Posts Tagged "donne camioniste"

Una storia americana

 

Questa è la storia di una collega americana che a 50 anni ha deciso di cambiare vita e di fare la camionista…ricorda un pò la storia di tante nostre nuove colleghe che hanno aspettato anni per realizzare il proprio sogno. Vi metto il link da un sito italiano:

https://www.curioctopus.it/read/44133/a-50-anni-cambia-vita:-lascia-il-lavoro-da-insegnante-per-diventare-una-camionista

e quello originale da Women in trucking:

https://www.womenintrucking.org/blog/how-the-leadhertrucking-program-impacted-my-start-in-trucking

 

Questo è il testo:

A 50 anni cambia vita: lascia il lavoro da insegnante per diventare una camionista

Matteo Cicarelli

07 Marzo 2023

Arrivati a una certa età gli individui sognano di cambiare la propria vita. Tutto quello che avevano sognato quando erano più piccoli vogliono trasformarlo in realtà. Magari avevano rinunciato a perseguire quella speranza a causa di ostacoli che non erano riusciti a superare oppure hanno dovuto abbandonare quella strada a causa di pressioni esterne. Dopo anni, però, con una consapevolezza diversa è molto probabile che decidano di ritornare sui propri passi e realizzare il sogno accantonato.

La donna protagonista della vicenda a 50 anni ha abbandonato il suo lavoro da insegnante, per inseguire il suo sogno di infanzia e diventare una camionista. Vediamo meglio com’è andata.

Vanita Johnson/womenintruckingfoundation

Vanita Johnson/womenintruckingfoundation

 

Vanita Johnson aveva appena compiuto 50 anni, quando ha deciso di cambiare totalmente vita. Amava il suo mestiere di insegnante, ma aveva bisogno di nuovi stimoli. Per questo motivo, non ha perso tempo e ha deciso di inseguire il suo sogno di bambina: iniziare a guidare i camion.

Aveva ottenuto da poco una posizione di insegnante di ruolo presso una scuola elementare. Fino a quel momento, aveva sempre lavorato come supplente. Quando sembrava che la sua carriera stesse volgendo per il meglio, ha deciso di trasformare la sua vita. Infatti, appena gli istituti sono stati costretti a iniziare a fare lezione online, ha sentito che quello non era più il lavoro che voleva svolgere.

Aveva iniziato quel mestiere per fare lezione faccia a faccia con gli alunni. È stata proprio quella la scintilla che l’ha spinta a prendere la patente per guidare i camion. Nonostante avesse timore di fare un passo del genere, perché abbandonare un posto fisso è una scelta difficile da compiere, non ci ha pensato due volte e si è gettata in questa nuova avventura.

 

Gerard Donnelly/Flickr - Not the actual photo

 

Mi sono dimessa e ho seguito un mio sogno d’infanzia. Quando stavo in macchina osservavo sempre fuori dal finestrino nella speranza che passasse qualche camion, ed ero certa che un giorno ne avrei guidato uno. Quel sogno è diventato realtà. È stato un enorme cambiamento. Ma ero così ansiosa di farlo, che quando ho fatto questa scelta mi sono sentita appagata. La parte che preferisco di questo lavoro è la liberta, mi sento come un uccello che vola libero nel cielo. Adesso conosco le strade e i panorami del mio Paese“.

Tu avresti avuto il suo stesso coraggio?

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L’incontro del venerdi: Chiara!

 

Sono arrivata poco prima che finissero la pausa in un’azienda del varesotto, dovevo consegnare dei bancali vuoti.

Il carrellista, quando gli ho consegnato le bolle, mi ha detto di andare avanti e mettermi sull’altro lato del piazzale dove c’era già parcheggiata una motrice tre assi con il telo e le sponde aperti.

Passando ho notato che sulle porte dietro aveva un adesivo che riproduceva il disegno e la scritta di questa nota maglietta che si trova on line.

“Sarà una collega?” ho pensato mentre parcheggiavo.

Sono scesa e l’ho vista sbucare da davanti alla cabina con un bel sorriso! Ci siamo presentate, lei è Chiara! Le ho chiesto se conosceva il nostro gruppo di “Lady truck” e mi ha risposto di no. Ho pensato di dover rimediare…

Lei invece mi ha chiesto  – “Da quanto fai questo lavoro?”

e io le ho risposto con una domanda –  “Quanti anni hai?”

– “Trentuno”

– “Da prima che nascessi… ormai son vecchia….” E sono salita sul cassone a spostare i bancali da scaricare, ma abbiamo continuato a parlare tra una palata e l’altra del carrellista, che gentile, portava i pieni a lei e portava via i vuoti a me, cosi faceva due camion contemporaneamente!

Lei è della bergamasca, le ho chiesto se fosse mai venuta al raduno del Coast a Giussano, no, allora l’ho invitata a venirci a trovare, le ho regalato la nostra targa – in cambio della foto per il blog! – e ci siamo scambiate i numeri di telefono.

E’ sempre bello incontrare nuove colleghe, è bello che ci siano ragazze che decidono di mettersi al volante di un camion, è bello pensare che siamo sempre di più a dare un tocco di rosa a questo mestiere!

Buona strada sempre Chiara, spero di rivederti presto!

 

 

 

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La storia di Vania

 

Un’altra storia dal sito di “Uomini e trasporti” nella pagina “Anche io volevo il camion”.

E’ la storia di Vania, che guida si i camion, ma il suo lavoro principale è quello della boscaiola sulle montagne venete. Un lavoro ancora più unico che raro quando è svolto da una donna!

Questo è il link dell’articolo:

https://www.uominietrasporti.it/uet-blog/anche-io-volevo-il-camion/vania-zoppe-che-pace-quando-guido-il-mio-camion-nel-silenzio-della-foresta/

E questa è la prima parte del testo:

Vania Zoppè: «Che pace quando guido il mio camion nel silenzio della foresta»

Una grande passione per il suo lavoro – possiede un’azienda boschiva – che la rende una delle poche donne attive nel settore in Veneto. Ma anche un debole per quel Volvo FH16 da 750 cv che sovente guida, trasportando tronchi nelle magiche zone della foresta del Cansiglio

Vania Zoppè è una boscaiola, anzi è – forse – l’unica boscaiola che ancora rimane nel Veneto. Quarantatré anni, gestisce ad Alpago, in provincia di Belluno, una ditta boschiva, aperta nel 2011 e che attualmente segue insieme al suo compagno. Una passione ereditata dal padre, a sua volta titolare di un’impresa del settore, in cui lavorava anche mamma e che lei ha frequentato fin da piccola, da quando cioè aveva 12 anni.
È un lavoro che ama e che non cambierebbe con nient’altro al mondo, anche se i margini di profitto, ci racconta, non sono alti «Il guadagno non è importante – sorride – non si diventa certo ricchi a fare questo mestiere». Ma così può stare a contatto con la splendida natura della foresta del Cansiglio, a cavallo tra Veneto e Friuli Venezia Giulia, 6 mila ettari di verde e boschi incontaminati.

«Tagliamo le piante e consegniamo i tronchi in segheria, teniamo a posto i boschi e lavoriamo con i privati – ci spiega – Prima ci occupavamo dei faggi, prevalentemente legna da ardere; ora trattiamo anche l’abete bianco e rosso, alberi per segherie che poi vanno in Austria, dove ritirano molti carichi e lavorano in quantità, o più spesso nel Trevigiano».

Per questa attività di trasporto Vania utilizza veicoli adeguati alla bisogna, che le permettono di soddisfare la sua seconda passione: sedersi al volante di un autocarro.
«Per il trasporto usiamo un Volvo FH16 da 750cv e un vecchio Iveco TurboStar 190 36, tutti e due allestiti con la gru, che serve appunto ad accatastare i tronchi sul mezzo». Veicoli che Vania non riesce sempre a guidare per le tante incombenze che la sua azienda richiede, ma sui quali appena può sale per immergersi nella natura e viaggiare nel silenzio del bosco: «Devo dire che guido molto di più il Volvo, con cui mi trovo benissimo – ammette l’imprenditrice veneta – Mentre giri sulle strade e sui sentieri immersi nel verde, c’è una pace e una tranquillità che è incredibile. Poi a fine giornata vedi il tratto di bosco che hai sistemato ed è una grande soddisfazione».


 

Il resto della storia di Vania al link di “Uomini e trasporti”

Buona strada a tutti!

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la doccia,la pipì e le donne camioniste.

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Cercando, come faccio sempre, notizie sulle donne camioniste mi sono imbattuta in questo video: “la doccia,la pipì e le donne camioniste.” del collega youtuber Antonello Basta.
Lui si pone domande “lecite” sulla mancanza di servizi igienici, che come tutte noi ben sappiamo non sono sempre efficienti e bellissimi.
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Ma da qui – a mio parere personale – a dire che questo non è un lavoro adatto alle donne, mi fa pensare che molti uomini di donne non capiscono molto… lui sarà liberissimo di pensare che questo non è un lavoro femminile, ma noi siamo altrettanto libere di rispondergli che siamo più organizzate noi di loro, e che molte volte veniamo trattate meglio perchè siamo più educate quando ci presentiamo ai luoghi di scarico/carico.
In molte aziende dove vado mi viene tranquillamente dato libero accesso ai bagni degli uffici o comunque a bagni puliti e decenti. Quando non lo sono vengo avvisata delle condizioni e sta a me scegliere se andarci o meno. In certe fabbriche è quasi impossibile tenerli a modo proprio per la tipologia di lavoro che svolgono, e non è che andiamo in giro con la puzza sotto il naso. Per la serie “quando scappa, scappa!”
Quando si sceglie di fare questo lavoro si sa a che problematiche si va incontro e si cerca di trovare una soluzione. Se so che in un magazzino dovrò aspettare ore e i servizi sono indecenti, mi fermo prima a fare una breve sosta. E comunque ormai anche le logistiche sono normalmente dotate di servizi per gli autisti. Sarò fortunata io? Spesso e volentieri si.
I problemi ci sono stati nei periodi del lock down dove era vietato l’accesso alle strutture interne, ma siamo sopravvissute anche a quello e con più dignità di quello che mi consigliò di farla sotto il camion quando ero ferma in ribalta… alla mia risposta se tutti i camionisti li presenti avessero fatto la stessa cosa contemporaneamente si rendesse conto dello schifo che avremmo lasciato nel piazzale si arrampicò sugli specchi non avendo più argomenti validi.
Poi, ironizzando un pò, vorrei aggiungere che non è che siamo come i cagnolini maschi che devono segnare il territorio e la fanno ogni due metri… abbiamo una certa autonomia!
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La prima donna che: Teresina!

 

 

Come vi avevo anticipato, oggi hanno trasmesso il video dedicato a Teresina Bruno, “La prima donna che…” ha guidato un camion in Italia! Un racconto di pochi minuti ma che racchiude una vita intera!

Grazie Teresina!

Questo è il link per rivedere il video:

https://www.raiplay.it/video/2023/05/La-prima-donna-che—Teresa-Bruno—Puntata-del-10052023-5c9a156f-7cbe-44c8-8849-39a31caabdc0.html

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Fare la differenza

 

Dal canale You Tube “Golia”, un audio/video di qualche settimana fa, dedicato anche questo all’indimenticabile  Teresina Bruno.

“Fare la differenza” è proprio quello che ha fatto Teresina salendo su un camion nell’immediato dopoguerra, come prima ragazza camionista in Italia.

Prendere la patente superiore, guidare un camion, indossare i pantaloni in un’epoca in cui in Italia le donne non li portavano…essere pioniera di piccoli grandi cambiamenti, quello che oggi ci sembra normale allora era veramente speciale.

Buon ascolto!

 

 

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La prima donna che…

 

“La prima donna che…” è un programma dedicato alle donne pioniere in vari settori, artiste, studiose, giornaliste, scrittrici, sportive, ecc, ecc.  Ho scoperto che il 10 maggio ci sarà un episodio dedicato a Teresina Bruno, la prima donna camionista d’Italia, vi metto il link, per chi volesse guardarlo:

https://www.raiplay.it/dirette/rai3/La-prima-donna-che—Teresa-Bruno—Puntata-del-10052023-42cd306f-ec2d-4ab5-89ce-dc0757d71791.html

 

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La storia di Tatsiana

 

Ho trovato questo articolo che parla di Tatsiana, una collega autista di Girteka.

La frase che più mi piace in questa intervista è questa:

“Se una donna vuole dedicarsi a questa professione, parlane con una donna. Tra le mie colleghe, non c’è nessuno che si lamenti che è molto difficile “

Il link:

https://it.eseuro.com/local/204998.html

Il testo:

“Il trasporto a lunga distanza ha un grande potenziale per i camionisti”

Negli ultimi anni, l’industria degli autotrasporti ha subito una grande trasformazione. Mentre la carenza continua camionisti in Europa, le donne stanno diventando lentamente, ma sempre di più, al volante di mezzi pesanti. Rompere lo stereotipo della guida del camion come “lavoro da uomini” le donne stanno dimostrando di avere le carte in regola per eccellere in questa professione. Tatsiana, uno degli autistis professionisti di Girteka, spiega cosa significa per una donna essere un camionista e perché vale la pena prendere in considerazione questa carriera.

È ancora solo un “lavoro da uomini”?

“Sono sicuro che il lavoro di un camionista fosse un ‘lavoro da uomini’ in epoca sovietica, ma ora non resta che la definizione. Quando i nostri padri e nonni guidavano fuoristrada MAZ e KAMAZ e riparavano i loro camion con qualsiasi tempo, con l’olio nei gomiti, quella era “guida dura di camion”. Non c’erano condizioni idonee e i veicoli erano in pessime condizioni… Tutto questo è cambiato”, commento.

Nonostante il pensiero stereotipato, Tatsiana afferma di non incontrare alcuna difficoltà nel suo lavoro di donna. E le reazioni dei suoi colleghi maschi sono state ampiamente positive. Ha buoni percorsi, un veicolo affidabile e non guida fuoristrada. Tuttavia, è consapevole di quanto sia duro il lavoro di un pilota professionista, soprattutto in paesi come la Norvegia o la Svezia dove le condizioni sono dure.

Decisione che cambia la vita

Tatsiana ricorda bene come è entrata a far parte di Girteka: “Ho chiesto alle ragazze: prendete le donne? Lei ha risposto “sì”. Poi ho continuato: quante donne hai? “Non molti, ma lo stiamo facendo tutto il possibile per attrarre di più.” Era quella frase che giocava un ruolo chiave, magico.o, si potrebbe dire. E il giorno dopo ho firmato il contratto per entrare in Girteka come camionista”.

Quando si tratta di aspirazioni di carriera, questo autista preferisce rimanere sulla strada piuttosto che in un ufficio. “La mia sedia è un posto di guida, non da ufficio. E che tipo di carriera può avere un pilota? Da un camion all’altro. Ma se mai trasportiamo merci di grandi dimensioni in tutta Europa, quelle lunghe fino a 60 metri Verrò e chiederò loro di mettermi su un camion tipo e dice.

un sacco di potenziale

Tatsiana ci crede camion a lungo raggio in realtà potrebbero essere visti come una professione femminile. Ecco perché incoraggia altre donne a prendere in considerazione una carriera come autisti professionisti. Ha ispirato una delle sue amiche a diventare una camionista e sottolinea che le donne dovrebbero chiedere consiglio ad altre donne della professione, invece di affidarsi alle opinioni degli uomini.

“Se una donna vuole dedicarsi a questa professione, parlane con una donna. Tra le mie colleghe, non c’è nessuno che si lamenti che è molto difficile “, punti.

Per quanto riguarda i vantaggi e gli svantaggi di essere un camionista, Tatsiana sottolinea la sfida di stare lontano da casa come il principale svantaggio. Tuttavia, apprezza anche l’opportunità di leggere, ascoltare audiolibri e avere tempo per l’auto-riflessione durante i tuoi lunghi viaggi. Vede la guida di camion come un’attività che allevia lo stress e gli piace più che nei suoi lavori precedenti.

“Il mio lavoro mi entusiasma. Potrebbe essere -15 ° fuori oggi e +20  domani. Il paesaggio fuori dalla finestra è in continua evoluzione, anche le persone stanno cambiando. È molto interessante assistere a tutto ciò”, condividere.

Rappresentanza delle donne nel trasporto su strada

Secondo l’ultimo studio del Unione internazionale dei trasporti su strada (IRU), nel 2021 meno del 3% dei camionisti in Europa erano donne. Se l’industria degli autotrasporti riuscire ad attrarre più dipendenti donne, non solo aiuterebbe ad affrontare il problema della carenza di conducenti, ma aprirebbe anche la strada a una maggiore diversità e inclusione nel settore. Con le loro comprovate capacità, dedizione e adattabilità, le donne camioniste lo sono senza dubbiouna preziosa aggiunta alla forza lavoro e svolgono un ruolo cruciale nel progresso del settore. Man mano che sempre più donne entrano in campo, portano con sé prospettive, abilità ed esperienze uniche, come Tatsiana, che arricchiscono la professione e contribuiscono a una forza lavoro più diversificata e innovativa.

Con il crescente sostegno dei datori di lavoro come Girteka e l’industria in generale, le camioniste possono ora accedere a una varietà di opportunità di sviluppo professionale, formazione e programmi di tutoraggio su misura per le loro esigenze. A Girteka, parità di genere e diversità Sono al centro dei valori e delle strategie di reclutamento dell’azienda. Riconoscere l’importanza di una forza lavoro equilibrata, l’azienda incoraggia attivamente l’inclusione delle donne nel settore degli autotrasporti e si impegna a creare un ambiente di lavoro solidale ed equo per tutti i conducenti.

Promuovendo il messaggio che guidare i camion sono una professione per tutti, Girteka mira a porre fine agli stereotipi di genere e promuovere una cultura inclusiva. Il nostro impegno per la parità di genere si riflette nei nostri sforzi per assumere più autisti donne, offrendo pari opportunità e supporto alla crescita professionale indipendentemente dal genere.

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MASCHILISMO E DONNE CAMIONISTE – parte 2

 

Il maschilismo nell’autotrasporto non era solo quello dei colleghi sulle strade, naturalmente. Cominciava già prima di salire su un camion, era quello il problema più grande. Riuscire ad avere un posto di lavoro al volante non era semplice. E forse no lo è ancora adesso in alcuni casi. Nei primi anni in cui viaggiavo la maggior parte delle colleghe che ebbi l’occasione di conoscere ci erano riuscite perché venivano da una famiglia di autotrasportatori, oppure perché viaggiavano col compagno o avevano cominciato con lui. C’era anche qualche padroncina che si era fatta da sola, qualche autista dipendente, ma erano veramente poche.

Mi ricordo di una mia amica che mise un annuncio sul giornale per cercare lavoro e venne contattata da una ditta di trasporti (quelli del quotidiano non avevano scritto che era una lei, pensando ad un errore nel testo), e quando rispose al telefono, sentendo la voce di una donna le fu chiesto se era per suo marito, quando lei rispose che l’interessata era lei, le dissero che loro cercavano un uomo, perché non era un lavoro adatto a una donna… Quante ragazze si sono sentite rispondere cosi cercando un lavoro da autista? Tante…  Per contro, alcune sono state assunte per scommessa, perché pensavano che avrebbero gettato la spugna dopo poche settimane, e invece viaggiano ancora adesso!

Uno dei motivi per cui le donne faticavano a trovare lavoro su un camion era dovuto alla possibilità che avessero figli nel breve periodo. Lo so, mi direte che questa cosa vale per molti altri lavori, ed è vero, ma sostituire un autista non è semplice per niente e comunque, finito il periodo della maternità, se non avevi qualcuno che si poteva prendere cura del tuo bimbo i problemi diventavano insormontabili. La storia è sempre la stessa: sai l’orario di partenza, ma mai quello di arrivo, la strada è il luogo dell’imprevisto per eccellenza! Purtroppo in Italia non ti puoi più portare i bambini sul camion come si faceva una volta (ho letto un’intervista di una collega degli anni ’70 che  portava con se i figli piccolissimi e li allattava in cabina!). 

Cosi ho visto tante colleghe scendere dal camion per poter crescere i propri bambini, aspettare che fossero abbastanza grandi e poi riprendere la strada. E comunque anche chi ha avuto qualcuno a casa (vedi nonne, tate, ecc..) che le sostituiva durante le lunghe trasferte, ha sofferto per questa cosa, avere un figlio e non vederlo crescere è dura già per un uomo, per una mamma lo è ancora di più, ma a volte era una scelta obbligata da necessità economiche. Altre hanno tenuto il loro sogno nel cassetto per anni, aspettando appunto che i figli crescessero e sono salite sul camion a 40 o 50 anni, riuscendo cosi a sentirsi finalmente realizzate. Altre invece hanno fatto la scelta opposta: hanno rinunciato ad avere figli, qualcuna anche ad avere un marito e hanno proseguito per il loro cammino. Non è il sogno di tutte quello di avere una famiglia, c’è chi preferisce una sua realizzazione personale ed è felice della propria scelta. E anche qui ricompare il maschilismo, e se prima te lo dicevano a voce ora te lo comunicano via “social”, dichiarando che decidere di non avere figli è una scelta “agghiacciante” per una donna, o che se l’hai fatta non hai costruito niente nella vita e sei solo una donna SOLA. Certi uomini a volte si permettono di esprimere giudizi senza nemmeno conoscere le persone, semplicemente perché non rientri nei loro standard di vita, quelli che loro reputano gli unici giusti per tutti.

Uomini e donne non sono uguali e quando si parla di parità non vuol dire azzerare le differenze che ci contraddistinguono, ma raggiungere la parità dei diritti, e quella è  una strada ancora lunga da percorrere.

Ma il discorso non finisce qui… ne parlerò ancora in un prossimo post, buona strada a tutti!

 

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Blondie’s Trucking Adventures

“Blondie’s Trucking Adventures”  è il canale You Tube di una giovanissima  (e bionda!) collega, lei si chiama Timea  e le sue avventure le potete trovare a questo link:

https://www.youtube.com/@blondietruckingadventures/featured

E questo è uno dei suoi video, dedicato al risveglio in cabina:

 


Buona visione a tutti e buona strada a Timea!

 

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