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La storia di Mara, un altro vecchio articolo…

 

Questo articolo de “Il Tirreno” è del 2012 e racconta la storia della collega Mara di Prato.

Questo è il link:

https://iltirreno.gelocal.it/prato/cronaca/2012/03/07/news/al-volante-di-un-camion-da-tredici-anni-1.3264204

Questo è il testo:

Al volante di un camion da tredici anni

Mara Ciasullo è capace di sopportare fatiche da uomo: viaggia per giorni e scarica pancali

PRATO. Prima regola: non ditele mai che le donne al volante sono un pericolo costante, perché potrebbe prenderla male. Lei, al volante, c’è tutti i giorni e per lavoro. Fregandosene di stereotipi e pregiudizi. E dell’immaginario comune che vuole come certi mestieri si possano declinare solo al maschile. Quando è alba, Mara Ciasullo sale sul suo autocarro da 35 quintali con cassone, mette in moto e saluta Prato. Marito e figli li rivede, se tutto va bene, per l’ora di cena. «Perché in questo lavoro sai a che ora inizi ma non sai a che ora finisci», ammette. Destinazione tutte le località del Nord Italia.

Ben si capisce come l’8 marzo non faccia né caldo né freddo a Mara, 46 anni e con la voglia di scoprire altre città che 13 anni fa le ha fatto venire il desiderio di salire su un camion. Fisico minuto, capace di sopportare fatiche da maschio. Come quando c’è da scaricare pancali e pancali di merce. Quella di Mara non è una storia qualunque, una di quelle che danno una nota di colore al dibattito sulla questione “femminile” che ogni anno si ripropone con l’8 marzo. Mara è una voce in difesa del mondo degli autotrasportatori, facendo parte del consiglio di categoria di Confartigianato Prato.

«Subiamo molto la crisi: ultimamente si deve lavorare tanto giusto per vivere». Mara è una “padroncina”, ovvero titolare di un’impresa individuale (la Gvm Autotrasporti di Casale) in espansione: «Sto mettendo in piedi una società insieme al marito. Ho aumentato il parco mezzi e adesso ho nove camion». A proposito di uomini: una volta camion e gentil sesso erano due pianeti lontani. «Ho iniziato a 33 anni. Dopo la licenza media mi sono subito messa a lavorare: le prime esperienze sono state nel tessile. Capii dopo un po’ che quello non era il mestiere adatto a me. Volevo vedere posti nuovi, conoscere persone. Il lavoro in viaggio mi affascinava. E così decisi di aprire un’attività di autotrasporti, dopo aver preso patente e licenza».

Certo, all’inizio non sono state rose e fiori. Il muro dei pregiudizi maschili non si infrange dall’oggi al domani. «C’è voluto un po’ di tempo per guadagnarsi la fiducia e il rispetto dei colleghi uomini. Non mi agevolava il fisico minuto. Ai miei committenti dicevo: “Mettevi alla prova e poi giudicate”». (m.l.)

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