Grand Prix Truck a Misano Adriatico!

 

 

 

Un evento per il fine settimana, il Gran Premio truck all’Autodromo di Misano Adriatico, ma non solo gare, anche tante altre “cose”, come ad esempio i test drive e il raduno dei mezzi decorati.

Buon divertimento a chi ha la possibilità di partecipare!!

Vi metto qualche link che parla dell’evento:

 

https://www.m3motorcube.com/2025/05/16/eventi/test-drive-camion-misano-2025/

https://www.onroadmag.com/torna-il-misano-grand-prix-truck/

https://media.it.daimlertruck.com/daimler-truck-italia-annuncia-la-sua-partecipazione-al-misano-gran-prix-truck-2025-con-unesclusiva-special-edition-in-anteprima-nazionale-come-tributo-al-circuito-marco-simoncelli/

https://www.macchinecantieri.com/ford-trucks-il-nuovo-motore-ecotorq-gen2-al-misano-grand-prix-truck-2025/

https://www.vadoetornoweb.com/test-drive-misano-event-manca-pochissimo/

 

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I racconti di Teresina, prima camionista d’Italia!

 

Ho trovato questa intervista radiofonica a Teresina Bruno, la prima donna camionista d’Italia, risale al 2016, ma come è bello ascoltarla un’altra volta? Sentirla parlare delle sue esperienze con grande orgoglio!

Teresina racconta di quando venne premiata dall’allora presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in occasione della Festa della Donna nel 2010. Lei, classe 1929, all’età di 21 anni fu obbligata da suo papà a prendere la patente del camion per aiutarlo nel suo lavoro, in quanto lui non riusciva ad ottenerla e i suoi fratelli reduci dalla guerra presero vie diverse.

Questo è il link per ascoltare l’intervista:

https://www.spreaker.com/episode/bruno-teresa-la-prima-camionista-in-italia–8670879

Una pioniera del mestiere, una piccola grande donna di cui è bello tenere vivo il ricordo!

Un grazie da tutte noi!

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Il sogno di Carlo

 

So che come me ci sono altre camioniste (e camionisti, e non solo!) che amano i mezzi storici, cosi vi propongo questo video.

Un video bellissimo che racconta la storia di una passione immensa per i camion, “Il sogno di Carlo” è la storia di Carlo, il fondatore della collezione Marazzato, raccontata da chi gli era vicino, dai suoi figli, da sua moglie, dagli amici più cari, un modo per sentirlo ancora presente, per rivederlo girare tra i mezzi della sua collezione che lui amava tanto.

Chi è stato al museo, chi ha ammirato i suoi camion e conosciuto le persone che lo frequentano sa che atmosfera si respira li, per me è un luogo del cuore e sto aspettando con impazienza la prossima apertura per sentire di nuovo quel “profumo di nafta” come diceva il grande Pasquale, per respirare quell’aria di ricordi di un epoca che fù e che rappresenta le nostre radici che non dovremmo mai dimenticare.

Girare in mezzo a quei camion risveglia tanti ricordi in chi come me li vedeva passare da bambina – ebbene si, io li guardavo già da piccola! – e in chi ha avuto l’opportunità di guidarli quando ancora erano in servizio sulle nostre strade, sono li allineati e godono il loro meritato riposo, poi ogni tanto escono a farsi un giretto, a farsi ammirare dagli appassionati che si ritrovano ai vari eventi che vengono organizzati in giro per l’Italia. E li è bello sentire le storie degli anziani che guardandoli tornano ragazzi e si rivedono al volante di quei mezzi, storie di fatica e di orgoglio.

Un grazie immenso a Carlo e ai suoi figli che portano avanti il suo sogno, un modo per non dimenticare mai da dove arriviamo.

E un grazie a  tutti gli amici dell’associazione “4 Assi più” che ho conosciuto in questi anni, persone splendide col camion nel cuore!

Buona visione a tutti!

 

 

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“Il mio amico camionista”, un libro da leggere!

 

Torno a proporvi un libro in argomento camionistico, è scritto da un collega, Marco Manna (poi vi mettoi il link di una sua video intervista) ed è il racconto dell’esperienza di due amici nel mondo dell’autotrasporto.

Io dopo aver visto il video me lo sono fatto ordinare e l’ho letto in pochi giorni.

Mi è piaciuto, è scritto in modo fluido, si legge facilmente, fa pensare a certi aspetti negativi del nostro mestiere e a volte fa sorridere.

Però in tante cose non mi ci rivedo, non che non siano vere, perchè sono storie che ho sentito raccontare tantissime volte, ma sono esperienze che io, per mia fortuna,  non ho vissuto.

La mia esperienza in questo mondo è stata molto diversa da quella del protagonista, molto più positiva sotto tanti aspetti. E’ stata una scelta di vita da subito e non mi sono mai pentita di averla fatta.

Magari sarà che sono donna, sarà che vivo in una zona diversa e ho fatto tipologie diverse di trasporto, di sicuro non auguro a nessuno di dover ancora vivere determinate esperienze. Spero tanto che per la maggior parte di noi siano solo il ricordo di un passato un pò troppo fuori da ogni regola.

Detto questo io ve lo consiglio, perchè è sempre bello ascoltare voci e opinioni diverse  e allargare i propri orizzonti, vedere le situazioni da altri punti di vista e fare un confronto con le proprie personali esperienze, provare a mettersi nei panni di chi fa il nostro stesso mestiere ma in modo completamente diverso.

Buona lettura e buona strada sempre !

 

 

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Truckerin Rosi

 

Il titolo di questo video tedesco è:

 

Truckerin Rosi è una signora camionista di 76 anni che ancora viaggia sulle strade tedesche al volante di un autoarticolato!

In Italia questo non è possibile perchè a 68 anni ti tolgono la patente E e puoi guidare solo motrici, ma le regole non sono uguali dappertutto e in Germania lei può continuare a guidare il suo camion, e ad essere felice di farlo! Grande Rosi!

Buona visione  e buona strada sempre!

 

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Un’intervista a Beatrice

 

E’ di qualche settimana fa su “Varese Focus” questa intervista alla nostra collega Beatrice in cui racconta come ha cominciato e le difficoltà del suo lavoro.

Buona strada sempre !

Il link dell’articolo:

https://www.varesefocus.it/vf/dx/La-passione-per-i-tir-che-sfata-ogni-tab%C3%B9-21-Feb-25

Il testo:

Beatrice_Donghi.jpg

Due volte candidata al premio Sabo Rosa come “Autista donna dell’anno”, Beatrice Donghi, 30enne di Azzio, racconta come, quasi per caso, si sia avvicinata alla professione di camionista. Una storia che, tra pregi e difetti di un lavoro duro per chiunque, difficoltà comuni con i colleghi maschi (la conciliazione vita-lavoro coinvolge tutti) e trasferte di diversi giorni, scardina ogni pregiudizio di un immaginario collettivo legato ancora alla classificazione degli impieghi in base al sesso

La percentuale di donne che guidano camion in Europa, secondo il “Driver Shortage Report 2023dell’IRU (International Road Transportation Union), si attesta attorno al 6% e l’Italia si posiziona in media con questo dato. Numeri che ci sorprendono? Forse sì, ma potremmo guardarli in rapporto ad altre professioni. Sempre in Europa, le donne astronaute sono il 12%, rispetto al totale, mentre gli uomini che trovano occupazione nelle scuole dell’infanzia si fermano ad un modestissimo 5%. Basta una manciata di numeri e rapporti per dire che la differenza di genere, all’interno di alcune professioni, rappresenta ancora un tema importante; per non parlare di stereotipi e pregiudizi che facciamo fatica a superare. Eppure, nel Bel Paese tra le donne alla guida di un tir se ne trovano anche di molto giovani, come Beatrice Donghi, classe 1995 di Azzio, che ha scoperto la sua passione quasi per caso dopo la maturità e dal camion, almeno per ora, non è più scesa. In futuro? Si vedrà. Donghi, due volte candidata al premio Sabo Rosa come “Autista donna dell’anno”, ci spiega come si accede alla professione e ne racconta difficolta, pregi e difetti che, inutile dirlo, valgono per una donna quanto per un uomo.

Ci racconti come hai iniziato questo lavoro? 
Dopo la maturità sono entrata nell’azienda edile di famiglia per affiancare mia mamma nel lavoro d’ufficio. Un giorno, per caso e necessità, sono dovuta andare in cantiere e lì ho scoperto un mondo nuovo. Mi sono trovata alla guida di un 35 quintali, quei piccoli camion che si possono guidare con la patente B. È stato in quel momento che ho scoperto la mia passione. Non sono una di quelle persone che fin da piccola sognava di far manovra con un camion, anche se con mio fratello giocavo con le macchinine. Per me non si è trattato di coltivare il sogno della vita, ma più di una scoperta fatta da adulta.

Come si è svolta poi la tua formazione e la tua carriera?
Per i primi 6 anni, dopo aver ottenuto la patente C, sono rimasta in azienda con i miei genitori. Poi ho preso anche la patente E, quindi la CQC, ovvero la carta di qualificazione del conducente che consente di svolgere attività di carattere professionale legata all’autotrasporto. Da quel momento in poi sono andata a lavorare in una azienda di autotrasporto.

Cosa diresti alle donne che vorrebbero intraprendere questa professione?
Direi quello che vale anche per gli uomini: si tratta di un lavoro per il quale ci vuole, prima di tutto, tanta passione. Non basta pensare che è una professione in cui si trova facilmente lavoro. La richiesta di autisti di camion oggi è molto alta, poiché c’è poco ricambio generazionale. Per accedere alla professione ci vogliono anni. È richiesta un’età minima per prendere le varie patenti che sposta ad almeno 24 anni la soglia per concludere l’iter. Per non parlare dei costi che implicano un investimento di circa 4/5mila euro. E poi si tratta di un lavoro molto impegnativo e che richiede sacrificio, soprattutto se si fanno trasferte di più giorni e occorre dormire fuori.

Proprio le condizioni di lavoro sono un tema centrale nel rendere questa professione prettamente maschile, almeno nell’immaginario collettivo. Cosa ci dici a riguardo? 
Anche in questo caso, devo dire che le maggiori problematiche sono due e toccano tutti, donne e uomini. C’è un tema che riguarda le aree di sosta che sono sottodimensionate e spesso poco attrezzate, ad esempio per quel che concerne la disponibilità di docce e spazi per l’igiene personale. Poi c’è il problema della consegna delle merci nei centri logistici, soprattutto quelli di grandi dimensioni. La questione dei tempi di attesa per lo scarico del camion, che spesso sono molto lunghi, ha un forte impatto sul nostro lavoro in termini di orari e di stress.

Come è oggi la tua vita: cosa dice la tua esperienza in fatto di conciliazione vita-lavoro?
I primi anni della mia carriera lavoravo in un’azienda occupandomi di viaggi anche di 3 giorni, facevo trasferte fino in centro Italia e non al Sud o all’estero. Stare fuori più giorni è impegnativo e quando ho preso casa e sono andata a convivere con il mio compagno, anche lui camionista, ho sentito il desiderio di poter essere a casa mia più spesso. Ho trovato un nuovo impiego che mi permette di avere giornate lavorative più standard. Guido quello che in gergo si chiama un “centinato” e trasporto merce su bancale. Comincio presto la mattina, si parte verso le 4.00, ma il rientro in genere è per le 17.00 o per le 18.00 del pomeriggio. In fatto di conciliazione con i tempi di vita privata è complicato, soprattutto in una piccola azienda, chiedere dei giorni liberi. Difficile chiedere un permesso di qualche ora, proprio perché si è in giro in strada tutto il giorno.

Come vedi il tuo futuro? 
In questo periodo sto riflettendo molto: le priorità possono cambiare in poco tempo, ad esempio, se si programma di metter su famiglia. Vedo però buone prospettive per non abbandonare la mia passione e per sfruttare le mie competenze: diventare istruttrice di scuola guida sarebbe un buon compromesso per alcuni anni. Conosco colleghe che, una volta cresciuti i figli, sono tornate alla guida del camion, magari a 50 anni.

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(…) continua sul link ufficiale.

 

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Lastwagen Ladies

 

“Lastwagen Ladies” è una serie con protagoniste alcune colleghe camioniste svizzere, vi metto qualche link, dovete cliccarci sopra e vi manda su You Tube dove si possono vedere direttamente!

(Sono in tedesco ma si possono mettere i sottotitoli.)

Buona strada a tutte le colleghe!

 

 

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Al posto giusto nel momento giusto!

 

Un servizio da A3news – edizione di Treviso – un’intervista dedicata alla collega Sara, che racconta le sue emozioni nel momento in cui si è trovata di fronte l’auto contromano. Pochi istanti per decidere cosa fare. Una scelta che ha evitato conseguenze  che potevano essere drammatiche.

Brava Sara, buona strada sempre!!!

 

 

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La collega Vanessa!

 

Su You Tube ho trovato questi due short sul canale di  https://www.youtube.com/@Johnnyd890/shorts

dedicati alla collega Vanessa che racconta un pò la sua vita da camionista.

Buona strada sempre!!!

 

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WoMan’s Day 2025

 

Un video dell’evento di Lainate organizzato da MAN  Truck & Bus Italia, in occasione dell’8 marzo, e dedicato alle donne camioniste!

Buona strada sempre a tutte le colleghe!!

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