Archive for Dicembre, 2016

Film: “Il camionista”

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Per chi, come me, non è riuscito a vederlo al cinema, giovedi sera su Canale 5 in prima TV, il film “Il camionista”.

http://www.mediaset.it/canale5/articoli/il-camionista-prima-tv_15823.shtml#

 

IL CAMIONISTA – PRIMA TV

GIOVEDI’ 29 DICEMBRE – In Prima Tv Canale 5, Giorgio Tirabassi e Simona Borioni in un dramma che affronta sapientemente i temi caldi di clandestinità e tossicodipendenza…

In Prima Tv Canale 5 un film di Luciano Gaudino con Giorgio Tirabassi, Simona Borioni, Pippo Delbono, Elena Cotta, Nicola Nocella e Nicola Di Pinto.

Giorgio Tirabassi è Riccardo, un uomo di quarantotto anni con una situazione familiare complessa: è appena uscito da un divorzio difficile con moglie Sara, ex tossicodipendente, e ha una figlia di dieci anni di nome Angela che vive con lui e la sua anziana mamma.

Di professione fa il camionista e con il suo camion è implicato in un traffico clandestino.

Un giorno riceve ordine di portar da lui e custodire temporaneamente Maisha, una bambina africana affetta da piccole turbe psichiche.

L’uomo non può tirarsi indietro e la bambina diventa compagna di giochi di sua figlia. Ma Maisha è destina a tutt’altra vita…”

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Buona strada Silvia!!!

Un articolo e un video dedicati a Silvia, la camionista più giovane d’Italia!!

http://youmedia.fanpage.it/video/aa/WEfq9uSw6pSN5u4c

http://trentinocorrierealpi.gelocal.it/trento/cronaca/2016/12/21/news/silvia-coi-tacchi-a-spillo-alla-guida-del-suo-tir-1.14598384

 

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“VALLARSA. Ha solo 22 anni ma alle spalle ha già diverse migliaia di chilometri a bordo del suo camion. Lei, Silvia Aste di Vallarsa, è la più giovane camionista italiana e dalla scorsa estate guida il suo mezzo 5 giorni a settimana lungo le strade del Trentino. Una professione difficile, che porta via molto tempo e che costringe a turni e orari che poco si addicono alle donne, ma lei è cresciuta sempre a fianco dei tir e sin da bambina i camion hanno fato parte del suo vivere quotidiano.

Da sempre appassionata di veicoli pesanti, la sua professione è una questione di destino anche se c’è lo zampino del papà, pure lui camionista: «Fin da quando ero bambina – rivela – salivo con lui sul camion e facevo qualche viaggio. Crescendo col tempo non è svanita, ho frequentato la scuola per diventare parrucchiera, ma a metà del terzo anno ho sviluppato un’allergia ai prodotti usati. Ho tenuto duro e finito la scuola sapendo che non avrei potuto esercitare la professione. In seguito ho fatto dei lavori saltuari fin quando non ho ottenuto la patente per guidare gli autoarticolati.

Mio papà da qualche tempo soffre di mal di schiena e così dallo scorso luglio lo sostituisco alla guida». Impiegata in un lavoro molto pesante e in un ambiente nettamente maschilista, Silvia pare a suo agio nella cabina del camion, personalizzata con fiori e i coprisedili zebrati: «Sicuramente è più impegnativo rispetto ad altri lavori che ho svolto perché significa svegliarsi all’alba e andare a dormire la sera tardi sapendo di dover ricominciare tutto il giorno dopo. Eppoi non si tratta solo di guidare ma ci sono anche le operazioni di carico e scarico. Però a me non pesa, sicuramente non pesa di più rispetto ad altri lavori che ho svolto in passato ma che non corrispondevano alla mia passione. Guidare il camion mi dà un grande senso di libertà e pazienza se ci devo rimettere qualche ora di vita sociale e serate con gli amici».

Proprio gli amici sono i suoi primi supporters, la mamma un po’ meno. «Alla fine ha dovuto arrendersi – rivela – ma vedendomi contenta e soddisfatta del mio lavoro le pesa meno la mia professione. Gli amici sono un po’ divisi, c’è chi si chiede chi me l’abbia fatto fare, chi si chiede come faccia a svolgere così tante ore consecutive tutti i giorni, ma in molti dicono ammirati che ho realizzato ciò che volevo fare sin da bambina». Quello che la fa arrabbiare sono gli autisti indisciplinati: «Alle volte è davvero difficile mantenere i nervi saldi, perché molti automobilisti non riescono a capire che un camion necessiti di più spazio per effettuare anche una semplice svolta verso destra e spesso usano il clacson a sproposito pensando a una direzione diversa da quella segnalata. Un altro problema riguarda i rallentamenti, un camion non è un’auto e ha bisogno di più spazio per frenare, ma i pericoli maggiori provengono dai motorini. Pur avendo una visione dall’alto rimangono dei punti ciechi e spesso i motorini si infilano proprio lì e si rischia di investirli involontariamente».

 

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Buona strada sempre Silvia!!!!

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Un appuntamento a Giussano!!!

Babbo NataleUn appuntamento con gli amici del Coast to coast truck team, domenica pomeriggio a Giussano!!!!

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Diario fotografico dal pranzo delle Lady Truck!!! (parte quarta)

Ed eccomi con l’ultima parte delle fotografie scattate al nostro pranzo!!! Una giornata bellissima in compagnia di gente allegra e bellissima!!! L’appuntamento è per tutti all’anno prossimo!!!
Buona strada sempre!!! 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Diario fotografico dal pranzo delle Lady Truck!!! (parte terza)

Continuo a girare tra i tavoli e sulla veranda della 45….la giornata è grigia ma l’atmosfera è solare, illuminata dai sorrisi dei presenti!!!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(continua…)

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Diario fotografico dal pranzo delle Lady Truck!!! (parte seconda)

Continuo a pubblicare le foto del nostro pranzo… girando tra i tavoli, tanti sorrisi!!!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 (continua…)
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Diario fotografico dal pranzo delle Lady Truck!! (parte prima)

Comincio a pubblicare un pò di foto per ricordare il nostro pranzo annuale e per ringraziare tutte le persone (amici e colleghi) che sono venuti a condividere una giornata di festa in compagnia!!!
Un benvenuto ai tanti nuovi amici che hanno partecipato per la prima volta e un salutone anche a tutti quelli/e che quest’anno non sono riusciti a venire per vari motivi, ci siete mancati, ma l’invito è sempre valido per il prossimo anno!!! Vi abbracciamo e vi salutiamo tutti!!!
Ed ora le foto!!!
 
Ci siamo ritrovati all’area di servizio di San Zenone per il primo caffè e fare un pò di strada insieme:

 

 

 

 

 

E finalmente siamo arrivati al “Nostro Ristorante”, dove per tradizione ci ritroviamo tutti gli anni perchè ormai siamo di famiglia!!!!
Ed ora tutti a tavola…. io giro e scatto foto qua e là, come sempre mi scuso se qualcuno non l’ho immortalato… eravamo in tanti e non stavamo “seduti e composti”, il bello è girare a far chiacchiere tra un piatto e l’altro!!!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(continua!!!)
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Foto di gruppo dal pranzo delle Lady Truck!!!

Dal nostro pranzo di oggi, la foto di gruppo delle Lady Truck!!!

Prossimamente le altre!!

Ciao a tutti i partecipanti e grazie della bella giornata passata in compagnia!!!

Buona strada sempre!!!!

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La storia di Angela!!

Questa è la storia della nostra collega Angela, a raccontarcela è il suo papà, giustamente orgoglioso di sua figlia!!!

Grazie di averla voluta condividere con noi!!!

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“Tutto ha inizio nel lontano 1950, era il dopoguerra e venivano utilizzati per il trasporto ancora asini o cavalli che trainavano carretti ma mio padre, il nonno di Angela comprò il suo primo camion e inizio cosi L’attività di auto trasportatore per conto terzi.
Io allora ragazzino vivevo quel lavoro come un’avventura e quando insieme a mio padre, seduto in cabina lo accompagnavo nei suoi viaggi, orgoglioso ne raccontavo agli amici gli eventi come se quelle giornate fossero per me lo scoprire la luna.
All’età di 11 anni iniziai ad avere i primi approcci al volante e così ho imparato a guidare i camion ancor prima della macchina; pur frequentando la scuola appena rientravo era una gioia seguire gli insegnamenti di mio padre alla guida e quel mio desiderio di imparare cresceva ogni giorno di più.
Sì, mi dicevo,un giorno guiderò questo bisonte!
Gli anni passarono e, finalmente presa la patente,iniziai la mia avventura alla guida di 6 ruote.
A questo puntomisi su famiglia e arrivarono così i miei figli e tra di essi Angela.
Angela fin da piccola mostrò un attento interesse a quel mio lavoro tanto che quando io e mio padre la portavamo con noi lei era un vero libro di perché e soprattutto ci chiedeva ogni cosa che fosse inerente agli altri camion che incontravamo.
Nel frattempo io avevo ampliato il mio pacco macchine con i tre assi di massima portata che a quei tempi erano iFiat 642 e il 682.
Angela all’età di 11 anni, quando non andava a scuola, mi accompagnava nei lunghi viaggi in tutta la nostra penisola, era attenta ad apprendere ogni singola cosa come se per lei il resto non contasse e ritrovarsi in cabina con me fosse il suo desiderio più grande.
Dopo qualche anno io iniziai un’attività di trasporto di fertilizzanti naturali (letami) perché all’epoca vi era ancora agricoltura e floricultura.
E fu proprio in quel periodo tra 11 e i 12 anni che Angela iniziò a guidare una pala meccanica modello Venieri 363, aiutandomi in quella attività ma continuando comunque negli studi.
Durante il periodo del carico dei pomodori Angela iniziò a 14 anni a guidare l’autotreno in strade sterrate interne ai poderi dove andavamo a caricare.
Crescendo la sua voglia di essere sempre più partecipe all’attività di famiglia fece sì che lasciasse la scuola di ragioneria al suo quarto annoiniziando a lavorare con me assiduamente tutti i giorni.

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Per farle imparare a fare la retromarcia con l’autotreno, uno Scanio 141 con anno 80 di costruzione che non erano facili da guidare, ci recavamo a Sala Consilina in una Fungaia dove vi era un grande piazzale il sabato pomeriggio certi che non vi fosse nessuno e lì le facevo scuola guida.
Fu proprio in quel luogo che imparò con dedizione a fare questa manovra sudando e con tale ansia tanto era il mio zelo nel cercare di fargliela fare come si deve che quando tornavamo a casa Angela si confidava con la mamma dicendole che questo lavoro era duro e che io ero tanto esigente
La mamma le diceva: Vedrai un giorno tutti questi sacrifici ti renderanno unica.
Da premettere che in quell’epoca Angela non aveva ancora la patente.
Nel 2002 Angela prese la prima patentee con il susseguirsi dei tempi tutte le altre esclusa la D che avrebbe presa all’età di 21 anni
Pur risultandovincitrice di concorso nell’azienda auto tranviaria della nostra città rifiutò il posto perché la sua passione erano i camion e sempre nel 2002, visto che Angela aveva deciso che questo sarebbe stato il suo lavoro comprò un altro Scania sempre con rimorchio e ribaltabile.
Quindi iniziammo a lavorare con due camion ma essendo Angela una delle prime donne alla guida di un bisonte della strada non tardarono ad arrivare per me momenti non facili da gestire, in quanto una donna al volante fece sì che la mente contorta e retrograda di alcuni colleghi ci creassero non poche difficoltà.
Ma Angela non mollò e andò avanti per la sua strada.
Purtroppo con l’arrivo della concorrenza siamo stati costretti a dedicarci ad altri tipi di merce da trasportare, i più svariati e tra essi trovammo il trasporto di legna da ardere:il viaggio era a peso e quindi anche le macchine venivano sovraccaricate mentre purtroppo in quel periodo sopraggiunse un nuovo infarto e quindi un grande problema di salute ma Angela non ne volle sapere di rinunciare e continuo cosi a fare tre viaggi a settimana da Napoli in Toscana esclusivamente di notte.
Mi ripeteva in continuazione di stare tranquillo ma, nonostante fosse affiancata dal minore dei suoi fratelli a cui lei stessa aveva insegnato a guidare i camion, io non ero tranquillo.
Appena la salute mi permise di rimettermi alla guida lasciammo il carico di legna per iniziare a trasportare sabbia che andavamo a caricare a Roma per noi meno distante, però successivamente fummo vittime di un sabotaggio (sabotarono il camion mettendo sabbia nel motore dove c’è l’imbocco dell’olio) ragion per cui dovemmo lasciare anche questo lavoro.
Pur di lavorare avevamo iniziato una nuova collaborazione con alcuni depositi di grano e foraggi nel porto di Napoli; il guadagno però era limitato per cui continuammo anche a fare altri viaggi a seconda del bisogno di chi ci assoldava nel lavoro tra cui trasporto di mais e grano.
Fu proprio però che in quel periodo dovetti per forza maggiore fermarmi perché attraverso tutte queste peripezie lavorative e soprattutto perdite di ingenti somme di denaro era anche sopraggiunto un terzo infarto costringendomi questa volta a rinunciare al mio lavoro.
In quel periodo Angela si trovò ad un raduno di camion nei pressi di Salerno con il camion di un conoscente, vincendo e proprio attraverso le foto e il computer conobbe una sua collega e con essa strinse una vera e sincera amicizia.
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La collega successivamente venne a casa mia per un altro raduno insieme ad altre colleghe e, notate le nostre condizioni lavorative, la signora dopo aver parlato con il suo datore di lavoro fece sì che Angela potesse andare a lavorare a Modena comprando un altro camion con una motrice Iveco euro cargo 120/24.
Inizialmente Angela fu ospite a casa di quest’amica per 7 mesi fino a che non potette prendere una casa tutta sua e grazie alla disponibilità di queste grandi persone oggi Angela lavora presso una delle più grandi case automobilistiche a Maranello.
Sono ormai trascorsi 3 anni e tutti hanno potuto apprezzare la sua disponibilità solarità e dolcezza .
Alcuni colleghi appresa la notizia che Angela si sarebbe trasferita al Nord le dissero:
– Angela ci fa piacere che vai a lavorare ma sappi che noi qui a Napoli perdiamo un pezzo importante e che sei sempre inarrestabile.”

 

 

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