Posts Tagged "vittime sul lavoro"

Retromarcia…. sempre Pericolosa!!!

Ciao a tutte/i
quante volte facendo retromarcia stiamo in ansia più per le persone che vediamo comparire e scomparire negli specchi che per dove posizioniamo il camion? Le persone non si rendono conto che guardiamo lo specchio ed esso ha un campo visivo ristretto e noi due soli occhi che sono allineati e ci permettono di guardare una sola direzione per volta… che spostandosi in continuazione non li vedremo più… che non possiamo prevedere i loro spostamenti e nel peggiore dei casi, si può non rendersi conto di avere urtato e fatto cadere a terra una persona…
In questo modo papà hanno investito i propri figli… Figli hanno investito i genitori… questi i casi estremi in cui l'assurdità della notizia ne ha amplificato la diffusione… collaboratori, magazzinieri, autisti, o semplici passanti, vittime di un incidente, perchè tale manovra viene sottovalutata, sarà una mia teoria, un'impressione maturata negli anni, ma tante, troppe volte succedono incidenti gravi durante la manovra di retromarcia!

Tratto da : ARENA.IT

 Pedone travolto e schiacciato da un camion
ASFALTO INSANGUINATO. Terribile incidente in Borgo Roma sotto gli occhi di una testimone. Per estrarre il corpo sono dovuti intervenire i vigili del fuoco con una gru
Il mezzo era in retromarcia, l'uomo ha tentato di aggrapparsi ma è finito sotto le ruote. Inutile il tentativo di una donna di avvisare il conducente

29/09/2010

La gru dei pompieri è servita per liberare il corpo della vittima
 
Ha tentato disperatamente di agganciarsi all'asse dell'autocarro Iveco che lo stava travolgendo durante la retromarcia. Ma l'impronta delle mani su quel "paraurti" rimane l'ultimo segno della sua vita: in pochi attimi, è stato risucchiato sotto il camion ed è morto schiacciato dalle ruote.
FINE ATROCE. Una fine atroce quella capitata a un passante ancora non identificato ieri alle 8.20 in via Benedetti, la strada che unisce via san Giacomo con via Scuderlando in borgo Roma. L'arteria, in procinto di essere asfaltata dall'impresa proprietaria del mezzo, nel giro di pochi minuti si è riempita di sirene e lampeggianti dei mezzi dei vigili del fuoco, Verona emergenza e polizia locale. A pochi minuti dalla tragedia, sono arrivati anche i tecnici di Spisal e nucleo edilizia della polizia locale. Il camion della ditta Saf srl, Società allacciamenti fognaria di via Legnago a Verona, è stato posto sotto sequestro.
AUTISTA INDAGATO. I vigili urbani, coordinati dal comandante Luigi Altamura e dal vice Lorenzo Grella, hanno poi ascoltato i testimoni. Tra loro anche l'autista del camion, Stefano Rangheri, 39 anni, rimasto per più di un'ora sull'ambulanza di Verona emergenza mentre i sanitari tentavano di spegnere gli effetti del forte choc, causato dalla vista dei resti della vittima sotto il suo camion. Per sostenere l'autista, è arrivata la moglie e poco dopo un'altra parente. Rangheri viene descritto dai suoi colleghi come molto attento e scrupoloso. Ora, però, è indagato per omicidio colposo, fanno sapere dal comando di via Pallone. Gli ispettori del nucleo edilizia della polizia locale e i tecnici dello Spisal hanno svolto altri accertamenti anche sull'area di cantiere. È stato controllato se era stata installata tutta la segnaletica prevista dalla legge per avvertire la presenza di lavori in corso.
TESTIMONE. È stata sentita anche l'automobilista che ha assistito alla tragedia. È stata lei a tentare di fermare il camion in retromarcia suonando più volte il clacson mentre il corpo del passante, finiva schiacciato sotto le ruote. I disperati tentativi della donna, rimasta anche lei sotto choc per più di un'ora, però, non hanno fermato la manovra del camion se non a tragedia avvenuta.
I SOCCORSI. È stato necessario l'intervento della gru dei vigili del fuoco per estrarre il corpo, finito sotto le ruote del camion. Una volta sollevata la parte posteriore dell'autocarro dell'impresa in procinto di iniziare i lavori di asfaltatura della strada, ai soccorritori si è presentata una scena agghiacciante. L'incidente è accaduto all'altezza dei cassonetti per l'immondizia, sistemati sul marciapiedi dall'Amia. Una collocazione necessaria per far svolgere i lavori su via Benedetti, previsti per lunedì ma poi rinviati a ieri a causa della pioggia. Ma tant'è che la vittima molto probabilmente è scesa dal marciapiede troppo stretto in quel punto per essere poi travolto dal camion.
IDENTITÀ. Ora il nucleo dell'infortunistica stradale sta svolgendo gli accertamenti necessari per identificare il pedone, il cui volto è stato reso irriconoscibile dallo schiacciamento. Nelle sue tasche c'erano un mazzo di chiavi e un biglietto sul quale erano riportati due numeri di telefono, rivelatisi però inutili. Non c'era, invece, alcun documento d'identità. Si tratta di un uomo sui 60-70 anni dai capelli grigi, vestito con pantaloni jeans blu, giubbino jeans chiaro, camicia azzurra e maglione a righe scure. Chi avesse informazioni utili, può mettersi in contatto con la polizia municipale allo 045/8078462. 

 
 

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Buona Strada al collega Roberto

  Ciao a tutte/i

molte Lady Truck frequentano il porto di La Spezia, abbiamo anche partecipato ad un'iniziativa di un Ente che si occupa di sicurezza sul lavoro, leggere questa notizia lascia sconcertate, ;mi è stato riferito che non si è fatto un minuto di fermo dopo l'incidente a differenza di quando vittime sono operatori portuali, ci sono diversi articoli in rete, in nessuno ho trovato traccia di iniziative di commemorazione, la vita di un camionista vale veramente poco, anche per i collaboratori quotidiani… non si dovrebbe MAI morire di Lavoro, ma in questo caso bisognerebbe ricevere tutti lo stesso trattamento!!! STOP alle Vittime sul Lavoro!!!

Addio al camionista morto a La Spezia

Si sono svolti venerdì nella chiesa di Santa Maria del Piano i funerali di Roberto Mattioli, l'autotrasportatore di Lesignano, residente a Gaione, vittima dell'incidente sul lavoro al porto di La Spezia avvenuto lunedì notte. Tanti coloro che si sono stretti intorno ai figli nell'ultimo saluto, celebrato dal parroco di Lesignano don Giovanni Bocchi. Una cerimonia semplice e raccolta nel silenzio, come lo stesso Roberto avrebbe voluto. La salma è poi stata tumulata nel cimitero di Monticelli, paese di cui l'uomo era originario.«Ho sentito forte la presenza dei tanti che gli volevano bene – dice la figlia Barbara -. Anche chi non è potuto venire mi ha chiamato e mi ha fatto forza. Resta un vuoto incolmabile, un dolore inguaribile. Ero molto legata a lui, anche perché vivevamo insieme e condividevamo la quotidianità. Anche le mie figlie Giulia e Silvia, che erano abituate alla sua presenza, stanno soffrendo tantissimo questo distacco». Al 59enne, che ha lasciato anche la compagna Angela e i figli Stefano e Ugo, è stata fatale la manovra di caricamento del suo camion: l'uomo è rimasto schiacciato – come ha confermato l'autopsia – fra un container e la portiera del suo tir. Sull'episodio è stata aperta un'inchiesta e c'è un indagato, il gruista che stava eseguendo le manovre di carico al momento dell'incidente. Tuttavia i primi riscontri sembrerebbero escludere una responsabilità di quest'ultimo. La Procura di La Spezia sta aspettando ora i risultati degli esami tossicologici ed istologici dell'autopsia e a breve il fascicolo dell'inchiesta passerà dal magistrato di turno a quello che si occupa di infortuni sul lavoro. L'incidente ha sollevato un forte dibattito a La Spezia sulla sicurezza di portuali e autotrasportatori: fra il 2009 e quest'anno sono stati almeno tre gli incidenti verificatisi nel porto. Il prefetto di La Spezia Giuseppe Forlani ha intensificato il monitoraggio sull'applicazione dei protocolli di sicurezza concordati con autotrasportatori e associazioni di artigiani. Uno dei problemi maggiori sarebbe il sovraffollamento dei terminal e le lunghe attese per il carico delle merci. Roberto Mattioli, infatti, aveva scelto di caricare il camion verso la mezzanotte, nel terminal principale detto «Ravano», perchè – come aveva spiegato alla figlia in una telefonata poco prima dell'incidente – nel pomeriggio l'attesa sarebbe stata troppo lunga.

Mara Varoli

Omicidio colposo: è questa l'i­potesi di reato, per la morte di Roberto Mattioli, l'autotraspor­tatore di Lesignano e residente a Gaione, vittima di un incidente sul lavoro al porto di La Spezia, lunedì notte. Non un fulmine a ciel sereno, piuttosto un atto do­vuto in situazioni come questa.

Il 59enne è rimasto schiaccia­to durante la manovra di cari­camento di un container sul suo camion. E dalla ricostruzione della dinamica dell'incidente, in cui sono presenti ancora diverse ombre, pare che sia comparso anche il nome di un indagato. Le indagini sono comunque affida­te alla Polstrada e alla Polizia di frontiera marittima. Intanto i parenti sono stati chiamati al­l'ospedale di La Spezia dove sta­mane alle 8,30 verrà eseguita l'autopsia sulla salma di Mattio­li, disposta dal pm Claudia Mer­lino

01/09/2010 Gazzetta di Parma.it

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