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Un racconto

 SP 3

 
“La musica si ferma contro i vetri e resta lì appoggiata.
Piccoli aloni di suono come quelli di un respiro.
Fuori, il frastuono incessante riempie di panico l’aria, le fronde degli alòberi, i bulbi di fiori piantate in cassette di plastica polverose sui davanzali delle finestre.
I camion, sono una striscia continua di colore che scorre sul nastro d’asfalto davanti alla casa.
Rettangoli rossi gialli bianchi azzurri sferraglianti che fanno tremare i doppi vetri delle finestre, i mobili, i liquidi dentro le bottiglie.
Dentro c’è la musica, fuori il rombo dei motori.
 
Questa strada che si vede dalla finestra è la Trasversale di Pianura. La SP 3.
Strada provinciale tre. Collega San Giovanni in Persiceto a Medicina poi s’innesta sulla San Vitale e arriva fino a Ravenna. Taglia in due la Bassa. E’ come un fiume, come il Po, e proprio come il Po ha tanti affluenti che la intersecano, la tagliano e aggiungono traffico al traffico.
 
Chilometri e chilometri che ogni giorno si caricano addosso tonnellate di piastrelle, salami, cemento, liquidi altamente infiammabili, pendolari, stracchini,maiali, rotoli di stoffa. E ancora. Ancora. Ancora.
 
Ogni tanto, la ruota scoppiata di un camion sbatte contro la facciata di una casa, distrugge piante e fiori, infrange i vetri di una finestra: mille schegge che volano e s’infilano nei cuscini dei divani.
Dalle finestre delle case che una volta erano case di campagna perse nel niente e adesso sono case affacciate sull’inferno, si vedono alle volte incidenti spettacolari ed è proprio come stare al cinema con gli occhialetti da 3D. Anche se purtroppo senza le stesse garanzie di incolumità.

 

 

Una volta è successo che la ruota di un grosso camion sia stata sbalzata via dall’asse e sia volata dentro un piccolo giardino, dritta contro il piano di un tavolo di cemento e lo abbia spezzato in due tronconi, di netto. Per fortuna, in giardino in quel momento non c’era nessuno, se no poteva essere una strage.
 
Ci sono periodi che tutti quei chilometri di strada si popolano di striscioni rabbiosi: Via il traffico pesante dalla Trasversale. Siamo stanchi di respirare veleno. Stop ai camion. Allontanate il traffico dai centri abitati. Adesso basta.
 
Al vecchio non importa niente. Non gli importa dei camion, non gli importa della gente che protesta. Abita su questa strada da sessant’anni. E non si è mai spostato  di qui, neanche per un giorno. Quando il padre del vecchio ha costruito questa casa, le campagne erano vere campagne. Non c’era niente. La strada era fatta di polvere e sassi. Attorno, solo i campi, e qualche casa colonica lontana. Un’idea di mattoni. Il fumo di un camino, dritto nella luce della sera.  Il primo paese, San Martino di Bentivoglio, era a sette chilometri dalla casa, col carretto ed il cavallo ci si metteva più di mezzora ad arrivare. Poi c’erano Granarolo, Mezzolara, Budrio, più in là ancora Medicina. E dritto davanti c’era la città, Bologna, dove nessuno della sua famiglia aveva mai avuto il desiderio desiderio d’andare. C’era sempre da fare, più di prima.”
 09122009070

Questo è un testo parziale, Simona Vinci descrive in modo accurato e con licenza poetica una strada, come potrebbero essere tante altre; i camion vengono descritti con gli occhi di chi ne riconosce l’utilità ma anche il potenziale grande pericolo, il resto del racconto descrive altri aspetti della strada, sempre presente nella vita dell’interprete, un vecchio che spinto da un’evento straordinario, per la prima volta, percorrerà quella strada,tutta, fino alla fine.
 
Tante volte percorrendo le strade ci chiediamo cosa ci sia oltre le porte, chi viva dietro ai vetri, quali stati d’animo si stiano vivendo… vite diverse o simili alle nostre, muti spettatori di un istante.

 
Tratto da:  DAL GRANDE FIUME AL MARE   ed. Pendragon

 
BUONA STRADA  a Tutte/i!!!

 

 

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  1. ironduckmoni ha detto:

    Che bel racconto…io ci portavo carta, prodotti chimici e plastica lungo quella strada…e per fortuna non ho mai scoppiato gomme…ora è da un pò che non ci vado più, ma ne ho sempre un bel ricordo…e tante foto delle campagne!! Mi piaceva fermarmi a bere il caffè alla Candela, perchè aveva un bel piazzale proprio su una curva…e mi sembrava un locale d'altri tempi, anche se non era cosi…Grazie Gisy per averlo postato! Buona strada sempre a tutti!!! Ciao bbye!!

  2. giannimille ha detto:

    Bel racconto! la storia del tempo che passa e modifica tutto, la strada e noi stessi; una strada costruita tanti anni fa in aperta campagna, ora è un percorso di guerra, e Simona Vinci ne descrive la realtà. Conosco questa strada, anni fa la percorrevo spesso e nel tempo ho visto il cambiamento.
    Buona strada,  Gianni.

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