la camionista Simona
Un altro bel video intervista dedicato a Simona!
Una collega con una grande passione per il suo lavoro!
Buona strada sempre Simona!!!
Un altro bel video intervista dedicato a Simona!
Una collega con una grande passione per il suo lavoro!
Buona strada sempre Simona!!!
Una nuova intervista di Elisa Bianchi, sempre dal blog di Uomini e trasporti “Anche io volevo il camion”. Ringrazio Elisa di dare voce a tante nostre colleghe e di farci conoscere le loro storie, è un modo per confrontare le nostre esperienze di vita sul camion, sapere che non siamo poi cosi poche a girare per le strade d’Italia e non solo!
Questa volta ci racconta la storia di Martina, una giovane collega con una grande passione: guidare i camion!
Martina la conosco di persona e la considero un’amica, una giovane amica a cui auguro tanta buona strada per il suo futuro on the road!
Questo è il link dell’articolo:
E questa la sua storia:
Non è una “figlia d’arte”, ha studiato grafica e comunicazione e nessuno, almeno all’inizio, appoggiava la sua scelta di guidare un camion. Eppure, la sua grinta ha avuto la meglio e oggi Martina Caramellino, venticinquenne originaria di Trino, è un’autista
«Sono riuscita a trovare lavoro a forza di provare e non mollare. Non è stato facile, la maggior parte delle persone con cui ho fatto un colloquio non si fidavano». Martina Caramellino ha 25 anni, è originaria di Trino, in provincia di Vercelli, e dallo scorso maggio ha realizzato il desiderio di guidare un camion. Desiderio nato in modo naturale, istintivo, senza che Martina avesse mai davvero avuto esperienza con il mondo dell’autotrasporto. Non un familiare autista, solo qualche conoscenza, ma nessuno ha mai davvero creduto che Martina facesse sul serio. Oggi guida un camion frigo e tutti si sono dovuti ricredere. Non è stato facile però, e lei non lo nasconde. Anzi, è la prima cosa che ci racconta. «Sono alta poco più di un metro e cinquanta, quando arrivavo ai colloqui mi chiedevano se arrivassi almeno ai pedali, oppure se fossi italiana. Una volta addirittura mi hanno chiesto se fossi lì per portare il curriculum di mio marito. Mi sono scontrata con tanta diffidenza prima di trovare un’azienda che volesse darmi fiducia». Alla domanda su quanti cv abbia dovuto mandare, la si sente sorridere timida dall’altro capo del telefono. «Tanti» è la risposta.
Mi ha chiamata una ditta della zona per guidare il camion frigo. Il contratto poi è scaduto e ho iniziato a lavorare per altre aziende, prima sempre con il frigo, poi da inizio gennaio con la nuova azienda ho cambiato anche tipo di lavoro. Oggi, infatti, guido una cisterna per il trasporto di liquidi alimentari.
Uno dei ricordi più belli che ho della mia infanzia è di quando andavo in giro con mio nonno. Era un fabbro e aveva un furgoncino Daily. Per me era come se fosse un camion, lo vedevo enorme. Credo sia nata così la mia passione per la guida.
Nella zona in cui abito si tiene tutti gli anni una corsa di rally. Mi piaceva guardare quelle macchine colorate che andavano veloci. Volevo provare anche io, così ho preso il brevetto. Ho corso per un paio d’anni e gara dopo gara sono arrivate anche le soddisfazioni. Insieme al ragazzo con cui correvo ci siamo classificati primi di classe al rally di Alba.
È sicuramente un ambiente diverso, ma in cui nessuno mi ha mai fatto pesare il fatto di essere una donna. Penso che comunque dipenda sempre dell’intelligenza e dalla mentalità delle singole persone.
Mia mamma all’inizio non voleva, oggi invece capita spesso che mi difenda quando qualcuno giudica la mia scelta. Molte persone non capiscono, mi chiedono come faccia «a portare quel coso». Rispondo che basta schiacciare l’acceleratore, mica lo devo trainare.
Non hai idea di quanti pianti mi sono fatta da sola per via di alcuni episodi spiacevoli. Ricordo per esempio che durante il mio affiancamento iniziale stavo guidando e avevo il finestrino abbassato. Un ragazzo poco più grande di me mi ha urlato «voi donne state rovinando il mondo». Quando hai tante buone intenzioni e poi senti dire certe cose ferisce, soprattutto se quelle parole arrivano magari da dei padri di famiglia. Voglio dire, se distruggessero i sogni ai loro figli come si sentirebbero?
Nei podcast di K44 ho ascoltato questa intervista con Rita, una collega di “lungo corso”, come l’anno definita. Mi è venuto in mente che ho avuto il piacere di incontrarla, qualche anno fa, un paio di volte in un’azienda della bergamasca dove andavo a consegnare. Di lei mi colpi il fatto che nonostante fosse più grande di me non aveva nessuna intenzione di scendere dal suo camion! Ed è un piacere sapere che viaggia ancora! Buona strada sempre Rita!
Questo è il link per ascoltare l’intervista:
E questo il testo che accompagna il podcast:
Rita Zamarco è un’autotrasportatrice di lungo corso, ma soprattutto appassionata del suo lavoro e del suo Daily. Trasporta principalmente bulloni, cassoni, pallet e scatole. Ogni anno percorre mediamente 110-120 mila chilometri e da quando ha iniziato a lavorare ha percorso più di 4 milioni di chilometri. In realtà, Rita non ha sempre fatto questa professione. C’è stato un momento, però, in cui si è convinta che quella del trasporto merci fosse la sua strada. Una decisione facilitata in parte dal fatto di avere in famiglia qualcuno che potesse fungere da formatore. Ma sentiamo direttamente dalla sua voce come sono andate le cose. Sentiamo, cioè, una nuova «storia su ruote» che andiamo a inserire all’interno del nostro podcast di K44 – La voce del trasporto.
Questa volta girando e rigirando nel web ho ritrovato questa video intervista fatta alla nostra portavoce, la Gisy!
E’ datata 25 gennaio 2008! Sono passati ormai 16 anni da allora e tante cose sono cambiate nelle nostre vite, i camion, i tragitti, ecc, però è bello riascoltare le sue parole, risentire la sua storia che poi è quella delle donne camioniste, siamo in poche oggi come allora, e anche se per fortuna ci sono tante nuove colleghe, la percentuale rispetto agli uomini è ancora bassa.
Quando il giornalista le chiede cosa significa avere il camion nel cuore, lei risponde cosi:
“Avere passione per i camion significa essere pazienti, tolleranti, cocciute, perseveranti, un sacco di qualità che se non le hai, se non hai quest’alchimia non resisti, è un mestiere molto pesante, molto impegnativo, imprevedibile, devi avere quel pizzico di dote in più che ti permette di cavartela in qualsiasi evento ti possa succedere.”
Penso che sia cosi per tutte noi!
Questo è il link dove si può vedere il video:
https://video.repubblica.it/cronaca/la-dura-vita-di-lady-truck/16571/17662
(Ai tempi l’intervista era più lunga, ma gli altri video non ci sono più, peccato.)
Dal sito di “Camion e furgoni magazine”, Gabriele Bolognini intervista la collega Lola Marta Bertazzo!
Il link dell’articolo:
https://www.camionefurgonimag.com/lola-marta-bertazzo-e-il-camion/
La sua storia:
Marta, Lola per gli amici, ha 41 anni, ma ne dimostra 20. Brillante, spigliata, ha pure una bella penna con la quale descrive brevi attimi della propria vita da camionista in modo incisivo e sarcastico sui social. Ma soprattutto quello che traspare dai suoi post è una grande passione per tutto quello che fa. Insomma, ci ha incuriosito e l’abbiamo intervistata.
“In realtà non lo so nemmeno io. O meglio, prima di fare questo mestiere ho lavorato nel settore del web digitale insieme ad altri due amici soci per quasi quindici anni. Sono stati anni stupendi, abbiamo creato siti internet, applicazioni e tanto altro ancora ma ad un certo punto quel lavoro non mi dava più soddisfazione. Non riuscivo più ad esprimere la mia creatività. Stava diventando una routine. Così ho deciso di mollare. Proprio in quel periodo stava nascendo in me una gran passione per le auto fuoristrada. Mi affascinava quel mondo di appassionati che ama intervenire personalmente nelle modifiche al mezzo. Partecipare ai raduni. La sfida di percorrere strade impossibili immersi nel fango. Diciamo che l’appetito vien mangiando… volevo spingermi oltre. I camion sarebbero stati la mia prossima meta.”
“Sta di fatto che nel mese di settembre 2019 mi sono iscritta all’autoscuola per prendere la patente C che ho acquisito a gennaio 2020. Il mese successivo è esplosa la pandemia che ha bloccato tutti i corsi e le sessioni d’esame. Siccome quando inizio un percorso, lo devo portare fino in fondo, ho iniziato a studiare da casa come una forsennata e, appena si è allentata la morsa delle chiusure, ad agosto sono riuscita a dare gli esami del CQC e ad ottobre ho concluso il mio percorso con l’ottenimento della CE. A quel punto dovevo cercare lavoro. In vita mia non ho mai chiesto raccomandazioni, però la passione e la voglia di guidare i camion era tanta che andai a trovare mio cugino, che è socio fondatore della Cooperativa Lusia Service partner di Translusia, importante consorzio di autotrasportatori del nord Italia, per chiedergli se mi potevano assumere. Detto, fatto: il 20 febbraio 2021 ho sottoscritto il primo contratto di quattro mesi e sono stata catapultata direttamente sul “bilico.”
“Da allora non sono più scesa! Ho lavorato come frigorista e da qualche mese ho voluto imparare la vasca. Oggi mi sembra incredibile di trovarmi qui a raccontare questa storia e, soprattutto, di fare questo lavoro che amo, con tutti i suoi pro e i suoi contro.”
“I vecchi camionisti direbbero per mancanza di passione. Vero, ma le “vecchie guardie” vivono e vedono la realtà secondo la propria prospettiva, com’è giusto che sia. Il che però non costituisce automaticamente una corretta lettura degli scenari attuali. C’è un inevitabile cambiamento in atto. Bisognerebbe spiegare questo alle nuove generazioni di autisti. I nuovi camion sono ricchi di tecnologia. E il trasporto intermodale, spesso citato nei manuali di Scuola Guida, sta diventando realtà, permettendo soluzioni di viaggi più sostenibili. Tutto questo porterà la figura dell’autista come la conosciamo, a sparire, sostituita da una figura più tecnica e sostenuta alla guida dalla tecnologia, in grado quindi di “guidare” un mezzo pesante limitando la fatica fisica delle ore di guida quotidiane.”
“Mi piace anche pensare che la naturale evoluzione di questo mestiere sarà un autista che molto probabilmente non dovrà nemmeno più preoccuparsi di parcheggiare il rimorchio in ribalta perché, una volta programmata l’azione, mezzo e ribalta dialogheranno tra loro realizzando la manovra perfetta. Questi tecno-autisti saranno insomma un po’ come piloti di droni: prepareranno i veicoli e le tratte da un tablet, monitorando seduti sul sedile di guida o a distanza su una poltrona d’ufficio. Sono quasi certa che una professione così “pulita” e comoda, attirerà l’attenzione delle nuove generazioni, più a loro agio con tutto ciò che è virtuale rispetto a ciò che è reale. Quindi, per riprendere la riflessione – continua Lola – il cerchio si chiuderà, secondo gli scenari futuri e non secondo non più attuabili, romantiche concezioni di riqualificazione di un mestiere che sta naturalmente evolvendo. Una volta per far il camionista servivano unicamente la passione per la guida, per i viaggi, per il voler essere autonomi e liberi dalla routine. Insomma, credo che molto probabilmente un giorno la professione diventerà più tecnica… ma onestamente sono contenta di poter vivere questo momento davanti a un volante big size anzichè un monitor!”
“Riguardo all’agevolazione sui corsi per l’ottenimento delle patenti, penso che oggi nessuno acquisterebbe qualcosa che non sia stata pubblicizzata nel modo più accattivante possibile. Intendo dire che i giovani non conoscono quasi nulla di questa professione e quello che sanno, lo hanno imparato da superati cliché cinematografici o folkloristici. I voucher hanno un’anima prettamente commerciale e pertanto acquistano valore se quello a cui servono viene dato valore. E in Italia il mestiere dell’autista di mezzi pesanti non è valorizzato dalle Istituzioni, è sempre più sconosciuto, invisibile, maltrattato. Una professione priva di un valore riconosciuto sia in termini di economia che di status del lavoratore.”
Buona strada sempre Lola!
Un altro video della serie “4 chiacchiere con…” da canale del collega e youtuber Mauro Gadaleta.
Questa volta la chiacchierata la fa con la collega Valentina, una lunga storia tutta da ascoltare! Complimenti a Valentina per la sua tenacia nel fare questo mestiere e a Mauro per questa bella serie di video!
Buona visione e buona strada sempre!
Il video di una “pre-intervista” alla nostra Rò su “Story Time”, in cui parla anche del nostro gruppo e del nostro libro!
Buona visione e buona strada sempre!
Ho trovato questa simpatica intervista radiofonica di qualche anno fa, (del 2019 ma è comunque attuale!) alla collega Monica Bartolini, fatta da Radio Cusano Campus nel programma Bagheera.
Le nostre storie sono tutte diverse ma anche tutte uguali! 🙂
Questo è il link per ascoltarla:
https://www.radiocusanocampus.it/it/monica-bartolini-un-giorno-ascoltare-09072019
Buona strada a Monica!
Un’altra bella serie di “4 chiacchiere” tra colleghi, questa volta Mauro ci fa conoscere Beatrice, una nuova collega della provincia di Terni che lavora con un bilico frigorifero nella grande distribuzione. Lei ci racconta la sua storia, di come è arrivata a diventare camionista e di alcune sue esperienze su strada.
Buona strada a tutti e due sempre!
Mauro fa una nuova video-intervista. Questa volta le quattro chiacchiere le fa con la collega Marta – Lola che ci racconta la sua storia e le sue esperienze da camionista.
Tutta da ascoltare!
Buona strada a tutti e due!
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