3 commenti

Spulciando le notizie…

Ciao a tutte/i

spulciando tra le notizie che riguardano il mondo del trasporto, ho trovato questa, la ripropongo integrale, personalmente non condivido alcuni punti… concordo con altri, riflessioni simili però me le aspettavo da un politico… è confortante sapere che in Europa solo il 4 % dei sinistri vede coivolti mezzi pesanti e (la fonte non è discutibile) che si è tenuto conto dell’alto tasso di mortalità, io però non vogluio dimenticare neanche chi riporta gravi inabilità….

La pastorale dei camionisti, un "piccolo tesoro nascosto"L’Arcivescovo Marchetto interviene in Austria sul tema

di Roberta Sciamplicotti

 INNSBRUCK, lunedì, 2 marzo 2009 (ZENIT.org).- La pastorale dei camionisti può essere considerata un "piccolo tesoro nascosto" della cura pastorale e va trattata con attenzione considerando le tante sfide che devono affrontare gli autotrasportatori.

 

E’ quanto ha affermato questo lunedì l’Arcivescovo Agostino Marchetto, Segretario del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti, affrontando il tema della Pastorale per i Camionisti in Europa all’Incontro promosso dall’Association Européenne des Concessionnaires d’Autoroutes à Péage (ASECAP), in svolgimento a Innsbruck (Austria) sulla sicurezza stradale nel continente europeo.

 

La pastorale dei camionisti, ha ricordato il presule, è stata trattata per la prima volta cinquant’anni fa da Papa Pio XII, che la definiva "una causa missionaria molto piccola con una parrocchia molto vasta".

 

Il 44% dei beni in Europa, del resto, è trasportato su strada, e si pensa che per il 2010 il numero dei camion sarà aumentato del 50% rispetto al 1988. Le ultime statistiche mostrano inoltre come in più di 40.000 incidenti annui sulle strade europee i camionisti siano responsabili solo nel 4% dei casi, anche se il tasso di mortalità tra di loro è del 16%.

 

Per la Chiesa, ha spiegato l’Arcivescovo, "la mobilità e i trasporti possono esprimere un collegamento globale nel contesto della famiglia umana che può promuovere lo scambio e la comprensione".

 

Per questo motivo, è necessario prestare una particolare attenzione a quanti lavorano in questo settore, ricordando che "soprattutto quelli che compiono lunghi viaggi affrontano una vasta gamma di sfide e problemi che richiedono un approccio pastorale distinto e specifico".

 Queste difficoltà, ha osservato, sono essenzialmente di cinque tipi: "fisiche, personali, morali, sociali e spirituali".

Dal punto di vista fisico, il mestiere del camionista è piuttosto duro, ha ricordato il presule: "bisogna percorrere lunghe distanze. A volte a ogni tappa ci sono il carico e lo scarico della merce. Spesso c’è una stanchezza che porta ad essere esausti. C’è la mancanza di esercizio, essendo confinati nel piccolo spazio della cabina, così come c’è esposizione a fumi e a inquinamento atmosferico".

 

Questa situazione "può portare a problemi a livello mentale, con stress, solitudine e monotonia che possono condurre a vari gradi di isolamento e depressione". Allo stesso modo, "eccessivi doveri e pressioni possono portare a rabbia e tensione che possono manifestarsi in una guida aggressiva e pericolosa".

 

Altri pericoli sono rappresentati dagli assalti per rubare il carico e dalla mancanza di concentrazione, manifestata recentemente dal tentativo di un gruppo di camionisti francesi di ideare un modo per guidare e guardare la televisione allo stesso tempo. A volte, purtroppo, gli autotrasportatori entrano in giri di traffico di esseri umani o di contrabbando.

 

Riguardo alla questione sociale, l’Arcivescovo Marchetto ha ricordato che il mestiere del camionista provoca "isolamento, separazione dagli amici, dalla famiglia e dai figli, con l’incapacità di vivere una normale vita familiare".

 

"A volte questa separazione può portare gli autotrasportatori a cercare partner sessuali altrove, provocando tensioni personali e matrimoniali", ha rilevato, constatando che si può arrivare anche a cercare rifugio nella droga e/o nell’alcool. Spesso si può poi essere incapaci di condurre una vita normale "per la mancanza di coordinamento in ambienti linguistici e culturali diversi".

 

Circa gli aspetti spirituali, il presule ha sottolineato come per le persone di fede ci sia "la necessità di avere accesso ai sacramenti, all’assistenza e alla preghiera".

 

Da questo punto di vista, in Europa "non si naviga in acque del tutto inesplorate", anche se "molto dipende dall’eredità spirituale e culturale del Paese, dalle risorse della Chiesa e dalla particolare visione di Vescovi, pastori e laici".

 

Molti Paesi, ha ricordato l’Arcivescovo, hanno già dato vita a iniziative come "cappelle (fisse o mobili) lungo le autostrade, visite a strutture di servizio pastorale, liturgie celebrate nelle aree autostradali e nei parcheggi per i camion".

 

"Il processo consiste soprattutto nel non creare una ‘Chiesa della strada’, con la celebrazione della Messa (se si desidera ed è possibile) distinta e del tutto separata, ma nell’aiutare la gente sulla strada a integrarsi nella vita generale della Chiesa".

 

Un altro settore dell’assistenza pastorale è quella delle famiglie che restano a casa, "importante per salvaguardare i legami matrimoniali e familiari e per creare uno spazio di accoglienza dove l’autista possa tornare, riposare e trovare nutrimento umano, spirituale e mentale".

 

Se molto è stato fatto con l’avvento dei telefoni cellulari e delle risorse tecnologiche, "si potrebbe fare di più dotando i bar sulle autostrade e i parcheggi per camion di connessioni Internet e dei mezzi per parlare e vedere attraverso il web", constata.

 

Per questo, ha concluso l’Arcivescovo, è necessario trovare "nuovi modi di cooperazione e coordinamento, perché la strada possa essere un posto più sicuro in cui vivere e lavorare e dove la dignità di ogni persona umana sia la prima preoccupazione".

Ritengo che la Fede sia un fatto personale… il mio approccio e la mia esperienza sarà sicuramente diversa dalla vostra, conservo gelosamente l’amicizia con alcuni sacerdoti, ne stimo tanti altri ma ho trovato anche persone che non erano degne di celebrare messa e d’insegnare nulla a nessuno. Ogni gregge ha le sue pecore nere, esattamente come fra i camionisti…

BUONA STRADA a Tutte/i!!! 

 

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3 Comments

  1. sosladydriver ha detto:

    vedo che nessuno commenta… è sempre difficile commentare notizie come queste…

    Non ho un pensiero preciso a riguardo, certo vedo che “spiriti liberi” come il mio “FAMILIARIZZANO” più facilemente di altri, con tutti voi per me è stato faicile socievolizzare e stringere amicizia ->non credo che sia perchè soffriamo tutti di solitudine depressiva da curare con assistenza pastorale!!!

    Certo le parole scritte in questo articolo sono PESANTI – troppo pesanti – qualche caso ci sarà, come c’è tra avvocati, dottori, impiegati, idraulici, operai …e come sempre si fa di tutta l’erba un fascio!!!

    Bella invece l’idea di dotare le aree di servizio di connessione Internet!!! SI POTREBBE SEGUIRE ILBLOG ANCHE IN VIAGGIO!!!

  2. giannimille ha detto:

    Nel racconto di questo Arcivescovo ci sono tante verità, ma ad arrivare a dire che possono insorgere problemi mentali a chi fa questo mestiere! Io penso che problemi mentali possono insorgere in qualsiasi persona, indipendentemente dal lavoro che svolge, anzi fare il camionista è si stressante e faticoso, ma da anche un senso di liberta che altri lavori nn danno. Le chiese lungo le autostrade? Si! possono aiutare chi è veramente un cattolico praticante, ma dobbiamo anche tenere presente che in europa almeno la metà dei conducenti nn è di religione cattolica, quindi? Io personalmente penso che sia necessario realizzare dei servizi utili, come centri sanitari lungo le autostrade. Internet, perchè no, potrebbe avere moltissime funzioni.

    Speriamo! che ognuno nel proprio Dio abbia l’aiuto giusto.

  3. gisytruck ha detto:

    Difficile commentare…

    difficile anche leggere queste righe, ci sono alcuni passaggi in cui sembra che i camionisti siano gli unici ad aver perso determinati valori, a me sembra che tanti di noi abbiano nel loro piccolo molto da insegnare… la società in genere ha perso i principi e noi siamo meno di 500.000… un rapporto basso se la matematica non è un’opinione… Ho apprezzato che ci abbia tenuto in considerazione ma credo che prima avesse già preparato la predica…

    Concordo che sarebbero utili postazioni Internet ma lo sarebbero di più servizi igienici e docce attrezzati e puliti, farmacie, spacci con prezzi adeguati, ristoranti degni del nome, telecamere ai parcheggi e sorveglianza… Il testo di una canzone diceva: “Non so se un pò più su dei tetti c’è Dio, se c’è, è tanto che non passa da qui, Lui non sa che in fondo queste strade, il cielo non si vede…”

    Buona Strada Sempre!!!

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