Parlavo al telefono con una mia carissima amica ed ex collega (purtroppo, perchè questa cosa è successa anche a lei) della Liguria, e mi ha detto che c’era sui giornali locali questa notizia di una donna che non riusciva a trovare un posto da autista, anche e soprattutto perchè è donna!
Ultimamente si fa tanto parlare di donne autiste, soprattutto da parte di colleghi uomini che pretendono di sapere meglio di noi come noi ci approciamo a questo mestiere, facendo a volte battute e discorsi a sproposito, non rendendosi conto che sono proprio loro i primi maschilisti. Ancora ritirano in ballo la domanda trita e ritrita: “Se devi cambiare una gomma come fai?”, cosa che ci sentivamo dire già 40 anni fa, ma che ormai dovrebbe essere sorpassata visto che anche loro chiamano l’assistenza quasi sempre al bisogno, che si domandano come potremmo fare a buttare un telo sopra un carico, dimenticando che per fare le camioniste non è necessario fare quella tipologia di lavoro (che comunque non è quella effettuata dalla maggior parte degli uomini), che ci sono mille possibilità diverse e non per forza bisogna fare la “Sardegna” e cambiare semirimorchio ad ogni viaggio, che esistono i frigo, i container, le cisterne, ecc, ecc. E che non tutte le donne vogliono fare le camioniste, ma quelle che lo desiderano sanno bene a cosa vanno incontro, non sono bambine sprovvedute. E che se la maggior parte, quando vengono intervistate, nominano la passione è perchè ce l’hanno davvero, perchè amano questo mestiere, questo stile di vita, e che sanno benissimo che ci sono tanti problemi da affrontare, che il mondo dell’autotrasporto non è tutto rose e fiori, ma proprio per questo motivo cercano di evidenziare anche e soprattutto i lati positivi, perchè piangersi addosso ultimamente è più cosa da uomini che non da donne.
Alla futura collega Carmen facciamo tanti auguri di buona strada per il suo futuro al volante di un camion!
Altare. Esistono ancora lavori per soli uomini? A quanto pare sì, e ne è una testimone diretta una donna altarese, di 37 anni, che fin da bambina ha la passione per i camion ma nessuno la vuole assumere come autista. Carmen Prota è sposata e ha due figli, tempo fa ha deciso di iscriversi a scuola guida per conseguire la patente C, ottenuta a dicembre 2022, e poter così condurre mezzi pesanti ma con un limite sul rimorchio. “Ho sempre svolto lavori diversi nella mia vita, tra cui la cameriera, la lavapiatti, l’addetta alle pulizie, l’operaia in fabbrica, e per quattro mesi nel 2023 in un’azienda di trasporti. Dopo quella esperienza non sono riuscita a trovare nessun altro lavoro in questo settore”.
“Ho inviato il curriculum a decine di aziende, ma sempre con esito negativo – prosegue l’aspirante camionista – Quasi nessuno mi contatta, se lo fanno mi illudono dicendomi che vorrebbero assumermi e poi spariscono o cambiano idea, o, addirittura, mi dicono che preferiscono un uomo perchè sopporta meglio la stanchezza ed è più forte. A breve dovrò sostenere l’esame per la patente E, quindi mi chiedo se qualcuno sarebbe disposto ad avermi come dipendente, ho voglia e bisogno di lavorare, nonché la passione per la guida”.
L’amarezza di Carmen non si ferma soltanto all’aspetto professionale, bensì si amplia sul piano socio-culturale: “Perché c’è così tanto maschilismo? Il mondo è pieno di camioniste donne, non capisco perché io non possa avere l’opportunità di fare questo lavoro?”. A breve la donna potrà guidare anche i tir, inoltre il conseguimento delle due patenti le è costato qualche migliaio di euro: ci sarà qualche speranza che possa finalmente dedicarsi a ciò che le piace e che le garantirebbe un reddito?
“NERO” è il titolo del libro della collega Silvia Rauti Carbone.
Ho saputo di questo libro perché ne parla lei nel video “La versione delle donne – parte 8” pubblicato qui su You Tube dal Comune di Tortona il 1 marzo 2024.
E’ un video breve (vi ho messo il link qualche giorno fa), pochi minuti in cui lei arriva col suo MAN, scende e viene affiancata da un’altra collega, Angela. Silvia racconta del suo lavoro di donna camionista, lei trasporta “energia”, combustibili e carburanti, e dichiara che è un lavoro alla portata delle donne, anche se erroneamente è considerato un lavoro prettamente maschile e che al contrario da molte possibilità alle donne di realizzazione, che è si un lavoro faticoso, che gli uomini hanno più forza fisica ma le donne più resistenza e sono in grado di gestire meglio i tempi di lavoro. In più i loro titolari danno loro la possibilità di scegliere se fare il giornaliero, il settimanale o anche di stare fuori per un mese intero. Angela annuisce e sorride dicendo che lei fa il settimanale.
Silvia descrive la cabina del camion: una cuccetta comoda, il frigorifero, la tanica dell’acqua, un fornellino, il riscaldamento autonomo e il clima da fermo, tutto quello che serve per vivere dignitosamente in uno spazio ristretto, in un piccolo appartamento su ruote. In più lo stipendio è decisamente più elevato di un qualsiasi lavoro impiegatizio e per una donna diventa un sostegno economico non indifferente.
Silvia conclude il video dicendo che si possono sfruttare i lunghi tempi d’attesa per caricare e scaricare leggendo, scrivendo e studiando, anche per diplomarsi o laurearsi! Poi sale in cabina e scende col suo libro “Nero” in mano e ci dice che ha realizzato questo libro fotografico sul mondo dell’autotrasporto, che è stato presentato anche al Salone del libro di Torino e ha avuto successo.
“Insomma, è un lavoro bellissimo che consigliamo alle donne di provare, di essere coraggiose.”
Alla fine del video il mio primo pensiero è stato : lo voglio! Cosi me lo sono fatto ordinare da mio fratello e ho cercato anche qualche articolo dedicato per saperne di più. Vi metto un paio di link:
Nel frattempo che aspettavo mi arrivasse il libro, su YT si è scatenata una polemica intorno al video delle colleghe, critiche assurde che le accusavano di fare pubblicità all’azienda per cui lavorano. Anche fosse stato cosi, dov’è il problema? In più battutine e battutacce sul fatto di leggere, scrivere e studiare durante le attese (cosa che io personalmente ho sempre fatto e che so fanno anche tanti altri…), cose senza senso, ripetute a pappagallo…
Mi ha dato veramente fastidio questo accanirsi nei confronti di una collega che nemmeno conoscono, questo vomitare odio semplicemente perché lei è contenta del suo lavoro, lo consiglia e ne trae soddisfazioni utilizzando al meglio il suo tempo. In più tutto questo accadeva nei giorni intorno all’8 di marzo, la Festa della donna, festa che, visto i comportamenti, ha ancora più ragion d’essere nel suo significato profondo di riuscire a raggiungere una parità di diritti e di rispetto della persona.
La maggior parte delle donne vive questo mestiere come una realizzazione personale, in quanto si è in un ambiente ancora prevalentemente maschile e maschilista, e non tutti gli uomini sono disposti ad accettarci nel loro mondo. Le cose negli ultimi tempi stanno un po’ cambiando, ma la strada è ancora lunga.
Tra i denigratori purtroppo c’era anche una collega che ha dedicato loro pensieri ironici nei suoi brevi video su YT. Non possiamo pensarla tutti allo stesso modo, lo so, ma ci vorrebbe un minimo di rispetto per i pensieri altrui. Amare il proprio lavoro e sfruttare i tempi di attesa per creare qualcosa di positivo va contro l’opinione di alcuni che sanno solo lamentarsi di tutto, mentre ci sono anche cose belle in mezzo alle brutture della vita, e chi è in grado di apprezzarle non è da condannare a priori senza nemmeno sapere di preciso di cosa si tratta.
Il libro – dopo alcune vicissitudini – è arrivato. Ero impaziente di sfogliarlo, per capire.
Il titolo “NERO” è riferito al carburante per le navi che spesso Silvia e i suoi colleghi trasportano. Ci sono poche pagine scritte, giusto una presentazione, e tante, tante fotografie. Più di 200. Foto di viaggi, paesaggi, tramonti, porti e raffinerie, ma soprattutto ritratti di colleghi. Camionisti fotografati nei piazzali da soli o in gruppo, davanti ai camion o in cabina, con la tuta da lavoro o vestiti normalmente. Foto scattate – credo – prevalentemente durante le famose lunghe attese nei luoghi di carico/scarico, attese passate tra chiacchiere in compagnia e scatti fotografici.
C’è una cosa che accumuna la quasi totalità dei camionisti ritratti. Il sorriso!
Non è facile far sorridere tutti quando si scattano fotografie, Silvia ci è riuscita.
Ho sfogliato già più volte le pagine del libro, per vedere se riconoscevo qualcuno, e no, non ci sono volti a me noti, probabilmente perché lavoriamo in settori dell’autotrasporto completamente diversi e quindi incontrarsi è praticamente impossibile se non in fuggevoli istanti lungo le autostrade.
L’ultima foto del libro ritrae lei, davanti al suo camion, in tuta di lavoro, la treccia bionda, un fiore d’ibisco tra i capelli.
Voglio fare i complimenti a Silvia, da collega a collega, perché è riuscita a sfruttare i cosiddetti tempi morti per realizzare un qualcosa di positivo, creare un libro comporta un grande impegno, ma da anche una grande soddisfazione quando finalmente lo si può tenere tra le mani!
Buona strada sempre Silvia, spero che le nostre si incrocino prima o poi, che riusciremo a bere un caffè insieme, scambiare quattro chiacchiere e, perché no, farci anche una bella fotografia!
La video intervista a Palmira il giorno della premiazione!
Buona strada sempre collega!
E il testo della presentazione del video:
Sabo Rosa, Palmira Mura è la Camionista dell’anno 2024
Palmira Mura, autista di camion nata in Sardegna e oggi residente ad Alseno, in provincia di Piacenza, si è aggiudicata la quindicesima edizione del Sabo Rosa, il riconoscimento che dal 2010, in occasione della Festa della Donna, il nostro Gruppo conferisce alla “Camionista/Autista dell’Anno”.
A scegliere la “Camionista dell’Anno”, fra le numerose candidature pervenute attraverso il Web è stata una giuria composta dalle nostre dipendenti. Alla consegna dell’ammortizzatore rosa, pezzo unico prodotto una sola volta all’anno, era presente Elisabetta Nuti, direttore finanziario del Roberto Nuti Group e presidente della giuria.
“Fare la camionista era il mio sogno fin da ragazza. Sogno che ho dovuto accantonare perché sono diventata mamma molto giovane, e ora sono già nonna – ci ha raccontato Palmira Mura in fase di candidatura -. Quindi, per crescere i miei quattro figli, ho lavorato per vent’anni in una RSA dove mi occupavo di accudire le persone anziane. Poi è arrivato il Covid e, quello, è stato un momento emotivamente molto difficile, che mi ha portato a prendere la decisione di realizzare il mio sogno. Ho conseguito le patenti mettendoci tutte le mie energie e il 5 agosto 2021 sono finalmente salita su un camion.
Tanta fatica all’inizio, ma ho trovato una piccola azienda che mi ha dato fiducia e sono partita”.
Visita il nostro sito – www.robertonutigroup.com Visita il sito di SABO ammortizzatori e molle ad aria – www.sabo.it Video prodotto da Rizomedia Riprese e intervista realizzate da Alessandro Boriani Musica – Prosper – Uppbeat
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