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La storia di Daniela

 

Il link:

https://www.sabo.it/daniela-de-ledda/

La sua intervista:

Daniela De Ledda

Attività: autista di autobus
Residenza: Napoli

Quando hai capito che quello del trasporto sarebbe stato il tuo lavoro, il tuo mondo?

Guido e sono appassionata di autobus. Da piccola andavo con il mio papà in Sicilia, partivamo da Napoli con il suo piccolo camion e ricordo ancora l’entusiasmo che avevo quando ci mettevamo in strada.
Poi, circa 15 anni fa, ho deciso di conseguire le patenti di guida professionali. Nonostante avessi due bambini piccoli decisi di mettermi in gioco. Partecipai a diversi concorsi, ma senza esiti positivi.
Nel 2018 venne pubblicato a Napoli, la mia città, un bando per “operatore di esercizio”, partecipai con poche speranze, dicendomi che quello sarebbe stato l’ultimo tentativo. Per mia sorpresa, già nella selezione dei test andai benissimo e mi caricai per dare il massimo. Dopo tre anni fui assunta. Oggi lavoro per l’Eav, un’azienda che opera su Napoli e Provincia, trasporto pubblico.

Perché hai deciso di partecipare al Sabo Rosa?

Un mio collega mi ha inoltrato il link di partecipazione al Sabo Rosa, leggendolo ho deciso di candidarmi per motivare altre donne, visto che in questo campo siamo poche e, spesso, quando si vede una “donna” su un mezzo pesante, si ha l’impressione che non sia all’altezza, io invece credo il contrario.
Si, forse è vero che è un lavoro cosiddetto “maschile”, ma non vuol dire che non possiamo farlo o che non siamo capaci, anzi, io credo che le donne autiste, camioniste… siano molto più attente, precise e professionali di alcuni uomini. Quindi la mia candidatura è rivolta a incitare le donne a fare questo lavoro perché, anche se complicato, siamo all’altezza e abbiamo le capacità per farlo.

Quali sono i lati positivi del tuo lavoro e quelli che vorresti cambiare?

Amo il mio lavoro, autista di autobus, perché mi piace rendermi utile alle persone, a tanta gente che la mattina deve andare a lavorare, studiare o che deve tornare semplicemente a casa! Questo mi da soddisfazione. E quando le persone ti vedono e dicono: “Ah, questa mattina siamo in buone mani”, significa che stai facendo bene il tuo lavoro!

Tuttavia sono anche alcune cose che non mi piacciono. Sono per strada ogni giorno, lavoro su turni, anche serali, e in una grande città come Napoli non è sempre facile. Devo combattere contro la sosta selvaggia, il traffico tipico delle grandi città e un’utenza di ogni età e fascia, ci si deve armare di molta pazienza.

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La storia di Patrizia

 

Anche Patrizia è una figlia d’arte: suo papà guidava l’autobus e lei ha seguito le sue orme.

Il link:

https://www.sabo.it/patrizia-franchi/

La sua intervista:

Patrizia Franchi

Impiego: autista di autobus
Residenza: Torricella in Sabina (RI)

Quando hai capito che quello dei camion sarebbe stato il tuo lavoro, il tuo mondo?

Mio padre faceva l’autista di autobus e io sono cresciuta con i suoi racconti e  ammirandolo mentre era alla guida. Inoltre ho tre fratelli con i quali trascorrevo del tempo fra motorini, motori di auto e pezzi di ricambio. Direi che non ho avuto scampo. Prima però, ho lavorato per qualche anno in un’azienda di telecomunicazioni ma non ero soddisfatta. Quando si aperto il concorso ad Atac, l’Azienda per la mobilità di Roma Capitale, per autisti di autobus, ho partecipato e ho vinto. All’inizio è stato complicato, perché abito a Rieti e lavoro a Roma, ma ora sono molto contenta di guidare il mio bus, è un 18 metri, per la città.

Perché hai deciso di partecipare al Sabo Rosa?

Ho visto il post su Facebook e ho pensato subito che fosse un’iniziativa molto bella per le donne che lavorano nel settore. Una cosa diversa dal solito. Così mi sono iscritta, prima che lo facesse mia figlia per me, come è capitato con il concorso Miss Mamma Lazio dello scorso anno.

Quali sono i lati positivi del tuo lavoro e quelli che vorresti cambiare?

La cosa positiva sono i turni, che posso gestire e che mi permettono di lavorare al mattino presto per essere a casa dai miei figli al pomeriggio. La cosa più complicata è lavorare nei giorni festivi, ma è un mestiere che mi permette una vita dignitosa. E poi devo dire che i rapporti con i colleghi e con le persone che si incontrano lavorando sono sempre molto buoni e non ci sono discriminazioni.

I lati negativi sono davvero pochi, a parte il traffico della città, le sveglie di mattina molto presto per andare al lavoro e il fatto che siamo ancora in poche donne a fare questo lavoro.

 

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La storia di Serenella

 

Serenella ha lavorato alcuni anni come camionista e ora è passata al volante degli autobus, anche lei è in concorso per il Sabo Rosa 2024.

 

Il link:

https://www.sabo.it/serenella-griggio/

La sua intervista:

Serenella Griggio

Attività: autista di camion
Residenza: San Giorgio in Bosco (PD)

Quando hai capito che quello del trasporto sarebbe stato il tuo lavoro, il tuo mondo?

Da bambina sognavo di guidare gli aerei, tanto che a 18 anni andai a fare la visita militare per poter prendere il brevetto di volo, ma non risultai idonea. A quel punto dovetti ridimensionare i miei desideri e puntai sulla patente C. Un giorno, dopo essermi sposata decisi che non potevo continuare a rimanere chiusa in una fabbrica e presi la patente. Dopo alcuni anni come camionista, a causa della chiusura dell’azienda di trasporti per cui lavoravo, ho cominciato a guidare gli autobus di Flixbus sulle tratte Venezia – Montpellier e Venezia – Torino.

Perché hai deciso di partecipare al Sabo Rosa?

All’inizio sono stati i miei colleghi e le mie amiche che hanno insistito. A quel punto, dopo un po’, ho deciso di candidarmi. E vediamo come va.

Quali sono i lati positivi del tuo lavoro e quelli che vorresti cambiare?

La cosa più bella di questo lavoro è che si è liberi, si viaggia molto e si entra in contatto con tante persone. Con il cambio di lavoro dal camion alla corriera, alcune cose sono migliorate (ad esempio ora quando sono fuori dormo in albergo ed è più comodo) mentre altre mi rendono la vita un po’ più complicata. Ora non ho più sabati e domeniche liberi, perché si viaggia sempre, e lo stipendio è un po’ diminuito, considerando anche che mangiare in autogrill è molto costoso.

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la storia di Antonella

 

Antonella è una figlia d’arte e guida gli autobus da quando aveva 23 anni, anche lei partecipa al concorso del Sabo Rosa 2024.

Il link:

https://www.sabo.it/antonella-maci/

La sua intervista:

Antonella Maci

Impiego: autista di autobus
Residenza: Guagnano (LE)

Quando e come è nata la tua passione per i camion? Quando hai capito che quello dei camion sarebbe stato il tuo lavoro, il tuo mondo?

Ho iniziato a fare questo lavoro a 23 anni, nel Nord Italia, poi sono tornata in Puglia, nella mia terra. Sono figlia d’arte, anche mio padre conduceva gli autobus e mio fratello ha seguito la stessa strada. Mi piace guidare, i grandi pullman mi danno le stesse emozioni che ad altre donne danno i gioielli. Oggi guido gli autobus a Lecce, sia in servizio urbano sia extraurbano,

Perché hai deciso di partecipare al Sabo Rosa?

È stato un collega a segnalarmi il Sabo Rosa e ho deciso di provare, così per gioco.

Cosa non ti piace e cosa ti piace di questo lavoro?

Non mi piace lavorare la domenica e i festivi, come tutti vorrei restare con la mia famiglia. Un altro aspetto negativo è il traffico, che è veramente stressante, serve tanta passione per sopportare certe situazioni. Poi ci sono i lati positivi, come il non dover restare chiusa in un ufficio. Per un certo periodo ho provato a fare l’impiegata ma non era la mia vita. Nel mio lavoro ogni giorno è diverso dall’altro e mi piace proprio per questo.

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La storia di Maria Luisa

 

Maria Luisa guida gli autosnodati nella sua città, ma ha anche viaggiato in camion insieme a suo marito.

Il link:

https://www.sabo.it/maria-luisa-ciurca/

La sua intervista:

Maria Luisa Ciurca

Attività: autista di camion, autista di autobus
Residenza: Nizza Monferrato (AT)

Quando hai capito che quello del trasporto sarebbe stato il tuo lavoro, il tuo mondo?

L’ho capito a 18 anni, quando mi sono fidanzata con mio marito, che ha un’azienda di autotrasporto. Così ho cominciato a viaggiare assieme a lui, oltre i confini nazionali. Da sempre ho la passione per i motori e la meccanica, compravo motorini, motociclette, l’Apecar, ma da quel momento l’idea di prendere la patente di guida per i camion ha guadagnato una ragione in più.  Oggi sono conducente di autobus, per la Bus Company di Cuneo, e sono l’unica donna in città che guida un autosnodato, sia nelle tratte urbane sia in quelle extraurbane.

Perché hai deciso di partecipare al Sabo Rosa?

Ho visto il post su Facebook e mi sono incuriosita. Ho deciso di iscrivermi perché è una bella iniziativa dedicata alle donne autista.

Quali sono i lati positivi del tuo lavoro e quelli che vorresti cambiare?

Ogni lavoro ha i suoi pro e contro. Guidando l’autobus mi piace l’idea di essere in giacca e cravatta e di avere orari certi, cosa che ad esempio non capita quando si guidano i camion. È anche vero che si hanno molte responsabilità, trasportando persone, e ci sono tempi che non è sempre facile rispettare perché si guida nel traffico cittadino. Però è un lavoro che mi gratifica e piace molto.

 

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La storia di Simona

 

Un’altra bella storia che racconta la realizzazione di un sogno è quella di Simona, anche lei guida gli autobus e partecipa al concorso del Sabo Rosa 2024.

Il link:

https://www.sabo.it/simona-ciotti/

La sua intervista:

 

Simona Ciotti

Attività: autista di autobus
Residenza: Ascoli Piceno

Quando hai capito che quello del trasporto sarebbe stato il tuo lavoro, il tuo mondo? Com’è il tuo lavoro?

Quella per i mezzi pesanti, e per gli autobus in particolare, è una passione che ho fin da quando ho iniziato a camminare. Mia mamma mi ha sempre raccontato che, quando andavamo a passeggio ad Ascoli, io indicavo i pullman che passavano.

Una ventina d’anni fa, dopo diverso tempo trascorso in fabbrica, ho deciso che avrei seguito la mia passione e ho preso le patenti, anche se è stata una scelta osteggiata un po’ da tutti. Mio padre, ad esempio, che era camionista, mi diceva che avrei fatto molta fatica, che una donna non avrebbe fatto strada nel mondo del trasporto pesante, che venendo da un piccolo paese di provincia mi avrebbero guardata con sufficienza e con un po’ di sospetto.

A dispetto delle “Cassandre” ora guido per l’azienda Start Spa di Ascoli Piceno (la società che si occupa del trasporto pubblico locale) i pullman con cui serviamo le tratte extraurbane dal capoluogo a Civitanova, dopo aver fatto per diverso tempo il servizio urbano.

All’inizio, in effetti è stata dura, ma ora si sono abituati a vedermi alla guida e capita, a volte, di parlare con qualche passeggero che rimane ammirato dalla passione che metto nel lavoro. E anche il mio papà ora è orgoglioso di vedermi al volante di un pullman; è una piccola vittoria anche questa.

Perché hai deciso di partecipare al Sabo Rosa?

Conosco il Sabo Rosa da diversi anni e mi ha sempre incuriosito. Mi piace l’idea che si dia voce ai racconti di vita delle camioniste e delle autiste.

Quali sono i lati positivi del tuo lavoro e quelli che vorresti cambiare?

Io amo il mio lavoro e sinceramente non cambierei nulla. È una vita che mi piace.

L’unica cosa che lascia un po’ l’amaro in bocca, alla maggioranza dei colleghi con cui ho avuto modo di parlare, è che lavoriamo con un contratto nazionale obsoleto e quindi il salario non è adeguato al costo della vita di oggi. Soprattutto perché le responsabilità sono tante e le tratte extraurbane richiedono un grande impegno, in termini di tempo ed energie.

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La storia di Nilde

 

Sono tante le conducenti di autobus che quest’anno partecipano al concorso per il Sabo Rosa 2024, Nilde è una di loro e questa è la sua storia!

Il link:

https://www.sabo.it/nilde-trulli/

 

La sua intervista:

Nilde Trulli

Attività: autista di autobus
Residenza: Anzio (Roma)

Quando hai capito che quello del trasporto sarebbe stato il tuo lavoro, il tuo mondo?

La mia è stata una scelta fatta per necessità, nel 2021. Così, visto che il mio compagno guida gli autobus per i gruppi turistici, in tratte italiane ed europee, ho deciso di provare anch’io, perché è un lavoro sicuro.

Guido autobus a lunga percorrenza per Flixbus. La mia tratta è la notturna tra Roma e Bolzano. È un lavoro impegnativo, che mi permette però di far fronte alle spese della famiglia e, durante il giorno, di stare con mio figlio, che ha sette anni.

Ora sono molto contenta ma nell’ultimo anno ho dovuto cambiare un paio di ditte perché non mi sentivo valorizzata. Tendono ad affidarti il mezzo più piccolo, il lavoro meno complicato, pensando che una donna non sia in grado di svolgerlo.

Perché hai deciso di partecipare al Sabo Rosa?

Ho visto l’annuncio su Facebook e ho deciso di partecipare. Credo che sia un’iniziativa importante, che fa luce sulla nostra categoria, che è un po’ maltrattata. Alla guida ci sono tante ragazze valide, che si fanno valere. Il problema è che non siamo apprezzate a sufficienza, anche dalle ditte per le quali lavoriamo.

Quali sono i lati positivi del tuo lavoro e quelli che vorresti cambiare?

Il lato positivo è certamente quello di avere uno stipendio fisso da portare a casa. Sono separata e con un figlio piccolo, è chiaro che occorre organizzarsi e adattarsi alle circostanze. Per fortuna che c’è una nonna che ci dà una mano.

Il lato negativo, nel mio lavoro, è legato al fatto che la qualità dei rapporti si è rovinata a causa del Covid. E così la gestione dei rapporti umani si è fatta complicata. I passeggeri a volte hanno poco rispetto nei nostri confronti e si comportano con maleducazione. Le persone hanno i loro problemi e li scaricano su chi incontrano, non riescono a mettersi nei panni degli altri. I colleghi, invece, sono sempre molto rispettosi.

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La storia di Cristina

 

Restiamo in Lombardia e sempre alla guida di un autobus, questa volta è Cristina dalla provincia di Sondrio che ci racconta la sua storia.

Il link:

https://www.sabo.it/cristina-greco/

 

La sua storia:

Cristina Greco

Attività: autista di autobus
Residenza: Sondalo (SO)

Quando e come è nata la tua passione per i mezzi pesanti? Quando hai capito che questo sarebbe stato il tuo lavoro, il tuo mondo?

Sono stata sempre attratta da auto e motori, una passione nata quando frequentavo il liceo e un mio caro parente, che ho perso troppo presto, faceva l’autista. Nel 2009 ho superato l’esame per la patente D, ma con l’entrata in vigore del CQC, la Certificazione di Qualificazione del Conducente, e i relativi costi di gestione, ho accantonato l’idea di fare questo mestiere. Così mi sono laureata in Scienze agrarie e forestali e ho insegnato per alcuni anni in un Centro di formazione professionale. Tuttavia, vista la precarietà del lavoro di insegnante, nel 2020 mi sono decisa una volta per tutte e ho preso la CQC, consigliata anche dal mio ragazzo, autista anche lui. A ottobre 2020 ho cominciato a guidare per l’Autoservizi Silvestri a Livigno. Un anno dopo sono passata all’Automobilistica Perego, risultando la prima e unica donna in azienda con mansione di conducente. Oggi svolgo principalmente servizio di linea extraurbana sugli autobus, ma nel periodo fra novembre e dicembre del 2022, per la prima volta, ho svolto alcuni noleggi in giornata come seconda guida.

Perché hai deciso di partecipare al Sabo Rosa?

Ho deciso di partecipare al Sabo Rosa perché credo sia giusto valorizzare le donne che si lanciano in questo mestiere in Italia, un Paese in cui vi sono ancora parecchi pregiudizi a riguardo. In provincia di Sondrio siamo solo in due a guidare autobus di grandi dimensioni.

Quali sono i lati positivi del tuo lavoro e quelli che vorresti cambiare?

Ciò che mi fa adorare questo mestiere è la passione che ho per la guida e per la meccanica. Inoltre, mi dà la possibilità di visitare posti nuovi e città quando svolgo mansioni turistiche. Ciò che non mi piace è che si tratta di un lavoro sempre meno considerato, anche a livello sindacale.

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La storia di Sabrina

 

Sabrina guida gli autobus nella provincia di Como ed è una collega di Nives, che l’ha spinta a iscriversi anche lei al concorso per il Sabo Rosa 2024 per una simpatica sfida tra colleghe!

 

Il link:

https://www.sabo.it/sabrina-girometti/

La sua intervista:

Sabrina Girometti

Attività: autista di autobus
Residenza: Menaggio (CO)

Quando hai capito che quello del trasporto pubblico sarebbe stato il tuo lavoro?

Devo fare una premessa: ho cominciato a lavorare, molto giovane, nella ristorazione e in quel mondo ho fatto molta strada. Mio padre, però, che era camionista e guidava i tir, un giorno mi disse: “Sabrina, arriverai a stancarti di lavorare al ristorante. Prendi una patente, che non ti lascerà mai a piedi”. Così vent’anni fa presi la patente D e, poco tempo fa, anche il CQC.

Nel 2021, con la mia famiglia, ci siamo trasferiti da Pesaro a Menaggio, sul Lago di Como, e ho scoperto che nel territorio erano a corto di autisti. Così, anche sostenuta da mio marito, mi sono proposta, ho fatto il concorso e a settembre dello scorso anno ho cominciato a lavorare nel trasporto pubblico, facendo le tratte extraurbane a nord del Lago, nelle province di Como e Sondrio, fino a coprire anche qualche punto della Svizzera.

Sono strade molto difficili in cui guidare, strette e piene di curve, però a me piace molto e mi dà soddisfazione il fatto che mi arrivino tanti complimenti, per la mia guida rilassata e per il fatto che sono una persona solare, che saluta sempre tutti e a cui piace scambiare due chiacchiere.

Perché hai deciso di partecipare al Sabo Rosa?

Questa è divertente. A coprire la tratta extraurbana, nella nostra azienda, siamo due donne. Qualche giorno fa ho incontrato Nives Giussani che mi ha detto: “Ho mandato la candidatura al Sabo Rosa, perché non la mandi anche tu”. Così, per gioco e per fare una sfida simpatica fra colleghe, mi sono iscritta.

Quali sono i lati positivi del tuo lavoro e quelli che vorresti cambiare?

Sono una persona a cui piace molto stare con gli altri, chiacchierare, scherzare. E già questo sarebbe sufficiente, perché le persone che salgono sul bus e mi riconoscono si fermano per una battuta o un saluto. A ciò si aggiunge il fatto che ora ho responsabilità diverse da quelle che avevo nel ristorante e per me è una nuova linfa. Mi sono rimessa in gioco in un lavoro che non avevo mai fatto e che svolgo bene. Sto dimostrando con i fatti che le donne possono fare quello che fanno gli uomini.

Il lato negativo è che prima correvo molto ed ero molto in forma. Ora stando molto tempo seduta il mio fisico ne risente un po’.

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La storia di Nives

 

Nives guida autobus lungo le strade del Lago di Como da ben 27 anni! Il suo non è stato un percorso facile all’inizio, ma con tenacia è riuscita a superare tutti i pregiudizi ed ottenere un posto al volante!

 

Il link

https://www.sabo.it/nives-giussani/

La sua storia:

Nives Giussani

Attività: autista di autobus
Residenza: Gravedona ed uniti (CO)

Quando hai capito che quello del trasporto sarebbe stato il tuo lavoro, il tuo mondo?

Quando superai, sudando sette camicie, il concorso per diventare conducente di linea dell’allora società SPT s.p.a. di Como, oggi ASF Autolinee, capii che quello sarebbe stato il mio lavoro. Avrei vissuto circondata da tante persone, chiusa in un dinosauro di lamiera su gomma. Quel concorso era sì aperto anche alle donne, ma solo a livello ipotetico, in quanto l’ambiente era prettamente maschile, il percorso era già difficoltoso per gli uomini, figuriamoci per le donne, e la stessa parola “donna” suonava come sinonimo di “maternità”, per cui non dava garanzia per la copertura futura del servizio.
Tuttavia, con la mia perseveranza, fui capace di stravolgere questa vecchia mentalità, dimostrando di essere all’altezza del compito sotto tutti i punti di vista, aprendo le porte al gentil sesso. Di questo ne vado orgogliosa, anche se devo ammettere che non sempre è stato facile. Il mio non è un lavoro standardizzato, anzi, presenta tante sfaccettature e solo con pazienza, prudenza, intelligenza e, a volte, un pizzico di fantasia, riesco a risolvere i problemi che tutti giorni si presentano. Ogni giorno noi donne dimostriamo che i pantaloni li sappiamo portare, e bene!

Il mio tragitto copre tutta la sponda occidentale del lago di Como, con le varie deviazioni fin dentro le sue vallate, fino a raggiungere Sondrio come ultimo capolinea fuori provincia. E’ il mio percorso settimanale da 27 anni, con autobus che vanno da 8 fino a 12 metri bipiano! In passato ho guidato anche autobus per gite turistiche.

Perché hai deciso di partecipare al Sabo Rosa?

Ho deciso di partecipare a questo concorso per unirmi a tutte coloro che svolgono questo lavoro, sia nel trasporto merci che persone. Tutti i giorni dimostriamo passione e tanto coraggio, costanza e un buon savoir faire dipinto di rosa.

Cosa non ti piace e cosa ti piace di questo lavoro?

Sicuramente guidare, guidare e guidare… costa tanta fatica. Tuttavia quando non guido, ovvero quando sono in malattia, la mia giornata sembra vuota. Poi mi piace conoscere nuove persone, condividere, tra una pausa e l’altra, le proprie idee e opinioni. Ciò che non mi piace è sentire parlar male degli altri, anche fra colleghi. A volte, inoltro, noto come la nostra società non ci valorizzi a dovere; siamo considerati solo dei numeri, la cosa più importante è sempre il guadagno e per questo motivo siamo ormai sotto organico, con conseguenti tagli di corse e tanti disagi per i pendolari: lavoratori e studenti.

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