Posts Tagged "news"

news! – 1

Ciao a tutte/i

è da qualche settimana che è stato sospeso il divieto di sorpasso sulla A4 fra Desenzano e Brescia est e viceversa!  che abbiano capito finalmente che provocava solo disagi fra code e incidenti soprattutto in prossimità delle aree di servizio? 
Nella speranza che sia completamente definitivo auguro a tutti una buona strada sempre!  

Read More →

Camion & Segnaletica

 

Segnaletica pericolosa: in Italiasegnaletica
un cartello su due è fuorilegge

Ott 27
Il 93 per cento della segnaletica orizzontale in Italia non rispetta gli standard europei. Una situazione decisamente preoccupante, non certo mitigata dai segnali verticali: il 48 per cento dei cartelli, infatti, non è conforme al Codice della strada. I dati sono emersi nel corso della presentazione del piano per la sicurezza stradale realizzato dal III Municipio della Capitale negli ultimi tre anni. “La segnaletica versa in un pessimo stato: scarsa visibilità, per lo stato di conservazione e la vegetazione ridondante, inefficacia e ammaloramento”, ha dichiarato Dario Marcucci, presidente del Municipio romano.
“Sono stati individuati 22 black point, un’incidenza elevata delle 2 ruote negli incidenti e la concentrazione del rischio in concomitanza delle intersezioni, soprattutto per l’alta percentuale di residenti anziani nel quartiere”, ha rimarcato Marcucci.segnaletica +
“Siamo da anni in attesa del recepimento nel nostro Paese della Direttiva europea  sull’uso corretto della segnaletica orizzontale”, ha dichiarato Paolo Mazzoni, consigliere delegato ai Rapporti istituzionali di Assosegnaletica (Anima/Confindustria), “e oggi, all’indomani delle modifiche al Codice della strada, siamo in allarme per i tempi di emanazione dei relativi decreti attuativi che devono chiarire come i proventi contravvenzionali dovranno finanziare la manutenzione delle nostre strade. L’esperienza del III Municipio è una best practise”, ha evidenziato Mazzoni, “per la metodologia georeferenziata e il monitoraggio costante del territorio al fine di intervenire sulle priorità”. Tuttavia – si legge in un comunicato diffuso da Assosegnaletica – la preoccupazione è sulla realizzazione degli interventi a causa della trattenuta da parte del Comune dei proventi delle multe. Il presidente del III Municipio assicura che il 25 per cento delle risorse dovrebbe essere destinato alla manutenzione.

Da Stradafacendo.com

Read More →

Pubblicità sessiste

 


 

Da Libero News

Donne alla gogna negli spot: sul web gli slogan sessisti

Notizia del 25 ottobre 2010
 

Esca, amo e preda: l'immagine femminile in pubblicità è tutto questo e anche di più. Non c'è prodotto che non usi un bel fondoschiena o uno stacco di cosce per attrarre gli sguardi. In rete il catalogo del peggior machismo

Perché per pubblicizzare una catena difast food è necessaria la sensualità di una Padma Lakshmi che mangia un hamburger con la stessa libido che metterebbe nel fare del sesso orale? E che dire dello scandaloso spot della compagnia aerea Avianova, che esibiva finte hostess intente a lavare l'aereo dal quale erano appena scese in bikini, sotto lo guardo eccitato degli operai dello scalo? lalinea di traghetti che unisce la Campania alla Sicilia deve essere per forza pubblicizzata da un paio di seni, «Il Vesuvio mai così vicino all'Etna»?

Ogni minimo pretesto, lo sappiamo, è buono per piazzare uno stacco di coscia, un seno prorompente, delle labbra turgide o un sodo lato B accanto al prodotto pincopallo: l'ha fatto di recente anche Aprilia, in Spagna. Per far sapere alla clientela che l'azienda mette in commercio sellini più adatti alle forme femminili, il cartellone puibblicitario esemplifica il concetto con un bel sedere nudo misurato da una mano maschile: «Da oggi taglie più piccole», recita il claim ripreso anche da Il Corriere della Sera .

Lo spot è citato, insieme con un'ampia casistica analoga,su Minutebuzz.com: il sito francese dedica un lungo reportage alle pubblicità che si distinguono per sessismo e avvilente machismo. Il doppio senso impera. I tacchi? Servono per accalappiare gli uomini più attraenti. Le cravatte? Per strangolare meglio le donne . L'auto di seconda mano (Bmw, nella fattispecie)? «E'come una bella donna. Tu sai che non sei il primo, ma comunque provi piacere ».

La vodka? Reclamizzata così, con una donna in primo piano con le ginocchia sbucciate: «Donne, il vostro uomo vi costringe a inginocchiarvi? Riportate al vostro rivenditore una cassa di bottiglie vuote di Vodka Flirt e vi regaleremo delle ginocchiere, così la prossima volta che vi chinate, non vi farete del male». I libri? «Oggi tutti possono leggere. Anche le bionde » (vista in una libreria israeliana). Le amenità, insomma, si sprecano. Ma chi fanno ridere?

 

Read More →

Furti & Rapine

Ciao a tutte/i

da sempre i camion e le merci trasportate sono l'obbiettivo dei malviventi; spesso si parla tra noi dei furti all'interno delle cabine, cosa che più o meno e successa a tutte, ma aggressioni a scopo di rapina sono più rare fortunatamente. Ricordo con amarezza quando una collega è rimasta a terra tramortita per diverso tempo senza che nessuno la notasse, nessuno che abbia visto che fine ha fatto la merce, nessuno disposto ad aiutarla… oppure quando un'altra collega è stata trattenuta a forza il tempo per far sparire il carico minacciata da un arma… o la disperazione di un collega quando uscendo da un bar dove si era fermato solo pochi minuti non ha più visto il camion… la rabbia di un altro che per due volte nello stesso autogrill a distanza di 2 giorni con due camion diversi si è visto svuotata la cabina…

Diverse volte si legge sui giornali di arresti di bande di malviventi che si dedicano ai furti di camion e del carico, speriamo di leggerne sempre di più…

Da Camionsfera:
 

Arrestati ladri di camion

 

La Polizia Stradale di Verona e Trento ha arrestato il 24 ottobre 2010 sei persone accusate di avere razziato numerosi veicoli industriali mentre erano in sosta in aree di servizio del Nord Italia. La banda controllava il carico dei camion tagliando il telone. Se aveva un certo valore, come capi confezionati o elettronica di consumo, li raggiungeva un complice in furgone ed effettuavano il trasbordo mentre l'autista riposava in cabina. La refurtiva veniva poi portata in un capannone della bergamasca per poi essere riciclata.


BUONA STRADA A TUTTE/I!!!


Read More →

Da Oggi nesw

 07.10.10 – Tir contro chiosco a Mondello. Nonna muore per salvare i nipotinitir_mondello03[1]

Un Tir è finito contro un chiosco lungo la spiaggia di Mondello (Palermo) Una donna di 69 anni è stata travolta e uccisa dalla motrice in piazza Valdesi. La donna è stata decapitata nell’impatto. E, un attimo prima di essere travolta, Maria Claudia Pensabene è riuscita ad allontanare i due nipotini, di 1 e 3 anni, che erano con lei.tir_mondello09[1]

 

LA RICOSTRUZIONE – Il camion è finito contro le reti di protezione che separano la spiaggia dalla strada in mezzo a due bar e ha investito la donna. La vittima Maria Claudia Pensabene, è riuscita miracolosamente ad allontanare, un attimo prima di essere falciata dal pesante automezzo, i suoi due nipotini, rispettivamente di uno e tre anni. I piccoli, che hanno varie contusioni, si trovano in questo momento al pronto soccorso, in attesa di essere sottoposti ad alcuni accertamenti diagnostici. Secondo i medici, tuttavia, non sarebbero in pericolo di vita.tir_mondello06[1]

 tir_mondello11[1]

DUE FERITI – Nell’incidente sono rimasti feriti altri due adulti, trasportati all’ospedale Villa Sofia. Anche l’autista del Tir, un palermitano di 36 anni, è stato accompagnato in ospedale in evidente stato di choc. Il mezzo pesante si è schiantato in parte contro il bar «Mida». Il locale, con una veranda davanti al mare, è stato travolto dal veicolo che ha finito la sua corsa sulla spiaggia. Al momento dell’incidente il litorale era affollato di bagnanti, tra i quali numerosi bambini, che si sono visti piombare addosso all’improvviso il mezzo.

 tir_mondello02[1]
LE CAUSE DELL’INCIDENTE – Per spostare il mezzo sono intervenuti i vigili del fuoco con le autogru. Tra le prime ipotesi un guasto ai freni del pesante automezzo che potrebbero aver funzionato male alla fine della lunga discesa prima del luogo in cui si trova il chiosco. Secondo le prime informazioni fornite dalla polizia, che sta prestando i primi soccorsi, l’autista del tir avrebbe perso il controllo del mezzo, schiantandosi contro il chiosco a causa di un malore. C’è però anche chi ipotizza un guasto ai freni del pesante automezzo che potrebbero aver funzionato male alla fine della lunga discesa prima del luogo in cui si trova il bar.
tir_mondello01

A fronte di incidenti con cause così gravi rimane sempre il forte dubbio, guasto meccanico o malore? Ci sarà chi  preposto a stabilirlo, ma umanamente è sempre triste vedere una vita spezzata per una fatalità.

Buona STRADA Sempre a Tutte!!!

Read More →

10/10/10 Festa dell'autotrasportatore

Patto per la sicurezza al Cristo della strada

FESTA DELL'AUTOTRASPORTATORE. Rappresentanti delle categorie economiche, delle forze dell'ordine e della politica alla tradizionale cerimonia di Brentino Belluno
Il presidente Adami: «Mettiamo i camionisti nelle condizioni di poter fare questo difficile lavoro con infrastrutture adeguate»

11/10/2010
Zoom Foto

È un «patto» nel nome della sicurezza – segnale di unione e collaborazione tra autotrasportatori, forze dell'ordine, fede, politica e cittadini – la «Festa dell'autotrasportatore» che ieri, come ogni anno nella seconda domenica di ottobre, ha fatto tappa al santuario Cristo della Strada a Brentino Belluno.
Si ricorda così l'anniversario della costruzione della piccola cappella visibile anche a chi guida sull'Autobrennero, che sta di fronte a questa chiesa «immaginata, voluta e creata proprio dai trasportatori con le autorità religiose 39 anni fa».
Così ha ricordato Giorgio Adami, presidente dell'Upav (Unione provinciale autotrasportatori veronesi) che organizza la manifestazione chiusasi sul Garda con un momento conviviale sponsorizzato dal Gruppo Car Diesel Cailotto-Mercedes.
Tra i presenti, oltre a tantissime famiglie, c'erano i comandanti Luigi Altamura della polizia locale di Verona, Simonetta Lobrutto della Polstrada, Salvatore Mamone della Sezione autostradale di Trento, il tenente colonnello Pierpaolo Mason del Reparto operativo del Comando provinciale dei carabinieri, Andrea Bolla presidente di Confindustria Verona, Flavio Zuliani presidente del Consorzio Zai, Fernando Morando per Confcommercio, Angiolina Mignolli presidente nazionale di Cna-Fita, i deputati della Lega Matteo Bragantini e Alessandro Montagnoli vicepresidente della commissione trasporti alla Camera, Gualtiero Mazzi assessore ai trasporti della Provincia, Walter Pardatscher presidente della A22, sindaci tra cui quello di Brentino Belluno Virgilio Asileppi.
Per i saluti ufficiali sono saliti sul grande rimorchio Mercedes Blu Tech parcheggiato sul sagrato. Proprio accanto ad Adami e a monsignor Giancarlo Grandis che, dopo aver celebrato la messa col rettore don Mario Brutti, ha dato la benedizione finale ad auto e presenti.
Si sono ricordate l'importanza del nuovo codice della strada e anche la durezza del lavoro del camionista, sempre sulla strada. Sono circa 25mila gli addetti per 3.500 aziende di autotrasportatori, «un volano di sviluppo economico, grazie anche alla posizione geografica di Verona», ha rilevato Adami. «Sono autisti che ogni giorno percorrono le arterie d'Italia e di Europa e l'autostrada che corre al nostro fianco», ha proseguito. «Fanno un lavoro difficile, guidano ed hanno una gran responsabilità, ma anche noi imprenditori e, con noi, quanti hanno il compito di mettere a disposizione infrastrutture adeguate, abbiamo la grande responsabilità di metterli nelle condizioni di eseguire il loro lavoro in sicurezza. E, a questo proposito», ha chiuso, «rivolgo un particolare ringraziamento alle Forze dell'ordine».
Monsignor Grandis commentando il Vangelo di Luca (17, 11-19), ha detto: «È un testo significativo. Gesù, in viaggio dalla Galilea alla Giudea, passa per la Samaria e incontra 10 lebbrosi. Il viaggio è metafora della vita, dove siamo chiamati a incontrarci in Cristo che cambia la nostra esistenza. L'autista ha come luogo di lavoro la strada, che gli dà sostentamento ma dove può trovare anche la morte. Noi abbiamo una strada da compiere. Sono benvenute le soste e questo è un luogo di sosta per rifocillarsi anche nello spirito ed incontrare quel Gesù che ci insegna la via maestra».COPYRIGHT

Barbara Bertasi

FONTE: L'ARENA

Read More →

Da Repubblica

INCHIESTA ITALIANA
Trucchi, caffè, droghe, niente soste
camionisti-schiavi diventano assassini

Il 37% dei sinistri in autostrada coinvolge i Tir. E in sei episodi su dieci si tratta di tamponamenti. Tanti chilometri, niente riposo. E chi si ribella è fuori. Il ribasso selvaggio è uno dei connotati del settore. Crescono gli illeciti e l'evasione. E si ricicla denaro
di LUIGI CARLETTI

Ha caricato il suo tir ben oltre le 44 tonnellate consentite. Starà a 55, forse a 60, ma in altri viaggi ha sfiorato anche le 70. Enzo parte da Battipaglia, trenta chilometri a sud di Salerno, carico di verdura e di frutta. Sono le sette di sera e all'alba di domani deve essere a Milano. Destinazione mercati generali. Ottocento chilom etri d'asfalto, servono dieci ore. Che diventano almeno dodici, calcolando i limiti di velocità e le pause imposte dal codice della strada. Ma dodici ore sono troppe. Perciò Enzo non si fermerà, se non per quei pochi minuti dovuti a necessità fisiologiche. Certo non rispetterà gli ottanta all'ora. "Così non si arriva mai", spiega. Si terrà sveglio con i caffè, che di notte le Autostrade offrono gratuitamente. E se serve con le anfetamine o altre droghe. Quanto al cronotachigrafo, la "scatola nera" che registra tutto, userà i soliti trucchi e cercherà di farla franca. Perché Enzo, come migliaia di altri suoi colleghi, non ha alternative. Le condizioni sono queste e se non ci sta, l'impresa che lo ha ingaggiato ne ha pronti a decine per sostituirlo: romeni, ucraini, marocchini e anche italiani. Disposti a tutto, per un posto da camionista che frutta tra i 1.000 e i 1.500 euro al mese, mentre lo stipendio regolare medio è, da contratto, di 2.200 euro. Ogni giorno su strade e autostrade circola un milione di mezzi pesanti. L'87% delle merci viaggia su gomma. Se si ferma l'autotrasporto, si ferma il Paese. Sono autisti di ogni nazionalità(quasi tre milioni le patenti italiane attive), provenienza e destinazione. Tra questi si fa largo la categoria dei disperati, almeno il 30%, secondo le stime degli esperti. Sono i camionisti-schiavi. Costretti a percorrere la penisola in tempi record. Sottopagati e sotto minaccia. Bombe viaggianti che, al minimo errore, possono provocare delle stragi. È già successo. E non passa giorno che la cronaca non registri fatti riconducibili a questo fenomeno in costante crescita. Una deriva della sicurezza che il governo ha tentato di arginare con l'inasprimento del codice della strada. Misure che però, ancora una volta, intervengono soprattutto a valle. Ma le cause stanno altrove. Che cosa sta accadendo nel mondo dell'autotrasporto? E cos'ha provocato questo deterioramento delle condizioni di sicurezza che, inevitabilmente, ci riguarda tutti?

L'alibi della crisi
"Il nostro è sempre stato un ambiente difficile", dice Franco Feniello, presidente dell'associazione "Italia Truck" e per trent'anni, lui stesso, camionista. "Ma la recessione è diventata l'alibi per far passare qualsiasi prepotenza. In Italia ci sono migliaia di imprese che fanno dello sfruttamento selvaggio il loro antidoto alla crisi. Pur di battere la concorrenza si offrono alla committenza a prezzi stracciati e poi tagliano i costi: sui mezzi e sugli uomini. Lo Stato dovrebbe intervenire non solo con i controlli sulla strada, ma andare a guardare in casa di questi imprenditori. Ne scoprirebbe delle belle".

In alcune occasioni lo Stato si muove. A Mantova la polizia stradale ha arrestato Antonio Rosignoli, imprenditore di 51 anni. L'accusa è estorsione contro i suoi dipendenti. Secondo i magistrati li minacciava di licenziamento se non avessero sovraccaricato i camion, fatto turni massacranti e alterato i cronotachigrafi. Negli stessi giorni, a Rimini, la polizia municipale ha fermato un autista bengalese che trasportava pacchi postali per una società italiana. Keerthy Warnakulasuriya, 41 anni, era stato alla guida del camion per 35 ore e 52 minuti con poche, brevissime pause.

Nell'aprile scorso la Procura di Forlì ha chiuso l'operazione "Over Time" che ha portato in carcere dieci persone. Gli autisti di "Tir Spagna" (Cesena) e "Ces Tir" (Pesaro) – hanno spiegato gli inquirenti – "erano costretti all'incondizionata obbedienza dei diktat dei vertici aziendali, pena il licenziamento o l'essere adibiti a prestazioni meno remunerative e più stressanti".

A capo dell'organizzazione c'erano Marino Buratti, di Cesena, e Santo Crea, di Reggio Calabria, nomi già incontrati in un'altra, dolorosa vicenda del dicembre 2009.

L'ultimo viaggio di Michela
"Non sto bene ma devo andare, altrimenti poi che gli dico a quelli là?". Queste furono le ultime parole di Michela Ciullo raccolte da un amico sindacalista. "Quelli là" erano i responsabili di "Tir Spagna" e "Ces Tir", le due società poi finite nel mirino degli investigatori. Così nella notte del 5 dicembre scorso Michela Ciullo si mise alla guida del suo tir carico di verdure. Da Latina a Cesena, 400 chilometri sulla E45. Poco dopo le 5 del mattino sfondò il guard-rail e precipitò per 40 metri dal viadotto di Verghereto. Era quasi arrivata ormai, ma la stanchezza ebbe il sopravvento. Michela, 38 anni, una figlia di 19, era una camionista molto particolare: delegata della Filt-Cgil e componente della segreteria territoriale del sindacato. Oggi la Cgil attende la chiusura dell'inchiesta, e il possibile rinvio a giudizio dei titolari delle due aziende, per costituirsi parte civile. Sarebbe il primo caso in Italia.

Da Genova a Cosenza, da Foggia a Vicenza, il rendiconto dell'attività di controllo, è fitto di interventi e di sanzioni. Roberto Sgalla, direttore della Polizia stradale, spiega che nei primi sei mesi del 2010 i mezzi commerciali fermati sono stati il 199% in più rispetto al 2009 e le violazioni contestate il 538% in più. Ma questi numeri raccontano soprattutto un'evidenza: più s'interviene, più si scopre un mare di irregolarità di ogni tipo. "Gli ultimi provvedimenti sono stati estremamente utili", osserva Sgalla. "Basti pensare alla norma su alcol zero per tutti i conducenti e alla corresponsabilizzazione della committenza nella condotta di guida dell'autista. È però importante agire anche a monte: più controlli incrociati nelle aziende di autotrasporto. A tutti i livelli". In Italia ci sono 158.709 imprese iscritte all'albo. Secondo Eurostat, in realtà, sono 93.427. Quasi cinquantamila società non hanno neanche un veicolo. Quindi che cosa fanno? E che ruolo hanno, oltre all'intermediazione e al subappalto più o meno regolare?

L'infiltrazione della criminalità
Bartolomeo Giachino, sottosegretario ai Trasporti in quota Pdl, promette: "Faremo pulizia ed entro la fine dell'anno, in collaborazione con le Province, le cancelleremo dall'albo". Altre 51mila imprese sono monoveicolari. In quello che rimane, il 38% possiede tra due e cinque automezzi. "È un settore condannato al nanismo", rileva Giuseppe Mele, di Confindustria, una delle voci più importanti della committenza. "Con questa frammentazione dell'offerta, ci sarà sempre qualcuno pronto a ribassare oltre i limiti".

Il subappalto del subappalto e il ribasso selvaggio sono due tra i connotati più forti del far-west nell'autotrasporto. "Crisi morale", la definisce Cinzia Franchini, vice-presidente della Fita-Cna e lei stessa autotrasportatrice. "Sempre più imprese adottano metodi illegali, riciclano denaro, evadono le tasse e praticano la concorrenza sleale. Se non si interviene su questo cancro, poi si possono sbandierare tutte le norme e i controlli del mondo. Ma il numero dei camionisti-schiavi aumenterà e di pari passo crescerà la loro pericolosità sulle strade".

L'infiltrazione della criminalità organizzata nell'autotrasporto non è recente, eppure si è mimetizzata meglio che in altri settori. In alcune regioni, per esempio l'Emilia-Romagna, le denunce sono quotidiane. Enrico Bini, presidente della Camera di commercio di Reggio Emilia, parla apertamente di imprese legate alla 'ndrangheta, insediatesi nel territorio poco dopo il Duemila con i lavori dell'alta velocità. Dal movimento terra fino al trasporto a tutto campo. "Hanno cominciato a proporsi a prezzi notevolmente più bassi, totalmente fuori mercato", spiega Bini. "La committenza, senza eccezioni, si è tappata il naso e le ha fatte lavorare. Risultato: per le aziende locali, che rispettano la legge e non hanno soldi da riciclare, è stato un colpo durissimo. Tanto che alcune hanno cominciato a praticare gli stessi metodi".

"Negli ultimi anni la 'ndrangheta e la camorra hanno investito pesantemente nell'autotrasporto", conferma Antonio Nicaso, docente ed esperto di organizzazioni criminali. "I camion sono un'ottima copertura dei guadagni illeciti e un mezzo fondamentale per le varie attività: dal trasporto dei rifiuti a quello della droga". In Emilia-Romagna 63 clan mafiosi (tra cui 23 'ndrine) si spartiscono gli affari sul territorio. Gli interessi nell'autotrasporto sono diffusi. Chi sono i camionisti di cui si servono? E qual è il livello di sicurezza dei mezzi che conducono sulle nostre strade?

Quando i camionisti fanno il trenino
Stefano è romeno. Lui non sa chi fossero esattamente i suoi ex datori di lavoro. Sa solo che, prima di riuscire a trovare un'impresa regolare, era costretto a viaggiare per 15-16 ore di guida consecutive. Guidava soprattutto di notte, quando i controlli sono meno frequenti. "Ho fatto anche 20 ore. Le pause? Cinque, dieci minuti al massimo per un caffè. Di giorno riesci a stare attento, però di notte è proprio un problema. Diventi come una macchina, neanche pensi… non sei più un uomo". Quanti chilometri si possono reggere guidando ore e ore di seguito? Stefano ricostruisce uno dei suoi ultimi viaggi prima di licenziarsi. "Sono partito da Lainate, vicino a Milano. Sono andato a Livorno, poi da lì di nuovo in strada fino a Pesaro. Da Pesaro a Treviso. Da Treviso sono passato per l'Emilia e ho fatto rientro a Milano. Tutto in una stessa giornata, viaggiando anche di notte. Mi ricordo che alla fine erano 1.160 chilometri".
 

Le ultime statistiche disponibili dicono che nel 2008 sono stati 26.491 i camion coinvolti in 13.836 incidenti con 274 morti e 10.483 feriti. Sulle autostrade la percentuale di incidenti con mezzi pesanti è del 37%. Il tamponamento è l'impatto più frequente (60%). A causarlo sono prevalentemente il colpo di sonno, poi la distrazione, l'alta velocità, la distanza di sicurezza. "La categoria dei camionisti è fatta in gran parte di persone responsabili", dice Giovanni Castellucci, amministratore delegato di Autostrade per l'Italia. "Certo che quando non rispettano le regole, magari facendo il trenino, allora lì i rischi sono alti".

Il "trenino" è un banale, pericolosissimo sistema di risparmio del gasolio. Uno in fila dietro l'altro per sfruttare la scia creata dal primo. Si corre di più e si consuma di meno. Ma se il primo sbaglia, o frena all'improvviso, o evita un ostacolo all'ultimo istante (per esempio un'auto in corsia d'emergenza), non è detto che anche gli altri ci riescano. "È tutto vero, però in queste condizioni anche pochi euro sul gasolio possono essere importanti", ammette Cosmin, altro autista romeno perennemente a rischio licenziamento. "La realtà è che siamo dei disperati e che se qualcuno non interverrà su chi decide le nostre vite, qui sarà sempre peggio". Ma se il mondo dell'autotrasporto è così frammentato e in piena deregulation, a quali misure dare la precedenza? E nei confronti di chi?

La responsabilità della committenza
Silvia Velo, vicepresidente Pd della commissione parlamentare Trasporti, è lapidaria: "Bisogna puntare sulla committenza. Finora ha sempre opposto resistenza, ma è ora di cambiare: chi manda in giro le merci deve essere davvero responsabile del comportamento di chi guida. Solo così si può evitare lo sfruttamento pericoloso dei camionisti. Le recenti normative non hanno rappresentato un passo in avanti". "Abbiamo già fatto moltissimo", si difende il sottosegretario Bartolomeo Giachino. "Oggi il camionista è obbligato a viaggiare con istruzioni scritte da parte dell'impresa che lo vincolano al rispetto della legge". Quello delle "istruzioni scritte al conducente" assomiglia però a un vecchio gioco delle parti. Un escamotage che non coinvolge più di tanto la committenza, in quanto il "non scritto" (arrivare il prima possibile, costi quel che costi) ha sempre un peso determinante nella condotta degli autisti. Perciò l'impressione è che le tensioni e le storture finiscano sempre per ripercuotersi sull'anello più debole della cosiddetta "filiera". E l'anello più debole è quello dei camionisti, costretti talvolta a pagare al datore di lavoro perfino la cuccetta in cabina: 30 euro al giorno per poter dormire nel camion.

"Ci vuole un fisico bestiale, per fare il camionista" ha scritto uno di loro sul retro del suo bestione rosso. Se poi a dettare le condizioni è qualcuno senza scrupoli, della bestia servono anche altre caratteristiche: incapacità di pensare ad alternative e una progressiva sottomissione al "padrone". Fino all'abbrutimento. Fino a perdere il senso della realtà. Fino, appunto a diventare uno schiavo al volante. Pericoloso per sé e per gli altri.
(15 ottobre 2010) 

 

Read More →

Retromarcia…. sempre Pericolosa!!!

Ciao a tutte/i
quante volte facendo retromarcia stiamo in ansia più per le persone che vediamo comparire e scomparire negli specchi che per dove posizioniamo il camion? Le persone non si rendono conto che guardiamo lo specchio ed esso ha un campo visivo ristretto e noi due soli occhi che sono allineati e ci permettono di guardare una sola direzione per volta… che spostandosi in continuazione non li vedremo più… che non possiamo prevedere i loro spostamenti e nel peggiore dei casi, si può non rendersi conto di avere urtato e fatto cadere a terra una persona…
In questo modo papà hanno investito i propri figli… Figli hanno investito i genitori… questi i casi estremi in cui l'assurdità della notizia ne ha amplificato la diffusione… collaboratori, magazzinieri, autisti, o semplici passanti, vittime di un incidente, perchè tale manovra viene sottovalutata, sarà una mia teoria, un'impressione maturata negli anni, ma tante, troppe volte succedono incidenti gravi durante la manovra di retromarcia!

Tratto da : ARENA.IT

 Pedone travolto e schiacciato da un camion
ASFALTO INSANGUINATO. Terribile incidente in Borgo Roma sotto gli occhi di una testimone. Per estrarre il corpo sono dovuti intervenire i vigili del fuoco con una gru
Il mezzo era in retromarcia, l'uomo ha tentato di aggrapparsi ma è finito sotto le ruote. Inutile il tentativo di una donna di avvisare il conducente

29/09/2010

La gru dei pompieri è servita per liberare il corpo della vittima
 
Ha tentato disperatamente di agganciarsi all'asse dell'autocarro Iveco che lo stava travolgendo durante la retromarcia. Ma l'impronta delle mani su quel "paraurti" rimane l'ultimo segno della sua vita: in pochi attimi, è stato risucchiato sotto il camion ed è morto schiacciato dalle ruote.
FINE ATROCE. Una fine atroce quella capitata a un passante ancora non identificato ieri alle 8.20 in via Benedetti, la strada che unisce via san Giacomo con via Scuderlando in borgo Roma. L'arteria, in procinto di essere asfaltata dall'impresa proprietaria del mezzo, nel giro di pochi minuti si è riempita di sirene e lampeggianti dei mezzi dei vigili del fuoco, Verona emergenza e polizia locale. A pochi minuti dalla tragedia, sono arrivati anche i tecnici di Spisal e nucleo edilizia della polizia locale. Il camion della ditta Saf srl, Società allacciamenti fognaria di via Legnago a Verona, è stato posto sotto sequestro.
AUTISTA INDAGATO. I vigili urbani, coordinati dal comandante Luigi Altamura e dal vice Lorenzo Grella, hanno poi ascoltato i testimoni. Tra loro anche l'autista del camion, Stefano Rangheri, 39 anni, rimasto per più di un'ora sull'ambulanza di Verona emergenza mentre i sanitari tentavano di spegnere gli effetti del forte choc, causato dalla vista dei resti della vittima sotto il suo camion. Per sostenere l'autista, è arrivata la moglie e poco dopo un'altra parente. Rangheri viene descritto dai suoi colleghi come molto attento e scrupoloso. Ora, però, è indagato per omicidio colposo, fanno sapere dal comando di via Pallone. Gli ispettori del nucleo edilizia della polizia locale e i tecnici dello Spisal hanno svolto altri accertamenti anche sull'area di cantiere. È stato controllato se era stata installata tutta la segnaletica prevista dalla legge per avvertire la presenza di lavori in corso.
TESTIMONE. È stata sentita anche l'automobilista che ha assistito alla tragedia. È stata lei a tentare di fermare il camion in retromarcia suonando più volte il clacson mentre il corpo del passante, finiva schiacciato sotto le ruote. I disperati tentativi della donna, rimasta anche lei sotto choc per più di un'ora, però, non hanno fermato la manovra del camion se non a tragedia avvenuta.
I SOCCORSI. È stato necessario l'intervento della gru dei vigili del fuoco per estrarre il corpo, finito sotto le ruote del camion. Una volta sollevata la parte posteriore dell'autocarro dell'impresa in procinto di iniziare i lavori di asfaltatura della strada, ai soccorritori si è presentata una scena agghiacciante. L'incidente è accaduto all'altezza dei cassonetti per l'immondizia, sistemati sul marciapiedi dall'Amia. Una collocazione necessaria per far svolgere i lavori su via Benedetti, previsti per lunedì ma poi rinviati a ieri a causa della pioggia. Ma tant'è che la vittima molto probabilmente è scesa dal marciapiede troppo stretto in quel punto per essere poi travolto dal camion.
IDENTITÀ. Ora il nucleo dell'infortunistica stradale sta svolgendo gli accertamenti necessari per identificare il pedone, il cui volto è stato reso irriconoscibile dallo schiacciamento. Nelle sue tasche c'erano un mazzo di chiavi e un biglietto sul quale erano riportati due numeri di telefono, rivelatisi però inutili. Non c'era, invece, alcun documento d'identità. Si tratta di un uomo sui 60-70 anni dai capelli grigi, vestito con pantaloni jeans blu, giubbino jeans chiaro, camicia azzurra e maglione a righe scure. Chi avesse informazioni utili, può mettersi in contatto con la polizia municipale allo 045/8078462. 

 
 

Read More →

Dal gazzettino.it

Ciao a tutte/i
 

questa è una lettera pubblicata nella rubrica "la denuncia del giorno";   
 

episodi come questo contribuiscono ad alimentare il fuoco dei pregiudizi nei confronti dei camionisti; voglio credere che il conducente non si sia veramente accorto di quanto accaduto…

Un camion mi ha fatto finire fuori strada,
spero solo che il pirata non si sia accorto di nulla
 
                      
 
Lunedì 26 luglio alle 17,30 mentre ero di ritorno da Trecenta (Rovigo) lungo la strada costeggiante il Canal Bianco all’altezza di Canda, ho avuto la fortuna di incrociare un camion che ha invaso la mia corsia obbligandomi ad una manovra improvvisa che mi ha fatto andare prima in testacoda, per poi sbandare, facendomi urtare nel guardrail che per mia fortuna ha retto l’urto e non mi ha lasciato cadere in canale.
 
Vorrei tanto ringraziare il gentile conducente del camion che non si è fermato a prestarmi soccorso e vorrei informarlo che la persona alla quale ha recato questo disagio, stava tornando dall’ospedale dove la mattina avevano operato d’urgenza il marito e che si stava recando dalla figlia di due anni a casa coi famigliari. Non sto a sottolineare i danni materiali avuti alla mia vettura e persona, ma per quanto riguarda quelli morali con tutto il male che gli voglio, non auguro che qualcosa di simile capiti a questa persona o ai suoi familiari.
 
Qualora avesse la degna decisione di farsi vivo, non sarà mio dispiacere fargli pervenire una foto della nostra famigliola da mettere nel comodino a fianco al letto cosicché possa essere l’ultima cosa che vede la sera (sempre che non sia un bicchiere di vino) o la prima che vede la mattina quando si accinge a mettersi in strada per lavoro.
 
Con questo non sono in malafede e voglio pensare che, mia sfortuna, ho trovato la solita persona che non si è accorta di niente.
 
Un ringraziamento di cuore faccio invece alla famiglia abitante in fronte al luogo del fatto, che si è adoperata immediatamente a darmi aiuto e mettere nelle condizioni la viabilità affinché la situazione non voltasse al peggio.
 

Fabiana Salvan, 29 anni il 28 luglio 2010
 
(3 agosto 2010)
 

Read More →

Buona Strada al collega Roberto

  Ciao a tutte/i

molte Lady Truck frequentano il porto di La Spezia, abbiamo anche partecipato ad un'iniziativa di un Ente che si occupa di sicurezza sul lavoro, leggere questa notizia lascia sconcertate, ;mi è stato riferito che non si è fatto un minuto di fermo dopo l'incidente a differenza di quando vittime sono operatori portuali, ci sono diversi articoli in rete, in nessuno ho trovato traccia di iniziative di commemorazione, la vita di un camionista vale veramente poco, anche per i collaboratori quotidiani… non si dovrebbe MAI morire di Lavoro, ma in questo caso bisognerebbe ricevere tutti lo stesso trattamento!!! STOP alle Vittime sul Lavoro!!!

Addio al camionista morto a La Spezia

Si sono svolti venerdì nella chiesa di Santa Maria del Piano i funerali di Roberto Mattioli, l'autotrasportatore di Lesignano, residente a Gaione, vittima dell'incidente sul lavoro al porto di La Spezia avvenuto lunedì notte. Tanti coloro che si sono stretti intorno ai figli nell'ultimo saluto, celebrato dal parroco di Lesignano don Giovanni Bocchi. Una cerimonia semplice e raccolta nel silenzio, come lo stesso Roberto avrebbe voluto. La salma è poi stata tumulata nel cimitero di Monticelli, paese di cui l'uomo era originario.«Ho sentito forte la presenza dei tanti che gli volevano bene – dice la figlia Barbara -. Anche chi non è potuto venire mi ha chiamato e mi ha fatto forza. Resta un vuoto incolmabile, un dolore inguaribile. Ero molto legata a lui, anche perché vivevamo insieme e condividevamo la quotidianità. Anche le mie figlie Giulia e Silvia, che erano abituate alla sua presenza, stanno soffrendo tantissimo questo distacco». Al 59enne, che ha lasciato anche la compagna Angela e i figli Stefano e Ugo, è stata fatale la manovra di caricamento del suo camion: l'uomo è rimasto schiacciato – come ha confermato l'autopsia – fra un container e la portiera del suo tir. Sull'episodio è stata aperta un'inchiesta e c'è un indagato, il gruista che stava eseguendo le manovre di carico al momento dell'incidente. Tuttavia i primi riscontri sembrerebbero escludere una responsabilità di quest'ultimo. La Procura di La Spezia sta aspettando ora i risultati degli esami tossicologici ed istologici dell'autopsia e a breve il fascicolo dell'inchiesta passerà dal magistrato di turno a quello che si occupa di infortuni sul lavoro. L'incidente ha sollevato un forte dibattito a La Spezia sulla sicurezza di portuali e autotrasportatori: fra il 2009 e quest'anno sono stati almeno tre gli incidenti verificatisi nel porto. Il prefetto di La Spezia Giuseppe Forlani ha intensificato il monitoraggio sull'applicazione dei protocolli di sicurezza concordati con autotrasportatori e associazioni di artigiani. Uno dei problemi maggiori sarebbe il sovraffollamento dei terminal e le lunghe attese per il carico delle merci. Roberto Mattioli, infatti, aveva scelto di caricare il camion verso la mezzanotte, nel terminal principale detto «Ravano», perchè – come aveva spiegato alla figlia in una telefonata poco prima dell'incidente – nel pomeriggio l'attesa sarebbe stata troppo lunga.

Mara Varoli

Omicidio colposo: è questa l'i­potesi di reato, per la morte di Roberto Mattioli, l'autotraspor­tatore di Lesignano e residente a Gaione, vittima di un incidente sul lavoro al porto di La Spezia, lunedì notte. Non un fulmine a ciel sereno, piuttosto un atto do­vuto in situazioni come questa.

Il 59enne è rimasto schiaccia­to durante la manovra di cari­camento di un container sul suo camion. E dalla ricostruzione della dinamica dell'incidente, in cui sono presenti ancora diverse ombre, pare che sia comparso anche il nome di un indagato. Le indagini sono comunque affida­te alla Polstrada e alla Polizia di frontiera marittima. Intanto i parenti sono stati chiamati al­l'ospedale di La Spezia dove sta­mane alle 8,30 verrà eseguita l'autopsia sulla salma di Mattio­li, disposta dal pm Claudia Mer­lino

01/09/2010 Gazzetta di Parma.it

Read More →