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Senza titolo 61

Ciao Lady
 

i cambiamenti non sempre sono negativi; in una ditta della provincia bolognese mi hanno ampiamente dimostrato il contrario e cerco di raccontarlo; un viaggio molto diverso da quelli che ho intrapreso negli ultimi anni…
Sono diretta in un’azienda che ha diverse filiali sparse per l’Italia, sono già stata altre volte e sono veloci a caricare perché ben organizzati, ma so che arriverò pochi minuti prima di mezzogiorno, mi sembra chiudano per la mezza e non c’è sufficiente tempo per caricare… vedremo, al massimo farò una pausa-sonno;…. Che fatica svegliarsi presto e non riuscire a prender sonno la sera… All’ingresso la sbarra si alza subito e in pochi minuti sono in ufficio spedizioni:” Non carichiamo e scarichiamo ora, ma ti offro il pranzo e sei la prima alla ripresa del turno! Nel frattempo verifico gli  ordini e faccio fare i documenti!”

 

“Un invito così non si può rifiutare!”
 

“Fai il giro degli uffici ed entra in magazzino, segui i ragazzi e Buon Pranzo!”
Un capo magazzino diretto e chiaro. Scoprirò in seguito essere anche spiritoso e stimato.
Mancano pochi minuti al suono della sirena, i magazzinieri stanno parcheggiando i carrelli e si preparano per andare in mensa, uno di loro mi accompagna ad un bagno riservato al personale femminile, lo troviamo chiuso, anziché cercare la signora che custodisce le chiave, proseguiamo e ne troviamo un altro nel corridoio della mensa, ordinato e pulito, oltre che molto luminoso.
strada-pienza[1]Il mio accompagnatore mi dice che  quasi nessuno dei dipendenti va a casa per pranzo, perché c’è poco tempo e la mensa ha un ottima qualità e molta varietà; ci mettiamo in fila e sul vassoio metto la classica tovaglietta di carta dei self service, le posate d’acciaio e il bicchiere in vetro, mentre in molte mense aziendali si utilizzano kit monouso in plastica.
La scelta menù è su tre primi diversi, tre secondi, insalate varie e contorni classici, degni di un ristorante: scelgo spaghetti alla carbonara, paillard ai ferri e crocchette di patate, non pranzo quasi mai a mezzogiorno e farò fatica a finire tutto ciò, ma come dico sempre io: “Tengono più gli occhi che la pancia!” e dire che neanche quella è piccola… e con € 0,45 dell’acqua minerale pago il mio pranzo.
Mi siedo tra gli operai, tutti gentili e sorridenti; sembra una fabbrica di altri tempi, quelli prima della crisi o meglio ancora quelli del boom economico, un’atmosfera d’altri tempi; mi fanno tante domande e si ricordano benissimo i particolari delle altre volte che sono venuta, le donne che vengono a caricare qui sono molto poche, chiacchierando, chiacchierando… forse ci sono venute sia Milly che Agata…
Arriva anche la ragazza che si occupa dei documenti, mi viene a rassicurare, che se i suoi colleghi sono troppo invadenti posso rispondere a tono, ma non ce ne sarà bisogno.
Finito di mangiare ci avviamo a prendere una boccata d’aria, un raggio di sole primaverile, facendo prima sosta agli armadietti personali da cui sbuca una macchinetta per caffè espresso, che mi viene consigliato, a ragione, da tutti.
Il parcheggio di carico diventa meta di passeggiata per molti dipendenti e fumando una sigaretta in compagnia trascorrono i minuti che mancano alla ripresa del lavoro; si sta proprio bene e il mio sguardo corre sempre ad inseguire il rumore dei motori dei camion in salita sull’A1 per associarli ai loro colori, alle loro caratteristiche…
Un suono e tutti riprendono le loro mansioni, mi viene assegnato un carrellista e una posizione, meno di mezzora e richiudo i teli, il carico è ben distribuito e stabile, non ho mai dovuto intervenire, conosce bene il suo mestiere,invece mi dice che sono io ad essere veloce e in gamba, in effetti basta poco a volte per lavorare bene, collaborazione e calma.
Torno all’ufficio spedizioni e mi dicono che la logistica che mi ha mandato ritira tutti i giorni e posso farmi mandare se non sempre, più spesso, rido… :”Grazie, non posso scegliermi i viaggi e non lo farei, poi tra i miei colleghi c’è qualche bel ragazzo e le donne possono rifarsi gli occhi; ma tornerò volentieri!”; prendo i miei documenti e mi avvio ad uscire, all’altezza della sbarra anche la signora in portineria alza il braccio in segno di saluto dalla guardiola e io dalla cabina ricambio, siamo a diversi metri ma credo siamo coetanee, in ogni caso due donne che lavorano e sorridono alle persone che incontrano.
Poche centinaia di metri e sono sulla Porrettana a maledire un ciclista che s’inserisce da destra e procede come una macchina da cucire a punto zig zag impedendomi il sorpasso e costringendomi a rallentare in continuazione, tutto è tornato alla normalità e rimpiango già le ore precedenti che adesso sembrano irreali; eppure, sono rare ma esistono. Quasi un’ora dopo sono in piazzale a riaprire i teli e un altro carrellista scarica tutto guastando il puzzle,composto con cura da un suo collega che non conoscerà mai, è stanco e non vede l’ora di finire il turno, mi racconta delle difficoltà della giornata, ascolto e cerco di lasciarlo sfogare, non posso certo dirgli che io sono stata ospite in una ditta dove “qualità della vita” “fabbrica a misura d’uomo” hanno ancora un senso.
Buona Strada a carrellisti e magazzinieri & naturalmente ai conducenti di camion!!!

 

 
  

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  1. ironduckmoni ha detto:

    Che bel diario di bordo Gisy! E' sempre bello trovare persone gentili nelle ditte, e devo dire che stavolta tu sei stata davvero fortunata!!!
    Buona strada a te e a tutti quelli che incontriamo ogni giorno nei nostri viaggi e che possono far diventare una giornata da normale a speciale!!!
    Ciao bbye!

  2. luciano64 ha detto:

                                                                                                         
    Ciao GISY
    sempre bello leggerti,che bello che c'è ancora gente UMANA che sa farti passare le ore di lavoro e convivenza in modo tranquillo,che come dice la nostra AMICA MONY possono farti diventare speciale la giornata, ma che a volte possono rovinarti la giornata .Buon proseguimento di settimana lavorativa.
    Buona Strada

  3. Misteriosa ha detto:

    Ciao Gisy, sembra proprio un'isola felice! non capita spesso di trovare aziende così accoglienti con persone cordiali e professionali! anch'io sono contenta dei posti fissi che faccio, ormai siamo in amicizia un caffè è quasi d'obbligo e stamattina ci siamo pure ascoltati l'inno del Milan dopo la partita vinta  3 a 0! ma se ti dicessi che diversi anni fa sono stata a scaricare in un deposito di un noto supermercato nel torinese e sono stata in ostaggio per ben 10 ore sia per essere chiamata in rampa, sia durante lo scarico e sia per il ritiro ddt… non era permesso bere un caffè perchè le macchinette erano riservate ai soli dipendenti e il "cesso" era un cesso vero e proprio. Quindi a stomaco vuoto e con vescica piena  ho dovuto subire ore di attesa perchè avevano i loro tempi mentre quelli di noi autisti hanno dimostrato che per loro non valgono nulla. Chissà come sarà ora!  spero che con il tempo sia migliorata ma ho i miei dubbi.

  4. anonimo ha detto:

    Un bel diario che ci fa capire che esistono ancora realtà lavorative a misura d'uomo, anche in tempi dificili come questi.
    Avendo fatto il magazziniere carrellista per un paio d'anni, ho visto come funziona; spesso purtroppo mentre carichi, c'è il datore di lavoro o chi per esso chi ti controlla e quasi usa il cronometro, così per risparmiare un paio di minuti il carico viene fatto alla svelta, cioè non bene.
    Meno male che esistono ancora ditte dove chi lavora può fare le cose per bene.
    Buona strada.
    Marino

  5. anonimo ha detto:

    Salve da Mister x, Nicola!  Io son contento che ci siano ancora ditte che hanno rispetto per le persone…………chissà che queste isole possano aumentare. 73+51 e ….buona strada a tutte

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