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Gisella scrive….

La nostra Gisy ha problemi col PC, mi ha chiesto di pubblicarle questo testo:

 

“Ciao Lady

Una riflessione che nasce da un’azione semplice come un’iniezione e richiama diversi pensieri, uno dopo l’altro fino ad accavallarsi, senza accorge mene mi faccio trasportare…

“Papà, ti ho fatto male, che brontoli…?”

“ No, non mi hai fatto male , sono io che son sempre malato, per una cosa o per l’altra…”

“ Le punture servono per provare a farti star meglio! L’alternativa qual è? O invecchiare o morire giovane e tu lo sai…”

Ripenso alle mie amiche che hanno perso il loro papà in questi giorni… che tristezza, so che prima o poi toccherà a me ed egoisticamente guardo questo papà, il mio, che un tempo è stato una roccia, un punto di riferimento, il mio punto da cui partire e saper di poter sempre tornare e sono contenta di averlo, malconcio, ma qui con noi… anche le sue fragilità mi danno forza… il trasformarsi dei lineamenti mi fanno tenerezza… il colorito della pelle mi da indicazioni se oggi la sua è sofferenza fisica o insofferenza all’età che avanza…

Ripenso a qualche sera fa a cena con un’amica quando raccontava gli ultimi mesi in cui il padre lottava con una malattia tremenda e cercava di nasconderle il dolore che pativa per non farla preoccupare e ora immagino lei, alla guida del suo “bestione nero” che si scervella per trovare una soluzione ai tanti, troppi problemi che le son caduti addosso quando se n’è andato, ma con la tenacia e la determinazione che le è ha lasciato in dote…

I miei pensieri volano ad un’altra lady di cui non ho conosciuto di persona il papà, ma tramite l’attaccamento e l’affetto della figlia ho un perfetto quadro davanti di quanto fossero uniti e quando lei mi racconta di rivolgersi a lui nei momenti di sconforto perché l’aiuti mi commuovo… sono rare le telefonate in cui non senta la frase:”mio padre…, con mio padre… quando c’era mio padre…” e via… il pensiero passa alle parole di una lady scritte sul blog diverso tempo fa, in sostanza esprimeva il concetto che solo dalla guida del camion aveva trovato risposte a tante cose del padre che non aveva capito in precedenza e aveva imparato ad amarlo in un modo diverso. Questa settimana un altro papà ha lasciato questa vita, dopo 13 mesi di ricoveri e interventi ininterrotti e la figlia settimane fa mi aveva detto: “Sono più preoccupata ora di quando doveva affrontare interventi delicati e rischiosi, si è rassegnato, non ha più lo sguardo da lottatore…” aveva ragione lei, dopo poche settimane se n’è andato… lasciando lei a valutare da quante persone aveva saputo farsi voler bene…è una piccola consolazione, ma che un po’ di orgoglio…”

Gisytruck

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