Un appuntamento “storico” per il fine settimana!
In anteprima, qualche foto scattata alle Lady Truck presenti a Giussano!!!
L’arrivo di Luisa col suo Lancia Esadelta
Daniela, una nuova amica!
Chiara che mi ha raccontato una storia bellissima!
Vittorio Zingaro, beato tra le lady Manuela e Marcy!
Un piccolo cadeau per Stellina
Vince e la sua squadra!
Assunta e la targa!
Gruppo di Lady con lo Zingaro!
Luisa e la coppa “Voglia di camion” in memoria di Bruno Sala, nostro indimenticabile amico!
Mi piace ripubblicare qui le storie raccolte da Elisa Bianchi di “Uomini e trasporti”, sono sempre belle testimonianze di colleghe, alcune le conosciamo, altre no, ed è bello scoprire come si sono avvicinate a questo mestiere e, soprattutto, che ne sono entusiaste!
Questa è la storia di Consuelo dalla Liguria, alla quale auguriamo buona strada sempre!!!
Il link dell’articolo:
La sua intervista:
«Le autiste sono sempre sottovalutate, ma che soddisfazione far ricredere chi pensa che le donne non possano fare questo lavoro!». A parlare è Consuelo Viola, classe 1989, ligure e orgogliosamente (se non si era ancora capito) autotrasportatrice. Non è una veterana, è in cabina solo da un anno, ma ha già le idee chiarissime su cosa dovrebbe cambiare per rendere il settore meno «maschilista»
«Ci tengo a precisare che non sono una figlia d’arte, nessuno in famiglia faceva questo lavoro. Eppure, quando ho comunicato la mia scelta di fare l’autista nessuno ne è rimasto troppo sorpreso. Certo, qualcuno ha tentato di dissuadermi, ma anche se il mondo mi dice che qualcosa è sbagliato, io faccio da sola le mie scelte, e questa, per me, è stata una scelta di successo». Consuelo Viola, 35 anni, vive a Loano, in Liguria. Da un anno ha stravolto la sua vita: ha lasciato il lavoro da impiegata, ha preso le patenti ed è salita in cabina.
«Non credevo fosse davvero possibile trasformare una passione in un lavoro», ci racconta, «eppure è quanto mi è successo». Consuelo è una donna solare, spontanea, estroversa, anche un po’ uno spirito libero come il mare vicino al quale è cresciuta, lo si intuisce subito parlando con lei. Quando la raggiungiamo il suo weekend è appena iniziato, è venerdì pomeriggio e, come qualsiasi ragazza della sua età, è pronta a goderselo. Il programma è genuino: «faccio un tuffo al mare, poi ceno con un’amica. La mia vita è normalissima anche se guido un bilico». Guidare quel bilico era il suo sogno fin da ragazzina, poi si sa, la vita a volte va diversamente, ma quando meno ce lo si aspetta, ecco che i sogni tornano a bussare alla parete del cassetto nel quale sono stati rinchiusi, e un momento difficile diventa il trampolino di lancio per un nuovo inizio. Un tuffo e via, verso la libertà.
L’entusiasmo per questo nuovo lavoro, per questa nuova vita, è palpabile, ma allora perché hai aspettato così a lungo?
Fino a luglio del 2023 lavoravo come impiegata in ambito assicurativo. Il mio lavoro mi piaceva, mi dava soddisfazione e in qualche modo mi permetteva anche di stare sempre a contatto con mezzi diversi. I motori sono sempre stati la mia passione. È cambiato tutto quando da un giorno all’altro ho perso la mia cagnolina, un Golden retriever che mi faceva compagnia da 11 anni. Questa perdita mi ha sconvolta, mi ha gettata in un periodo molto difficile della mia vita. Vedendomi così, il mio ex compagno, anche lui autista, ha pensato di farmi un regalo che potesse darmi una scossa: è andato a scuola guida e mi ha iscritta alla C. Sapeva che era il mio sogno e l’ha sempre sostenuto. È a lui che devo essere grata se oggi l’ho realizzato.
Come hai vissuto il passaggio da una vita regolata da orari di ufficio, a una vita il più delle volte senza orari?
Sono grata alla vita per gli 11 anni che mi ha regalato insieme alla mia Golden, ma sono altrettanto grata di aver potuto realizzare oggi il mio sogno. Con lei non avrei potuto farlo, non si sarebbe mai abituata a viaggiare in cabina con me. Però da una situazione brutta mi è svoltata la vita. È vero, il più delle volte non ci sono orari, ma la soddisfazione che mi dà questo lavoro è impagabile.
Una volta prese le patenti necessarie, come è andata?
Conosco i proprietari della ditta per cui lavoro oggi, la Fratelli Ravera, da molti anni. Li avevo informati della mia scelta già quando studiavo per le patenti, e appena patentata loro mi hanno dato questa opportunità. Ho iniziato con il due assi, trasportavo terriccio. Poi a febbraio si è liberato un trattore, non aspettavo altro.
Oggi cosa guidi e cosa trasporti?
Guido orgogliosamente un Volvo FH 500, un po’ datato ma di cui non mi posso certo lamentare, anche se il mio sogno sarebbe provare il nuovo Volvo elettrico. Come ho detto, sono un’appassionata e come tale vorrei provare tutto ciò che è nuovo. Per quanto riguarda il tipo di trasporto, prevalentemente carico rottami di diverse entità in Francia e li porto in acciaieria in Italia, e tornando ricarico terriccio, non viaggio mai vuota.
Della Francia si sente dire spesso che è tutto diverso, migliore. Falso mito o verità?
Verità, forse non al confine, ma nelle zone più interne è davvero un’altra storia rispetto all’Italia. Tanto per cominciare, nelle aree di sosta ci sono servizi dedicati alle donne: bagni e docce puliti, addirittura una volta ho trovato bagnoschiuma e crema corpo a disposizione. Vedere autotrasportatrici in Francia è del tutto normalizzato, lì nessuno si sconvolge. In Italia non è esattamente così.
E come è in Italia?
Una donna che arriva su un bilico è vista ancora come qualcosa di assurdo. L’opinione generalizzata delle donne autotrasportatrici è ancora molto negativa e stereotipata. È la mentalità che deve cambiare.
Qual è la chiave per riuscirci?
È molto difficile far cambiare idee o mentalità a qualcuno, però penso abbia sempre senso dire la propria idea. Io sono molto attiva sui social, mi piace postare i momenti della mia vita, e quindi anche del mio lavoro, su Instagram o su TikTok come fa chiunque tra l’altro. Questo ha portato anche a qualche commento negativo nei miei confronti, ma ci sta, nel momento in cui si pubblica ci si espone in qualche modo. Il motivo per il quale io lo faccio, però, oltre al piacere di condividere e raccontare una mia passione, è anche dimostrare che qualunque donna che desidera fare questo lavoro lo può fare.
Quindi i social possono aiutare a lanciare questo messaggio?
Quando avevo quindici anni e dicevo che volevo guidare un bilico nessuno mi credeva, o mi dicevano che non faceva per me. Alla fine, io ho anche finito per crederci un po’. Ecco, se oggi una ragazza mi vedesse sui social e pensasse «ah vedi, allora lo posso fare anche io», sarei contenta. Quindi sì, penso che i social possano aiutare a lanciare un messaggio più attuale alle ragazze. Di donne autiste ancora non ce ne sono moltissime, ma quelle che ci sono possono fare la differenza.
E ai commenti negativi come rispondi, se rispondi?
Io non lascio mai perdere quando sento dire certe frasi, perché penso sia giusto non lasciar correre, altrimenti si contribuisce ad alimentare ulteriormente questa cultura se nessuno fa mai notare che c’è qualcosa di sbagliato.
Sui social spesso però si tende a condividere solo «il bello» della vita, di un mestiere o di una situazione. C’è il rischio che si sminuiscano i problemi o le difficoltà di questo mestiere?
Tutti abbiamo delle giornate più dure di altre, dei momenti difficili, e questo mestiere è innegabile che metta spesso di fronte a situazioni non facili. È un lavoro duro, non bisogna nasconderlo. Il più delle volte, per esempio, mi trovo a dover andare in posti nuovi, sconosciuti, e al volante di un bilico non sempre è facile gestire queste situazioni, però se si ha la passione si superano anche le difficoltà e gli aspetti positivi superano quelli negativi.
Qual è quindi l’aspetto che ti dà più soddisfazione della tua nuova vita e del tuo nuovo lavoro come autista?
Sto per dare una risposta che so essere arrogante, ma che è la verità. La mia soddisfazione più grande è mettere a tacere gli uomini che non credono che io sia in grado di fare una buona manovra al primo colpo con un bilico. E invece ci riesco.
Questo significa che succede spesso…
Perché ci sottovalutano sempre! Eppure, al giorno d’oggi con le nuove tecnologie e i nuovi mezzi non è più una questione di fisico, quindi è solo una questione di cultura. Non conta avere i muscoli, ma serve capire il mezzo.
Tu oggi sei felice della tua scelta?
Lavorativamente parlando sì, sono molto felice. La mia è stata una scelta di successo, anche se ci tengo a ribadire che il merito di questa scelta è stato del mio ex compagno, a cui sono molto grata. Poi devo ammettere di essere stata privilegiata, perché avevo l’aggancio per trovare lavoro in una realtà virtuosa nella quale mi trovo benissimo e in cui i colleghi mi hanno sempre aiutata.
Adesso che questo sogno nel cassetto si è realizzato, quale altro rimane?
Voglio semplicemente dare priorità a me stessa ed essere felice, e se proprio posso aggiungere un piccolo desiderio, beh, il Volvo elettrico mi piacerebbe davvero provarlo!
Questo è un articolo pubblicato su Vanity Fair in occasione della Festa della donna, l’8 di marzo. E’ la storia di Federica che da bambina sognava di guidare gli autobus e…c’è riuscita! E questo lavoro le da grandi soddisfazioni, anche e soprattutto quando riesce a far cambiare idea ai suoi passeggere sulle “donne al volante”!
Buona strada sempre Federica!
Il link:
https://www.vanityfair.it/article/federica-bus-autista-donna-al-volante
Il testo:
Se avessero chiesto da bambina a Federica Bocchinfuso cosa voleva fare da grande, avrebbero avuto una risposta immediata e ben poco usuale: guidare un bus, ma anche guidare e basta. Un sogno realizzato e condiviso in famiglia. «Nasce tutto da mio padre che è il titolare di una scuola guida», racconta la 31enne autista FlixBus originaria di Cellino San Marco, nel brindisino, «Ho conseguito lì tutte le patenti, amo guidare e mi piace vedere posti nuovi. Una sfida personale contro i pregiudizi sulle donne al volante e un divertimento per me».
Si diverte anche quando le persone vedendola arrivare, giovane e donna, fanno facce che dicono chiaramente che si fidano poco. Basta un viaggio per cambiare idea. Se la cosa più faticosa infatti è l’organizzazione fra turni, lontananza e riposo, la più grande soddisfazione sono i passeggeri. «Quando arrivano a fine corsa e vengono appositamente da me a complimentarsi, a chiedere l’indirizzo e-mail al quale mandare un’email perché vogliono fare delle recensioni sul mio conto. Dicono che hanno preso sonno e si sono rilassati quando alla partenza si sentono frasi come “chissà se arriviamo”, “ma siamo sicuri?”, “Scusi signora, ma l’autista dov’è?”. Ci sono state delle persone delle clienti che si sono fatte foto con me per mostrarle ai mariti».
Sono sei anni che fa questo mestiere. Per Flixbus le sue tratte vanno da Lecce a Napoli e a Roma, ma fa altre tratte e viaggi anche all’estero. Per esempio accompagna i ragazzi che vanno a visitare i campi di concentramento, un viaggio di 9 giorni. Fa un mestiere molto richiesto, tanto che esistono in molte città incentivi, come il pagamento del corso della patente, per trovare autisti. Ne mancano almeno 8.000 in tutta Italia e solo il 16% delle persone che attualmente svolgono questa professione è donna.
«Difficile guidare? A me viene naturale. Dopo che hai imparato è come la bicicletta non lo dimentichi. Devi fare le curve un po’ più larghe e guardare di più gli specchietti. Diamo una mano a livello ambientale (l’autobus può sostituire fino a 30 auto private su strada, in base all’analisi Well-to-Wheel di atmosfair 2021, il fattore di emissione medio di un FlixBus in Europa è di 26 g per persona per km, con l’obiettivo di diventare carbon neutral in Europa entro il 2040 e a livello globale entro il 2050) e permettiamo alle persone di non dover prendere l’auto e viaggiare tranquille. I mezzi moderni poi ti permettono di guidare più facilmente: il cambio automatico, il servosterzo, il volante non dico che è più leggero di quello della macchina, ma più maneggevole».
Federica Bocchinfuso, premiata per il maggior numero di turni diurni fra i conducenti impiegati sulle linee FlixBus, consiglierebbe questo mestiere a tutti quelli che vogliono vedere tante realtà e conoscere persone. «La gratificazione sta nelle persone che si siedono nei primi posti per scambiare qualche parola e in quelli che si ricongiungono. Tante volte genitori mi hanno ringraziato per aver riportato i figli a casa. Chi ci sceglie trova un buon compromesso fra servizio e costo: tante famiglie vanno a Napoli per partire in crociera e spendono meno rispetto al treno».
Le statistiche dicono che sono meno gli incidenti causati da donne al volante e che in generale le donne sono più sicure alla guida. «Prestiamo più attenzione alla guida e anche con i clienti» conclude Federica invitando a fare un viaggio con lei e provare quanto questo sia vero.
Questo è un fine settimana ricco di raduni, ho trovato queste locandine e ve le condivido!
Buon divertimento a tutti!
Mancano pochi giorni al Raduno del Coast to Coast Truck Team a Giussano (MB), noi ci saremo, ospitate come sempre dagli amici del Coast, col nostro piccolo gazebo in rosa, l’invito è per tutti i nostri amici e amiche, colleghi e colleghe di passare a trovarci, per un saluto e quattro chiacchiere!!!
Vi aspettiamo!!!
Buona strada a tutti sempre!
E’ interessante vedere come adesso le donne “interessino” al mondo dell’autotrasporto, adesso che i “maschietti” non hanno più la vocazione, non desiderano più diventare camionisti, ecco che si sono accorti di noi femminucce, ed è tutto un fiorire di iniziative per invogliare le donne a intraprendere questa carriera “on the road” un pò in tutta Europa.
E se da una parte fa piacere vedere che si sono accorti che ne abbiamo la capacità, dall’altra rimane un pò di rammarico per tutte le porte in faccia ricevute nel corso degli anni passati quando ci veniva detto “Non è un lavoro per donne”…
Ho trovato questo articolo su Trasporto Europa, questo è il link:
Il testo:
Xpo Logistics ha avviato in Gran Bretagna e Irlanda l’attività della Female Driver Academy, dedicata alle donne che guidano i veicoli industriali. Aumentare l’occupazione femminile è infatti uno dei modi con cui l’autotrasporto cerca di affrontare la carenza di autisti. Le partecipanti seguiranno un programma di formazione intensiva della durata di 12-16 settimane, sviluppato dal gruppo interno di formazione di Xpo Logistics, per migliorare e affinare le loro competenze. L’obiettivo è creare un gruppo di autiste altamente qualificate e professionali, ben familiarizzate con i clienti e i prodotti dell’azienda. Questo progetto è sostenuto dal cliente Saint-Gobain UK e Irlanda, che offrirà ruoli lavorativi nelle loro operazioni di British Gypsum e Pam.
Il programma è già iniziato con alcuni giorni di valutazione delle candidate. “Assumeremo le partecipanti fin dal primo giorno, in modo che possano guadagnarsi da vivere mentre si formano per diventare una parte vitale del nostro team”, spiega Lynn Brown, vicepresidente delle risorse umane per Regno Unito e Irlanda di Xpo Logistics. “I nostri formatori affiancheranno le candidate, garantendo che possano apprendere da qualcuno con esperienza diretta e ricevere il miglior supporto possibile”. Le prime partecipanti della Female Driver Academy inizieranno a guidare camion per la multinazionale del trasporto entro agosto del 2024.
La Female Driver Academy di Xpo è parte della Driver Excellence Academy dell’azienda, istituita per aiutare persone che desiderano formarsi come autisti di veicoli industriali. L’unico requisito è che i partecipanti devono avere almeno diciotto anni per guidare un camion. Ogni tirocinante della Driver Excellence Academy lavora per ottenere la qualifica pertinente per il tipo di veicolo che desidera guidare. Ad esempio, una patente B per auto può essere aggiornata a una C o CE. È anche possibile passare direttamente da una patente B a una patente CE.
E’ di un paio di mesi fa, in occasione del “Driver Fatigue Day” del 21 giugno, questo articolo con una bellissima audio intervista alla collega Lola che racconta diverse cose della vita di una donna al volante di un camion. I problemi che ci riguardano direttamente e cone siamo in grado di affrontarli, perchè come dice lei: “Le donne sono veramente toste nel settore dell’autotrasporto…e graziose, io sono molto orgogliosa di noi!”
Vi metto il link dell’articolo dove potete ascoltare le sue parole:
https://www.collettiva.it/copertine/lavoro/come-vive-una-camionista-tvvl4xt5
Questo è il testo dell’articolo:
La testimonianza
Lola Bertazzo ci racconta le difficoltà e le gioie del suo lavoro nella Giornata europea contro la stanchezza degli autisti
Abbiamo raccolto la testimonianza di una donna conducente di camion nella Giornata europea contro la stanchezza degli autisti, il “Driver Fatigue Day” del 21 giugno. Si tratta di un appuntamento annuale organizzato dall’Etf (European transport federation), la federazione che comprende oltre 200 sindacati nazionali provenienti da più di 40 paesi, tra i quali la Filt Cgil italiana, per porre l’attenzione sui diritti degli autisti di camion e di pullman sottoposti a uno stress dovuto alla tipologia del loro lavoro che può mettere in pericolo loro stessi e altri autisti e viaggiatori. Diverse le iniziative del sindacato nelle città italiane.
Secondo un report dell’Etf, infatti, il 60% dei camionisti hanno riferito di guidare regolarmente in uno stato di stanchezza, il 27% ha ammesso di aver quasi provocato incidenti a causa della stanchezza, quasi un terzo si è addormentato al volante e oltre la metà ha sentito il bisogno di accostare a causa della stanchezza, ma non hanno potuto farlo.
Molti i disagi collegati alle molte ore passate al volante su strade e autostrade, all’impossibilità di riposare, di avere accesso a parcheggi e servizi igienici adeguati. Per le donne, il cui numero è in crescita nel settore dei trasporti, si sommano altre difficoltà dovuta alla connaturata fisiologia, come ci racconta ai nostri microfoni la camionista Lola Marta Bertazzo.
Buona strada sempre Lola!!!
Un’altra delle colleghe presenti alla pista di Lainate a marzo è Silvia, anche lei si è cimentata alla prova dei camion MAN, sponsor della manifestazione, e ha raccontato la sua storia in questo breve video.
Buona strada sempre Silvia!
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