Archive for Maggio, 2017

Da You Tube: Bozena!!

 

Ci sono un pò di colleghe in giro per il mondo che amano condividere il proprio lavoro con i video su Youtube.

Questa volta vi segnalo il canale di Bozena Kusek https://www.youtube.com/user/afrykaamer

e vi linko il suo ultimo video, un’altra ragazza veramente in gamba!!!

Buona strada  e buon lavoro Bozena!!!

 

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Una collega betonierista!!

 

 

Un altro articolo trovato in rete in occasione della festa della donna.

Lei è Iolanda Martinelli e lavora con una betoniera!

Questo è il testo dell’articolo e naturalmente anche il link: http://www.ecodibergamo.it/stories/valle-cavallina/faccio-la-betonierista-unica-in-italiaiolanda-racconta-mi-fermarono-in-canti_1227954_11/

 

Giovedì 09 marzo 2017

«Sono betonierista, unica donna in Italia»
Iolanda racconta: mi fermarono in cantiere

 

Chi l’ha detto che una donna non può condurre una betoniera? Iolanda Martinelli, di Castelli Calepio, è l’unica betonierista donna in Italia.

Chi dice che le donne possono fare qualsiasi cosa non sbaglia. Per lo meno se dicendolo si riferisce a Iolanda Martinelli, 40 anni, di Castelli Calepio, che di professione fa la betonierista e che è l’unica donna in Italia a fare questo specifico lavoro.

«Ho iniziato a guidare i mezzi pesanti a vent’anni– racconta –. Una scelta dettata dalla volontà di poter esser più vicina a mia madre, di ripagarla di tutto quello che aveva fatto per me negli anni, di tutti gli sforzi e i sacrifici. Mi attirava, non lo nascondo, l’idea di avere una vita economica più tranquilla, non dover stare ogni fine mese a misurare i centesimi». Così è arrivata l’idea di dedicarsi al mondo dei trasporti. «Ho iniziato con la patente del pullman – continua -, inizialmente la mia intenzione era quella. Solo che poi non me la sono sentita di essere responsabile del trasporto di tutte quelle persone. Sì, anche guidando una betoniera si ha una grande responsabilità perché bisogna fare attenzione a quanto (e a chi) si ha intorno, ma non si ha la responsabilità di tante persone. Così ho iniziato a fare l’autotrasportatore».

Un cammino non semplice: «Sono stata assunta da una ditta che faceva trasporti con le celle frigorifere: stavo in giro dalla domenica al venerdì. La ditta poi ha chiuso e mi ha “ceduta” ha un’altra. Lì ho lavorato per qualche tempo in ufficio. Poi anche quella ditta ha chiuso e io sono passata al mondo dell’edilizia, a guidare le betoniere. In ufficio non ci tornerei mai e poi mai. Nessuno (a casa, o tra gli amici) ha mai cercato di scoraggiarmi in questo mio percorso professionale. Forse perché anche prima di salire sulle betoniere ero una donna a cui piaceva il mondo dei motori».

Anche se, in un mondo quasi prettamente maschile, qualche episodio difficile da digerire c’è stato. «Una volta soltanto – dice – un tizio ha cercato di buttarmi fuori da un cantiere. Farneticava cose sul fatto che le donne non dovrebbero stare in cantiere, ma a casa. Dopo averci discusso un po’ gli ho chiesto, visto che non voleva proprio lavorare con me, di scrivere almeno sul documento di trasporto il motivo per cui non mi lasciava scaricare. Allora ha chiamato la ditta dove avevo caricato, e loro gli hanno detto che aveva a che fare con un’autista con i fiocchi. Si è un po’ ammorbidito e mi ha lasciato scaricare: ha dovuto ricredersi sulle mie capacità. In quel cantiere poi ci sono tornata decine di altre volte e non ho più avuto problemi».

Una professionalità che è andata oltre il pregiudizio, anche se in Italia (per ora) Iolanda è l’unica betonierista donna. «Che io sappia c’è solo un’altra ragazza che fa questo lavoro, in Svizzera – conclude –. In realtà è una professione come tutte le altre e la mia vita è come quella di tutte le donne: torno a casa e devo fare i mestieri, esco con gli amici, porto in giro i miei cani. Solo che poi la mattina, invece di andare in ufficio e sedermi dietro a una scrivania, salgo sulla betoniera e vado in cantiere».

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Un pò in ritardo: il Sabo Rosa 2017…

Lo so, sono un pò in ritardo a scriverne, ma ci tenevo a farlo, visto che tutti gli anni parliamo dell’assegnazione del “Sabo Rosa” offerto dalla Nuti S.P.A., in occasione dell’8 marzo, a una donna che si è distinta nel mondo dell’autotrasporto.

Quest’anno il premio è andato a Ethel Bianchi a cui tutte noi auguriamo tanta buona strada sempre!!!

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Riporto l’articolo apparso sulla pagina della Nuti http://www.robertonutinews.info/sabo-rosa-2017-votazioni/

Si chiama Ethel Bianchi, è nata a Pomezia e lavora a Moncalieri, la vincitrice dell’edizione 2017 del premio SABO Rosa, dedicato, nella ricorrenza dell’Otto Marzo, alle donne che lavorano nella filiera del trasporto pesante: dalla guida alla logistica, passando per le officine e i ricambisti. Il SABO Rosa è uno speciale ammortizzatore in edizione limitatissima poiché creato appositamente una volta all’anno. A scegliere la vincitrice, sulla base delle candidature pervenute attraverso il Web e in seguito a una votazione online, è stata una giuria composta da tre giornalisti e dalle dipendenti del main sponsor dell’iniziativa, il Roberto Nuti Group di Bologna, che produce da oltre mezzo secolo dei ricambi a marchio Sabo, leader nel settore dei veicoli industriali.

“Ricevere il SABO Rosa significa molto per me – racconta Ethel Bianchi, camionista dell’anno 2017 -, perché finalmente c’è qualcuno che riconosce alle donne il valore che hanno in un ambiente difficile, e molto ‘maschile’, come quello del trasporto. Sono rare le persone che ti dicono ‘brava’, e per questo sono davvero grata alla Roberto Nuti. Questo è un premio che dedico all’azienda Linea Azzurra di Moncalieri per cui lavoro, alle ragazze dell’ufficio Daniela, Lorenza e Valentina, al signor Giuseppe Macaluso che ha creduto in me, e alla mia famiglia, che mi ha sempre sostenuto. Mio padre faceva il camionista, il mio ex marito era camionista e mia zia è stata una delle prime donne a guidare camion all’inizio degli anni ’80. Sarà per questo motivo che sono sempre stata attratta da questo mondo, anche se agli inizi non è stato semplice. Figuriamoci che ancora c’è qualcuno che quando vede che al volante c’è una donna storce un po’ il naso o sbuffa”.

Ethel ha cominciato molto giovane a trasportare frutta, nella tratta Roma – Sicilia, e dopo qualche tempo ha deciso di provare con il trasporto passeggeri. “I primi tempi ho lavorato sugli scuolabus – racconta sorridendo la camionista dell’anno -, ma era davvero durissima perché il fatto di essere una donna, quindi bersaglio di occhiate storte e risatine, si aggiungeva all’abituale confusione che fanno i ragazzi. Allora sono passata al turismo, che è un lavoro che richiede molta flessibilità, visto che ti porta fuori casa anche per diversi mesi in giro per l’Europa. Ma questa è davvero la mia vita, è il lavoro che mi piace fare e non lo cambierei con altro. E ora che ho ricevuto il SABO Rosa non mi fermerà più nulla”.

A consegnare il riconoscimento è stata Elisabetta Nuti, direttore finanziario dell’azienda Roberto Nuti Group e presidente della giuria. Questa la motivazione: “Quest’anno la giuria ha deciso di assegnare il SABO Rosa a Ethel Bianchi per sottolineare l’impegno e la gioia che questa donna mette nel proprio lavoro, apprezzato da tutti coloro che negli anni ha portato in viaggio per l’Europa. Ethel ha ricevuto una grande quantità di voti online, da persone che hanno deciso di premiare il suo entusiasmo, la sua storia e la sua professionalità”. “Il SABO Rosa, giunto quest’anno all’ottava edizione – ha sottolineato Elisabetta Nuti -, continua a evidenziare come in ogni mestiere, e in particolare quello dell’autista di mezzi pesanti, le persone possano esprimersi con passione e amore: due caratteristiche che le donne possiedono in modo naturale. Quello dell’autotrasporto è un mondo sicuramente complicato e competitivo ma oggi, grazie a Ethel e alla sua storia, fatta di sacrifici, competenza e perseveranza, possiamo raccontarne il lato risoluto e solare”.

E anche il link del video della premiazione:

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Anno 2012: il mio weekend del camionista…

Questo è un racconto di Gisytruck, una pagina del suo diario, una di quelle che ti si imprimono nella mente e non si cancellano più, passano gli anni ma certi giorni  non si scordano, non è possibile e non sarebbe giusto.

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0098 - 26 Gisy e Tania 23 09 2008

Ma quanto mi son divertita stasera?!?!

Un’ottima scelta quella di Tania, un ristorante dove il pesce è re del menù e per chi come me viene dall’entroterra è un vero paradiso. Antipasti, vino bianco frizzante…Spaghetti e vino; frittura e vino; dolci e vino dolce… che spettacolo!!! Approfitto del fatto che non devo guidare… e che per una volta stacco la spina dalla quotidianità…Tania ci riporta sani e satolli in albergo.

Finalmente in camera, a dar sollievo ai miei piedi… tutta la giornata a guardare le prove dei camion e quegli stand che han scelto di venire a questa manifestazione: Week End del camionista.

Camion in tutte le salse: in esposizione, in gara, in prova, modellini, raduno… poi la cena, il rientro, le ultime chiacchiere e ora son talmente stanca che non riesco ad addormentarmi.

Questo albergo è a ridosso del circuito, ieri sera quando siamo arrivate c’era un Blue Shark parcheggiato vicino all’ingresso, sembrava un maggiordomo a dare il benvenuto. La mia camera ha finestra su degli alberi e sento musica, senza vedere da dove proviene…dopo toilette e pigiama, in tv non trovo nulla di interessante e allora meglio dormire… domani sarà un altra sfacchinata.. appuntamento alle 9 per colazione.

Non mi rendo conto di quanto tempo è trascorso da quando mi son sdraiata, mi sveglio di sobbalzo spaesata… non capisco cos’è il rumore che mi ha svegliata, ma soprattutto cosa succede al mio stomaco, mai provato questa sensazione di nausea: ho capito, mi sono ubriacata per la prima volta in vita mia…in pochi secondi accendo la luce… sul tavolino vedo che la bottiglia d’acqua che ho portato su prima dalla reception sembra schekerata… ma allora? Allora questo rumore non è un bisonte della strada… queste vibrazioni sono altro… le pareti non sembra a me che si muovano, si muovono veramente e devo uscire prima possibile.. cerco di aprire la porta ma serve un ‘infinità di tempo o così sembra a me… quando finalmente esco in corridoio c’è un silenzio da film horror… a parte la porta sulla mia destra che si sta aprendo è tutto normale… luce accesa e silenzio…

ci guardiamo increduli… non ci conosciamo e siamo gli unici in tutto lo stabile ad essere svegli, è un ragazzo che mi chiede “ma era il terremoto?” “sembrava di sì, ma l’abbiam sentito solo noi? Impossibile!” Aspettiamo qualche minuto, nessun movimento… guardo la porta dove dorme Tania con la tentazione di svegliarla, poi l’immobilità totale di tutto mi fa desistere “sarà stato un camion, ciao, buonanotte!” e me ne torno a letto, dove ovviamente non riesco a prender sonno… prendo il computer e in pochi minuti capisco che siamo lontani da un disastro… chiamo a casa e mi assicuro che sia tutto a posto, svegliandoli… ok ora provo a dormire davvero. Sogno un terremoto che in realtà non ho sognato ma era una scossa d’assestamento..

terremoto-maggio-2012

Dopo poche ore mi alzo, mi preparo per trascorrere un altra giornata sul circuito e vado a svegliare Tania, la informo del terremoto dalle nostre parti e lei mi prende in giro dicendomi che era solo una sbronza e non mi devo preoccupare… poi accende la tv e finalmente mi crede. Le racconto che durante la notte dalla camera a fianco la mia era uscito un ragazzo, mentre la sera precedente ci ha dormito un collega che si definisce play boy e scoppiamo a ridere, per un attimo …poi Lei parte in quarta a fare supposizioni su come aiutare e cosa può servire. Trascorriamo la giornata chiedendo a chi arriva notizie più dettagliate, sul momento sembra non ci siano gravi danni, invece non sarà così.. una giornata un po’ in sospeso, felici di stare in compagnia e guardare le gare ma allo stesso tempo preoccupate per gli amici che abbiamo in quella zona; Comincia da lì la nostra collaborazione con la protezione civile e le varie consegne a Finale Emilia perchè il giorno dopo ci mettiamo in contatto con l’associazione di cui facciamo parte e ci organizziamo.

Rientrando la sera cominciamo a capire l’entità del disastro dal numero dei mezzi delle forze e dei vigili del fuoco che si dirigono verso l’Emilia ferita.

A building in San Felice Sul Panaro is damaged following an earthquake on May 20, 2012 in the Modena province. Panicked people rushed into the streets when a powerful earthquake shook northern Italy early Sunday, killing three people and injuring at least 50.  AFP PHOTO / GIUSEPPE CACACE        (Photo credit should read GIUSEPPE CACACE/AFP/GettyImages)

Non era un Truck e purtroppo non era neanche un sogno, una cruda realtà.

Il lunedì mattina il mio viaggio era per Camposanto e ho cominciato a toccare con mano cosa significa mollare tutto e scappare perchè vibra tutto, il pavimento , le pareti e il tetto… solo sul camion e lontano da edifici c’è un momento di tranquillità… la ditta è aperta, manca molta gente, ma ogni tanto tutto s’interrompe e si radunano le persone nell’area predisposta… andrà avanti così per tante settimane del 2012… e non ci si fa l’abitudine, si sopravvive.

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Un altro “week end del camionista ” sta arrivando ma il 2012 sarà indimenticabile! Almeno per me.

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(Le foto del terremoto sono prese dal web)

 

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