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La storia di Lola

 

Ecco un’altra bella storia di una ragazza che ha mollato tutto per diventare camionista, non il sogno di una vita, ma una scelta maturata negli ultimi anni e ora realizzata, questa è la storia di Marta, “Lola” per gli amici, la trovate nelle pagine di “Uomini e trasporti”  a questo link:

https://www.uominietrasporti.it/uet-blog/anche-io-volevo-il-camion/come-lasciare-tutto-per-correre-dietro-a-un-camion/

 

L’articolo,  di Elisa Bianchi,  inizia cosI:

Come lasciare tutto per correre dietro a un camion

Stravolgere la propria vita per inseguire il sogno di guidare un camion. No, non è la trama di un bel film, ma una storia di vita vera e, soprattutto, una storia di coraggio e determinazione. È la storia di un’autista, Marta Bertazzo – “Lola” per chi la conosce e la vede a bordo del suo mezzo – che dopo quindici anni trascorsi a lavorare come grafica pubblicitaria ha lasciato tutto per ritrovare se stessa, in cabina

39 anni, coraggio da vendere e la calma nella voce di chi sa di aver intrapreso la strada giusta, Marta soppesa le parole, così come racconta di aver soppesato bene la sua scelta prima di lanciarsi in questa avventura. «Mi è sempre piaciuto guidare, ma mai avrei creduto di farlo per lavoro. È un sogno relativamente recente, un’idea che ha iniziato a balenarmi in testa solo qualche anno fa, fino ad allora l’unico camion che avessi mai visto era quello della Coca Cola nelle pubblicità natalizie», racconta ridendo.

Cosa è scattato poi?

Sono una persona riflessiva, se mi viene un’idea non la assecondo subito, lascio che si sedimenti e quando mi rendo conto che continua a tornarmi in testa, allora valuto il da farsi. Cinque anni fa quando ho capito che quella per la guida era una passione troppo forte ho comprato un fuoristrada. Ho iniziato ad approcciarmi a questo mondo e mi è piaciuto. Allora lavoravo come grafica e sviluppatrice di siti internet, nessuno in famiglia faceva l’autista, mio papà era un programmatore di software, mamma un’educatrice privata. Non è stata una decisione presa d’istinto quella di lasciare tutto per fare l’autista. Ho aspettato, ho riflettuto e alla fine ho deciso. Mi piaceva lavorare come grafica, ma a un certo punto mi sentivo troppo dentro a quei pixel, avevo bisogno di persone, di concretezza, avevo bisogno dell’asfalto. Era l’autunno del 2019 quando mi sono iscritta per prendere la patente C, poi è arrivato il Covid. Ho studiato durante il lockdown e nel giro di un anno ho preso anche la CQC e la E. Sapevo di dover arricchire il mio curriculum, completamente vuoto in questo settore, per crearmi più possibilità in futuro.

 

(…) il resto della storia di Lola nella pagina ufficiale di “Uomini e trasporti”

Buona strada Marta!!!

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