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Un’intervista a Beatrice

 

E’ di qualche settimana fa su “Varese Focus” questa intervista alla nostra collega Beatrice in cui racconta come ha cominciato e le difficoltà del suo lavoro.

Buona strada sempre !

Il link dell’articolo:

https://www.varesefocus.it/vf/dx/La-passione-per-i-tir-che-sfata-ogni-tab%C3%B9-21-Feb-25

Il testo:

Beatrice_Donghi.jpg

Due volte candidata al premio Sabo Rosa come “Autista donna dell’anno”, Beatrice Donghi, 30enne di Azzio, racconta come, quasi per caso, si sia avvicinata alla professione di camionista. Una storia che, tra pregi e difetti di un lavoro duro per chiunque, difficoltà comuni con i colleghi maschi (la conciliazione vita-lavoro coinvolge tutti) e trasferte di diversi giorni, scardina ogni pregiudizio di un immaginario collettivo legato ancora alla classificazione degli impieghi in base al sesso

La percentuale di donne che guidano camion in Europa, secondo il “Driver Shortage Report 2023dell’IRU (International Road Transportation Union), si attesta attorno al 6% e l’Italia si posiziona in media con questo dato. Numeri che ci sorprendono? Forse sì, ma potremmo guardarli in rapporto ad altre professioni. Sempre in Europa, le donne astronaute sono il 12%, rispetto al totale, mentre gli uomini che trovano occupazione nelle scuole dell’infanzia si fermano ad un modestissimo 5%. Basta una manciata di numeri e rapporti per dire che la differenza di genere, all’interno di alcune professioni, rappresenta ancora un tema importante; per non parlare di stereotipi e pregiudizi che facciamo fatica a superare. Eppure, nel Bel Paese tra le donne alla guida di un tir se ne trovano anche di molto giovani, come Beatrice Donghi, classe 1995 di Azzio, che ha scoperto la sua passione quasi per caso dopo la maturità e dal camion, almeno per ora, non è più scesa. In futuro? Si vedrà. Donghi, due volte candidata al premio Sabo Rosa come “Autista donna dell’anno”, ci spiega come si accede alla professione e ne racconta difficolta, pregi e difetti che, inutile dirlo, valgono per una donna quanto per un uomo.

Ci racconti come hai iniziato questo lavoro? 
Dopo la maturità sono entrata nell’azienda edile di famiglia per affiancare mia mamma nel lavoro d’ufficio. Un giorno, per caso e necessità, sono dovuta andare in cantiere e lì ho scoperto un mondo nuovo. Mi sono trovata alla guida di un 35 quintali, quei piccoli camion che si possono guidare con la patente B. È stato in quel momento che ho scoperto la mia passione. Non sono una di quelle persone che fin da piccola sognava di far manovra con un camion, anche se con mio fratello giocavo con le macchinine. Per me non si è trattato di coltivare il sogno della vita, ma più di una scoperta fatta da adulta.

Come si è svolta poi la tua formazione e la tua carriera?
Per i primi 6 anni, dopo aver ottenuto la patente C, sono rimasta in azienda con i miei genitori. Poi ho preso anche la patente E, quindi la CQC, ovvero la carta di qualificazione del conducente che consente di svolgere attività di carattere professionale legata all’autotrasporto. Da quel momento in poi sono andata a lavorare in una azienda di autotrasporto.

Cosa diresti alle donne che vorrebbero intraprendere questa professione?
Direi quello che vale anche per gli uomini: si tratta di un lavoro per il quale ci vuole, prima di tutto, tanta passione. Non basta pensare che è una professione in cui si trova facilmente lavoro. La richiesta di autisti di camion oggi è molto alta, poiché c’è poco ricambio generazionale. Per accedere alla professione ci vogliono anni. È richiesta un’età minima per prendere le varie patenti che sposta ad almeno 24 anni la soglia per concludere l’iter. Per non parlare dei costi che implicano un investimento di circa 4/5mila euro. E poi si tratta di un lavoro molto impegnativo e che richiede sacrificio, soprattutto se si fanno trasferte di più giorni e occorre dormire fuori.

Proprio le condizioni di lavoro sono un tema centrale nel rendere questa professione prettamente maschile, almeno nell’immaginario collettivo. Cosa ci dici a riguardo? 
Anche in questo caso, devo dire che le maggiori problematiche sono due e toccano tutti, donne e uomini. C’è un tema che riguarda le aree di sosta che sono sottodimensionate e spesso poco attrezzate, ad esempio per quel che concerne la disponibilità di docce e spazi per l’igiene personale. Poi c’è il problema della consegna delle merci nei centri logistici, soprattutto quelli di grandi dimensioni. La questione dei tempi di attesa per lo scarico del camion, che spesso sono molto lunghi, ha un forte impatto sul nostro lavoro in termini di orari e di stress.

Come è oggi la tua vita: cosa dice la tua esperienza in fatto di conciliazione vita-lavoro?
I primi anni della mia carriera lavoravo in un’azienda occupandomi di viaggi anche di 3 giorni, facevo trasferte fino in centro Italia e non al Sud o all’estero. Stare fuori più giorni è impegnativo e quando ho preso casa e sono andata a convivere con il mio compagno, anche lui camionista, ho sentito il desiderio di poter essere a casa mia più spesso. Ho trovato un nuovo impiego che mi permette di avere giornate lavorative più standard. Guido quello che in gergo si chiama un “centinato” e trasporto merce su bancale. Comincio presto la mattina, si parte verso le 4.00, ma il rientro in genere è per le 17.00 o per le 18.00 del pomeriggio. In fatto di conciliazione con i tempi di vita privata è complicato, soprattutto in una piccola azienda, chiedere dei giorni liberi. Difficile chiedere un permesso di qualche ora, proprio perché si è in giro in strada tutto il giorno.

Come vedi il tuo futuro? 
In questo periodo sto riflettendo molto: le priorità possono cambiare in poco tempo, ad esempio, se si programma di metter su famiglia. Vedo però buone prospettive per non abbandonare la mia passione e per sfruttare le mie competenze: diventare istruttrice di scuola guida sarebbe un buon compromesso per alcuni anni. Conosco colleghe che, una volta cresciuti i figli, sono tornate alla guida del camion, magari a 50 anni.

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(…) continua sul link ufficiale.

 

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Lastwagen Ladies

 

“Lastwagen Ladies” è una serie con protagoniste alcune colleghe camioniste svizzere, vi metto qualche link, dovete cliccarci sopra e vi manda su You Tube dove si possono vedere direttamente!

(Sono in tedesco ma si possono mettere i sottotitoli.)

Buona strada a tutte le colleghe!

 

 

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2° WoMan Day 2025 by Man Trucks Italia

La giornata internazionale della donna è un momento per celebrare l’importanza del ruolo della donna nella società. Per la maggiore si festeggia come un evento di aggregazione e gioia, con omaggi di mimose e serate di divertimento, mentre noi camioniste abbiamo avuto la possibilità di viverla in un modo speciale. Grazie a Man Trucks, che per l’occasione è diventata WoMan, ho avuto la possibilità di partecipare al secondo WoMan Day e devo dire che è stata un’esperienza molto interessante! Eravamo una squadra di ventidue camioniste, tutte provenienti da posti ed esperienze diverse, con tanta voglia di incontrarsi e imparare cose nuove!

La giornata è stata impostata in due fasi, quella teorica della mattina e quella pratica del pomeriggio. La parte in aula riguardava un tema a noi caro, la violenza di genere, i femminicidi con dati sempre più preoccupanti. Abbiamo approfondito i problemi anche con esempi e dibattiti su cosa ci ha colpito e cosa si potrebbe fare, ma arrivare ad eliminare un fenomeno per ottenere una parità di diritti sarà molto difficile e lunga. Tuttavia ci sono avvocati come Stefania Crespi e associazioni come Donnexstrada, tutti contatti disponibili su Instagram, che danno una mano a chi chiede aiuto, affinchè le donne in pericolo e bisognose anche di un appoggio verbale, sappiano che non sono sole e salvarsi si può.

Dopo una pausa pranzo ecco che ci dividiamo in gruppi per poter provare i mezzi in pista; le prove consistevano in guida su percorsi bagnati per capire il pericolo derivante da sbandamento su strada ghiacciata, in guida su camion elettrico per testare le performance e in manovra di retromarcia con bilico per testare gli specchi interni (telecamere) ormai di serie su quasi tutti i camion. I professionisti che ci hanno fatto la formazione ci hanno corrette dando le giuste informazioni su come gestire volante e pedali che a volte l’istinto ti porta in una direzione, ma con i giusti accorgimenti e strumenti si può lavorare in tutta sicurezza. Credo che questi corsi dovrebbero farli tutti, per me è stato un aggiornamento che è servito tantissimo.

cliccando qui potete leggere l’articolo pubblicato su Uomini e trasporti.

Da questa esperienza porto a casa una giornata indimenticabile a livello professionale ma soprattutto umano. Trovarsi con tante colleghe non capita spesso, succede a qualche raduno o evento conviviale, ma di solito ci si organizza con chi si conosce già e si socializza poco. A volte ci si trova anche nei piazzali ma è abbastanza insolito perchè non sempre coincidono posti e orari soprattutto per chi come me fa linea. Grazie a questo evento invece abbiamo avuto la possibilità di allargare la nostra community, rafforzando la nostra rete di amicizie scambiandoci i contatti e perchè no, trovarsi per un caffè on the road! ben vengano iniziative che valorizzano la donna camionista per dare voce e importanza a una minoranza sempre in forte crescita!

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Incontri on the road: Streghetta!

E’ bastato un messaggio da Romina per farmi sapere che da lei è arrivata una camionista a caricare. Detto fatto mi dirigo da loro e una scritta luminosa molto vistosa appare sulla cristalleria dello scania…. Streghetta! che sorpresa! mai pensavo di incontrarla a Verona! mi spiega che viaggia in lungo e in largo, ogni giorno è un posto diverso, è sempre una continua prova! tuttavia gli incontri fanno la differenza, soprattutto con le colleghe, che non sempre si trovano ma se c’è la possibilità di fare conoscenza, scambiarsi due parole e un sorriso ecco che i viaggi prendono una piega diversa.

Claudia e Romina
Claudia e Rosa

L’ultima volta che ci siamo viste era al pranzo delle Lady Truck a Piacenza, ma non abbiamo avuto modo di approfondire la conoscenza. E’ stato un vero piacere trovarci on the road, e sicuramente ci sarà modo di vedersi ancora, perchè prima o poi le occasioni arrivano!

Tanti auguri di Buona Strada a Claudia detta Streghetta!

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La storia di Lisa, una giovane collega!!

 

Un’altra bella storia di una ragazza che ha scelto di diventare camionista, siamo sempre di più e motivate, buona strada sempre Lisa!!!

Il link:

https://www.iltquotidiano.it/articoli/val-di-fiemme-la-storia-di-lisa-dellafior-io-donna-camionista-a-24-anni-che-gioia-storia/

 

La sua storia:

domenica 6 Ottobre, 2024

Val di Fiemme, la storia di Lisa Dellafior: «Io, donna camionista a 24 anni: che gioia»

di Samanta Deflorian

La giovane è autista della ditta Misconel: «Ho realizzato un sogno»

È passato poco più di un anno da quel giorno in cui Lisa ha ricevuto la telefonata in cui le è stato offerto un posto di lavoro. Un lavoro che non aveva ancora cercato, ma che è arrivato inaspettato. Proprio a lei. Una donna. La ditta Misconel di Lago di Tesero le stava offrendo un posto come autista di camion. «Non ci ho pensato due volte e ho accettato. Mi sono detta: quando mi ricapita che mi vengano a cercare».
Lisa Dellafior ha 24 anni ed è di Masi di Cavalese. La mamma ha un salone di parrucchiera, il papà è da sempre meccanico nelle officine di Misconel. Lisa è cresciuta con due fratelli che oggi fanno i boscaioli. «I miei giochi da piccola erano i lego, trattori, macchinine. Se volevo compagnia, mi toccava fare i giochi dei miei fratelli». Eppure Lisa cresce circondata da un mondo «al femminile». Da piccola trascorre tante ore nel negozio della mamma a stretto contatto con le clienti. Alle superiori frequenta il liceo sociale a Cavalese: la classe è quasi esclusivamente composta da ragazze. E poi arriva il suo primo impiego presso la fabbrica La Sportiva di Ziano, dove viene assegnata al reparto «giunteria»; di nuovo le colleghe sono per lo più donne. «È stato in questi mesi di lavoro in fabbrica che ho deciso di conseguire la patente C, quella che abilita alla guida dei camion. L’ho fatto un po’ per noia, e un po’ perché otto ore di lavoro ripetitivo fermo nello stesso posto mi hanno fatto venir voglia di cambiare stile di vita. Ho iniziato a sognare di fare la camionista di linea, ossia quello che viaggia su lunghe tratte. E così tutto è arrivato da sé, la patente, la chiamata al lavoro, e la nuova vita sempre in movimento, per ora “solo” in regione».
Oggi Lisa conduce camion lunghi circa otto metri; sa manovrare la gru, trasporta materiale nei cantieri, compie tutte le manovre necessarie per cambiare il cassone del camion con la botte, e ha a che fare con colleghi esclusivamente maschi. Chi le vuole bene sa che ha fatto una scelta che l’ha resa felice, anche se non è mancato chi ha tentato di scoraggiarla. Lisa però non ha mollato. Forte dell’appoggio della famiglia, che, se aveva qualche perplessità, era per il timore di incidenti per le tante ore in strada, più che per il lavoro in sé, Lisa ha deciso di seguire l’istinto e accettare un lavoro che gli stereotipi vogliono «da uomo». «Spesso accade che chi mi vede alla guida si giri per guardarmi. Quando mi presento in un nuovo cantiere la prima reazione se va bene è di stupore, spesso vedo sfiducia e diffidenza. Posso capirlo, è strano vedere una donna e per di più molto giovane alla guida di un camion».
Lisa però non si scoraggia e con umiltà e tanta voglia di imparare si è ritagliata il suo spazio in mondo di uomini. «La cosa bella è constatare che chi mi vede all’opera, poi si ricrede». A volte sono accaduti anche episodi divertenti come quella volta in cui si è presentata in cantiere chiedendo dove andasse fatto il getto. La risposta degli operai è stata «Qui, ma stiamo aspettando il camion per farlo». «Quando gli ho detto che il camion che aspettavano ero io, sono rimasti spiazzati e quasi increduli».
Lisa è consapevole di essere una mosca bianca. «Infatti quando mi chiedono che lavoro faccio, preferisco rispondere “l’autista”, e solo se mi fanno altre domande specifico che guido camion. Non amo espormi o richiamare l’attenzione su di me, per me fare questo lavoro è la cosa più normale del mondo. Ma racconto volentieri la mia storia perché chiunque abbia un sogno, sappia che nulla e nessuno può impedirgli di realizzarlo. Io ce l’ho fatta, e come me tutti possono farlo».

 

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La storia di Adriana

 

Questo video ha quasi un anno, ma quanto è bella la storia di Adriana Caverzan, prima donna autista di autobus a Treviso?

Una vita passata al volante realizzando il suo sogno di bambina, un lavoro che ha scelto e inseguito, sfidando tanti pregiudizi.

 

 

 

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Raffaella, una futura collega!

 

Dal canale You Tube del mitico Marvin, questo video in cui, in un raduno di mezzi storici, ha l’occasione di conoscere Raffaella, una ragazza di 19 anni, nata e cresciuta in una famiglia di camionisti e futura camionista anche lei!

Le auguriamo tanta buona strada per la realizzazione dei suoi sogni!

Ciao Raffaella!

 

 

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Camioniste svizzere

 

Un articolo dedicato a una giovane futura camionista svizzera, Eithlyn (sta finendo l’apprendistato) e non solo a lei, pubblicato sul Corriere del Ticino.

Questo è il link dell’articolo:

https://www.cdt.ch/prodotti/la-domenica/la-camionista-con-una-marcia-in-piu-363303

E questa è la sua storia:

 

La camionista con una marcia in più

La diciannovenne Eithlyn Stucki sfida i pregiudizi al volante dei truck – ma sogna la Val Colla
© CdT / Chiara Zocchetti
15.09.2024 14:00

Non può ancora affrontare le strade asfaltate. Le mancano pochi mesi prima di mettersi in tasca la patente per gli autocarri da cantiere. Quel giorno rappresenterà il coronamento di un sogno. Eithlyn Stucki nutre una fervente passione per i mezzi pesanti. Sin da piccola, quando accompagnava al lavoro suo padre camionista.

Dopo aver salutato mamma Yula, ogni mercoledì pomeriggio sgattaiolava sulla cabina di papà Eros e lo osservava guidare nell’intreccio di strade che si snodavano davanti a loro. In autostrada facevano a gara a chi riconosceva per primo la marca dei camion che incrociavano lungo le corsie. «Vinceva sempre lui, ma qualche volta li azzeccavo pure io», ricorda la giovane con il suo bel sorriso schietto.

Per lei, non è mai stata una questione di motori ma «di dimensioni, perché da lassù il mondo è piccolo e tu ti senti potente». Eithlyn è nata diciannove anni fa a Curtina, in val Colla.

Dopo aver conseguito il diploma di contadina in Svizzera interna, due anni fa si è iscritta all’apprendistato di autista di mezzi pesanti ed ha trovato lavoro presso la Campana trasporti a Piandera paese, la stessa azienda di papà Eros. È lui che si occupa della sua formazione.

Le camioniste hanno una marcia in più

Eithlyn Stucki non è l’unica donna camionista in Ticino. Ce ne sono altre: poche, ma ce ne sono. Diverso il discorso della Svizzera interna, dove questa figura professionale è più diffusa tra le donne.

Anni fa la storia di Janina Martig fece scorrere fiumi di inchiostro. Scoperta a 17 anni da un talent scout, la giovane basilese, che oggi ha 41 anni, finì sulla copertina del leggendario «Sports Illustrated Swimsuit».

Tuttavia, malgrado la folgorante carriera nella moda, Janina smise i panni della modella per indossare quelli della camionista, una professione che sognava fin da piccola.

Da quando nel 2013 fondò la sua azienda di logistica specializzata in trasporti, l’imprenditrice basilese ha continuato a puntare sulle camioniste. «Sono fermamente convinta che le donne siano le più brave al volante», dichiarò una volta ad un sito specializzato nel settore dei motori.

Una tesi, quella di Janina, che Thomas Campana, il datore di lavoro di Eithlyn, sposa appieno. «Le donne al volante sono attente, prudenti, concentrate. Secondo me hanno una marcia in più rispetto a noi uomini. Me ne accorgo quando incrocio le autiste degli autopostali alle prese con le curve della val Colla». Forse Thomas Campana, che dà lavoro a sei persone, non assumerebbe soltanto donne «ma due o tre sì, senza problemi».

Bisogna avere la testa sulle spalle

Oggi i camion sono un connubio perfetto di potenza e confort, raggiungendo livelli di comodità paragonabili alle auto. «La fatica – spiega Thomas – non la senti più, mentre una volta gli autocarri erano rigidi e rumorosi». Tuttavia guidare un mezzo pesante non è facile: occorre abilità, esperienza e un’attenzione costante. Le dimensioni sono notevoli e il rischio di incappare in un incidente è sempre dietro l’angolo. Inoltre Il traffico è intenso e spesso sulle strade non c’è una grande disciplina perciò «bisogna avere la testa sulle spalle».

Dote che Eithlyn sembra già vantare. «Ha occhio la ragazza – commenta il titolare della Campana Trasporti – è precisa e prudente; quando fa scuola guida con suo padre è concentrata; del resto quando si è presentata chiedendomi lavoro non ho avuto dubbio alcuno: l’ho assunta senza un attimo di esitazione. Sapevo che la scelta sarebbe stata quella giusta».

Siamo un’unica famiglia

La passione per i camion sconfina anche nel tempo libero della diciannovenne. Durante i fine settimana Eithlyn frequenta i raduni di autocarri. In Svizzera ma pure all’estero. «Ad esempio la scorsa settimana mio padre ed io siamo andati al Truck Team in the Valley 2.0 a Novate Mezzola, sul Lago di Como. Una gran bella festa, dove abbiamo visto diversi camion personalizzati; alcuni sembravano opere d’arte!». La giovane non si è mai lasciata sfuggire neppure gli appuntamenti di Ambrì e di Interlaken, dove una volta Eithlyn ha incrociato pure Janina. «Una tipa in gamba, perché fa molto per promuovere il nostro mestiere anche tra le donne e questo mi piace». Più in generale, Eithlyn trova che in queste occasioni «l’ambiente è sempre molto bello, perché quando ci ritroviamo tutti insieme parliamo, ridiamo, ci sentiamo parte di un’unica grande famiglia».

«Il mio futuro ruota attorno alla Val Colla»

Eythlyn non ambisce ai lunghi viaggi e neppure allo stress al quale sono sottoposti i camionisti che trasportano merci nel mondo. Per loro, ogni viaggio è una corsa contro il tempo: una colonna sulla strada o un’avaria imprevista potrebbero compromettere la loro corsa. Invece Eythlin preferisce il mondo dei cantieri «forse perché lo conosco fin da quando ero piccola. Inoltre sono molto legata alla mia famiglia e mi peserebbe tantissimo stare lontana da casa: i miei genitori hanno un’azienda agricola e non potrei spostarmi molto, sono convinta che il mio futuro ruoti attorno alla Val Colla».

Non date retta ai pregiudizi

Purtroppo la professione di autista di mezzi pesanti non è molto gettonata, neppure tra gli uomini. Senza l’apporto delle nuove generazioni, presto il Ticino potrebbe svegliarsi senza più autotrasportatori. «Eppure è così un bel mestiere! Alle giovani che intendono percorrere la mia strada dico di non dar retta ai pregiudizi; mandate al diavolo chi si diverte ancora a sfornare battutine tipo «donne al volante pericolo costante»: proseguite dritte verso la vostra meta, vedrete che la nostra è una professione bellissima».

 

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Storie di donne camioniste

 

Quando vado ai raduni mi piace sempre parlare con le colleghe, qualche volta mi ricordo anche di riprendere le nostre conversazioni, in questo piccolo video ci sono le storie di Chiara, di Maria Luisa e di Chiara (il nome è lo stesso ma sono due lady diverse!),  la cosa che abbiamo in comune è la passione per i camion e per la guida, poi ognuna di noi ha fatto la sua strada sulle strade d’Italia e d’Europa.

C’è chi si è avvicinata al mestiere quasi per caso come Chiara C. che prese la patente per sostituire un autista, chi come Maria Luisa che l’ha fatta per poter guidare il Lancia che era di suo papà, e una cosa bella  che Chiara F. mi ha raccontato è che lei è una “nipote d’arte”: anche sua nonna Lina Anna guidava il camion negli anni ’60. Un’altra pioniera del mestiere!

Ma ci sono anche altre storie da ascoltare nel video, buona visione!

 

 

 

Grazie a tutte e buona strada sempre!!!

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Noi Lady Truck a Giussano!

 

In anteprima, qualche foto scattata alle Lady Truck presenti a Giussano!!!

L’arrivo di Luisa col suo Lancia Esadelta

Daniela, una nuova amica!

Chiara che mi ha raccontato una storia bellissima!

Vittorio Zingaro, beato tra le lady Manuela e Marcy!

Un piccolo cadeau per Stellina

Vince e la sua squadra!

Assunta e la targa!

Gruppo di Lady con lo Zingaro!

Luisa e la coppa “Voglia di camion” in memoria di Bruno Sala, nostro indimenticabile amico!

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