Posts Tagged "sicurezza"

Camion & Soccorso

Ciao Lady

in questi giorni in cui le condizioni metereologiche mettono a dura prova l'operato degli Enti che si dovrebbero camio & camionoccupare della manutenzione dei fiumi, lo sgombero dalla neve e salatura delle strada… dove vengono a galla le magagne di chi non ha fatto il proprio dovere, oppure l'ha fatto male e farne le spese i cittadini, utenti paganti di servizi mai ricevuti… un'amica mi ha inviato delle foto di un evento successo in Polonia nel 2008, in realtà, il suo intento era farmi notare il continuo impiego dei camion nelle operazioni di sgombero delle macerie…
Potrebbero essere le immagini dei giorni nostri e nel nostro Paese…

camion pompieri sullo sfondo

carico dei camion

i camion cercano di avvicinarsi il più possibile
la ruspa raccoglie i rottami per caricarli sul camion in attesa

l
polonia 08

polonia 2008
pompieri seduti sulla loro scala per un attimo di riposo e il camion nelle vicinanze

ruspe caricano camion
sgombero detriti camion sullo sfondo

BUONA STRADA a tutti i soccorritori & ai Vigili del Fuoco!!!

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C'è chi farà il "MONUMENTO" al Camionista!!!

Buona Strada a tutte/i!!!

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Navigando… Donne al Volante

DONNE AL VOLANTE


Tassiste nella notte milanese: il cliente ambiguo, il potenziale rapinatore, le periferie deserte. Ho viaggiato con loro fino all’alba. L'articolo è uscito qualche tempo fa ma la città estiva e afosa dalle notti inquiete me le fa tornare in mente. Come se ne fossero loro, le regine
Foto di Alessandro  Grassani

Alle tre di notte di un sabato ghiacciato, Milano è uno spettrale rettilineo di semafori lampeggianti e macchine lanciate chissà dove, imitazione grottesca della frenesia dei giorni lavorativi. Eppure Donatella Russo, dal suo Tango24 accessoriato di caramelle per addolcire i clienti, ci legge del fascino dentro la città in dormiveglia che lei, bella signora mora e tatuata dall’età indefinibile («E non te la dico»), percorre ogni notte e a volte fino alle sei. La Milano by day non fa per lei, troppo traffico, «e poi vuoi mettere che bello vedere l’alba?».


Abbiamo appena lasciato una coppia americana in un hotel accanto alla stazione Centrale: hanno chiamato il taxi da un lussuoso ristorante della Brianza, corsa da 71 euro e 40. «Faccia 70» dice Donatella, ma l’uomo (un distinto ciccione avvolto nell’odore di alcol con accompagnatrice ossuta e addormentata) ne allunga 75. «È un bingo» commenta Donatella «corse così non capitano mai. Non ci credi?».
Milano di notte è slavata. Senza personalità. «Questa città la devi metabolizzare» filosofeggia Donatella «persino io che ci sono nata. In via Padova, per la precisione, dove molti miei colleghi non vanno perché ci sono facce brutte. Io non ho paura. Evito le zone di discoteche e locali: troppi ubriachi. Non mi tiro indietro se devo andare a Baggio o Quarto Oggiaro. Una volta ho portato uno zingaro fino alla sua roulotte dentro un campo rom. Certo che ha pagato, senza problemi. Se avessi paura cambierei lavoro, e ne ho già cambiati troppi. Facevo l’impiegata, parlo bene l’inglese sai? Ma volevo essere indipendente, stare di più con i miei figli, avere qualcosa di mio, ecco. Tanto Milano sarà sempre imprevedibile: l’unica volta che mi hanno rapinata è stato in corso Italia, pieno centro. Due ragazzi. Drogati. Uno si è piantato davanti alla macchina. Ero talmente agitata che invece di chiamare i carabinieri ho composto il 118. L’altro ha aperto la portiera e si è portato via la borsetta sul sedile. Sì, la tengo in vista perché è meglio che trovino subito quel che cercano, se no s’innervosiscono e mi fanno male. Si sono presi trenta euro, l’incasso lo avevo nascosto. Li hanno beccati mentre facevano un’altra rapina. Avevano dei coltelli in tasca. Insomma, ho rischiato».

Tratto da : http://emanuelazuccala.blogspot.com/2009/06/donne-al-volante.html

Buona STRADA alle taxiste di Milano e di tutte le altre città!!!


Il Comune di Milano ha stanziato un milione di euro per la sicurezza sulle auto bianche pensando soprattutto a loro, le trecento donne tassiste (su 4.880 licenze in città) per le quali l’incubo della rapina è inevitabilmente più nero. Invece di chiamare la centrale radio o il collega al cellulare e dire «Ciao nonna» per suggerire che il cliente a bordo mette inquietudine, ora potranno scegliere il ritrovato che preferiscono, dalla videocamera al vetro divisorio, e la spesa verrà loro rimborsata per un massimo di mille euro.
«Sai che in Cina i tassisti stanno dentro una gabbia?» ride Raffaella Piccinni, segretaria del sindacato autonomo Sitp e fondatrice dell’unica associazione nazionale di donne tassiste, l’Adit. «Le statistiche dicono che veniamo rapinate almeno una volta nella vita professionale. Siamo fortunate: le colleghe di New York subiscono almeno uno stupro».


Chi trova antipatici i tassisti pensa che paralizzino le città solo per difendere i propri interessi, che piangano miseria come se fossero gli unici lavoratori autonomi d’Italia. Il sociologo Marco Revelli li definisce «un’oligarchia mobile, che sta nello spazio pubblico con una logica privata». Ma Raffaella Piccinni, tassista e figlia di tassista, ragiona come un outsider: forte della sua associazione femminile, attacca il corporativismo dei radiotaxi («Sono loro la vera lobby») e spedisce i Nas negli orridi bagni dell’aeroporto di Linate. Propone d’installare colonnine telefoniche in ogni parcheggio per chiamare il taxi con un numero verde e di fondere le cooperative di radiotaxi in una “centrale unica” che manderebbe al cliente l’auto più vicina risparmiandogli tempo e denaro.
Il “fenomeno Raffaella” (così la chiamano i colleghi, e non per ammirazione) studia cinese, ha una laurea in filosofia («Non avrei potuto campare di stage e contratti a progetto. Preferisco guidare»), compone caustici raccontini metropolitani nel suo blog psicotaxi.splinder.com e si definisce infelicemente single: «Il mio ex mi presentava sua nonna, la matrona della famiglia, a condizione di non dirle che facevo la tassista». Il cliente ambiguo, potenziale rapinatore, lei lo scarica senza mezzi termini.


Mi invita a girare in notturna con le sue colleghe, per farmi constatare che è vero: al volante di un’auto bianca sei nelle mani della città. Di quella buona e di quella cattiva. «La tattica più comune del rapinatore è darti un’indicazione vaga sulla destinazione, in genere in periferia,
dove lo aspetta un complice» riferisce Raffaella divorando una pizza alla fine del turno. «Oggi l’unica cosa che possiamo fare è chiamare la centrale radio, che allerta le auto in zona, ma sarebbe più efficace collegarci a un server che invii la richiesta di soccorso alla polizia». E il vetro divisorio? «Salgono in quattro e uno ti siede per forza accanto». Portarsi un’arma? «Sei pazza? Il tassista è stressato. Non puoi armarlo». Installare una videocamera nell’auto? «Funzionerebbe come deterrente: sulla macchina devi scriverlo, per la privacy, che chi sale sarà videosorvegliato».
«Bisognerebbe inventare qualcosa per difenderci dai molestatori, anche da quelli solo verbali» sbotta Cira Sommella, 49 anni e da 18 incorporata nel traffico milanese, dalle 16 a mezzanotte. «Potrei raccontarti dell’albanese che mi urlava “Tu pensa solo a quello che ha fra le gambe tuo marito”, ovviamente cacciato fuori. Dell’anziano che ha voluto sedersi davanti, invitandomi a scappare con lui in Calabria e mettendomi una mano sulla coscia. Della polizia che ormai si vede poco di sera. Della collega colpita in test con un paio di forbici da una
cliente fuori di testa. Ma ne uscirebbe una città dove la vita non è più vita».


Meno catastrofica Antonietta, con il suo turno 21-7: «Guarda, dopo una cert’ora ci sono in giro solo viados. Le signorine alle due vanno a dormire. Ma è gente che lavora, come qualsiasi impiegato di giorno, e non dà problemi. In passato mi capitava spesso di portare clienti al “condominio”, una palazzina vicino alla stazione arcinota come bordello clandestino. Adesso sul taxi salgono quelli che vanno in corso Como a comprare la cocaina e pretenderebbero pure che li aspettassi».
Marina Ferri, 42 anni, ha anticipato il turno stremata dalla tensione della notte: «Termino alle 22, mi sono rifatta una vita sociale» dice sulla sua Mercedes, e confida di sentirsi randagia, talvolta: «Quando provo a guardarmi dall’esterno penso che sono qui, nella mia auto, e può capitarmi di tutto: uno che mi rapina o mi dà una botta in testa. Un incidente. E in un istante la mia vita cambierebbe».
Valentina Ceron, invece, si gode l’entusiasmo della neofita: 24 anni, tassista da cinque mesi, «fino alle 22 perché prima di affrontare la notte devi farti le ossa». Giovane e carina, è il volto di punta di un’emittente on line, C6 Tv: dalla webcam del taxi chiacchiera della città vista da una corsia preferenziale. Con ampi sorrisi del passeggero di turno. Al quale pare di stare dentro un reality.

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Camion & Motor Show 2010

Ciao a tutte/i
da pochi giorni è finito il Motor Show 2010  all'interno dello spazio Fiera di Bologna, oltre a numerosi stand ci sono spazi per i convegni e quest'anno l'argomento più curato è stata la Sicurezza Stradale, in una manifestazione dove la maggior parte dei visitatori sono giovani e giovanissimi si è cercato di coivolgerli, non conosco bene i particolari perchè ho solo letto nei giornali di specifiche manifestazioni inserite tra gli spettacoli più seguiti.
Cercando informazioni varie ho trovato qualcosa che riguardava i camion e l'ho "trasportato" qui…

BUONA STRADA ai Gladiatori del nostro tempo!!!

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Per Michela… – 1

171020101144A te,
che sei partita senza ritornare…
a te,
che hai lasciato tutti nello sconforto…
a te
che sul più bello la strada ti ha spezzato le ali….
a te
che hai lasciato cuori che non risaneranno….
a te Michela,
voglio dedicare la mia giornata,
le mie preghiere, i miei pensieri, i miei discorsi……..
Di te si parla sempre con gli amici,
quegli amici che ti vogliono bene e che piangono tanto;
quegli amici che ancora oggi parlando di te mi chiamano Michela
e io sò che d'avanti ai loro occhi vedono te.
Per questo non morirai mai perchè lo sò che ovunque noi siamo tu ci sei.
Il Signore ti ha voluto al suo cospetto,
ci ha privato della tua persona ma non della tua presenza.
Sei viva nei ricordi e sei viva nello spirito,
noi preghiamo per te Michela,
tu che puoi prega per noi..
Ci sei in un arcobaleno,
ci sei in una notte di stelle,
ci sei in un lampo di luce….
ci sei e sempre sei viva nei nostri cuori…..
ti abbraccio a nome di tutti.

Queste sono le parole di Stella, una Lady Truck, scritte oggi, per ricordarla a nome di tutti.
La mamma di Michela, tramite me, invita chi è in zona e ha voglia di partecipare, alla messa in ricordo della figlia che si terrà nella Chiesa di San Mauro Pascoli alle ore 19,00 di domani 7 Dicembre.
Ringrazia tutte le persone che ieri, alla Statale 45, le hanno rivolto un pensiero… e chi non la dimentica.
Ringrazia Professione Camionista per aver ricordato Michela senza strumentalizzare e/o polemizzare.
Ringrazia chi vorrebbe portare un fiore sulla tomba, ma non può farlo materialmente, virtuamente può da questa pagina… una rosa… una preghiera… una poesia…
Chiede a tutte/i di non dimenticare mai, la sua Michela!

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Un anno è passato… non dimentichiamoci Michela!

Ciao a tutte/i
oggi, giornata uggiosa, almeno in Piastrellawalley, è primo anniversario della morte di Michela…. vorrei scrivere una bella preghiera, invece mi vengono in mente solo dettagli di quel terribile salto, le notizie sui quotidiani e i racconti di Nadia, nelle nostre conversazioni; 
Michela amava la vita… dicono le amiche e la mamma…Michela amava la sua famiglia e gli amici…. Michela amava il suo lavoro e non avrebbe dovuto morire, non così presto….
Quando Nadia racconta i viaggi sul camion con Michela e le piccole avventure gli s'illuminano gli occhi e a chi ascolta viene il nodo alla gola, quando parla del suo dolore, non si riesce a trattenersi dalle lacrime… la solitudine di aver perso una figlia e continuare a vivere per crescere la nipote…
La solitudine dei ricordi che non ti fanno vedere il futuro, perchè non vuoi dimenticare nulla, perchè non ce ne saranno altri e devi conservarli per sempre… per questo chiedo sempre di scriverle…mi dice sempre:

MICHELA AMAVA LA VITA!!!

e così vogliamo ricordarla… come vuole la sua mamma….
BUONA STRADA Michela!!!

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Da IL VENERDI di Repubblica le parole di Enrico BINI

Ciao a tutte/i
personalmente ritengo giusto dare rilievo a questa intervista pubblicata qualche settimana fa, che ho potuto vedere tramite la segnalazione di un'amica, solitamente non leggo questa rivista, non trovandone traccia nessuna traccia in rete ho pensato di pubblicarla qui, è solo un punto d'incontro fra amici e colleghi, ma il nostro modesto
contributo a chi si espone in prima persona ci sembra doveroso, solidarietà è anche questo, un piccolo gesto.
Grazie Enrico e BUONA STRADA SEMPRE!!!

gisy
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Da Redacon

Ciao a tutte/i
su IL VENERDI' di Repubblica uscito qualche settimana fa c'era un articolo-intervista ad Enrico Bini, prima autotrasportatore e ora Presidente della Camera di Commercio di Reggio Emilia, parla di "ndrangheta", tema farebbe pensare più a un'altra Reggio e invece…
http://redacon.radionova.it/index2.php?/leggi_news.php?id=14169&origin=N&ogg=notizie&categoria=1&pag_prox=1

Siamo solidali con il Sig. Bini che per diverso tempo è stato lasciato solo in questa battaglia e gli auguriamo 

BUONA STRADA Sempre!!!

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GIORNATA MONDIALE CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE

Ciao a tutte/i
è una giornata in cui tanti media hanno indirizzato la loro attenzione alla Giornata Mondiale Contro la Violenza sulle donne, questo blog ne ha parlato diverse volte, senza la ricorrenza della giornata e lo faremo ancora.La_violenza_alle_donneQuesta è una battaglia che miete più vittime della mafia e come tale è un problema sociale.Molti comuni e province hanno messo in campo iniziative con l'obbiettivo di proteggere e difendere le donne, non tutte hanno funzionato o sono state recepite col giusto spirito e li hanno indirizzati a correggere il tiro, d'altra parte è un campo nuovo per tutti e si possono fare sbagli. 
Ringraziamo le varie Associazioni di volontariato, che tramite gli strumenti dell'ascolto, dei consigli, della tutela legale, l'ospitalità, la protezioni fisiche cercano di dare aiuto a tante donne che si trovano a subire violenza.
Nessuno ha il diritto di sopraffare un altro essere umano, Nessuno ha il diritto di abusare di un altro essere umano. Le statistiche riportano dati da brividi, anche se qualche domanda viene spontanea… E' proprio vero che il Nord sia terreno di maggiore violenza o al Sud c'è più abitudine al "silenzio" perchè i panni sporchi si lavano in casa? Spero che il numero di donne che trovano il coraggio di chiedere aiuto aumenti… Non esiste nessun valido motivo per subire violenza.

NO alla Violenza sulle Donne!!!

BUONA STRADA a TUTTE!!!

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La famiglia di Michela RINGRAZIA tutte/i!!!

 Ciao a tutte/i

Ieri ho incontrato ancora una volta la mamma di Michela,  è Ancora dal web...sempre difficile ma allo stesso tempo emozionante, perché anche se non posso alleviare il suo dolore, posso ascoltare le sue parole e condividere le sue lacrime, parlare delle sue difficoltà a continuare una vita senza una figlia che le dava tanta forza e che le manca tantissimo.

Posso guardarla negli occhi quando parla di Claudia, l’altra figlia, con cui condivide il dolore e la responsabilità di crescere Jessica,  posso vedere la gioia con cui racconta delle nipoti, posso vedere che splendida persona sia…
La famiglia di Michela è per me un esempio ed un confronto, so bene cosa voglia dire perdere un familiare, so bene quanta discrezione e sensibilità ci voglia ad avvicinarsi… e in punta di piedi mi sono avvicinata, perché veder  partire qualcuno per andare al lavoro e sapere da un estraneo che non ci sarà più un’occasione per parlarci e uno strazio troppo grande… ci vuole tempo ad accettarlo e lascia una ferita che non rimargina mai…

La mamma di Michela, Nadia, è una persona dolce, schietta e diretta, a cui vuoi bene istintivamente, non si piange addosso, si è rimboccata le maniche e ha preso in mano la situazione, senza mai lamentarsi se non della malinconia che le mette addosso la mancanza di sua figlia.
 
NADIA, CLAUDIA e JESSICA ringraziano con tutto il cuore chi ha contribuito a raccogliere la cifra che gli abbiamo consegnato;
a chi ha partecipato alla partita, giocatore o spettatore…
invitano tutte/i a non dimenticare mai Michela e il suo impegno per migliorare il lavoro, suo e dei colleghi, senza aver avuto nulla in cambio.

 
Il percorso di questa famiglia è molto duro e noi gli auguriamo
 

BUONA STRADA!!!

gisy
 

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