“Quelli che son stati camionisti insieme a me, e di anni ne hanno almeno 53…”
Ho modificato la strofa di una canzone dei mitici Nomadi per tornare all’inizio degli anni ’90, a chi come me in quegli anni percorreva l’Autostrada del Sole, in cabina aveva il baracchino (praticamente quasi tutti all’epoca!) e di sicuro si ricorderà della storia del “fantasma di Fabro”. Ci passavamo le ore a discuterne, chi ci credeva, chi diceva che era impossibile, che si erano inventati tutto per spaventare gli altri, chi in quel parcheggio non si fermava più per paura di essere svegliato a sua volta dal fantasma di una donna col volto insanguinato (io conoscevo questa versione) e di restarci secco per lo spavento.
Era solo una leggenda? Chi può dirlo, ci fu un periodo in cui la ragazza fantasma fu “avvistata “ più volte, poi la storia si perse e nessuno ne parlò più per anni.
E invece… pochi giorni fa per caso ho trovato la recensione di questo libro “Sotto le ceneri” di Giorgio Santelli. E’ un romanzo giallo in cui l’autore, prendendo spunto proprio dalla leggenda del fantasma di Fabro e da alcuni fatti di cronaca legati allo smaltimento di rifiuti speciali crea una trama avvincente con protagonista un giornalista d’inchiesta e un vero colpo di scena finale.
Io l’ho letto in due giorni, forse proprio per venire a capo di quella strana vicenda del fantasma, che mi ha riportato indietro nel tempo, e anche se nel libro è stata un po’ modificata la storia mi è piaciuta.
Vi metto la copertina:

E il link dove trovarlo:
https://www.ibs.it/sotto-ceneri-libro-giorgio-santelli/e/9788892929579?lgw_code=1122-B9788892929579&gclid=Cj0KCQjw1OmoBhDXARIsAAAYGSFzl9RR-sC-jZ3hZ97YvkZ-n8WDRnvf18SCLqLUgdKz4LxGbONcQbwaAgopEALw_wcB
Buona lettura a tutti e buona strada sempre!
Oggi stavo viaggiando sulla A22 e stavo pensando a tutti quei camion che avevo incrociato e anche ormai riconosciuto dal tipo di mezzo ma soprattutto dal nome davanti al parabrezza: Iceman, Fastidio, Altin, Pisu, Mauro, Vagabondo, Strunz… e voi che nome portate sul parabrezza? ormai sono rari vedere quelle classiche tabelle giallo ocra con il nome stampato a caratteri neri cubitali, ce l'avevo anch'io così con il mio nome di battesimo, ma ormai le tabelle in lamiera sono sorpassate e sono state sostituite da quelle luminose e devo dire che fanno molto effetto la notte! e voi che nome portate? e se non siete camionisti o lo state per diventare, cosa scegliereste? e se di fantasia cosa vi ha spinto a scegliere proprio quello? questo invece è il mio e penso che dice tutto (e niente) 


Aspettiamo le vostre storie ciaoooooooooooooo
Ciao a tutte/i ![tir[1]](https://buonastrada.altervista.org/wp-content/uploads/2012/01/d8fba601fe3876ca596150863c42c7bcsmall.gif)
navigando sul sito di Professione camionista ho guardato un video di Holer Togni, famoso stuntman italiano, alla guida di un 190, ho ricordato gli spettacoli a cui avevo assistito e l'adrenalina che producevano in noi spettatori; nostalgia per gli anni passati e sono andata a trovarlo sul suo canale youtube, risponde personalmente, anche se non di frequente… si vede in un video anche alla guida di uno Stralis… ho trovato anche un sito in cui si può leggere la sua storia, gli spettacoli,tractorpulling e altro:
http://www.youtube.com/user/holertogni
http://www.holertogni.it/01.htm

Personalmente lo ricordo un pò antidivo e socievole, si raccomandava di evitare di "provare i loro numeri" e in caso di "imprevisti" alla guida cercare di non perdere mai il "sanguefreddo", erano ancora lontano dai miei pensieri i camion e vederlo alla guida di un "bestione" per me fu un'emozione un'unica… ricordo che già allora, prima delle campagne sulla sicurezza ufficiali, diceva a noi Principianti di non bere, di non drogarci e di non farci prendere la mano dall'ebbrezza della velocità, quel sintomo "d'onnipotenza" che TI FREGA!!! ![cam20[1]](https://buonastrada.altervista.org/wp-content/uploads/2012/01/a2b378cd0db21c1e2e4ac4748a382c73medium.gif)
Predicava cinture, caschi e rollbar per chi voleva "correre"… in anticipo su tanti, ma col sorriso e senza salire in cattedra, con una modestia rara, in un campione, perchè per me lo è stato: CAMPIONE del rischio.
BUONA STRADA a Holer Togni, qualsiasi mezzo guidi ora…. e Grazie per lo spettacolo!!!
PULIZIE DI PRIMAVERA
Abbiamo sempre lasciato porte e finestre aperte per far sì che entrasse aria nuova, così è stato per molto tempo; poi ha cominciato ad entrare polvere.
Per chi soffre di allergia, è una cosa insopportabile!!!
Esistono cure, più o meno efficaci, ma la polvere rimane una cosa insopportabile e intollerabile.
Non possiamo solo chiudere porte e finestre, non è bello e non ci siamo abituate.
Per colpa della polvere in casa rischiamo di perdere amiche preziose che hanno contribuito a gettare le fondamenta della nostra casa.
Ne hanno costruito le pareti e il posato il tetto.
Ne hanno dipinto le pareti (di rosa), hanno messo gli arredi, l’hanno resa una casa accogliente.
Adesso per colpa della polvere la nostra casa si stà svuotando.
Non si vedeva l’ora di rientrare per venire a vedere cosa c’era di nuovo in casa, adesso che non ci sono più gli arredi e le pareti sono coperte di polvere la nostra casa non è più accogliente e presto si svuoterà!!!
E’ arrivata la primavera e da brave donne di casa facciamo le pulizie, togliamo la polvere e ridipingiamo le pareti di rosa!!!
Poi lasceremo sempre porte e finestre aperte, perché è cosi che ci piace!!!
Ma metteremo delle zanzariere molto robuste!!!
L’aria nuova, pulita fa bene sia al corpo sia alla mente e predispone l’animo al pensare positivo nonostante tutte le brutture e le cattiverie che ci circondano!!!
Benvenuta aria di Primavera, fai tornare presto le Rondini nella loro casa!!!
Buona Strada a tutte Milly!!!
Corri più veloce del vento
il vento non ti prenderà mai
corri ancora adesso lo sento
sta soffiando sopra gli anni tuoi.
Dammi la mano fammi sognare
dimmi se ancora avrai
al traguardo ad aspettarti
qualcuno oppure no
Dimmi cos’è che fa sentire
il vuoto che ti toglie tutto
e fa finire il gioco
dimmi cos’è dentro di te
dimmi perchè
Cerchi questo giorno d’inverno
il sole che non tramonta mai
lo cerchi in questa stanza d’albergo
solo e sempre con i tuoi guai.
Dammi la mano fammi sognare
dimmi se ancora avrai
al traguardo ad aspettarti
qualcuno oppure no
Dimmi cos’è che fa sentire il vuoto
che ti toglie tutto
e fa finire il gioco
dimmi cos’è dentro di te
dimmi perchè
Dimmi cos’è che fa sentire
il vuoto che ti toglie tutto
e fa finire il gioco
dimmi cos’è dentro di te
dimmi perchè
A braccia alzate verso il cielo
nella notte te ne andrai
e a pugni chiusi sulla vita
la tua vita graffierai
Dammi la mano fammi sognare
dimmi se ancora avrai
al traguardo ad aspettarti
qualcuno oppure no
Dimmi cos’è dentro di te
dimmi perchè
dimmi cos’è dentro di te
dimmi perchè….
Il testo dell’ ULTIMA SALITA dei Nomadi racchiude tutta la storia di Marco Pantani in poche righe….

Anche Fabri Fibra riduce a poche parole un’esistenza finita tragicamente…
"perché è la coca che distrugge un grande come Pantani, mica è la gente che c’è intorno e vuole show da marziani"
"e ti ritrovi in questi alberghi lussuosi, come Marco Pantani con in mano due dosi e con gli occhi esplosi"

Dentro un’enorme biglia, un’immagine di un ciclista, sotto sforzo che guarda l’orizzonte… l’A14 all’altezza di Imola, non è uno qualunque, è il Pirata, uno che ha fatto seguire il ciclismo anche a chi non lo aveva mai fatto…lui che ha lanciato la moda della bandana…lui che rimaneva un ragazzo timido e cordiale, appena sceso dalla Sua bicicletta… lui che un anno ha cantato la sigla di un giro d’Italia e qualche anno dopo non vi ha potuto partecipare…lui che si è fatto benvolere da chiunque ci ha scambiato una sola parola di persona…
Da quella biglia guarda i veicoli passare veloci, attraversare la sua Romagna che gli ha insegnato tanto, ma non abbastanza da sopravvivere nella fossa dei leoni… Le fauci del mondo dello sport stritolano chiunque, quando sei in alto, catapultato sempre più su e appena scivoli, vieni abbandonato nella tua discesa da tutti, anzi, sempre c’è qualcuno pronto ad affossarti, ancor di più… se possibile… Dopo anni saltano fuori i difensori… tanti, ma qualcuno non ha la coscienza pulita… dopo anni sono cambiati i valori di riferimento, ma i ciclisti "cadono" ancora, in quella buca che sono le "analisi a campione", perché non è più il ciclismo di una volta…perché ci sono dietro troppi interessi economici, perché un campione è considerato tale solo dal pubblico vero quello genuino, per gli altri sei solo businnes; ma Marco Pantani non è più qui a vedere le scalate e le cadute degl’altri; non è qui a sentire le canzoni che gli Stadio, I Nomadi, I Litfiba, Francesco Baccini, Riccardo Maffoni e tanti altri hanno dedicato a una vita spezzata troppo presto, che con le parole cercano di rendergli merito, di ringraziare chi porta nel cuore il ricordo di un ragazzo timido che solo sulla sua bici era a suo agio, che ha pedalato con tutte le forze, che riusciva a tirar fuori e che aveva esaurito quando gli sarebbero servite a salvarsi la vita.

Gli anni passano e dalla biglia osserva il traffico dell’autostrada, adesso non è solo, chiunque percorra quel tratto lancia uno sguardo, lo cerca, tifoso o no, solidale per ciò che ha subito, riconoscente per le emozioni che ci ha regalato, pedalando con tutte le sue forze, vincendo, per lui, per la sua squadra, per chi ci guadagnava, per chi ci credeva, ma anche per i colori di una bandiera.
E’ l’anniversario della sua caduta e vorrei rendergli un piccolo omaggio anche da queste pagine…
la canzone degli Stadio, E MI ALZO SUI PEDALI…
Io sono un campione questo lo so
È solo questione di punti di vista
In questo posto dove io sto
Mi chiamano Marco, Marco il ciclista
Ma è che alle volte si perde la strada
Perché prima o poi ci sono brutti momenti
Non so neppure se ero un pirata
Strappavo la vita col cuore e coi denti
E se ho sbagliato non me ne son reso conto
Ho preso le cose fin troppo sul serio
Ho preso anche il fatto di aver ogni tanto
Esagerato per sentirmi più vero
E ora mi alzo sui pedali come quando ero bambino
Dopo un po’ prendevo il volo dal cancello del giardino
E mio nonno mi aspettava senza dire una parola
Perché io e la bicicletta siamo una cosa sola
E mi rialzo sui pedali ricomincio la fatica
Poi abbraccio i miei gregari passo in cima alla salita
Perché quelli come noi hanno voglia di sognare
E io dal passo del Pordoi chiudo gli occhi e vedo il mare
E vedo te…e aspetto te…
Adesso mi sembra tutto distante
La maglia rosa e quegli anni felici
E il Giro d’Italia e poi il Tour de France
Ed anche gli amici che non erano amici
Poi di quel giorno ricordo soltanto
Una stanza d’albergo ed un letto disfatto
E sono sicuro di avere anche pianto
Ma sono sparito in quell’ attimo esatto
E ora mi alzo sui pedali all’ inizio dello strappo
Mentre un pugno di avversari si è piantato in mezzo al gruppo
Perché in fondo una salita è una cosa anche è normale
Assomiglia un po’ alla vita devi sempre un po’ lottare
E mi rialzo sui pedali con il sole sulla faccia
E mi tiro su gli occhiali al traguardo della tappa
Ma quando scendo dal sellino sento la malinconia
Un elefante magrolino che scriveva poesie
Solo per te… solo per te…
Io sono un campione questo lo so
Un po’ come tutti aspetto il domani
In questo posto dove io sto
Chiedete di Marco, Marco Pantani
Dalla Sua biglia veglia anche su di noi, perché la nostra Strada sia Sempre Buona!!!
Ciao a tutti/e
al cinema diverse volte i camionisti sono stati protagonisti di film più o meno conosciuti, propongo quelli che conosco e chiedo a voi se ne conoscete altri…

1. Lincoln Hawk (Sylvester Stallone) guida come Rambo e si allena come Rocky (nella cabina del TIR!) per vincere un torneo di braccio di ferro in Over The Top.
2. Anatra di Gomma. Nel film Convoy Kris Kristofferson interpreta un “truck driver” duro come un cofano. Anche se il soprannome non gli rende affatto giustizia.
3. Il conducente senza nome di Duel, invisibile quanto bastardo, protagonista muto del primo cult di Steven Spielberg che rende un TIR più minaccioso di uno squalo.
4. Jack Burton è un camionista sbruffone ( Kurt Russell) che con il suo ‘Pork Chop Express’cerca di sistemare un Grosso guaio a Chinatown.
5. Chiodo Arrugginito di Radio Killer. Altro horror “on the road” che vede protagonista un camionista psicopatico armato di motrice e rimorchio.
6. Jack Crews del film Black Dog. Patrick Swayze soffre i colpi di sonno ma per salvarsi dallo sfratto accetta di trasportare un ultimo pericoloso carico.
7. Nel film Teresa (1987)è Serena Grandi, la sexy camionista con l’accento romagnolo e l’air-bag incorporato.
8. Nino Patrovita (Giancarlo Giannini) guida un camion negli anni settanta nel film “Il Bestione”. Commedia all’italiana strafamosa…
9. Optimus Prime di Transformers. Un robot che si trasforma in camion: autista di se stesso.
10. Dennis Hopper interpreta John Canyon in Space Truckers– Camionisti spaziali e trasporta maiali… quadrati.
11. “I camionisti” altra commedia all’italiana con Gigi e Andrea.
Ho dimenticato qualche conducente che meritava di essere menzionato?
Ciao a tutte/i
in questi giorni ho percporso parecchi kilometri da passeggera, sono in vacanza e ho avuto anche tempo per viaggiare nel web; ho trovato un racconto di una blogger col nick "oceanomare" che fantastica sull’autista di un camion che vede passare… mi è sembrato carino e lo riporto qui, commenti compresi…
Ci sono pomeriggi in cui non so fare altro che guardare il panorama dalla mia finestra: sotto i miei occhi un continuo scorrere di veicoli, ad occupare le corsie della tangenziale di questa città senza più ossigeno.
Oggi spiccava tra tutti un camion a rimorchio: colore fucsia! Mi sono chiesta "chi mai può guidare un mezzo pesante di quel colore assurdo?"…
Immagino ne esca un tipo massiccio, capello lungo e crespo, camicia aperta su un petto villoso, catena d’oro con crocifisso, pantalone basso in vita a causa della troppa pancia, apparentemente rozzo nei modi… ma poi, una volta sceso, spalanca un sorriso tanto, ma tanto, simpatico! Ha due figlie a casa, che quando ritornerà gli correranno incontro saltandogli in braccio: lui le accoglierà con gioia e loro già sanno che non è un burbero! Diventeranno grandi e si ricorderanno della felicità provata da piccine nel veder arrivare un camion fucsia, colorato così apposta per loro dal più simpatico babbo del mondo!
Oppure alla guida potrebbe esserci una donna. Non è esile e nemmeno bellissima, necessita di abbandonare le maniere aggraziate durante il suo lavoro. E’ difficile essere camioniste con gentilezza… Però la sera, quando il suo uomo la porta fuori a cena, fa uscire la sua femminilità: è bella perchè è donna! Ma sul lavoro deve essere forte, energica, "armata" per resistere in un ambiente fisicamente rude, ma, lei lo sa bene, caratterialmente debole. Così ha colorato il suo camion di fucsia per far emergere anche lì il suo essere donna: forse più debole nei muscoli, ma nella sostanza massiccia come un mezzo pesante!
E se invece ci fosse un uomo… robusto a vedersi, ma appena lo avvicini lo senti gracile nel suo essere di poche parole e nel suo vivere solitario, con il viso segnato da una mascella volitiva e un naso importante, ma dagli occhi dolci. Se li guardi bene ti sembra di perderti dentro un mare di acqua calda e profumata. Non ha grandi amici nel suo lavoro: con il C.B. dialoga spesso con Hard Angel, padre di due bambine che adora, e Sweet Rock, una delle poche donne camioniste… anche loro hanno un camion dello stesso colore del suo… Roby ’62 è omosessuale e guida un rimorchio fucsia per essere senza apparire troppo…
Bye,
Silvia
elucubrato da oceanomare alle 16.51
commento