Un servizio da A3news – edizione di Treviso – un’intervista dedicata alla collega Sara, che racconta le sue emozioni nel momento in cui si è trovata di fronte l’auto contromano. Pochi istanti per decidere cosa fare. Una scelta che ha evitato conseguenze che potevano essere drammatiche.
Il nostro gruppo ha una madrina, l’indimenticata e indimenticabile Nora, una delle prime camioniste d’Italia, non sappiamo con certezza se fu la prima, di sicuro sappiamo che fu una donna coraggiosa, che nell’immediato dopoguerra si mise al volante di un camion, il Dodge lasciato dagli americani, come ci raccontò lei. Chi segue il nostro blog avrà avuto la possibilità di conoscerla attraverso le nostre pagine e i nostri ricordi. Sono passati più di dieci anni da quando Nora ci ha lasciato ma noi non possiamo dimenticarla.
In queste ultime settimane abbiamo fatto conoscenza con una sua nipote, Deborah, una giovane ragazza che porta avanti con orgoglio la tradizione di famiglia.
Deborah ci ha inviato questa vecchia foto che ritrae Nora giovane, vicino a uno dei camion che guidò.
Le ho chiesto il permesso di pubblicare questa foto oggi, Giornata della Donna, perchè credo che sia grazie a donne come Nora, che non si sono fermate davanti alle difficoltà della vita e del lavoro, che tanti passi avanti sono stati fatti nell’emancipazione femminile.
Ho anche chiesto a Deborah un ricordo della sua cara zia, queste sono le sue dolcissime parole:
“Cara zia Nora,
ti scrivo come se questa lettera ti potesse arrivare.
Quando eri qui con noi, io ero solo una bambina e purtroppo di te mi sono rimasti solo alcuni ricordi sfocati.
Solo ora riesco a realizzare e apprezzare quanto la tua determinazione, forza e coraggio abbiano fatto la storia.
Partendo dal nulla e ignorando il giudizio di tutti, hai iniziato a guidare furgoncini per consegnare ghiaccio e legna a Governolo, il paesino dove abitavi e dove tutti ti adoravano. Perchè zia, oltre ad essere allegra e scherzosa, avevi anche un gran cuore e molte persone ancora ti ringraziano per quello che hai fatto. Da li, passo dopo passo, ti sei ritrovata a guidare un camion!
Hai dato esempio e ispirato tuo fratello Mario illuminandolo di quante cose si possono fare grazie ad esso.
Grazie a te molte donne hanno capito che potevano guidare anche loro questo mezzo senza dover rendere conto a nessuno sul fatto di essere “donne”.
Quando sei scesa dal camion definitivamente, hai aperto proprio sulla statale una trattoria con un ampio parcheggio per i tuoi amici camionisti cosi che non avessero problemi a parcheggiarvi.
Mi han detto che li servivi con l’anima e con il cuore e c’era sempre pieno perchè La Nora, faceva si da mangiare benissimo, ma soprattutto perchè eri una persona unica e speciale, e lo sei tutt’ora e lo sarai per sempre.
Sono molto fiera di te perchè sei stata un grandissimo faro d’esempio per tutti ma soprattutto per TUTTE!
Fiera di essere tua nipote e seguire le tue tracce per quello che hai iniziato e che io e altre Donne d’Italia porteremo avanti”
Parole bellissime queste di Deborah, si dice che non muore mai chi vive nei ricordi di chi rimane, ecco io credo che questo sia il caso di Nora, non bisogna mai dimenticarsi di chi ci ha preceduto, di chi ci ha amato, di chi ci ha insegnato le cose importanti della vita. Sarà sempre nel cuore di chi ha avuto la fortuna di conoscerla, anche se solo per poche ore, perchè ci ha lasciato un segno bellissimo.
Naturalmente abbiamo accolto Deborah nel nostro gruppo, ed eccola sorridente con la sua targa fucsia, un augurio di buona strada per il suo futuro nel mondo dell’autotrasporto!!!
“Uno di quelli” di Massimo Pescara è un bel libro, è stato pubblicato nel 2020, ma io l’ho scoperto solo adesso, è uno di quelli che ho divorato in due sere, uno di quelli che mi hanno emozionato, che mi è piaciuto fino alle lacrime. Uno di quelli che vi voglio consigliare di leggere perché… perché noi che facciamo questo lavoro siamo “uno di quelli” (noi ladies una di quelle 😀 ).
E’ si un romanzo, ma è un romanzo in cui c’è tanta verità sul nostro lavoro, soprattutto su quello che il nostro mestiere era nel secolo scorso. A chi ha vissuto quegli anni risveglierà ricordi, anche se credo che siano cose indimenticabili, a chi non li ha vissuti forse farà capire come stavano realmente le cose, al di là delle mitizzazioni.
A chi camionista non lo è mai stato spero farà aprire gli occhi sul nostro mondo, capire che in ognuno di quei camion che tanto danno fastidio sulle strade c’è “uno di quelli”.
I più pignoli leggendolo si accorgeranno di qualche inesattezza nel descrivere i vecchi modelli di camion (per esempio viene citato il Fiat 681 che non ho mai sentito nominare per quanto mi sforzi di ricordare), ma sono cose di poca importanza. E’ il contenuto che conta, sono gli spunti di riflessione che da, e se chi lo legge da profano del mestiere poi avrà un po’ più di comprensione verso di noi, forse non saremo più soltanto “uno di quelli”, ma persone come tutte le altre, con sogni, aspettative, desideri, problemi da risolvere e chipiùnehapiùnemetta.
Voglio ringraziare l’autore per questo suo romanzo, per me è uno dei più belli che ho letto sul mondo dei camionisti, perché annullando gli stereotipi ci rende persone.
Alberto Landini un giovane aspirante giornalista, insoddisfatto delle scarse opportunità di lavoro offerte dall’ambiente provinciale, decide attraverso l’aiuto di un suo compagno di università, di raggiungere la grande città, quella che non dorme mai, la città da bere e da mangiare.Vi giunge una mattina, in netto anticipo sul suo appuntamento con il compagno di studi, nell’attesa entra in un bar per un caffè.Ed è proprio nel bar che si imbatte in un articolo del Corriere dove viene descritta la dinamica di un incidente stradale. Quell’articolo fa scattare in lui l’idea che non solo potrebbe cambiargli la vita, ma dare anche un senso alle sue aspirazioni personali. Scrivere delle tragedie e delle storie personali legate a questi eventi ed inevitabilmente del mondo dei trasporti visto con gli occhi dei protagonisti, i camionisti.
La video intervista a Palmira il giorno della premiazione!
Buona strada sempre collega!
E il testo della presentazione del video:
Sabo Rosa, Palmira Mura è la Camionista dell’anno 2024
Palmira Mura, autista di camion nata in Sardegna e oggi residente ad Alseno, in provincia di Piacenza, si è aggiudicata la quindicesima edizione del Sabo Rosa, il riconoscimento che dal 2010, in occasione della Festa della Donna, il nostro Gruppo conferisce alla “Camionista/Autista dell’Anno”.
A scegliere la “Camionista dell’Anno”, fra le numerose candidature pervenute attraverso il Web è stata una giuria composta dalle nostre dipendenti. Alla consegna dell’ammortizzatore rosa, pezzo unico prodotto una sola volta all’anno, era presente Elisabetta Nuti, direttore finanziario del Roberto Nuti Group e presidente della giuria.
“Fare la camionista era il mio sogno fin da ragazza. Sogno che ho dovuto accantonare perché sono diventata mamma molto giovane, e ora sono già nonna – ci ha raccontato Palmira Mura in fase di candidatura -. Quindi, per crescere i miei quattro figli, ho lavorato per vent’anni in una RSA dove mi occupavo di accudire le persone anziane. Poi è arrivato il Covid e, quello, è stato un momento emotivamente molto difficile, che mi ha portato a prendere la decisione di realizzare il mio sogno. Ho conseguito le patenti mettendoci tutte le mie energie e il 5 agosto 2021 sono finalmente salita su un camion.
Tanta fatica all’inizio, ma ho trovato una piccola azienda che mi ha dato fiducia e sono partita”.
Visita il nostro sito – www.robertonutigroup.com Visita il sito di SABO ammortizzatori e molle ad aria – www.sabo.it Video prodotto da Rizomedia Riprese e intervista realizzate da Alessandro Boriani Musica – Prosper – Uppbeat
La protagonista questa volta è la collega Paola Pinky che ci racconta la sua vita tra la passione per il suo lavoro e i momenti tristi che ha dovuto affrontare… Le mandiamo un grande abbraccio e l’augurio di buona strada!
L’ho saputo solo stamattina… e ho pianto, non mi vergogno a dirlo, credo che Pasquale “profumo di nafta” sia una delle persone più belle che ho avuto la fortuna di conoscere. Lo incontravo ai raduni di mezzi d’epoca, ho letto i suoi libri, ho ammirato le sue fotografie e ho condiviso la sua passione per i camion…
Gli avevo anche regalato il nostro libro e mi aveva detto che gli era piaciuto…
Ciao grande Pas, era sempre una gioia quando leggevo i tuoi commenti su You Tube, quando potevo scambiare quattro parole con te, mancherai a tutti noi.
L’articolo, pubblicato da Professione Camionista, è di qualche mese fa, però è bello leggere che ci sono aziende che alle proprie autiste dedicano un camion personalizzato!
La BiERREti fa trasporti e servizi di logistica a temperatura controllata, ha una piattaforma per il fresco e il congelato. Oggi è una realtà innovativa e internazionale, nata dal lavoro di tre autisti che, per crescere, hanno assunto tante donne.
«Mi hanno chiamato mentre guidavo – racconta Moira Barbierato, autista di Bierreti – per dirmi che in azienda c’era un rinfresco e che dovevo esserci anch’io. Sono subito corsa e, quando sono arrivata, ho trovato tanti amici, tanti colleghi e poi tutti e tre i nostri titolari, Robertino, Max e Carlino che mi aspettavano e che mi hanno fatto trovare una sorpresa pazzesca: un Daf XG tutto per me, bellissimo, con i profili rosa. Per la prima volta in vita mia, sono riusciti a farmi star zitta. Non mi avevano detto niente ed ero così commossa che alla fine mi è scappata anche qualche lacrima». Questo piccolo episodio che ci ha raccontato Moira, una delle autiste di punta di BiERREti di Taglio di Po (Rovigo), è soprattutto il ritratto di un’azienda che vuole crescere e innovare e in cui i dipendenti e i collaboratori hanno un nome e un volto.
Lady Truck Driver Team assegna a Riccardo Spandrio (19 anni) il premio “Voglia di Camion 2023″
Il riconoscimento viene assegnato ogni anno in occasione del raduno Coast to Coast di Giussano dal gruppo Lady Truck Driver Team “Buona Strada” a un giovane che si distingue per l’entusiasmo con cui intraprendere la professione
Non potevano mancare le ragazze del Lady Truck Driver Team “Buona Strada” al 31esimo raduno del Coast to Coast Truck Team che dall’1 al 3 settembre ha trasformato il paese di Giussano nel punto di incontro di centinaia di camionisti e appassionati del settore. «Sono tanti anni che gli amici del Coast to Coast ci ospitano al loro raduno – racconta Monica, tra le fondatrici del gruppo “Buona Strada” e volto noto sotto lo pseudonimo di Ironduckmoni64 –, con loro condividiamo oltre alla passione per i camion e per il nostro lavoro anche gli scopi: fare beneficenza e cercare di dare un’immagine positiva del nostro settore. Il raduno è nato infatti con l’obiettivo di avvicinare le persone al mondo dei camion, è una festa di paese aperta a tutti che ci dà l’occasione di conoscere anche nuove ragazze e accogliere nuove adesioni al nostro gruppo».
Il sodalizio tra le due realtà è affermato ormai da anni: «Possiamo dire che loro sono sempre stati nostri sostenitori – prosegue Monica –, collaborazione e non competizione è quello che, come donne camioniste, cerchiamo in questo mondo dell’autotrasporto. Al raduno del Coast to Coast abbiamo sempre uno spazio per il nostro gazebo “in rosa”, ideato come punto di incontro tra colleghe, che siano vecchie conoscenze o nuove amiche che vengono a trovarci. Per loro c’è in omaggio la nostra targa rosa, il nostro simbolo, che esposto dietro il parabrezza dei nostri camion ci permette di riconoscerci quando ci incrociamo per strada. A ogni edizione esponiamo inoltre il frutto delle nostre iniziative: abbiamo iniziato con i calendari e i ricettari e ora il nostro libro “Soprattutto camioniste”. L’utile delle vendite viene destinato alle varie Associazioni che sosteniamo o ad aiutare chi sappiamo avere bisogno».
(…)
Il resto dell’articolo (con le foto) lo potete leggere al link:
Il passato è quello che ha creato il nostro presente. Viaggiamo sulle strade ma anche nel tempo, scorriamo insieme a lui e ci lasciamo la vita alle spalle, persa come i paesaggi nei retrovisori.
Ogni tanto rileggo questo libro. Lo faccio perché per me è bellissimo e per tenere viva la memoria del tempo che fu.
“Camion e ricordi” è la storia di Gino Barletti, camionista, anzi autotrenista, classe 1936, edito dalla Fondazione Negri nel 2002.
E’ un libro senza tempo proprio perché racconta di un tempo, di un passato che ormai non esiste più. E’ il diario di un’epoca di povertà ma anche di grandi sogni, di voglia di vivere, di ricominciare, di coraggio, di spirito di avventura.
La copertina
Ogni volta che lo rileggo mi viene da pensare a quando a scuola gli insegnanti di italiano e storia ci assegnavano dei libri da leggere, ecco questo io lo farei leggere a tutte le persone che conseguono le patenti superiori, uomini o donne che siano, e anche a chi rinnova il CQC. Lo penso perché sono convinta che la lettura di queste storie farebbe capire a tanti che non c’è paragone con la fatica che si faceva allora e nemmeno con lo spirito di categoria che c’era tra i colleghi. In questo mondo moderno in cui tutti sembrano avere solo tempo per lamentarsi di ogni cosa, conoscere un po’ il nostro passato non farebbe male.
Avendo da sempre la passione per i mezzi d’epoca, quando mi capita l’occasione di partecipare a qualche manifestazione dedicata a questi vecchi camion amo conversare con i vecchi autisti e farmi raccontare le loro vicissitudini.
Orgoglio, passione e fatica, tanta fatica, sono le parole più rappresentative della loro vita da camionisti dal dopoguerra agli anni ’60.
Poi è cambiato tutto, a cominciare dai mezzi che sono diventati man mano più comodi e più potenti, dalle autostrade che hanno preso il posto delle vecchie strade statali, dai carichi che non dovevano più essere fatti quasi esclusivamente a mano.
Essendo un libro molto vecchio non è facile trovarlo, ma se vi dovesse capitare l’occasione di poterlo leggere non lasciatevela scappare, è un vero viaggio nel nostro passato, in un mondo ormai perduto.
Riporto qui sotto la scansione di qualche pagina per far capire com’era la vita allora e con che spirito si affrontavano le difficoltà di volta in volta:
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