Una mattina all'Avis
Ciao a tutte/i,
oggi il primo appuntamento della giornata è stato sacrificare un po’ del mio tempo e del mio sangue, con la speranza di aver aiutato qualcuno, anzi con la certezza, come mi ha spiegato il Primario del reparto di onco-ematologia della clinica pediatrica del Maggiore di Parma, che ha accompagnato i “nostri” bambini a Collecchio; dalle sue parole ho scoperto che ci sono malattie gravi che è possibile curare solo con l’impiego di sangue costante: Una sacca di plasma equivale a tre di sangue intero e una di piastrine a cinque.
Sono iscritta all’Avis di Sassuolo da alcuni anni, non è un impegno gravoso, ne complicato, basta superare la barriera dei pregiudizi, sia nei confronti dell’ago… sia riguardo le condizioni igienico-sanitarie e dell’uso che ne verrà fatto… Voglio raccontarvi come si è svolta, non interesserà le altre donatrici, ma per chi non sa come funziona, può essere interessante… Frequento questa sede perché attrezzata per il tipo di donazione che solitamente faccio io, vengono qui anche gli iscritti di altri comuni, qui sono attrezzati per la plasmaferesi, comporta l’uso di un macchinario diverso dalla comune donazione e richiede più tempo.
La mia volontà a donare non si fonda su grandi motivazioni, semplicemente: quando ho avuto bisogno di trasfusioni, mi sono state fatte, senza pagare o aspettare perchè uno sconosciuto aveva fatto un “dono” a me, senza aver nulla in cambio, senza sapere chi ero, senza chiedersi se l’Avis o la Fidas prima, la Banca del sangue poi ne avrebbe fatto un buon uso…occupandosi della
distribuzione. Con l’alto tasso d’incidenti nel nostro lavoro, per assurdo potrei averne bisogno in caso d’incidente… spero di no, ma non si può mai dire, se una notte la mia buona stella dovesse oscurarsi… Stamattina sono io stessa la sconosciuta. Ho preso un caffè , bisogna essere digiuni solo quando si devono fare le analisi, poi dovrebbe alzare leggermente la pressione, se è troppo bassa il medico ti rimanda a casa.
Sono in buona compagnia, ci sono altre persone già impegnate a compilare il questionario, richiede attenzione, una parte riguarda la “storia “ del nostro fisico: malattie, familiarità,interventi… dalla nascita, un’altra il periodo più recente: vaccinazioni, viaggi all’estero, terapie recenti, abitudini e comportamenti a rischio, da esso si stabilisce se si è abili a donare, oltre alla visita naturalmente.
La visita dovrebbe andar bene, perché non ci sono state variazioni dall’ultima donazione, non ho avuto nessun disturbo o malattia, mi sento bene, non sono diminuita di peso, purtroppo per me; ho fatto l’elettrocardiogramma qui qualche settimana fa, le analisi tre mesi fa , se ci fosse stato qualche valore sballato mi avrebbero avvertita; pressione ok, il medico dice che potrei fare anche sangue intero, ma ho l’appuntamento per la plasmaferesi che so essere più “preziosa”.
Sdraiata sul lettino aspetto la dottoressa che venga a introdurre l’ago in vena, oggi scelgo il braccio sinistro, il massimo del rischio potrebbe essere un livido per qualche giorno, un inconveniente che non è doloroso e non succede quasi mai, dipende dalla consistenza delle vene; l’ago è collegato ad una macchina tramite un tubo di gomma e fa parte di un kit monouso che al riempimento della sacca verrà eliminato in appositi contenitori, non c’è pericolo di andare a contatto con parti non sterilizzate, non sono un’esperta ma ho osservato tante volte la preparazione. Ops..già fatto!! Un piccolo bruciore che non si può definire dolore, il tubo diventa rosso scuro, il sangue andrà in un contenitore da dove con un processo di centrifuga verrà separato il plasma, che andrà nella “sacca”, il residuo unito ad un liquido tornerà in circolo nelle mie vene con il sistema di reinfusione; questo processo si ripeterà per tre volte impiegando un tempo che varia dai
20 ai 40 minuti a seconda delle pulsazioni. Il mio fisico se la prende sempre comoda, ho un bel da stringere la palla di gomma che mi hanno dato…, in effetti non si sta mica male… i lettini sono comodi, le volontarie– infermiere ci viziano offrendoci succhi di frutta e the, in sottofondo musica o tv… devo stare attenta a non addormentarmi…e fare la figura della morta di sonno… si può scambiare qualche parola con i “vicini” Quando la macchina si ferma ho voglia di alzarmi e sgranchirmi le gambe, devo però aspettare qualche minuto, tener premuto il
battutolo di cotone col disinfettante in modo si chiuda il piccolo foro e formi una crosticina; cerotto e colazione.
La prassi è fare colazione qui, viene offerta dalla sezione ma soprattutto da l’opportunità al donatore di rimanere nei momenti successivi alla donazione con un medico nelle vicinanze, non è frequente ma qualche capogiro potrebbe anche succedere, esattamente come quando si va a fare un semplice prelievo.
Il bar anche qui è luogo per socievolizzare, ci sono appese foto e comunicazioni, anche il “ loro” calendario; oggi volontario– barista d’eccezione Stefano Tosi, il presidente della sezione, ne approfitto per chiedere alcune cose che mi hanno sempre incuriosito e non ho mai avuto l’occasione di chiedere… Chiacchierando con lui ho scoperto che organizzano anche un sacco di eventi durante l’anno, io ero a conoscenza solo del pranzo, mandano l’avviso per posta, ma ho partecipato una sola volta, voi sapete dove passo le domeniche…. Si danno da fare organizzando viaggi, eventi sportivi, stand gastronomici e lotteria… come ogni Onlus seria, dove i volontari mettono il loro tempo e il loro impegno a disposizione dell’Associazione; l’aiuto degl’Enti non è sufficiente a coprire le spese. Mi spiega come una razza di zanzara possa mettere in crisi l’intero sistema di approvvigionamento, esperienza dell’estate scorsa; parliamo dei pregiudizi che si propagano per informazioni errate; dei donatori che grazie ai continui controlli, hanno scoperto in fretta di essere colpiti da patologie gravi,
altrimenti sarebbero andati dal medico più tardi, col manifestarsi di dolori;
condividiamo la stessa opinione sulla famosa catena sms dell’emergenza di gruppo “B”+ al Meyer di Firenze, insiste per farmi leggere la circolare della sede nazionale, fa arricchire solo gli operatori telefonici e crea problemi d’intasamento ai centralini dell’Ospedale Pediatrico: UNA BUFALA. Parlando scopro che si va verso l’abbassamento del periodo di tempo che intercorre tra una donazione e l’altra, ecco nominando il tempo mi rendo conto che mi sono trattenuta molto più del solito, senza accorgermene sono le undici passate… Se il tempo è denaro, io non sarò mai ricca… l’argomento era interessante e anche a livello economico, di riflesso, ma ha la sua validità… Proviamo a fare il “conto della serva”, come si usa dire in Emilia…
Quanto tempo ci vorrebbe ad andare a farsi visitare e prescrivere elettrocardiogramma e analisi del sangue dal medico curante, poi vai a prenotare, aspetti se ti va bene giorni, altrimenti settimane e per l’ECG sicuramente mesi, paghi una bella cifra di ticket; poi il bello viene quando devi far coincidere i tempi degl’appuntamenti e i viaggi… Altrimenti si sceglie tutto a pagamento e la cifra lievita parecchio.
Egoisticamente parlando… meglio l’Avis: Visita, analisi e ECG gratis periodicamente e per l’appuntamento ti chiamano gentilmente le volontarie, altro che code da paura allo sportello per poi trovare un operatore sclerotico… Scritto così sembra brutale ma è successo a me, lo posso confermare… La verità è che molti di noi si arrendono prima di aver fatto questa trafila, si accorgono di avere qualche patologia solo quando accusano dolori, a volte si trascura anche quelli e le conseguenze aumentano, l’Avis come la Fidas, non so se ce ne siano altre, hanno tutto l’interesse a prendersi cura della tua salute, se stai bene farai la donazione…
Ho scherzato su un argomento serio, usato termini semplici per una realtà complessa, l’ho fatto con l’illusione e l’auspicio che possa servire a togliere molti, troppi dubbi… di questo mi scuso con gli operatori, i donatori e i volontari che svolgono il loro lavoro con serietà.
Buona Strada, tutta in…. salita all’Avis di Sassuolo e a tutte le altre Sedi!!! gisy