la fabbrica e la casa in paese per comprare, con i risparmi un’azienda agricola.

Mia nonna paterna si era appena risposata con un vedovo, per farsi compagnia, dicono; entrambi avevano figli già sistemati, che a loro volta avevano figli, io ero una di queste. I miei numerosi cugini, al contrario di me, non apprezzavano molto questa persona, forse avevano troppi ricordi del nonno… io sono nata dopo la sua morte e non ne avevo nessuno.

Trascorrevo settimane intere a casa loro, nel paese di montagna, di cui anche le famiglie dei miei erano originarie, tutti conoscono tutti tutt’ora, com’è tradizione nei piccoli centri. Suscitando le antipatie dei vari cugini, veri o acquisiti, avevo comiciato a chiedere a mia nonna di poter andare con il “nonno” a consegnare con il camion , faceva di mestiere il commerciante di legname e guidava un  Gisy baby“musone” grigio con le sponde in legno, nessuno mi ha mai saputo dire marca o modello, solo descrizioni vaghe. Erano tempi in cui i bambini non parlavano a tavola con il capofamiglia, tanto meno le femmine, io poi che non ero neanche sua nipote… Se lui gli rivolgeva la parola era sicuramente per sgridarli, alcuni miei cugini ancora adesso rivolgendosi al padre usano il “voi”, a casa mia io non ero abituata così, anzi i miei mi avevano insegnato che educatamente,  si poteva esporre un’opinione o fare domande; per me le mie richieste erano importanti e meritavano Gisy baby 1ascolto, ma non bastò, mi fu negato il permesso.

Ero intraprendente e decisi di nascondermi nel camion, che non doveva avere molto spazio all’interno della cabina, per uscirne solamente alla prima fermata; accortosi della mia presenza e del sacrificio fisico che avevo sopportato o semplicemente per non perdere tempo a riportarmi indietro, il “nonno” decise di portarmi con sé tutto il giorno, presentandomi a tutte le famiglie, diventavo rossa tutte le volte e lui si divertiva, ero molto timida e pensava di aver trovato una soluzione; avevo rischiato una sonora sculacciata, ma ne era valsa la pena!

Forse ero anche una buona interlocutrice perché da quel giorno mi portava sempre con sé, a volte raccontava a mia nonna che mi ciondolava la testa per la stanchezza, ma non mi arrendevo al sonno e continuavo ad allungare il collo per guardare fuori… Chissà se sognavo che un giorno avrei guidato io? Chissà se da lassù mi osserva e mi protegge? Avrebbe mai potuto immaginare che 25 anni dopo avrei guidato io?   Vorrei ricordare, invece posso solo immaginare e unire i vari racconti…

Sono tornata di raro in quel paese, solo per i funerali dei parenti che vogliono andare a riposare la, non sento nessun legame a quei luoghi, non ho riconosciuto neanche la casa e il cortile, ma ho provato una dolce tristezza a guardare la foto sulla lapide di quel “signore” sorridente e sconosciuto che dicono avermi voluto molto bene.

Buona Strada a tutte!!!

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4 Comments

  1. gisytruck ha detto:

    Oggi ho chiesto ancora a mio padre com’era il camion dei miei “viaggi”, ha risposto che sicuramente era italiano… perchè il proprietario non beveva neanche la Coca Cola per non contribuire a importare nulla, il Paese doveva solo esportare per poter riprendersi dalla miseria in cui era caduto con la guerra… Se gli avessi chiesto con che ruspa La Marazzi aveva comiciato a movimentare terra per le piastrelle mi avrebbe saputo rispondere, per lui i camion sono tutti uguali e lo sono sempre stati… A ognuno le proprie passioni!!! Sono molto legata a mio padre, è venuto una sola volta in viaggio con me, credo non si fidi… ma fa una grande propaganda tra i suoi amici, quindi anche se non me lo ha mai detto, so ugualmente che è orgoglioso.

  2. ironduckmoni ha detto:

    Magari se lo “porti” davanti allo schermo del PC e gli fai vedere le foto gli torna in mente com’era fatto il camion dei tuoi “viaggi”!!

    Le immagini risvegliano di più la memoria di un semplice nome. Come quando rivediamo qualcuno dopo tanti anni, sappiamo di conoscerlo ma non riusciamo proprio a ricordarci il suo nome!

    Ciao Gisy! Buona strada…

  3. antognocca ha detto:

    gisy sei troppo gnocca!!!

    un bacio e buon we!

  4. gisytruck ha detto:

    Hai visto com’ero???… per qualche hanno sono migliorata ancora… poi ho comiciato un percorso di trasformazione durato qualche anno, ora inevitabilmente arriverà quello di declino…. Pazienza… quando guido mi sento bene… alla faccia di chi usa il termine “camioniste” per sminuire la figura femminile… Ciao Anto… ma c’è nebbia oggi a Bologna??? Qui è un casino!!!

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