Un altro video della serie “4 chiacchiere con…” da canale del collega e youtuber Mauro Gadaleta.
Questa volta la chiacchierata la fa con la collega Valentina, una lunga storia tutta da ascoltare! Complimenti a Valentina per la sua tenacia nel fare questo mestiere e a Mauro per questa bella serie di video!
Ho trovato questa simpatica intervista radiofonica di qualche anno fa, (del 2019 ma è comunque attuale!) alla collega Monica Bartolini, fatta da Radio Cusano Campus nel programma Bagheera.
Le nostre storie sono tutte diverse ma anche tutte uguali! 🙂
Un’altra bella serie di “4 chiacchiere” tra colleghi, questa volta Mauro ci fa conoscere Beatrice, una nuova collega della provincia di Terni che lavora con un bilico frigorifero nella grande distribuzione. Lei ci racconta la sua storia, di come è arrivata a diventare camionista e di alcune sue esperienze su strada.
Mauro fa una nuova video-intervista. Questa volta le quattro chiacchiere le fa con la collega Marta – Lola che ci racconta la sua storia e le sue esperienze da camionista.
Questo video è di due anni fa, non l’ho trovato prima, anche se di questa giovane collega svizzera avevo letto già un’intervista quando ancora stava studiando ed era l’unica ragazza a frequentare il corso per autista di veicoli pesanti, vi metto i link:
Adesso i camion li guida, la sua è soprattutto una grande passione, un sogno inseguito e realizzato! Il video è interessante anche per capire la differenza che c’è con l’Italia per arrivare a conseguire le patenti e iniziare a lavorare.
Sono figlia d’arte. Mio padre era camionista e quindi si può dire che la passione è nata in famiglia. Ma non è stato un percorso semplice perché ci hanno provato in tutti i modi a farmi fare altro. In pratica non volevano che diventassi camionista perché – dicevano – «non è un lavoro da donna». Anzi, spesso toccava sentirmi dire da mio padre che se avessi preso le patenti, mi avrebbe buttato fuori di casa.
Come sei riuscita a gestire queste pressioni?
Andando controcorrente e facendo di tutto per inseguire il mio sogno. Non a caso mi soprannominano «Alessia Ribelle» proprio per questo motivo. L’illuminazione definitiva scattò quando vidi una ragazza alla guida di un bilico e mi dissi: «Quella è la mia strada. Questo è ciò che voglio per me». E così a 24 anni mi decisi, presi le patenti e salii sul camion.
A distanza di tempo rifaresti quella scelta?
Assolutamente sì. Sono pienamente convinta e soddisfatta del mio percorso.
Donne al volante: resistono ancora i pregiudizi o qualcosa sta cambiando?
La mia percezione è che il settore dell’autotrasporto abbia ancora una forte impronta maschile e maschilista. Tuttavia, devo dire che nella mia esperienza personale mi sono trovata molto bene con tanti colleghi uomini. In situazioni di difficoltà, ad esempio, l’aiuto non mi è mai stato negato e non ho vissuto alcun caso di discriminazione.
Un episodio che ti ha segnata?
Ho avuto un brutto incidente stradale circa sei anni fa. Per fortuna sono rimasta illesa, ma lo shock è stato talmente forte che per tre anni mi sono dovuta prendere una pausa da questo lavoro.
Come hai superato quel trauma?
È stata dura, anche perché proprio non riuscivo a guidare con serenità. Dopo quell’episodio, appena sentivo dei rumori strani provenienti dal veicolo mi prendeva l’ansia. Ho provato a distrarmi facendo nel frattempo altri lavori. Ma poi, col tempo, il riavvicinamento al camion è stato naturale. Sarà per il fatto che ho il gasolio nelle vene…
(…) continua….le altre risposte le trovate nella pagina ufficiale di “Uomini e trasporti.
Quando hai capito che il camion era la tua passione?
Sin da giovanissima. Avevo 23 anni quando decisi di prendere la patente C. Per conseguirla puntai tutti i miei risparmi, anche perché era quella la «strada» che sentivo per me. Negli anni ho fatto poi un percorso che mi ha portato a ottenere la CQC e infine la patente E, che pare offrire più opportunità in termini di lavoro.
Nel mondo del trasporto le donne sono ancora poco rappresentate o qualcosa sta cambiando?
Purtroppo siamo ancora rappresentate pochissimo, specialmente nel settore – come il mio – di chi lavora con camion centinati. Per dirne una: ci sono aziende che scartano le donne a priori. Puoi avere tutte le competenze del mondo, ma non prendono in considerazione neanche il curriculum.
Che mezzo guidi?
Un Iveco Stralis, con un rimorchio ultralight nuovissimo (non ha nemmeno un anno di vita).
Come si risolve il problema della carenza di autisti?
Avvicinando i giovani a questo lavoro, premesso ovviamente che abbiano passione, attraverso incentivi alla formazione e affiancamento nelle aziende. C’è poi il discorso degli stipendi, che andrebbero aumentati.
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...un gruppo di amiche/colleghe camioniste che hanno deciso di viaggiare anche in rete! ...e di trovarsi in questo "Truckstop" x condividere la propria passione x il camion!
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