è passato un pò di tempo da quest'incontro, ma è stato un momento di vera sinergia, chiamo Rossy per raccontarle un parere di Romy su prodotti che lei conosce e cominciano le domande…sei in viaggio? Dove vai? Quando sei partita? Come ti fermi alla San Martino? Siamo vicinissime allora… infatti ci sono poche centinaia di metri, alla fine le "pollastre" razzolano insieme e ci mettono pochissimo ad individuarsi; non racconterò tutta la nostra serata, fatta di piccole e semplici cose come l'incontro con l'altra pollastra; l'affidamento in custodia, inconsapevole, di una bm allo staff di Gigi d'Alessio; il musetto triste di Rossy ad una notizia che non si aspettava o la gioia di guidare in un parcheggio; sorrisi semplici sulle nostre facce di comuni mortali, che qualcuno pensa di poterci togliere con una filosofia gratuita, anonima ed assoluta sull'andamento del mondo, trasporti compresi, così lontana dalla democrazia che predica. Quest'incontro casuale, che sul momento abbiamo trasformato in una notte di "follie", niente di erotico, come a qualcuno verrà subito in mente, solamente trasgressioni innocue e infantili, due piccole bugie e un ritardo!!! Questo è uno degli obbiettivi iniziali di questo blog, riproporre i sorrisi, nostri e di chi incontriamo, perchè se sono in via d'estinzione è anche colpa di chi coltiva l'aridità d'animo, pensando sempre a quanto "contano i numeri…" e spero che Marco F. non rivendichi i diritti su questa espressione… anzi, non può, due giorni in fila ho seguito il suo consiglio, è un mito!
e oggi scrivo anche io .. mi sono sempre limitata a leggere e commentare le vostre storie con doveroso rispetto di chi come me, ha tanta stima per le vostre vite e la vostra professione..
Ma oggi uno spazio me lo voglio "rubare" per poter condividere con voi, una grande emozione. 🙂
settimana scorsa ero al nord, e come spesso accade quando sono "su" sento la Moni per cercar di capire se il destino sarà magnanimo nel farci incontrare… ma pare di no :(((
dopo un po .. mi chiama la Gisy che mi fa "ho saputo che sei a Verona… incrocia le dita che forse riesco a pasare da li questa sera!! "
nel mentre che lo diceva avevo incrociato anche e dita dei piedi!!! e così è stato!! ero emozionatissima e per paura di far tardi appena arrivata in albergo poso le valigie e riparto .. arrivando all'uscita di Sommacampagna riconosco il camion e gi mi sento felice!!!
sguscio fuori dalla macchina come una faina e ci abbracciamo.. che bello.. il nostro primo incontro!!!!! siam state li a parlare un po del mio lavoro e del perche certa gente proprio non ce la fa a convivere pacificamente con gli altri … dopo un po sentiamo a Moni che scende a Gorizia.. e la Gisy mi fa " DAI SU.. VIENI CON ME CHE MAGARI LA INCONTRIAMO!!!"
Ci penso due secondi.. e un attimo dopo sono su suo camion che si parte!!!!
credo di aver avuto per i primi 45 minuti una faccia così da ebete che la Gisy ci rideva simpaticamente con la Moni al telefono
Ormai si era fatto sera, e con gli occhi sognanti stavo li a guardar fuori dal finestrine, guardavo le luci cdelle macchine che incrociavamo sull'altra careggiata, guardavo la linea continua sotto il finestrino .. e guardavo il riflesso dei fari di qualche altro camion e qualche vettura dallo specchietto sulla mia destra pensieri che si accavallano mentre continuo a guardare intorno e mi domando chissà se un giorno non mi stupirò piu di tutte quelle lucine sul cruscotto, mentre ascoltavo i racconti delle esperienze che hanno reso quest'amica così speciale.
Storie di donna, di mamma, di famiglia, di autista .. di viaggi, amicizie, delusioni e probematiche ricorrenti … tutti snocciolati piano piano mentre ci portavamo a Malpensa
poi.. una dolcissima sorpresa.. usciamo a Ospitaletto perchè c'è la Moni che ci attende!!!
Appena facciam la rotatoria.. vedo il "pupetto".. la Gisy posteggia.. e io esco fuori dalla cabina con molta poca grazia cercando di non finire con la faccia sull'asfalto hihihhi
la stringo forte forte la mia sorellina e abbraccio anche Stefano.. che bello vedere i loro sorrisi e mentre chiacchieriamo un po in allegria, scattiamo anche qualche foto che potesse immortalare questo fugace meeting
Dobbiamo salutarci presto.. ma nel frattempo penso anche che val sempre la pena salutare un amico per poter conservare quegli istanti nel cassettino della felicità, al quale attingere quando si vive costantemente in affanno tra dissapori e malcontenti
Ripartiamo con il cuore allegro.. e la Gisy dice che "anche se è tardi, oggi non è un problema.. almeno non troveremo coda.." e così è stato perche arrivate li non c'è quasi nessuno..
saliamo sugli uffici e io la seguo come un pulcino segue la chioccia..non mi curo degli sguardi altrui perchè ho troppo piena la testa delle emozioni che questa esperienza mi suscita
ci prendiamo e caffè e scendiamo giu.. la Gisy porta il camion in ribalta .. e scendiamo giu.
entrando li, un simpatico signore ci tiene compagnia che ha tanto l'aria di averne viste di tutti i colori nel proprio lavoro. Ci stanno montagne di scatoloni.. e tra i muletti che scorazzano mi pare di intravedere un tappeto perla corsa, qualche televisore.. una scatola di baratoli.. e mi guardo in giro con la stessa faccia da ebete che avevo appena salita in cabina…….
dopo un po il signore torna a lavoro, e noi risaliamo sul camion, quando iniziano a scaricarlo; nel dlce dondolio, sfoglio una rivista e mi soffermo su un articolo che parla di una giornalista che è diventata sex simbol per la categoria degli autotrasportatori… mi chiedo il perche di tante cose… ma la chiudo perche hanno finito di scaricare
Si riparte.. dopo un po arriviamo in un piazzale chiuso.. la Gisy scende.. fa il giro.. mi apre lo sportello e mi f " beehh… adesso guida tu!!!!!! " CHEEEEE???? … vabbe… senza far troppe cerimonie (anche perche quando mi ricapita! :))) ) salto su
con la calma e la tranquillità di chi sa come fare a spiegare portandoti per mano, la Gisy mi spiega tutto.. e piano piano faccio muovere il suo "figlioccio" avevo il cuore in gola e la gambe che mi facevano "giacomo giacomo"!!!! faccio un paio di giri e non mi sembra vero.. dopo un po.. è ora di ripartire e a malincuore lascio le redini di quel bellissimo seppur moderno cavallo
Ripartiamo che eran le 3:00 cra e la Gisy mi da lezioni sull'impianto frenante .. poi ancora storie di vita .. e ricordo di aver visto l'orologio alle 4,30 l'ultima volta quando mentre guardavo fuori dal finestrino il cielo stellato attraverso il buoio che ci avvolgeva e pensavo a quanti sacrifici bisogna mettere in conto per vivere questa vita, a quant'è bello vivere la strada con calma da quassù.. e a quant'è bello ascoltare De Andrè mentre la strada piano piano si distende sotto i pneumatici….. e pensando pensando .. mi addormento .. facendomi cullare dalla strada che la Gisy percorre con tranquillità
Quando riapro gli occhi ormai albeggiava, erano le 5.10 la Gisy mi fa "MA NON DOVEVI TENERMI COMPAGNIA???" e io con il collo "incrikato" le dico.. " si ma se mi culli così mica riesco a resistere!!!"
Facciamo colazione e l'uscita dopo è la mia.. quanta tristezza in quell'abbraccio.. quante emozioni tutte insieme riparto e arrivo in albergo alle 6 mi butto vestita su letto.. e alle 8 suona la svegia.. devo fare il mio lavoro .. è strano ma..non mi sentivo stanca.. avevo ancora l'adrenalinadel sogno realizzato!!!!!!!! GRAZIE GISY E GRAZE ANCHE A TE MONI!!
Abbiamo sempre lasciato porte e finestre aperte per far sì che entrasse aria nuova, così è stato per molto tempo; poi ha cominciato ad entrare polvere.
Per chi soffre di allergia, è una cosa insopportabile!!!
Esistono cure, più o meno efficaci, ma la polvere rimane una cosa insopportabile e intollerabile.
Non possiamo solo chiudere porte e finestre, non è bello e non ci siamo abituate.
Per colpa della polvere in casa rischiamo di perdere amiche preziose che hanno contribuito a gettare le fondamenta della nostra casa.
Ne hanno costruito le pareti e il posato il tetto. Ne hanno dipinto le pareti (di rosa), hanno messo gli arredi, l’hanno resa una casa accogliente.
Adesso per colpa della polvere la nostra casa si stà svuotando. Non si vedeva l’ora di rientrare per venire a vedere cosa c’era di nuovo in casa, adesso che non ci sono più gli arredi e le pareti sono coperte di polvere la nostra casa non è più accogliente e presto si svuoterà!!!
E’ arrivata la primavera e da brave donne di casa facciamo le pulizie, togliamo la polvere e ridipingiamo le pareti di rosa!!! Poi lasceremo sempre porte e finestre aperte, perché è cosi che ci piace!!!
Ma metteremo delle zanzariere molto robuste!!!
L’aria nuova, pulita fa bene sia al corpo sia alla mente e predispone l’animo al pensare positivo nonostante tutte le brutture e le cattiverie che ci circondano!!!
Benvenuta aria di Primavera, fai tornare presto le Rondini nella loro casa!!!
Ore 14,40 del 23.03.10 inizia il mio viaggio a bordo dell'auto della scuola guida di fianco alla mia prima allieva del pomeriggio. Ore 15,30 l'allieva di turno si accinge ad arrestare il veicolo allo STOP di fronte l'ingresso secondario della Cartiera di Aquino (FR),mentre il mio sguardo si posa incuriosito su una donna bionda con capelli a caschetto,sui 50 e con dei fogli tra le mani che,nel bel mezzo della via con passo deciso,allungava l'occhio per controllare che fosse quello il capolinea della sua corsa.Con mia grande ammirazione ho capito subito che era una Lady Truck ma,ahimè, nè il luogo nè il momento erano dalla parte del desiderio che avevo di fermarmi a conoscerla e fare due chiacchiere con lei. Rammaricata mi sono dovuta accontentare di guardarla risalire sul suo STRALIS bianco della ditta Venditti e in quell'attimo si è accorta della scomoda presenza della mia auto.Sebbene avessi io lo STOP a lei serviva spazio per la manovra così un'intesa di sguardi seguita da un cenno di mano da prte di entrambe,mi ha permesso di far riprendere la marcia,alla mia allieva,in sicurezza.In quell'attimo le nostre strade si sono incrociate per dividersi subito dopo e lasciare ciascuna di noi due alla propria giornata di lavoro che da parte mia è proseguita con una punta di soddisfazione nell'animo. Buona strada Lady sconosciuta!!!!!
Giovedi.. direzione Nord.. giornataccia di grandine.. poi sole.. e poi ancora neve …
cammino tranquilla tranquilla.. godendo la strada al telefono di tanti amici ..
cammin cammino.. poi un frigo.. aspetto la mini che sorpassa, metto la freccia… E……
ASPETTA UN ATTIMO!!! MA QUESTA è LA SIRENETTA!!!!!!
quel camion.. unico al mondo è inconfondibile.. visto milioni di volte sui giornali specializzati .. i raduni.. alla tv… ma siiiii è
le sfanalo.. mi ci accosto… le suono
(ahahhah la bm che abborda la camionista hihihihi ) ..
con il braccio le faccio segno di guardare la targa .. quella targa fuxia sfavillante che alberga quieta e serena sul mio lunotto …
e le vedo stendersi un bellissimo sorriso sul volto che ha rischiarato il cielo di quella mattina e mi fa segno con le dita vicino alla bocca se.. "ci prendiamo il caffè"…
figuriamoci se non coglievo al volo l'invito!!!
mi ci accosto.. e la seguo fino al prossimo autogrill..parcheggio tra le macchine skizzo fuori come una faina e saltello fino al suo camion… che regna imperante nel piazzale…
arancione brillante.. cromature .. tutto un packaging di hello kitty sul cruscotto .. e la scritta a led luminosi ""…
sullo sportello la rirenetta con la cornicie di bollicine tutto intorno sulle portiere.. è un gioiello.. non un camion..
che emozione.. vederlo dal vivo fa emozionare .. quanta dedizione riposta dalla Anto in quel suo compagno di lavoro .. accudito come un bambino.. e sfavillante come un drago arancione che sputa fuoco in tutta la sua potenza!
APRE LA PORTA E MI CI TUFFO PER ABBRACCIARLA..
ci presentiamo.. ci scambiamo qualche risatina.. parliamo.. parliamo.. parliamo … e parliamo.. ci facciamo scattare qualche foto dal bisarchista (simpaticone che ci ha anche opfferto il caffè… ) che potesse immortalare quel "meeting on the road" rimaniamo a parlare per un po.. credo sia passata un oretta anche se alla fine in queste occasioni il tempo vola ..
mi ha emozionato sapere dei suoi camion.. dei suoi tragitti.. della sua vita..
si è aperta con me da subito come se ci sonoscessimo da anni.. riflettendo la sua personalità di donna entusiasta della vita onthe road.. del suo lavoro e i sacrificiper i camion .. della strada.. con la semplicità e la modestia che la contraddistingue ..
che persona dolce ..solare .. brillante ..
ho trovato un altra amica ..
è da un pò che non scrivo dei miei viaggi, anche perchè percorrendo lo stesso tragitto e in zone tranquille non capitano molte cose interessanti. Fa sempre piacere salutare colleghi che fanno la tua stessa linea, anche se ormai x cb non si sentono + le solite animate kilometriche chiacchierate di camionisti che fanno la stessa tratta in compagnia. Non so voi , ma almeno nella A22 il cb sembra diventato un optional; penso x contratti di telefonia mobile che ti permettono di parlare al cellulare senza limiti di tempo e in privato. Un volta infatti eri aggiornato sulla situazione del traffico x incidenti, caselli sporchi/puliti e informazioni su posti di carico e scarico (che son sempre quelli ormai li so anche se non ci sono mai andata). Addirittura su certi canali sapevi di trovare radioamatori con l’apparato in casa propria (quindi stazione fissa) e x compagnia o semplice senso di utilià davano informazioni ai camionisti in zona, se non ricordo male c’era nonna Rosa nelle coordinate di Merano e un religioso in zona Rovereto. Poi se chiedevo io informazioni… tz! gringhella!!! chi sei dove sei cosa fai come ti chiami ecc ecc (da quì il nome di Misteriosa) oppure la classica domanda "sei la Pinky?" Sono lontani quei tempi, sanno chi sono perchè ormai non sono + Misteriosa come una volta, dagli anni che faccio linea nonostante non abbia sempre lo stesso mezzo, sicuramente mi riconoscono e non passo mai inosservata. Comunque non ho mai avuto problemi con nessuno, anche perchè x me il fatto di non aver mai dato confidenza agli altri mi ha aiutato parecchio. Mi sono dilungata con questa prefazione x dire che… è sempre un piacere trovare amici che con un sms mi informano "Rò sono in zona, riusciamo a trovarci x il caffè?" era Tania che mi avvisava che aveva scaricato e che intorno le 8 mi avrebbe aspettata x la colazione. Infatti ho parcheggiato a fianco di lei intorno le 4.30 e verso le 8 abbiamo tirato le tendine x la sveglia. Andiamo al Truckstop x caffè, una sciacquata alla faccia x la foto di rito, due chiacchiere in compagnia e poi via x il viaggio di rientro! vita dura x noi frigoristi! bruci le notti x le consegne e poi hai anche tutta la giornata davanti! poi se devi cimentarti nella guida di un autotreno… Tania te lo sconsiglio!!! ok x il bilico ma se puoi resta con la motrice, che + il mezzo è lungo e + ci son rotture di maroni!! E questo è tutto vi auguro sempre una buona strada e quando siete nelle mie zone non esitate a contattarmi che il caffè è d’obbligo ciaoooooo
Qualche settimana fa, dovendo aspettare l’apertura pomeridiana di una ditta, cerco inutilmente un bar nel villaggio artigiano, sono nelle vicinanze di Reggiolo, mi ricordo di un lavaggio per camion a 2 o 3 km e se non mi sbaglio c’è anche il bar… in pochi minuti ci sono, parcheggio in disparte, c’è un bel sole, faccio due passi.. entro.., ci sono persone che amichevolmente discutono ad un tavolino, si capisce subito che sono clienti abituali e amici del barista, scherzano e ridono tra loro… nonostante ci sia un bel via vai, non passo inosservata, qualche battuta mi viene rivolta… rispondo in dialetto e rimangono sorpresi della mia provenienza e dell’ironia ricambiata…donna al volante? Un argomento che fa discutere…; ho chiesto, al titolare, se posso far foto, è un posto molto originale, sembra un tempio a Valentino Rossi, calendari, foto, bandiere, cappellini e gadget vari, anche l’arredamento in giallo “46” … è proprio bello qui, allegro e spensierato… rifletto a quanto ci si leghi a questi miti sportivi per attutire la negatività di questo periodo…un punto in cui dirigere i pensieri per distrarsi dalle preoccupazioni sul futuro… cerco di ricordare se ho visto i GP di quella foto o quell’altra, confronto le varie espressioni del volto, riconosco qualche circuito e qualche avversario…; il tempo è volato, prendo il caffè e saluto… il barista mi chiede espressamente di non mettere il nome del bar… lo rassicuro ed esco giusto in orario per andare a ritirare, è stata una pausa pranzo piacevole… l’Emilia è sempre ospitale e simpatica… terra di motori, che ha sfornato diversi campioni delle due ruote e di conseguenza tanti tifosi… un’industria che da anche tanto lavoro… me compresa, quando capita. Buona Strada a Vale, un romagnolo sul podio da tanto!!!
Dal web un altro giornale, "Il resto del Carlino" dell’11/12/09 in cui si parla del funerale di Michela.
Di solito non scriviamo a due mani i post, ringrazio Rò per l’ospitalità… ho partecipato a questo rito funebre, guardando la foto e rivivendo quell’emozione ho pensato di condividere ciò che avevo scritto, in serata durante l’attesa allo scarico, in solitudine… Mi scuso fin da ora se qualcuno si sente "preso in causa", sono solo riflessioni personali, di cui mi assumo le responsabilità, come noi lady truck siamo solite fare…
Ti amo amami
ti penso pensami
ti ho perso ritrovami.
Sono disperata confortami
sono debole dammi la forza
c’è buio intorno a me illuminalo di te
in me c’è il vuoto riempilo
sono sola in questo viaggio…
accompagnami.
mamma io per te ci sarò sempre
non dimenticarmi
Tarda mattinata di giovedì, ho scambiato il viaggio con Fabio, cercato di organizzarmi per andare a portare un saluto a Michela, e comincio a rendermi conto che sarò sola… la mia amica che doveva accompagnarmi è stata trattenuta al lavoro… sento che devo andare ugualmente… ma sono riluttante… la Tata, lei che di dolore ne sa fin troppo… e che mi avrebbe accompagnato volentieri ma…mi dice:” Sai che non si sceglie! Se ti senti di andare, DEVI!”. Poche parole, ma vere, non si sceglie mai di andare a dare l’ultimo saluto… pranziamo io e lei, in silenzio, quello che dice tante cose; quando parto mi accompagna in cortile e mi dice:” Stai attenta!” Come quando parto col camion… Durante i 170 km che mi separano da San Mauro Pascoli ricevo diverse telefonate, amici e colleghi, mi chiedono di salutare Michela anche per loro, mi dicono che è giusto che vada, mi dicono che non dovevo andare sola… eppure le altre sono impegnate e il nostro lavoro è anche questo, essere lontano da dove vorresti essere… ma se tanti mi telefonano è perché col pensiero sono anche loro diretti a quella chiesa… Tra domande, riflessioni e tristezza sono arrivata all’ultima area di servizio prima dell’uscita, mi fermo, entro velocemente, diretta alla toilette, nella fretta, travolgo un poliziotto…”:Mi scusi..”, ho solo visto la divisa, chiesto scusa e proseguito, lo rivedrò alla cassa, mentre sto facendo la fila per pagare, mi chiede se sto bene, se è tutto ok? Tutto ok un corno… :”Tutto Ok, sono solo triste!” Riparto sotto lo sguardo attento e fisso suo e del collega, usciti anche loro, allaccio la cintura, accendo i fari… non è proprio giorno da verbale…Un quarto d’ora dopo la slaccio, ho parcheggiato davanti ad una palazzina e si sente il vociare dei condomini… voci di famiglia… io invece sto andando a vederne una che dovrà rimettere insieme ciò che ne è rimasto… una famiglia amputata di un pezzo… mi sforzo per non piangere… non so neanche il perché poi… piangere non è ne delitto, ne debolezza… Camminando verso la chiesa rivedo una cittadina che anni fa frequentavo, sono cambiate tante cose, ma capisco che Michela abbia scelto di viverci… la immagino seduta al tavolino esterno di un bar, con la figlia a far colazione, invece c’è un signore che sta fumando e mi guarda, so che in questa cittadina si conoscono tutti o quasi e si sta chiedendo chi sono… Vedo un grande albero di Natale, gli scatto una foto, la chiesa eccola lì…a pochi metri e la gente in attesa, espressioni tristi su tutti i volti infreddoliti, increduli e sgomenti… abbiamo tutti la stessa espressione, una tristezza unica… Vorrei sapere tante cose, non conosco nessuno, non conoscevo bene neanche lei… eppure qui siamo in tantissimi, sicuramente tanti colleghi, per essere un giorno feriale… C’è un gruppo di Altamura, hanno stampato un epigrafe diverso da quello della famiglia, ci sono molte persone nella fascia d’età dai 35 ai 45, tanti ragazzi giovani, amici di Jessica… Tante donne, tra loro sicuramente ci sarà qualche autista… la famiglia è di fronte alla bara, la chiesa strapiena, molte persone in piedi, ma un silenzio assordante, di quelli che pesano… perché qui siamo tutti sgomenti… durante l’omelia il parroco ha detto di essersi confrontato diverse volte con Michela su alcuni temi esistenziali, me la immagino a sostenere le sue ragioni, caparbia e determinata come pochi… immagino lei a ribadire le sue convinzioni e lui contrapporre le sue di uomo di fede… quando è successo a me di confrontarmi con lei, ho trovato di fronte una persona che credeva fermamente in ciò che descriveva, quella determinazione figlia di conoscenza, dedizione e passione per il proprio lavoro, non la pensavamo nello stesso modo, ma la stima è rimasta, ognuna ha proseguito sul percorso prescelto… torno ad ascoltare il parroco e una frase mi ha colpito, ha ammesso di non aver parole per descrivere questa tragedia, dice:”Le supposizioni son come le prediche… tante parole che non portano a nulla; sa Dio cosa è successo e forse…Michela!”. I miei pensieri corrono ancora… spero che non abbia capito che era la Fine! Spero umanamente che non abbia sofferto le pene di quell’inferno sotto al viadotto… spero che non abbia avuto davanti la successione delle immagini a lei più care… spero che… niente, tutte parole e pensieri inutili, una donna giovane e sorridente ci guarda da una foto, tutti… quel sorriso che la famiglia ha scelto è ciò che ne è rimasto. La messa prosegue… Jessica, coraggiosamente, legge al microfono una lettera alla mamma, con naturalezza nelle parole, come forse tante volte ha fatto al telefono, vorrei non entrare in questa intimità… eppure lei è lì a descrivere la sua vita e il legame con la mamma, con quello che gli costa emotivamente chi sono io per non starla ad ascoltare? Sembra un fiore… a cui sono state recise improvvisamente le foglie, recando una sofferenza che sempre si porterà nel cuore. A casa tante di noi hanno figli di quell’età, troppo grandi per essere bambini e troppo piccoli per essere considerati adulti, perché dover crescere in una sola notte?
Ci commuoviamo tutti, lacrime silenziose, compaiono fazzoletti e si sentono vari singhiozzi…qualcuno la abbraccia, quello che avremmo voluto fare tutti… C’è una mamma, una sorella, una figlia… che vediamo, ma tanti altri, che sono riusciti ad essere presenti, altri che sono lontani, soffrono per questa perdita… Lo so per certo, ho ricevuto telefonate, sms, email e commenti sul blog … Alla fine del rito di benedizione le persone non si riversano verso l’uscita, sembra che nessuno la voglia lasciar andare via, si forma un cerchio di persone verso l’altare, sembra un grande abbraccio a questa famiglia che adorava Michela e in un qualche modo aveva accettato il suo lavoro, che per una famiglia è sempre un peso, nel quotidiano. Oggi c’è tanta gente, speriamo che non dimentichino di queste persone, speriamo di non dimenticare Michela… La dignità del pianto dei congiunti è qualcosa di unico. Esco e vedo fuori altrettante persone… la salma andrà a Faenza per la cremazione, altra scelta che personalmente condivido; però adesso… un carro funebre ospita una cassa e parte accompagnato da un applauso, lo stesso vigore di quando Jessica ha diviso con noi il suo dolore e la rabbia di non aver avuto la possibilità di conoscere meglio sua mamma. Un applauso e la tua vita è finita, per sempre! Ricordi che rimarranno nel cuore di tanti, che sono qui… Ma non è giusto, perdere la vita in un minuto… non è giusto morire di lavoro e tu Michela, lo sapevi bene. Fra queste persone ci saranno sicuramente tanti di quelli che hai aiutato col tuo lavoro nel sindacato… ci saranno persone con cui hai viaggiato… ci saranno quelli con cui hai provato un confronto… ci saranno coloro con cui hai gioito di una soddisfazione… persone addolorate e sgomente sul sagrato della chiesa… che non accennano ad andarsene per parecchi minuti… a cosa possono servire le parole, cosa dire ora a tua mamma che circondata da parenti e amici, cerca di vedere chi c’è a consolare tua sorella e tua figlia… dovevate essere proprio una bella famiglia e qui si spezza il cuore… lasciarle sole, dover andar via. Mentre cammino verso la macchina penso che sono stata vigliacca, non ho avuto il coraggio di parlare con nessuna delle tre… penso, mi ero ripromessa di scrivergli una lettera e consegnargliela, oggi, ma non avevo le parole, sarebbe stato tutto banale… sarebbe stato tutto inutile per poter alleviare il loro grande dolore…
Parto… Durante il rientro altre chiamate, domande, ricordi, parole di gente addolorata, le mie colleghe, i nostri amici, i miei amici… domande a cui non so rispondere… tranne:”Come stai?” “Io? Ah.. io bene, sto bene… sono loro che…!?!” Qualsiasi cosa faremo per loro e decideremo insieme, sarà poco, troppo poco e soprattutto Michela non ci sarà più. So bene io, che non si dimenticano i propri congiunti scomparsi prematuramente, che la vita continua e ci si fa una ragione per andare avanti, so bene che nel nostro cuore nessuno prende il posto di nessuno; so bene che si crede di aver superato il dramma e inaspettatamente ti esce la rabbia incontenibile perché al tuo compleanno non ci sarà qualcuno che per te conta molto, ne a questo, ne a nessun altro…
A proposito di compleanno, Michela avrebbe compiuto 38 anni giovedì 17, non sarà tanto, ma credo non sia mai successo in Italia, chi vuole renderle omaggio, si fermerà col camion dalle 15,30 alle 15 e 35… poi chi è dove può farlo e vuole, nell’ultimo minuto il lamento del clacson e trombe… un requiem unico!!! Qualcuno mi ha detto spudoratamente che sono morti anche tanti colleghi uomini e non si è scatenato nulla di simile, io egoisticamente, voglio pensare che sia un piccolo omaggio a Michela, unica, per il suo impegno a difendere il diritto alla dignità sul lavoro, il diritto alla sicurezza sul lavoro, il diritto-dovere al rispetto altrui; lei ci ha investito tanto, in forze, energie, tempo, conoscenza e disponibilità, sicuramente sacrificando del privato… Grazie Michela.
Mi rendo conto di aver scritto un romanzo, ma non sapevo cosa eliminare, ogni frase ha il suo valore, ogni particolare mi preme non vada perso, ognuno di noi ha il suo modo di elaborare … ora che sono qui, nella cabina di Titty, al caldo, in pace e solitudine,sto aspettando che scarichino, routine, il mio lavoro, come era il suo…un brivido mi fa ripensare a lei e al suo salto nel vuoto, no non voglio cancellare neanche una parola… scusate.
Da oggi ci metteremo in contatto con la famiglia perché abbiamo avviato un’iniziativa per aiutare Jessica, su queste pagine potrete tenervi aggiornati, ringrazio fin da ora chi vorrà unirsi a noi.
Io non sognavodi guidare il camion quando ero bambina. Non pensavo mai “Da grande farò la camionista”…mai. Però i camion li notavo. Li guardavo, come guardavo tutto quello che mi circondava, ma di loro poi mi ricordavo. Per esempio mi ricordo i “baffi” verde scuro della ditta PRADERIO, li vedevo passare sulla provinciale quando andavo a scuola, pensavo fossero molto pesanti. Poi mi ricordo i 691 e i 180 con le loro cabine quadrate, i loro mille piedi, i colori che allora mi sembravano assurdi su di un camion: verdino, celestino, beigino…la manina a molla sul cruscotto che faceva ciao ciao…il rumore quando ripartivano dal semaforo…mi ricordo d’estate quando andavamo al mare e pà sorpassava i camion in autostrada, leggevo i nomi degli OM sulle calandre e mi chiedevo cosa centrassero tutti quei nomi di animale con i camion: Orsetto, Tigrotto, Daino, Lupetto….
Ho solo fratelli, non mi mancavano le bambole, ma nemmeno le automobiline e i camioncini, e quando giocavamo erano quelli i preferiti, loro con le mie bambole non ci hanno mai giocato, io con le loro macchinine sempre! Il mio camioncino preferito era blu col pianale e portava una casetta di plastica gialla col tetto verde…quanti viaggi per le stradine fatte spostando la ghiaia in giardino. A sera prendevamo il rastrello e rimettevamo tutto a posto. D’inverno le strade le disegnavamo su dei cartoni e giocavamo in cantina. Bastava un po’ di fantasia e andavamo avanti per ore. A volte ci attaccavamo alle sbarre del cancello – in fondo alla strada si vedeva la provinciale – l’incrocio era regolato dal semaforo, il nostro gioca consisteva nell’essere i più veloci a dire “IO QUELLO!!” quando pensavamo, o meglio dire sentivamo, che il veicolo che sarebbe apparso di li a poco tra le case fosse un camion, quante risate e quanti bisticci ci siamo fatti….
No, non sognavo di guidare i camion quando ero bambina, e nemmeno da ragazzina, anche se avevo una Barbie (l’unica che ho avuto!) che il camion lo guidava…nei miei sogni c’erano fattorie in foreste di abeti o macchine fotografiche in giro per il mondo…ma erano sogni vaghi, non di quelli che insegui tenacemente convinta che sarà quello il tuo destino.
Io che volevo guidare l’ho deciso, o meglio l’ho scoperto, il giorno che su un camion ci sono salita VERAMENTE, non da passeggera perché stavo facendo l’autostop come si usava in quegli anni, ma col mio moroso che da poco faceva il camionista, per accompagnarlo in un viaggio, allora ho capito cheera quella la mia strada, allora ho capito che non avrei più avuto scampo…ho inseguito il mio sogno per tutti questi anni e non me ne sono mai pentita, mai. Anzi, ancora sogno, ancora vorrei fare tante cose, viaggi diversi, allargare gli orizzonti, vedere posti nuovi, percorrere strade sconosciute, non mi sono mai decisa, forse perché sto bene nella scuderia in cui lavoro, ma ci sono dei giorni in cui veramente vorrei cambiare tutto, provare a fare quello che ancora non ho mai fatto, non lasciare che il tempo che passa inesorabile mi tolga la possibilità di realizzarli questi sogni….
Questo tempo che in questi giorni che sono a casa sembra scorrere lentissimo e allo stesso modo velocissimo… passano le ore e si fa buio, dentro e fuori, riempio il silenzio ascoltando vecchi CD e lascio la mente svuotarsi da tutti i pensieri…fanno male i pensieri e io ho solo voglia di ripartire e invece faccio pure fatica a scrivere al PC…tutto sembra allontanarsi, diventare memoria….non mi piace il mese di novembre, non mi è mai piaciuto, ma io lo so che prima o poi tornerà a splendere il sole nel cielo blu e tutto si scioglierà in un caldo abbraccio e questi giorni saranno solo un triste ricordo. A dreamer forever…non cambio mai!!!
Buona strada a tutti sempre….non smettete mai di sognare…
Ciao a tutte/i
rileggendo le pagine del blog ho trovato qualche pezzo interessante, ho pensato di riproporlo… sono passati tanti mesi…
Mezz’ora da incubo…
Dal mio diario…
Guidavo sulla Pedemontana in direzione Reggio Emilia, proveniente da Parma, avevo di fianco il mio 50 che aveva già finito il suo turno di guida, stavamo parlando del carico del prossimo viaggio,non c’erano altri mezzi, il pomeriggio stava per finire, rallentavo per affrontareuna curva in discesa, permettendomi di vedere un rettilineo di alcune centinaia di metri, per la metà in discesa e il resto in salita, senza mezzi provenienti dall’altro senso; improvvisamente dalla curva nascosta alla nostra visuale sbuca un motociclista, la moto si scompone per la velocità ma non solo, il comportamento del mezzo era anomalo,moto che rotola e poi striscia sull’asfalto e motociclista che catapulta a bordo della strada contro il gard-rail… no sopra…no sotto…dove cavolo è finito???Guardo Fabioper avere conferma di non aver sognato… Mi guarda e dice: Stavolta mi tocca!!!Tante esperienze in due anni, con i feriti, gli incidenti erano già capitate a me, per una avevo anche sofferto di incubi per qualche tempo ma a lui non era ancora successo di vederne, era sempre arrivato dopo i soccorsi o le forze dell’ordine.Non è detto che se non sei coivolto non rimani comunque scioccato, io avevo detto che se continuava così, tornavo alla mia occupazione precedente… fra le quattro mura tanto odiate, come se nelle fabbriche ci fosse sicurezza….
Raggiunto il punto, ho spento il camion parcheggiatopiù fuori possibile dalla strada, qui si è in collina, per consentire il miglior passaggio a chi fosse arrivato in seguito… frecce accese…corsa verso il ferito… sicuramente si è fatto male…. Tutto in un lampo… Guardo mio marito che sta scavalcando il guard-rail e mi dice che non lo vede ancora, io corro verso la curva per mettere il triangolo…Urla che ci sono dei cespugli troppo fitti e non lo vede… Altra corsa in discesa, nel frattempo sto chiamando i soccorsi, sono passati anni e ancora in quel tratto non c’è campo… so già che la prossima mezz’ora sarà "da ricordarsi" per un bel pò…
Riesco a mettermi in contatto col 118, mi rispondono che devo dare notizie più precise…saperle…le darei… molto volentieri…Purtroppo stavamo parlando, siamo a 50 km da casa, ormai rilassati…
Come faccio?? Non so esattamente come si chiama il paese dopo… Non so dove è finito… qual è il punto esatto dove è volato e come sta il motociclista…Li richiamerò…
Ma perché non arriva nessuno??? Mio marito è tornato in strada, percorso quasi tutta la salita e scendendo osserva attentamente il bordo per riuscire a trovare una traiettoria giusta… ha trovato un ciuffo d’erba schiacciato, ma è troppo poco lo spazio perché ci passi una persona… potrebbe essere un ragazzino… chiamiamo verso quella vegetazione selvatica e uniforme… niente… Scendiamo giù… rovi e spini ci graffiano le gambe…accidenti a me e mettere i pantaloncini… non vedo più niente solo rami, foglie, terra e mi sento inutile, incapace e disperata… mancano pochi metri e c’incrociamo… non l‘abbiamo ancora trovato… Se avessi tempo mi metterei a piangere… non serve perdere lucidità,cerco ancora, non può essere lontano…
Quando ero convinta di aver sognato e che la moto era un’allucinazione ho visto uno straccio bianco, non era uno straccio, era una maglietta ma la posizione della persona che c’era dentro era talmente strana che non sembrava un essere umano,un fagotto a forma di pera; Fabio era in un punto che per raggiungermi doveva risalire e fare il percorso che avevo fatto io, almeno l’avevamo trovato, cerco di raggiungerlo, di girarlo, di stenderlo, gli apro la visiera del casco…vedo che è un ragazzo sui 40 anni e apre fortunatamente gli occhi… mi guarda ma non parla…siamo quasi al buio qua sotto…Urlo che è vivo…urlo che si sbrighi, è pesante non riesco a stenderlo… Sento altre voci oltre quella di Fabio e mi raggiunge un ragazzo magro e molto agile nei movimenti, cerchiamo insieme di far parlare questo ferito che da veder così non ha un graffio, noi sanguiniamo per le ferite alle gambe, lui però niente… vedo il portafogli nella terra, apro, prendo la patente e lo chiamo per nome.. :”Franco ti sei fatto male? Cosa ti senti? Mi senti?”
“Sei la Madonna?” Mi scappa da ridere per la tensione accumulata nei vari minuti di ricerca inutile, rido per isterismo, rispondo che si è sbagliato, che stavolta non vedrà la Madonna e che sicuramente non abbiamo niente in comune io e lei…comicia a muovere le braccia e le mani piano piano, ma sente dolore alle gambe, gli faccio provare a muovere le dita, è senza scarpe…c’è reazione ma qui ci vuole un medico…qua non si vede niente e decidiamo di trascinarlo in salita, verso la strada, lentamente e faticando parecchio arriviamo alla fine della vegetazione, mentre riprendiamo fiato si vorrebbe togliere il casco, non lo lascio fare e controllo le gambe e il busto, dice che sta meglio ma è passato per uno spazio piccolo per uno della sua stazza e ha già il livido sulla schiena, se arrivassero i soccorsi mi sentirei più tranquilla…”Non dite a mia sorella che sono caduto, è stata la moto ad inchiodare e l’ho aggiustata oggi!” “Ci pensiamo dopo…, tu non togliere il casco e io nongli dico della moto.” Come se si potesse tener nascosto un simile casino… Sospira e dice di aver dolore al torace, chiede se ha qualcosa di rotto; gli spiego che non sono un’infermiera, sono un’autista di camion… secondo me è probabile che qualche costola abbia subito danni, visto che è passato violentemente in uno spazio così stretto…, quando arriverà l’ambulanza ci sarà sopra chi se ne intende di più… dice che gli sembra di essere in buone mani… scoppiamo a ridere, di tre lui è quello che non sanguina… Nel frattempo si sono radunate tante persone, tra i quali un maresciallo dei carabinieri in borghese, chiedo se possiamo andarcene, per togliere il camion dalla strada che ingombra, ma siamo gli unici col cellulare che riceve e dobbiamo aspettare i soccorsi… Inutile la ricerca delle scarpe, inutile discutere con Franco per il casco, si comicia ad agitare parecchio… io non posso toglierlo, ma non posso impedire a lui di farlo e ci appare uno spettacolo per niente rassicurante: viso gonfio e un grosso livido sulla tempia destra e un malumore crescente, che giudico strano, dovrebbe essere contento di essersi salvato, non ha ancora capito il rischio che ha corso…, mi parla sempre come se mi conoscesse da prima, il ragazzo che mi ha aiutato non riceve neanche risposta, quando gli parla e mi dice che forse mi ha scambiata per un’altra. Arrivati gli operatori del 118 ci mettiamo in disparte per qualche minuto, ora possiamo andarcene e liberare la strada, non serve più la nostra presenza, saluto il mio socio nel recupero, commentiamo che Franco l’ha scampata bella.Non ho più avuto notizie…ma tutte le volte che percorro quel tratto ci ripenso… come ci ho ripensato per le due settimane che disinfettavo l’escoriazioni che mi ero procurata tra le sterpaglie e di cui conservo le cicatrici.
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