Archive for Aprile, 2010

Dove Camion & Moto collaborano.

Ciao a tutte/i

ApriliaC'è un contesto dove camion e moto convivono, anzi collaborano per ottenere un'unico risultato, obbiettivo comune e percorso condiviso: siamo in pista, sulle due ruote.
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posteriore rifatto …e non solo!

Roby Scania1Quasi un anno è passato da quando il nostro amico Roby ha portato a casa il suo gioiellino!!!
Siamo andati a verificare lo stato dei lavori di restauro e devo ammettere che grazie a tanto impegno e dedizione, qualche sponsor come la Statale 202, la diesel80 di Rovato, e ovviamente il club di amici lontani di km ma vicini di cuore… ne sta uscendo un vero capolavoro.

Su questo blog più volte abbiamo scritto di Roby, ora non vogliamo parlare di lui, ma solo del suo mezzo: uno scania 143 bianco trattore trovato dopo una lunga ricerca dalle parti di Trieste in condizioni abbastanzanza buone, qualche ritocchino da fare, ma un motore perfetto – a sentirlo cantare può fare ancora tanta buona strada!
SCANIA 143Un mezzo che per una volta non serve a lavorare, ma solo a divertirsi!!!!!!! Unica aspirazione: uscire dal salone di bellezza e destare stupore e ammirazione a qualche raduno!!!!
Nonostante il rigido inverno, il tendine del dito partito col flessibile, il piede infortunato, lucida di qua, stacca di là, sbatti il ginocchio di là, il posteriore è ormai stato "rifatto" completamente e ammirate il risultato!

danie sabriDevo ammettere che anche il davanti è niente male! Mascherina, spoiler, fanali e coprifanali riverniciati…tutto l’inox è tirato a lucido…ancora dobbiamo studiare bene la posizione dei Bullbar, ecco i consulenti D&S a tentare di rendergli più "cattivo" e aggressivo il muso! Che ne pensate? A me fanno impazzire gli specchi perforati!

FORZA ROBY, HAI ANCORA TANTO LAVORO DA FARE !!!

ROBY01FRONTE SCANIA

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Dal web… – 1

Questo testo è nel web da diversi anni e "navigando capita di trovarlo… ho pensato di riproporlo anche qui… truck 1

 

Qualcuno era camionista perché era nato in Albania, in Bulgaria, a
Castelvetrano o a Mogliano Veneto.
Qualcuno era camionista perché il nonno, lo zio, il papà avevano un Lupetto OM che per ingranare le ridotte bisognava fare delle doppiette terrificanti…e qualche volta ci portavano anche la mamma che preparava la pasta 'ncasciata o i risi e bisi.
Qualcuno era camionista perché vedeva l'autostrada A3 Salerno-Reggio come una promessa, l'A4 Torino-Piacenza come una poesia, le trattorie come il paradiso terrestre e forse c'era anche la padrona che gliela dava di nascosto al marito.
Qualcuno era camionista perché gli piaceva sentirsi solo.

Qualcuno era camionista perché aveva avuto una educazione troppo a piedi o in bicicletta, e a 14 anni non c'erano i soldi per il Betino a tre marce, e del Califfone non se ne parlava neppure.
Qualcuno era camionista perché il cinema lo esigeva (Convoy, Duel), il teatro no perché portare un camion dentro al Piccolo era un casino e andava contro le esigenze degli intellettuali milanesi (Strehler, Gaber eccetera); sul palcoscenico, al massimo una Vespa o una moto; la pittura non si sa (forse ci sarà stato un camion in qualche quadro realista sovietico o rumeno), la letteratura è letteratura e ci può star qualsiasi cosa…insomma con un camion è sempre un casino, porca troia.

Qualcuno era camionista perché glielo avevano detto di prendere la patente C.
Qualcuno era camionista perché non gli avevano detto che per guidare gli
autoarticolati e gli autosnodati ci vuole
la E.
Qualcun
o era camionista perché prima…prima…prima…era magazziniere.
Qualcuno era camionista perché aveva capito che uno Scania andava piano, ma lontano, e che sorpassarlo era comunque un bel casino sulla Firenze-Bologna, specialmente con una Polo blé scassata targata Ravenna.
Qualcuno era camionista perché Berlinguer era un nobile sardo di antica origine catalana, e gli sarebbe piaciuto passargli sopra due volte col rimorchio.
Qualcuno era camionista perché Andreotti faceva le battutine che tutti
ridevano, e gli sarebbe piaciuto passargli sopra tre volte col rimorchio.
Qualcuno era camionista perché amava il popolo, e il popolo non può essere servito col trasporto merci su rotaia.
Qualcuno era camionista perché beveva il vino e si commuoveva a provocare megatamponamenti con relative distruzioni di stupide famigliole di gitanti.

Qualcuno era camionista perché allora c'erano le autostoppiste finlandesi.
Qualcuno era camionista perché era così ateo da voler fare volare giù dai viadotti i camioni pieni di madonnine, padripii, santantonidappadova e papigiovanni (quasi sempre targati Caserta, non si sa perché).
Qualcuno era camionista perché era talmente affascinato dai camion che voleva essere uno di loro.
Qualcuno era camionista perché gli piaceva parlare al baracchino.
Qualcuno era camionista perché non ne poteva più di fare il filologo ugrofinnico.
Qualcuno era camionista perché voleva trasportare, un giorno, un carico di armi per la revoluciòn.
Qualcuno era camionista perché la revoluciòn bisognerebbe farla con un Dodge scassato sulla Sierra Madre, mentre al massimo ora si divertiva a far pigliare paura a uno con una Ford Sierra.
Qualcuno era camionista perché la borghesia, il proletariato e la lotta di classe hanno comunque bisogno di consegne urgenti, e comunque anche i camionisti sono figli del popolo senza che quella fava di Pasolini ci abbia mai scritto poesie sopra.

Qualcuno era camionista per fare rabbia a quelli coi furgoncini.
Qualcuno era camionista perché ascoltava solo RADIO MARIA.
Qualcuno era camionista per snobismo, qualcuno per bisogno, ma tutti quanti sognavano prima o poi di fare come quelli di Overland.
Qualcuno era camionista perché voleva camionizzare tutto.
Qualcuno era camionista perché lui di stare col culo su una sedia dietro una scrivania proprio non ne voleva sapere.
Qualcuno era camionista perché aveva scambiato l'autostrada per il Vangelo secondo Gilles Villeneuve.
Qualcuno era camionista perché era convinto di avere dietro di sé la classe operaia in una coda di trentasei chilometri sull'A14 direzione Rimini.
Qualcuno era camionista perché era più camionista degli altri.
Qualcuno era camionista perché non esisteva il grande partito camionista e gli sarebbe piaciuto fondarlo.
Qualcuno era camionista e aveva pure la tessera del partito comunista.
Qualcuno era camionista perché non c'era niente di meglio.
Qualcuno era camionista perché l'alternativa era far domanda nei carabinieri.
Qualcuno era camionista perché i trasporti peggio che da noi, solo in Islanda.
Qualcuno era camionista perché non ne poteva più di quegli stronzetti con le spàider.
Qualcuno era camionista perché non avere la patente sta diventando troppo di moda, come l'anarchia.
Qualcuno era camionista perché Piazza Fontana, Brescia, la stazione di Bologna, l'Italicus, Ustica eccetera, eccetera, eccetera, erano tutto sommato banche, piazze, stazioni, treni e aerei e i camion non c'entravano un cazzo.

Qualcuno era camionista perché chi era contromano era camionista.
Qualcuno era camionista perché poteva ascoltare tutta la musica che gli pareva, persino Giorgio Gaber.
Qualcuno credeva di essere camionista, e forse era qualcos'altro.
Qualcuno era camionista perché sognava la libertà delle highways americane, poi una volta incocciò Quentin Tarantino che lo portò in uno strano locale dal tramonto all'alba.
Qualcuno era camionista perché credeva di poter essere vivo e felice solo essendo un camionista.
Qualcuno era camionista perché aveva avuto bisogno di una spinta e gliela aveva data un camionista.
Perché sentiva la necessità di una morale diversa.
Perché forse era solo una forza, un volo, un sogno era solo uno slancio, un desiderio di cambiare le cose, di cambiare la vita, e questo pensava volando di sotto dal viadotto del Polcevera.
Sì, qualcuno era camionista perché, con accanto questo slancio, ognuno era come… più di sé stesso. Era come… due persone in una. Da una parte la personale fatica quotidiana, dall'altra il rombo del motore, le donnine gnude appiccicate in cabina, il carico di tetracloruro di sodio, e cazzo, se ho voglia passo in una città e fo scoppiare ogni cosa, vaccaccia troia impestata e lurida, e dall'altra il senso di appartenenza a una categoria che era tutto e il contrario di tutto, sperando che la CIA non gli imponesse uno sciopero per
rovesciare Allende e far vincere il mercato, ché tanto il mercato, almeno quello ortofrutticolo, vinceva ogni giorno comunque.
No, niente rimpianti. Forse anche allora molti avevano ottenuto la patente senza essere capaci di guidare…come dei camionisti ipotetici.
E ora? Anche ora ci si sente come in due. Da una parte l'uomo che si ferma ossequiosamente ai rossi e fa attraversare scolari e vecchiette, e dall'altra colui che sogna di fare fuori tutti quanti calpestandoli fino a
vedere una poltiglia rossa.
Ma il piede destro s'è rattrappito.
Oddio.
Due miserie, e un camion solo.
E quasi quasi, allora, piglio un amaro monologo di Giorgio Gaber e ci faccio un pò di cazzi miei.

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ecco chi sono i 30 finalisti ammessi allo YETD!!!

Le iscrizioni allo Young European Truck Driver 2010 si sono chiuse il 31 marzo.
La prossima fase del concorso contempla la semifinale, in programma l'8 maggio 2010 a Trento presso la sede di Italscania.
Vi accedono i migliori 30 autisti che hanno risposto correttamente e più rapidamente al test teorico. Due donne e ventotto uomini si sfideranno per assicurarsi la partecipazione alla finale nazionale. Molti i nomi già noti, alcuni partecipano per la quarta volta al concorso, e qualcuno, invece, si avvicina alla manifestazione per la prima volta. Il più giovane ha 20 anni, mentre sono 3 i concorrenti che raggiungono il limite d'età fissato a 35 anni.

Presentiamo quindi, in ordine alfabetico, i 30 professionisti:

1 ADORNI MARTINA di Bolano (SP)
2 BAROCCI MICHELE di Castelbellino (AN)
3 BOLDINI LORENZO di Leno (BS)
4 BRUGIN MARCELLO di Este (PD)
5 CANAL DEVIS di Lamon (BL)
6 CARUSI LUCA di Giulianova (TE)
7 CECCO ANDREA di Cerea (VR)
8 DE ROCCO EDY di Arsiè (BL)
9 DI CIANCIA VINCENZO di Carignano (TO)
10 DI CIANCIA DANIELE di Torino
11 DI CIANCIA GIULIANO di Moncalieri (TO)
12 DI FEDERICO ANDREA di Castiglione Messer Raimondo (TE)
13 DISSEGNA GIOVANNI di Rossano Veneto (VI)
14 DRAGONI DIEGO di Villanova Sillaro (LO)
15 FALL CHEIKH di Castiglione di Ravenna (RA)
16 GASPERETTI MICHELE di Piazzo di Segonzano (TN)
17 GOBBER ANNA di San Martino di Castrozza (TN)
18 GOBBO DINO di Cortina d'Ampezzo (BL)
19 MEDICI MIRKO di Urbania (PU)
20 NICOLI DANIEL di Trescore Balneario (BG)
21 PADUANO ERMANNO di Pianoro Vecchio (BO)
22 PARMIGIANI FRANCESCO di Giulianova (TE)
23 PATACCHINI MARCO di Corridonia (MC)
24 PIOTTO DANIELE di Tezze sul Brenta (VI)
25 RABELLINO NICHOLAS di Venaria Reale (TO)
26 SBRIGHI GABRIELE di Cesena (FC)
27 SECCI CORRADO di Campegine (RE)
28 THALER GERHARD di Terlano (BZ)
29 VINAI EZIO di Villanova Mondavi (CN)
30 ZIRIBOTTI FABIO di Castellarano (RE)


Partecipare alla competizione è un'esperienza indimenticabile. Non si tratta solo di un'opportunità dal valore inestimabile per aumentare la propria competenza in termini di abilità di guida, sicurezza stradale e guida efficiente, ma è anche un'opportunità unica per confrontarsi con i propri colleghi.
I 30 semifinalisti, che si sfideranno il prossimo 8 maggio a Trento presso la sede di Italscania, devono possedere la combinazione vincente di doti eccezionali nella guida, orgoglio professionale ed un'attitudine positiva nei confronti della propria professione. Hanno un'occasione unica: diventare campioni!
Tra i 30 ritroviamo il campione italiano in carica: Ezio Vinai.
E' la quarta volta che Ezio si iscrive allo YETD, nel 2003 si era fermato alle semifinali, nel 2005 arrivò 7° e nel 2007 vinse la competizione italiana, partecipando poi alla finalissima in Svezia.
Felice di essere nuovamente in gara dichiara, vista la sua esperienza, di sentirsi abbastanza tranquillo perché pensa d'essere in grado di gestire le proprie emozioni. In effetti, sostiene che, nonostante la preparazione, le emozioni che inevitabilmente ti assalgono durante le varie fasi della competizione possono influire negativamente sui risultati. Il consiglio di Ezio ai colleghi è quello di mantenere la calma in ogni situazione!
Da San Martino di Castrozza arriva Anna Gobber, 24 anni, che si è iscritta al concorso per sfidare se stessa oltre che per divertirsi con i colleghi. Oggi Anna guida un pullman su tratta locale, ma per prepararsi al concorso si è già accordata con alcuni colleghi per allenarsi con un bilico.
Dalla provincia di Teramo troviamo Francesco Parmigiani, 26 anni, che ha saputo del concorso attraverso il suo datore di lavoro. Francesco è contento d'aver superato la prima fase del concorso e si preparerà con cura per affrontare al meglio la semifinale.
La famiglia Di Ciancia è rappresentata da 3 cugini: Giuliano, Daniele e Vincenzo. Il veterano è Giuliano, che ha già partecipato a due delle precedenti edizioni dello YETD.
Quest'anno ha coinvolto i cugini che, insieme a lui, lavorano nell'azienda di famiglia.
Semifinali, 8 maggio 2010 – Sede Italscania Trento.
I partecipanti dovranno svolgere un test teorico che si terrà in aula, con domande riferite al Codice della Strada, al trasporto di merci pericolose, alla tecnologia dei veicoli e a cognizioni di primo soccorso. I test di guida pratica, invece, saranno effettuati in fasi differenti, con attribuzione di punteggio per ogni prova, e riguarderanno le principali manovre di guida, la sicurezza ed i consumi. Per le prove pratiche saranno utilizzati esclusivamente veicoli Scania della nuova Serie-R ed i partecipanti saranno affiancati in cabina da giudici di gara.
Una delle novità dello YETD 2010 è che uno dei giudici di gara sarà lo Scania Driver Support. Si tratta di un sistema di assistenza che fornisce commenti e suggerimenti in tempo reale per ottimizzare lo stile di guida. Si concentra, infatti, su fattori chiave che influiscono notevolmente su sicurezza ed economia dei consumi. Per affermarsi nella gara, i partecipanti dovranno ottenere un punteggio elevato dallo Scania Driver Support.
Totalizzando un punteggio alto, avranno ridotto l'impatto ambientale del veicolo e ottimizzato il consumo di carburante. In più, avranno anche contribuito ad aumentare la sicurezza stradale.
Al termine della giornata di selezione dell'8 maggio 2010, la commissione giudicante stenderà la graduatoria finale che sarà pubblicata il giorno 13/05/2010 sul sito www.scania.it. I primi 10 (dieci) classificati parteciperanno alla finale nazionale che si terrà sempre a Trento presso Italscania, il 12 giugno 2010.
Il campione italiano, primo qualificato, avrà il diritto di partecipare alla finale europea che si terrà a Södertälje – Svezia – i giorni 08 e 09 ottobre 2010 e sarà ospite di Scania.
Il secondo ed il terzo classificato saranno invitati ad assistere alla finale di Södertälje, anch'essi ospiti di Scania.
Lo YETD concentra la propria attenzione sugli autisti in quanto sono considerati la risorsa più importante per l'economia, l'ambiente e la sicurezza. Il motivo alla base di questa constatazione è che gli autisti incidono su tutti questi fattori. Lo stile di guida, la conoscenza di regole e normative, la competenza nella cura del veicolo sono fondamentali per la sicurezza stradale, l'ottimizzazione dei consumi e, in ultima analisi, per l'economia.
Quest'anno la manifestazione è sponsorizzata, a livello europeo, da Michelin con il sostegno dalla Commissione Europea e di IRU (International Road Transport Union), in Italia da SCANIA FINANCE ITALY e AGOS Srlu con il Patrocinio della Croce Rossa Italiana, della Polizia Stradale, di ACI, AIFVS (Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada) e di Touring Club Italiano.
Lo YETD è finalizzato ad attirare l'attenzione su alcune tematiche chiave del settore dei trasporti, coinvolgendo il mondo politico, i leader dell'industria, i responsabili dell'ambiente e della sicurezza stradale, gli autisti e l'opinione pubblica in generale.
Segui Scania sul web
Chi è interessato a saperne di più visiti il sito www.scania.it dove troverà una sezione dedicata allo YETD, contenente tutte le informazioni relative alle varie fasi del concorso.

Per maggiori informazioni relative allo YETD 2010 in Italia contattare:

Italscania Spa
Daniela Sommavilla
Via di Spini 21
38121 Trento
Tel 0461 996 382
Email: daniela.sommavilla@scania.it

Michele Gasperetti è una vecchia conoscenza sia nei raduni che nel lavoro e auguro di tutto cuore che arrivi alla finale della competizione come per le colleghe Anna e Martina… IN BOCCA AL LUPO RAGAZZI!!!

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Un regalo dall'Olanda

car lady truck

GRAZIE Josephine!!!!

BUONA STRADA!!!

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I raduni del weekend!!! – 17


 

 PROGRAMMA GIORNATA:
MATTINA
Dalle Ore 9:30 > esposizione Camion D' Epoca e Aerografati – – – Degustazione prodotti tipici – – – -Dimostrazione semirimorchio doppio sterzante – – – – Per i più fortunati lavaggio veicoli gratis – – – –
POMERIGGIO
dalle ore 14.30 > Corso di guida sicura ed efficiente – – – – Animazione con: musica e cantante, ballerini…e per i più piccini gonfiabili e giochi, maghetto, palloncini, dolcetti – – – – Torneo di calciobalilla – – – – Premiazione dei migliori camion aerografati – – – – Estrazione lotteria Autoparco Brescia Est. – – – – – –
PER TUTTO IL GIORNO: – – – – sarà a disposizione lo SNACK-BAR dell’autoparco per colazioni e aperitivi ed il ristorante-pizzeria con menù speciale a pranzo e a cena.

L'autoparco si trova proprio in prossimità del casello di Brescia Est , quindi per chi prende l'autostrada A4 deve uscire al casello e svincolare subito a destra dove c'è la relativa indicazione. L'ingresso è gratuito. Per qualsiasi altra informazione telefonate al  030/ 2040311 oppure andate sul sito www.autoparcobrescia.it

 

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Articolo pubblicato sulla gazzetta di parma

Marzia, camionista per passione
 

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È morto Apollinare Veronesi, il «patriarca»

LUTTO NEL MONDO IMPRENDITORIALE. A quasi 99 anni, è spirato ieri mattina all'ospedale di Borgo Trento. Domani i funerali

Nel 1958 fondò quello che sarebbe diventato l'impero dei mangimi, degli allevamenti e del Pollo Aia

Verona. Può un'economia essere in lutto? Se la risposta è sì, l'economia veronese è in lutto. Ieri alle 7, all'ospedale di Borgo Trento, per una crisi respiratoria, è morto Apollinare Veronesi. Il 28 agosto avrebbe compiuto 99 anni. Nono di dieci figli di un mugnaio di Lugo di Valpantena, con mulino a Bellori, aveva cominciato a lavorare a 12 anni e a 15 era diventato il primo collaboratore del padre. A 94 anni andava ancora in ufficio, nello stabilimento di Quinto, cuore della sua attività. Poco tempo prima, ad un compleanno, aveva confidato: «Alle 7 e mezzo sono in ufficio. Dopo aver letto i giornali, illustro ai collaboratori le mie idee. Mi alzo di notte e le annoto sui fogli. Il problema è realizzarle tutte».
Tra quei 12 e quei 94 anni c'è la storia straordinaria di un uomo che ha creato uno dei maggiori gruppi agroalimentari europei, il primo gruppo industriale veronese, un personaggio che ha fatto la storia del settore agroalimentare italiano al pari di Serafino Ferruzzi, Piero Barilla, dei Ferrero.
Era umile e vulcanico. Ha messo al centro il lavoro, non ha mai dimenticato la famiglia. Il secondogenito Giordano (gli altri figli sono Carlo, Marcella, Luisa e Bruno), oggi presidente della holding che controlla un vero «impero» dell'industria italiana, prima dei due mandati alla presidenza degli industriali veronesi, prima di altri incarichi di prestigio e della laurea in veterinaria, era stato mandato dal padre per un anno a scaricare sacchi e per un altro a fare il rappresentante di mangimi. Una punizione terribile, un padre terribile? Ricorda Giordano Veronesi: «Quei due anni sono rimasti i più formativi della mia vita. Mio padre è stato il primo educatore mio e dei miei fratelli. Ci ha insegnato che nella vita- e in azienda- non c'è nulla di regalato. Bisogna dare, poi, forse, arriva qualcosa».
La data di nascita del Gruppo Veronesi è il 1° maggio 1958. Quel giorno Apollinare (porta il nome del santo patrono di Lugo), prendendo il volo dal mulino paterno, fonda, per un'intuizione tutta sua, a Quinto di Valpantena, con 13 dipendenti, il primo mangimificio industriale italiano: l'Italia deve dotarsi di una zootecnia moderna, Verona deve partire dall'agricoltura per lanciarsi nelle attività industriali, la Valpantena della povera gente deve riscattarsi. È un successo e insieme l'inizio di una sfida più grande, che coinvolge un numero crescente di collaboratori, prima centinaia, poi migliaia, trascinati dall'entusiamo del fondatore.
Negli anni Settanta e Ottanta anche altri imprenditori veronesi si lanciano nell'attività agroalimentare, come i Grigolini, gli Armellini, i Ferro. Veronesi lancia il Pollo Aia, gli altri il Pollo Arena. Verona diventa, grazie a tutti loro, la capitale dell'avicoltura italiana. Alla fine vince lui, con i figli Carlo, Giordano e Bruno in prima fila. I dati del fatturato consolidato 2009 saranno pronti a giorni. I dati 2008 parlano chiaro: il gruppo ha retto alla crisi, è cresciuto in tutti i settori dove ciò è stato possibile: 2 miliardi e 200 milioni di euro di fatturato (+ 12,4 per cento sull'anno precedente), esportazioni per 269 milioni di euro, investimenti record pari a 113 milioni (+ 44,4 per cento sull'anno prima); aumento dell'occupazione diretta (250 nuovi assunti) e indiretta. L'Aia nel 2008 è stata la prima azienda avicola d'Europa e ha registrato incrementi sia di quantità sia di fatturato. La Veronesi SpA, nello stesso anno, ha segnato un record nella produzione di mangimi. Dietro a questo, c'è l'eredità di Apollinare, il suo insegnamento. «Non so cosa chiedere di più al Padre Eterno- aveva detto ad una recente premiazione dei dipendenti anziani-. Ho avuto la soddisfazione di aver fatto qualcosa, per il bene di tutti».
Domani, alle 15, nella chiesa parrocchiale di Grezzana, avranno luogo i suoi funerali. Apollinare Veronesi aveva 98 anni. Ha fondato il gruppo che porta il suo cognome 52 anni fa.
 


 

Vi riporto questa notizia perchè il sig. Veronesi è stato il mio datore di lavoro che mi ha affidato i trasporti per il nord Italia. Sono orgogliosa di portare il suo marchio e ora tocca a me augurargli…. buona strada…..
..Rosa

 

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Donne al volante… di che mezzo????

Copertina Libro Donna et labota

Un’autista donna che conduce un mezzo un po’ particolare: il vaporetto!!!
 
Il vaporetto è di gran lunga il mezzo di trasporto più usato a Venezia. Il vaporetto deve il suo nome al fatto che esso originariamente si muoveva grazie al vapore prodotto in una caldaia da legna e carbone. Solo più tardi il motore del vaporetto fu alimentato dal gasolio, ma il nome di questo natante pubblico rimase invariato. Attualmente il vaporetto, la cui gestione è affidata ad Actv, trasporta ogni anno centinaia di migliaia di turisti e veneziani.

Ve la presento: si chiama Fabiana Fabris è una veneziana diplomata, sposata, due figli. Lavora all’ACTV (Azienda del Consorzio Trasporti Veneziano) da 23 anni, prima come marinaio, e da un bel po’ come “Preposto al comando” ovvero autista di vaporetti!
 
Ho letto la sua storia su un libro che mi ha prestato la mia collega Simona, che segue il blog ormai da un anno, "Donna et labora" un libro di interveste sulle pari opportunità che vi consiglio. Vi riporto qualche ritaglio della sua intervista pubblicata da pagina 139 in poi, con qualche frase che mi ha colpito, buona lettura!ritaglioritaglio2ritaglio3

 

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Auguri!!! – 5

AUGURI DI BUONA PASQUA!!!

e auguri a Barbara che il 3 festeggerà il suo compleanno!
Buona strada e tanti lampeggi a tutti!

 

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