Posts Tagged "tristezza"

Giornata Mondiale contro l'AIDS

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La famiglia di Michela RINGRAZIA tutte/i!!!

 Ciao a tutte/i

Ieri ho incontrato ancora una volta la mamma di Michela,  è Ancora dal web...sempre difficile ma allo stesso tempo emozionante, perché anche se non posso alleviare il suo dolore, posso ascoltare le sue parole e condividere le sue lacrime, parlare delle sue difficoltà a continuare una vita senza una figlia che le dava tanta forza e che le manca tantissimo.

Posso guardarla negli occhi quando parla di Claudia, l’altra figlia, con cui condivide il dolore e la responsabilità di crescere Jessica,  posso vedere la gioia con cui racconta delle nipoti, posso vedere che splendida persona sia…
La famiglia di Michela è per me un esempio ed un confronto, so bene cosa voglia dire perdere un familiare, so bene quanta discrezione e sensibilità ci voglia ad avvicinarsi… e in punta di piedi mi sono avvicinata, perché veder  partire qualcuno per andare al lavoro e sapere da un estraneo che non ci sarà più un’occasione per parlarci e uno strazio troppo grande… ci vuole tempo ad accettarlo e lascia una ferita che non rimargina mai…

La mamma di Michela, Nadia, è una persona dolce, schietta e diretta, a cui vuoi bene istintivamente, non si piange addosso, si è rimboccata le maniche e ha preso in mano la situazione, senza mai lamentarsi se non della malinconia che le mette addosso la mancanza di sua figlia.
 
NADIA, CLAUDIA e JESSICA ringraziano con tutto il cuore chi ha contribuito a raccogliere la cifra che gli abbiamo consegnato;
a chi ha partecipato alla partita, giocatore o spettatore…
invitano tutte/i a non dimenticare mai Michela e il suo impegno per migliorare il lavoro, suo e dei colleghi, senza aver avuto nulla in cambio.

 
Il percorso di questa famiglia è molto duro e noi gli auguriamo
 

BUONA STRADA!!!

gisy
 

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Da Facebook – 2

 

Nicoletta Topona Baratto
 

CIAOOOOOOO A TUTTE,ECCOMI FINALMENTE,

FINALMENTE,SICURAMENTE AVETE SENTITO LA MIA NOVITA',COMUNQUE STA ANDANDO TUTTO BENE,GIA' LA PRIMA CHEMIO HA RIDOTTO NOTEVOLMENTE IL LINFOMA,ADESSO SI PROSEGUE,SARA UN PO' DURA FISICAMENTE MA CON LA FORZA IL CORAGGIO CHE HO NIENTE E NESSUNO MI FERMERA'. PERO' E' VERO CHE SUI NOSTRI CALENDARI SCRIVIAMO CHE ANCHE LE DONNE FORTI COME NOI POSSONO AMMALARSI, DONNE NON ABBASSATE MAI LA GUARDIA!

NON VEDO L’ORA DI AVERE I CALENDARI, IN OSPEDALE CI SONO GIA 3 REPARTI CHE LO STANNO ASPETTANDO, VUOL DIRE LO SPIRITO CHE AVEVO LA’ DENTRO, MI CHIAMANO TUTTI TOPONA, COMPRESO IL MIO DOTT. HAUSE.

UN BACIONE A TUTTE E BUONA STRADA SEMPRE! TOPONA

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Senza titolo 57

 Ciao a tutte/i
In questi giorni ognuno di noi ha rivolto un pensiero, una visita e per chi ci crede una preghiera alle persone care venute a mancare; è un periodo che mette malinconia e quest’anno il maltempo ha contribuito ad aumentare la tristezza…241020101158
Non voglio parlare di niente di personale, penso ai miei tanti morti sempre, li porto con me nel cuore, vado poco ai cimiteri, solo per riordinare e portare fiori,  preferisco parlarne e ricordarli da vivi..
Dico sempre che il “bene” da vivi ha un valore e da morti è sempre in ritardo, quindi ne ha un altro..
Nelle settimane passate sono andata a trovare degli amici, dedicando loro un po’ di tempo, quello che non potremo più trascorrere insieme… cercando le tombe ho visto la tendenza ad associare qualcosa che ricordi le passioni delle persone scomparse, ho ritrovato così “Rollo” su di una pala meccanica, come nella vita… i miei amici motociclisti con moto rappresentate sulle lapidi o dai modellini … e camion…, perché i camionisti lasciano un segno nel cuore delle persone, perché i camionisti hanno buon cuore e chi li vuol ricordare lo fa associandoli alla loro passione…171020101143
Sulle strade abbiamo tutti incontrato e conosciuto persone il cui percorso si è interrotto troppo presto, abbiamo tutti perso un collega in un incidente senza scampo, abbiamo tutti dovuto fare i conti col dolore della scomparsa prematura di un amico e si spera sempre che sia l’ultima volta che
La morte ci porta via un affetto… sappiamo che non sarà così, ma lo speriamo e proseguiamo la strada, sperando sia Buona per noi e per gl’altri…
Ricordo tante persone che guidavano il camion ed ora non ci sono più, ricordo per ognuno di loro una battuta, un sorriso, ma soprattutto il camion da cui li vedevo scendere…
Mi passano davanti tanti visi, immagini del passato, tristi pensieri… ma dedico loro un sorriso, quello che loro hanno rivolto a me tante volte e Auguro loro Buona Strada, ovunque siano ora…

 

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Da Oggi nesw

 07.10.10 – Tir contro chiosco a Mondello. Nonna muore per salvare i nipotinitir_mondello03[1]

Un Tir è finito contro un chiosco lungo la spiaggia di Mondello (Palermo) Una donna di 69 anni è stata travolta e uccisa dalla motrice in piazza Valdesi. La donna è stata decapitata nell’impatto. E, un attimo prima di essere travolta, Maria Claudia Pensabene è riuscita ad allontanare i due nipotini, di 1 e 3 anni, che erano con lei.tir_mondello09[1]

 

LA RICOSTRUZIONE – Il camion è finito contro le reti di protezione che separano la spiaggia dalla strada in mezzo a due bar e ha investito la donna. La vittima Maria Claudia Pensabene, è riuscita miracolosamente ad allontanare, un attimo prima di essere falciata dal pesante automezzo, i suoi due nipotini, rispettivamente di uno e tre anni. I piccoli, che hanno varie contusioni, si trovano in questo momento al pronto soccorso, in attesa di essere sottoposti ad alcuni accertamenti diagnostici. Secondo i medici, tuttavia, non sarebbero in pericolo di vita.tir_mondello06[1]

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DUE FERITI – Nell’incidente sono rimasti feriti altri due adulti, trasportati all’ospedale Villa Sofia. Anche l’autista del Tir, un palermitano di 36 anni, è stato accompagnato in ospedale in evidente stato di choc. Il mezzo pesante si è schiantato in parte contro il bar «Mida». Il locale, con una veranda davanti al mare, è stato travolto dal veicolo che ha finito la sua corsa sulla spiaggia. Al momento dell’incidente il litorale era affollato di bagnanti, tra i quali numerosi bambini, che si sono visti piombare addosso all’improvviso il mezzo.

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LE CAUSE DELL’INCIDENTE – Per spostare il mezzo sono intervenuti i vigili del fuoco con le autogru. Tra le prime ipotesi un guasto ai freni del pesante automezzo che potrebbero aver funzionato male alla fine della lunga discesa prima del luogo in cui si trova il chiosco. Secondo le prime informazioni fornite dalla polizia, che sta prestando i primi soccorsi, l’autista del tir avrebbe perso il controllo del mezzo, schiantandosi contro il chiosco a causa di un malore. C’è però anche chi ipotizza un guasto ai freni del pesante automezzo che potrebbero aver funzionato male alla fine della lunga discesa prima del luogo in cui si trova il bar.
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A fronte di incidenti con cause così gravi rimane sempre il forte dubbio, guasto meccanico o malore? Ci sarà chi  preposto a stabilirlo, ma umanamente è sempre triste vedere una vita spezzata per una fatalità.

Buona STRADA Sempre a Tutte!!!

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Buona Strada Marco, Francesco, Sebastiano e Gianmarco

Ciao a tutte/i

sabato ci sono state altre vittime in Afghanistan, erano alpini di una Brigata famosa, erano a svolgere il loro dovere, quello che i politici hanno scelto per loro, senza discuterlo, ma solo assolvendo i compiti assegnati, in una terra infuocata dal vento di guerra e non si possono mettere i fiori nei cannoni per ristabilire l'ordine in un Paese.afghanistan_alpini_isaf--400x300[1]
Non voglio sentir dire che sono pagati e hanno fatto una scelta, la vita non ha un prezzo, mai!!! Non sono certo io a poter discutere di come funziona la politica internazionale e le strategie per riportare la pace nel mondo, ma mi auguro che non si mandino questi ragazzi al macello senza preoccuparsi di preservarli il più possibile, riconosco anche che le missioni di pace sono pericolose, altrimenti non ce ne sarebbe la necessità…
Non voglio sentire:" Erano Militari per Scelta, Erano volontari…" non lo approvo, anzi ringrazio che ci siano questi ragazzi e questi uomini che scelgono di proteggere la nostra sicurezza.
Non abbiamo scritto tutte le volte che ci sono state delle vittime, non che valessero di meno, solo che di Alpini avevamo parlato da poco… solo che sarebbe ora di non contare più morti… solo che mette tanta tristezza vederli tornare avvolti in una bandiera, la stessa che hanno visto alzarsi sopra le loro teste tante mattine della loro vita.
Non voglio sentir dire che erano pagati e che erano volontari, perchè se non ci fossero i volontari si tornerebbe al servizio di leva obbligatorio, non voglio sentir dire che era il loro lavoro, perchè di lavoro non si deve morire.
Perchè sarebbe come dire che noi partiamo per svolgere il nostro lavoro per strada e si accetti che ci capiti un incidente mortale. 
sulla nostra strada e su quella dei militari vegliano anche Marco, Francesco, Sebastiano e Gianmarco!!!
La loro strada non è stata BUONA, ma ovunque si trovino ora, li ricorderemo, avvolti nella nostra bandiera.

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Donne… in pericolo

Ciao a tutte/i

oggi ho letto questa notizia e sono rimasta ammutolita, come tutte le altre volte che ho verificato che ci sono etnie che pur di non perdere il possesso sulle loro donne, mogli, figlie o sorelle che siano, sono pronti a sopraffarle fisicamente e nei casi più gravi a ucciderle.
Qui finisce la mia democrazia, di violenti ne abbiamo già in abbondanza  indigeni,  se mantieni un atteggiamento violento nei confronti delle donne della tua famiglia, torni subito da dove sei venuto, perchè questo Paese, almeno con le leggi rispetta le donne.
Non vorrei mai leggere che una madre muore per proteggere la figlia dalle "sprangate" dei familiari…

 3/10/2010 (19:13) – LA TRAGEDIA DELL'IMMIGRAZIONE
Uccisa a sassate dal marito pakistano
La figlia rifiutava le nozze combinate

Butthamad Kahn portato via dai carabinieri a Novi (Modena)

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
MODENA
Padre e figlio «puniscono» a sprangate la figlia e sorella che rifiuta un matrimonio combinato, poi con un sasso, usato forse solo dal genitore, mettono a tacere la disperata difesa della madre: la giovane è grave, ma non in pericolo di vita, la mamma è morta sotto i colpi di una storia che ricorda quella di Hina Saleem, la pachistana di 21 anni che voleva vivere «in modo occidentale» e che per questo fu sgozzata il 10 agosto 2006 a Sarezzo (Brescia) nella casa dei genitori.

Una similitudine rovesciata. Là morì la giovane Hina Saleem e la madre di fatto accettò le scelte del padre. Qua è la mamma di Nosheen Butt a pagare il prezzo più alto per una ribellione ritenuta evidentemente oltraggiosa da «morire». È successo nel pomeriggio attorno alle 16.30 nel cortile di un edificio del centro abitato di Novi di Modena, via Bigi Veles 38. In quella casa la famiglia e i cinque figli vivono da alcuni anni e all’interno del giardino si consuma il dramma, ancora tutto da definire e da decifrare. Ma sembra proprio, almeno così si apprende nell’ambiente investigativo, che la ventenne Nosheen si sia ribellata alla decisione familiare di affidarla in sposa a un connazionale. Pare che in casa in quel momento ci siano anche due degli altri tre figli più piccoli che la coppia, Hamad Kahn Butt, operaio di 53 anni, e Begm Shnez, 46, ha generato, mentre la terza, la più grandicella, sarebbe stata fuori. Sembra che a colpire la ragazza, con una spranga che l’ha ridotta in gravi condizioni, sia stato il fratello di 19 anni, Humair Butt, anche lui operaio, aiutato dal padre, che poi avrebbe impugnato una pietra con la quale colpire la moglie, di 46 anni, uccidendola.

Alla scena hanno assistito alcuni vicini, che hanno chiamato i soccorsi. Sono intervenuti il 118, per una corsa verso il grande ospedale di Baggiovara in cui se non altro è stata giudicata non a rischio di morire la figlia «ribelle», e i carabinieri, che sono riusciti a fermare padre e figlio e a portarli in caserma a Novi per un lungo interrogatorio: hanno scelto di fare scena muta, di non rispondere alle domande.

Sono molti gli interrogativi che restano aperti quando è ormai calata la notte sul paesone della ricca provincia modenese che tanta immigrazione ha attirato negli ultimi anni. È grande la comunità pakistana, impiegata soprattutto in agricoltura. Ma sconcerta la somiglianza tra questa storia di cronaca nera e quell’altra di quattro anni fa nei dintorni di Brescia, per la quale Mohamed Saleem, il padre di Hina, è stato condannato a 30 anni di carcere, insieme con i due cognati della vittima per hanno avuto 17 anni a testa per avere aiutato il padre ad occultare il cadavere. A Novi un rifiuto di nozze combinate, a Sarezzo la voglia di vivere liberamente la relazione col proprio fidanzato italiano. In entrambi i casi, la logica del possesso fino alle più estreme conseguenze ha reso spietati assassini due padri. E soggiogate fino alla morte le mogli, le figlie.

Tratto da : La Stampa.it

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L'importanza delle parole… magari poche, ma dal cuore.

 Tanti giorni fa, più di mille, abbiamo iniziato questo percorso fatto di parole, condividendo pensieri e sensazioni; instaurando un rapporto con tanti nuovi amici e conservando quelli già esistenti.
Le parole sono il nostro filo conduttore, attraverso esse coltiviamo le nostre amicizie e le nuove conoscenze, come avevamo sperato con la stesura delle prime pagine e con la nostra semplicità continuiamo a scrivere, con impegno quasi quotidiano, ciò che ci passa per la testa o riteniamo utile.
Non è mai stato nostro obbiettivo rivoluzionare il mondo del trasporto, veniamo tutte da diverse tipologie di trasporto, diverse le zone di provenienza, l’età e le esperienze, diverse le mansioni e gli orari, diversi i percorsi e le opinioni, diversi i caratteri, ma da tante diversità abbiamo cercato punti in comune, come la voglia di conoscerci, confrontarci amichevolmente e sorriderci, perché siamo tutte sulla stessa strada e socializzare, in armonia, senza alzare i toni, senza figure dominanti e soprattutto accettando le diversità delle altre  e considerare solo  la voglia di far parte di un gruppo per aiutare chi ne ha bisogno.
Sono solo parole se lette qui, ma sono un bel quadro se osservato da un punto vista diverso: immaginiamo una cartina, vecchia maniera, quei vecchi poster appesi al muro e le bandierine appuntate nelle città da cui partono le Lady Truck con i loro camion, linee colorate per definire le loro tratte, andata e ritorno e ci renderemo conto che c’incrociamo più volte di quanto possa sembrare possibile, senza saperlo, magari a distanza di pochi minuti. Che spettacolo! Tante linee, sì, ma ognuna corrisponde a una donna che ha la passione per i camion, i viaggi e lo ha scelto come professione. Conoscersi a volte non è indispensabile per apprezzarsi, se hai lo stesso logo sul camion  e non so chi sei, dove vai e cosa trasporti, non importa, ti sorriderò, perché sono certa hai condiviso uno dei nostri piccoli progetti.
Le stesse parole che servono a chiarire le incomprensioni, a chiedere perché hai lo sguardo triste, ad augurarti una pronta guarigione o a farti gli auguri per il compleanno, sono solo parole ma possono essere molto importanti, se sentite e sincere.DSC_0253
Con questa riflessione sulle parole mi viene in mente che in occasione della scomparsa di Michela erano arrivati diversi messaggi di solidarietà alla famiglia, ora dopo 7 mesi, sono veramente poche le persone che hanno mantenuto un contatto, non sarà tanto, ma poche parole di conforto non tolgono nulla a nessuno e possono significare tanto per chi le legge, certo costano qualche minuto a scriverle e sicuramente  non è semplice trovarle, ma non è semplice neanche sopravvivere abbandonati da tutti. Se vi sentite di scrivere due righe (o due pagine) alla famiglia di Michela, inviatele a
buonastradaladytruck@libero.it e noi le faremo arrivare a destinazione o le pubblicheremo sul blog, a seconda delle vostre istruzioni; è vero che le parole sono poco, ma a chi piacerebbe essere abbandonato al proprio dolore, anzi disperazione, se fossimo al loro posto?
Quanto tempo ci serve per imparare a convivere con il dolore e chi troviamo disposto ad accompagnarci in questo percorso? Non ci sono risposte che valgono per tutte/i, ognuno di noi conserva un posto nel proprio cuore, risevato a chi ci ha lasciato,ma a volte non basta a nutrire il nostro cervello… si trasforma in rassegnazione ma non è mai serenità vera….

 

BUONA STRADA a Tutte/i !!!

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Parlarti ancora……….

 Ciao a tutte/i
Quante volte comincio a scrivere come se stessi parlando al telefono con una di Noi, è per questo che riesco a trovare un argomento e parlarne, qualcuno dice, anche chiaramente; come faccio al telefono con quasi tutte, quando si tratta di capire o organizzare qualcosa… ; oggi che vigliaccamente, non ho avuto il coraggio di chiamare Tania ho sentito un’altra amica, abbiamo parlato dei 3 autisti che hanno perso la vita in meno di dodici ore, come settimana scorsa, prima del divieto di transito ai mezzi pesanti, nel frattempo ero in A1 praticamente deserta… abbiamo parlato delle difficoltà che ci riserva la vita e del triste anniversario di oggi, l’ascolto, le parlo, rinnoviamo l’appuntamento ad incontrarci e le nostre parole sono più un abbraccio che un discorso. M’informa delle continue prove a cui la vita la sta sottoponendo e rimango allibita, non c’è mai fine al dolore.rose blu
Mi dice che mi chiamerà stanotte, "Voglio parlarti ancora…" ;quando sarò in viaggio, perché vuole rinnovare una cosa che, dice, le dava gioia, ma io so che sarà un rinnovato dolore e mi scendono lacrime silenziose, faccio di tutto perché non se ne accorga ma non so se mi è riuscito;  come dice Fa, se io sapessi raccontar le bugie avrei risolto la metà dei miei problemi…; ci salutiamo e io riordino le frasi che mi ha detto… come sono diverse tra loro le persone… come è difficile rimanere lucidi quando il mondo ti crolla addosso, prima un macigno e poi pietra su pietra… come triste essere impotenti, qui a distanza e sentirsi dire: “ mi fa piacere sentirti, non si fa più sentire nessuno, non ci contavo più di tanto, ma qualcuno aveva promesso e speso parole… tu, che non mi hai mai vista, mi chiami e mi parli, senza obblighi, senza promesse, sempre e solo le parole giuste, semplici e schiette.”
Com’è difficile ascoltare una frase e non poter far nulla”Parlami ancora… mi piace ascoltarti…mi piace sentire che stai viaggiando… Dove sei arrivata ora?” e io so che non sta pensando a me, ma ad altri viaggi, altre strade, altri momenti, mi sento inutile e … a lei basta una risposta, solo quella.
“ Ho letto tante volte ciò che mi hai mandato per posta, scaricato da internet, dove non sarei mai andata da sola, ma quando mi sento sola e abbandonata, quando sento che ho esaurito la forza per andare avanti, riprendo quei fogli e penso a te e alle tue colleghe… siete delle persone “speciali” per me.”  Invece siamo o almeno io, sono semplice e trasparente, ed ora in conflitto con me stessa per aver speso tempo ad ascoltare e parlare con persone che non valevano un minuto di conversazione; tempo e denaro, se chiamavo io, sprecato, quando invece c’è chi apprezza e trae  serenità parlando con me e so, in cuor mio che non me lo rinfaccerà mai.
Il periodo di ferie per me non sarà lungo, ma so che mi porterò nel cuore anche le nostre conversazioni e le manderò una lettera, perché possa leggerla nei momenti in cui vorrebbe parlarmi… ho chiesto ad altre lady truck di scriverle, spero che trovino il tempo, il coraggio e le parole per mandarle un saluto.
Quanta Buona Strada dovrà percorrere per trovare serenità?

Un abbraccio
gisy
 

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