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Un libro, un’autostrada, una coincidenza…

Lunedì, 18 maggio, stavo andando nelle Marche. Siccome le mie ore di guida finivano li, mi sono fermata all’area di
servizio Bevano. Ho cenato in cabina, perché a me cenare da sola seduta ad un tavolo mette tristezza. Poi sono andata a fare un giro dentro l’autogrill. L’ho visto negli scaffali, quel libro. A dire il vero l’avevo già notato un’altra
volta ma non l’avevo preso. Questa volta si. L’ho rigirato tra le mani, sfogliato, letto qualche riga… e sono andata alla cassa a pagarlo. Cibo per la mente invece di cibo per lo stomaco. L’economia gira anche cosi…

 

Sono tornata in cabina e ho cominciato a leggerlo. 
“La strada dritta” di Francesco Pinto, (http://ilmiolibro.kataweb.it/booknews_dettaglio_recensione.asp?id_contenuto=3722841 )è un romanzo che narra la costruzione dell’Autostrada del Sole. Ci hanno messo otto anni per costruire settecentocinquantacinque chilometri di autostrada partendo dal… niente!!!
Infatti all’inizio del libro è riportata questa frase:
“C’è stato un tempo in cui si
Facevano le cose impossibili.
C’è stato un tempo.”
Non è un libro nuovo, anzi, la prima stampa è del 2011, ne hanno fatto anche una miniserie TV, (che io non ho visto perché non guardo mai la televisione), però , citando una canzone che si ascolta in questi giorni : “una storia che non conosci non è mai di seconda mano”…
Ho letto i primi tre capitoli e poi ho dormito. Bisogna farlo, di dormire, se no le giornate al volante poi si fanno pesanti.
La mattina dopo ho continuato il viaggio e sono arrivata a destinazione. Dovevo aspettare il mio turno per scaricare. Cosi ho continuato la lettura.
Nel quarto capitolo si narra dell’inaugurazione dei lavori, a San Donato Milanese, dove in mezzo al nulla era stata posta una stele di marmo bianco su cui era inciso semplicemente:
“Autostrada del Sole –
Milano-Bologna-Firenze-Roma-Napoli”  e la
data,  “19 maggio 1956”
.
Martedì era il 19 maggio 2015, esattamente cinquantanove  anni dopo quel giorno… che strana coincidenza, ho pensato, sottolineando quella frase.
inaugurazione
Poi ho continuato a leggere.. l’ho fatto in ogni momento di pausa, affascinata da quel racconto, perché sull’Autostrada del Sole io ci ho vissuto e ci vivo tuttora, anche se oramai non la percorro più tutta come una volta, e leggere di come è stata costruita, dei problemi che hanno affrontato, della voglia di farcela a tutti i costi rispettando i tempi previsti (oggi impensabili, nonostante abbiamo a disposizione tecnologie e macchinari ben più all’avanguardia di allora), della fatica degli uomini che lavoravano nei vari cantieri con tutti i mezzi… beh , è stato emozionante. C’è stato veramente un tempo in cui si facevano le cose impossibili. Viene solo da dire grazie ha chi le ha rese possibili.
viadotto Aglio
Un libro che consiglio a chi crede che il coraggio e la forza di volontà sono più forti di tutte le avversità e permettono di raggiungere il traguardo!!
Buona lettura a tutti!!!

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6 Comments

  1. gisytruck ha detto:

    A volte il mio babbo racconta delle ore trascorse sulla ruspa in un tratto a modena e i suoi ricordi mi fanno osservare quel punto con più attenzione…
    qualche volta lo prendo in giro dicendogli: avete lavorato male, è piena di buche!

  2. Filippo Fiore ha detto:

    Ciao Rosa,ma che truck guidi?

  3. Francesco ha detto:

    Ciao Monica!
    Mi chiamo Francesco, non sono un autista ma come voi ho sempre avuto nel sangue la passione per la strada ed il volante…
    È grazie a questa passione che ho comprato questo libro ormai più di un anno e mezzo fa. Come te l’ho letto tutto d’un fiato, e mi ero sempre ripromesso di scriverti per consigliartelo, visto che non l’avevo mai notato fra le tue recensioni qui sul blog… ma mi hai battuto sul tempo! (o forse sono io che ci ho messo “un tantino” troppo a ricordarmene?? :)) )
    Come hai detto giustamente tu, tutto il libro è profondamente emozionante, come la storia che racconta, ed è scritto particolarmente bene, con un taglio a tratti quasi cinematografico. Me ne sono innamorato…!
    Un passaggio mi è rimasto particolarmente impresso: quello in cui l’autostrada viene descritta come “un ideale di perfezione geometrica, estraneo al disordine del mondo”. Pensandoci, è forse questa una delle cose che più amo della strada…
    Da quando ho letto questo libro, ogni volta che percorro il tratto appenninico Bologna-Firenze con la mia auto, non posso che guardare affascinato ogni singolo viadotto ed ogni singola galleria, pensando alla magnifica impresa che sono riusciti a compiere quegli uomini, e ringraziandoli mentalmente.
    Ti consiglio di guardare anche la miniserie TV, quando hai tempo; indugia un po’ troppo sulle storie d’amore (come tutte le fiction Rai…) ma secondo me ne vale comunque la pena 🙂
    Buona strada!! Forse ci vedremo a Giussano fra qualche giorno 🙂

  4. ironduckmoni ha detto:

    Ciao Francesco! Grazie del tuo commento, mi fa sempre piacere sapere che c’è chi condivide la passione per la strada, i viaggi… e se poi i mezzi con cui la percorriamo non sono gli stessi, va bene ugualmente, come diceva un altro scrittore che cito ogni tanto (Cesare Fiumi) : “La strada è di tutti, basta condividerla”.
    Io, da quando ho letto il libro, guardo con occhi diversi il Monte Citerna, in cima all’Appennino, che pure già mi piaceva prima, ma ora ha un non so che in più!!! Ci sono libri che lasciano il segno, per me questo è uno di quelli. La miniserie mi ripropongo sempre di guardarla, prima o poi ci riuscirò!
    Se vieni a Giussano facilmente ci si vedrà, quindi a presto!!!
    Buona strada sempre! Ciaoooo!
    Monica.

  5. MikyNebbia ha detto:

    Sono un autista ex Autamarocchi, quindi per 7 anni ci saremo incontrati mille volte nei terminal genovesi. A parte questo, mi sono sempre domandato qual’era la storia delle statali, com’ erano fatte quando per le strade circolavano i 682, gli Esadelta… quando si passava attraverso i paesi, certo i camion erano più piccoli rispetto a ora e il traffico permetteva i passaggi nei centri abitati. Ora ci sono tutte le varianti per lasciare all’ esterno i paesi (per fortuna) ma in certi casi si può ancora vedere com’ era il tragitto originario che tagliava in 2 il centro urbano.
    Ho sempre cercato un libro che raccontasse questo.
    Sul tubo ci sono vari spezzoni di video su come venivano costruite le autostrade,specie la A1, ci sono video anche sulla “pista” Torino-Savona (ma quanto diavolo corrono su quell’ autostrada?) dove gli ingegneri si sono sbizzarriti a fare un’ autostrada con addirittura un’ elicoidale.
    Insomma, tutto questo inutile preambolo per dirti grazie per aver seganalato questo libro!

    • ironduckmoni ha detto:

      Ciao MikyNebbia, grazie per la visita nel blog e per il commento. La passione per le strade e la loro storia è una cosa che abbiamo in comune, anche a me piace andare a vedere i vecchi video di quando furono costruite, cercare le vecchie foto delle statali con i vecchi camion fermi nei piazzali delle trattorie… un affascinante mondo in B/N! Le nostre origini… ormai è tutto cambiato come hai fatto notare tu, e se da una parte è meglio passare fuori dai paesi e dalle città, da un’altra parte si è perso tanto del piacere del viaggio. Il mondo però va avanti e noi con lui!
      Non credo che ci siamo mai visti nei terminal genovesi, non faccio container, però camion della ditta per cui lavoravi ne trovo un po’ dappertutto, e chissà, magari ci siamo passati di fianco!
      Ti saluto e ti auguro buone feste e buona strada sempre!!!
      Ciao!!

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