Posts Tagged "camionisti"

Le consegne agli amici!

 

Le consegne del libro procedono!

E visto che sono a casa qualche giorno sono andata a farle di persona ad un paio di amici storici del nostro gruppo:

 

 

L’ho portato al mitico Chiodo che scaricava – la vigilia di Natale – a pochi km da casa mia:

 

E al nostro caro Gianni, un ex collega che ci sostiene da sempre!

A tutti buona strada sempre!!!

 

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Nel ventre del bisonte

 

Questo è un documentario di qualche anno fa, trasmesso nel maggio del 2015 dalla televisione svizzera. E’ un bel programma  che indaga gli stereotipi e i pregiudizi nei confronti della categoria. I protagonisti sono italiani,  ci sono anche due colleghe, e tutti raccontano la loro vita e la loro giornata lavorativa a bordo di un camion. E c’è un amico del nostro gruppo, un antropologo che ha fatto studi sulla nostra categoria,  che risponde alle domande della presentatrice: Francesco da Firenze.

E’ bello rivederlo a distanza di qualche anno per confrontare la realtà di oggi con quella di allora: è cambiato qualcosa nella vita dei camionisti? E se si, in meglio o in peggio?

Questo è il link:

https://www.rsi.ch/play/tv/redirect/detail/4888891

E questa la descrizione:

Un documentario di Danilo Catti
Essere autisti professionisti significa stare da soli per giorni e giorni, macinando centinaia di migliaia di chilometri all’anno. Significa vivere lontano dalla famiglia, a volte per mesi interi. Significa mangiare e dormire in cabina, lavarsi dove capita.

Una vita scomoda, a volte ingiusta, ma che per alcuni è sinonimo di libertà.

Un’esistenza in perpetuo movimento, magari sentendosi padroni del tempo e dello spazio, in un viaggio che ricomincia ogni giorno.

Dall’alba a notte fonda, Storie ci racconta la giornata di alcuni camionisti, portandoci dentro un vero e proprio mondo parallelo; una realtà che, da semplici automobilisti, scorgiamo solo dalla corsia di sorpasso.

In studio a Storie ci sarà Francesco Bogani, antropologo che ha dedicato al mondo dei camionisti diversi studi.

 

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Truck cartoon

 

Dalla penna di Laura, la nostra collega trucker & blogger, un nuovo post dedicato ai camionisti in stile cartoon!

Sempre dal sito Timo com, dove potrete leggere il testo completo.

Questo è il link:

https://www.timocom.it/blog/siamo-carichi-truck-cartoon

Inizia cosi:

Truck cartoon

E se i camionisti fossero dei personaggi dei cartoni animati?

 

Truck Cartoon

 

Con il suo stile ironico e mai banale, nella serie “Siamo Carichi”, Laura ci racconta spaccati e momenti della sua vita di autista professionista.
In questo articolo, Laura ci parla di di come sarebbero i camionisti, se fossero dei cartoni animati…

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Tra il grigio dell’asfalto e il traffico, noi camionisti viviamo quasi tutta la nostra vita. Immersi in correnti tortuose e rumorose sfiliamo vicino alle città, ci addentriamo in zone rurali.
Avremmo potuto scrivere noi un libro dal titolo “50 sfumature di grigio”, ma sicuramente sarebbe stato meno… appassionato. Decisamente meno.

Infatti noi viviamo generalmente in una scenografia più illusoria, surreale e fantasiosa, simile alla realtà, ma non identica. Noi camionisti al massimo possiamo aver scritto qualche episodio di scenette comiche e irriverenti.

Così, a forza di vivere nella fantasia, diventiamo come i personaggi dei cartoni che ci facevano ridere da piccoli. Animiamo le nostre ambientazioni con espressioni buffe, nomignoli strani e sembianze originali. Dalla canotta alla Homer Simpson (diventata un must have della stagione camionista), all’outfit primitivo con tanto di clava al seguito come i Flinstones. Qualcuno azzarda una giacca come Lupin, altri sembrano più Mister Bean.

In realtà, tre sono i cartoni animati nei quali noi camionisti ci rispecchiamo tutti. Tre sono quelli che ci definiscono come categoria, marcando un segno distintivo che ci accomuna tutti.

Wacky Races, Le Corse Pazze.

La lotta alla supremazia in versione camionista. Le più disparate tipologie di camion, più o meno allestite a festa si sfidano con trucchetti e sotterfugi per arrivare alla meta. “I più famosi e spericolati piloti che partecipano a una gara senza regole”:

I frigoristi come Peter Perfect tutti impettiti e tirati a lucido, quelli del bestiame alla guida degli “Spaccatutto” accompagnati dai loro amici a quattro zampe, quelli del ribaltabile con “La Multiuso” nome perfetto per chi può caricare di tutto, le donne come Penelope Pitstop che si truccano usando gli specchietti, quelli da cava con le macignomobile (un nome una garanzia)

Tutti partecipano a una corsa senza esclusione di colpi, mostrando altezzosi e orgogliosi i propri veicoli. Ognuno di noi in questa gara avvincente, qualche volta si è trasformato nel collega scorretto che tende agguati fallimentari al limite del regolamento. Perchè proviamo a essere diabolici com Mr. Dastardly, ma alla fine siamo buoni come Muttley.

Bags Bunny e i Looney Tunes

Una sorta di comicità con cui siamo costretti a gestire le nostre giornate, quella noncuranza che ci salva dal baratro della disperazione. L’atteggiamento un po’ menefreghista ci aiuta quando dobbiamo risolvere guai che non ci appartengono, ma se la prendono comunque con noi.

Come Bugs Bunny con Taddeo, ci puntano il dito contro pensando di poterci intimidire, ma noi davanti alla rabbia e alla presunzione altrui risolviamo tutto facendo spallucce come a indicare di non aver capito. Quella strafottenza di essere certi di sapere, ma di far finta di cadere dalle nuvole.

Insomma, la carota in mano e “Ehm, che succede amico?” Di Bugs è come il nostro: “Ehm, chiama l’ufficio traffico!”

Quando invece il problema lo causano gli altri  passiamo da essere esili coniglietti a diavoli del trasporto, i Taz della situazione. Qualcuno grande come un orso, qualcun altro al massimo arriva ad assomigliare a un orsetto lavatore. Qualunque sia la nostra stazza, in quei momenti siamo pronti a fare una rivoluzione. Iniziamo sceneggiate da mettere a soqquadro qualsiasi cosa ci sia intorno a noi, minuti da dramma per poi ansimare sfiniti davanti a gente incredula.
Sbollita la rabbia, come cuccioli in cerca di affetto che sanno di aver sbagliato, rispettiamo diligentemente ciò che ci aspetta.

Tra tutti i Looney Tunes ne esiste uno che merita un capitolo a parte, quello che a mio avviso ci assomiglia più di tutti.

Willy il coyote

L’ irrefrenabile passione, mista a fame, che ci spinge tutti i giorni a voler provare a farcela in questo settore così complicato e agguerrito. Nonostante tutte le batoste che riusciamo a prendere, non demordiamo mai. Ad ogni occhiata beffarda del “beep beep” della situazione, noi rispondiamo con sguardi sfidanti e convinti che la prossima idea geniale sarà quella decisiva.

 

(…) continua….

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Laura e la consapevolezza

 

In questo video la nostra collega Laura ci parla della consapevolezza, la consapevolezza di essere camionisti….

Buona visione e buona strada sempre a tutti!

 

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Le 3 canzoni per capire un camionista

Le 3 canzoni per capire un camionista”     è il nuovo racconto della nostra collega Laura, camionista e scrittrice, pubblicato su Timocom

https://www.timocom.it/blog/siamo-carichi-le-tre-canzoni-per-capire-un-camionista

E se la cabina di un camion fosse una grande cassa armonica?

Le 3 canzoni per capire un camionista

Con il suo stile ironico e mai banale, nella serie “Siamo Carichi”, Laura ci racconta spaccati e momenti della sua vita di autista professionista.
In questo articolo, Laura ci parla di di tre canzoni della sua playlist, che dicono tanto di lei e del suo lavoro

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Siamo autisti… oltre il sedile c’è di più! Dovrebbe essere lo slogan del camionista per eccellenza.
In verità slogan lo è stato anche per troppo tempo, in troppi contesti.

Perciò il camionista che odia essere etichettato, nonostante invece sia una delle categorie più raggruppate in luoghi comuni, ha deciso di dare uno sprazzo di originalità, ad una cosa che originale lo è ben poco: all’apparenza.

Inizia così prima con le personalizzazioni dei mezzi, vani tentativi di distinguersi tra la massa informe di carrozzerie ingombranti e dalle forme poco sinuose, poi degli impianti stereo per cercare di far sentire la propria voce, visto che con l’appariscenza non c’è riuscito. Anzi, in certi casi, ha acuito quel senso di “grezzuria” che già ci dava solo il fatto di girare la chiave.

Anche se io, ammetto, dietro quella leggera arroganza, non ci stavo poi male. È uno strano fascino che attrae le menti giovani e inesperte, che hanno voglia di farsi notare in qualche modo.

Con cotanta dimostrazione d’arte, come in tutte le arti che si rispettino, nascono le mostre: agglomerati di colori, accessori assurdi, alcuni inutili di cui pochi conoscono il significato.

Divisi in settori precisi, come scaffali nei magazzini logistici:

Gli olandesi fila 10 ripiano B;
Gli Italian style fila 7 ripiani 5 e 6;
I Woodstock fila 19 ripiano 2.

I Woodstock, i re indiscussi di tutti i raduni! Quelli che hanno trasformato il camion in palcoscenici che il palco di Bowie dell’87 era niente, con casse capaci di sparare decibel da Milano fino a Catanzaro.

Loro, hanno reso un concetto astratto, tangibile: la musica ti entra dentro e non ti abbandona più.

(…)

Il post completo è su Timocom

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Un racconto da un altro blog

 

Non è nuovo questo racconto, l’avevo letto tanto tempo fa e salvato nei preferiti col proposito di citarlo qui… ma poi me ne ero dimenticata, capita, ho sempre mille pensieri per la testa…

Ma stasera, non so come, l’ho ritrovato… l’ho riletto, mi è piaciuto ancora e cosi ve lo propongo, il blog si chiama ” Asphelo Blog” , naturalmente mando un augurio di buona strada all’autore del racconto e un grazie per averlo scritto!

Il link del post è questo:

https://aspheloblog.blogspot.com/2014/07/la-bibliotecaria-ed-il-camionista.html

Questo è il racconto:

La bibliotecaria ed il camionista

Ha mangiato con un collega, al ristorante dell’autogrill, ha scambiato le ultime battute prima di salutarlo ma ora deve dormire. Domattina si parte prestissimo e il viaggio non è neppure a metà. Sale nella cabina del suo Scania parcheggiato un po’ lontano dagli edifici, chiude le porte con la doppia sicura che si è fatta installare e si prepara per la notte. Quando spegne la luce sono già le ventitré, è tardi ma non troppo. Mezz’ora dopo avverte un malessere strano, più simile ad un incubo che ad un problema fisico, sporge la testa fuori dalla tenda e nota un’ombra attorno al camion accanto al suo. Guarda con più attenzione. Le ombre sono due. Una di queste, montata su uno pneumatico, sembra voler tagliare il telone del rimorchio mentre l’altra resta a terra, nel classico atteggiamento del palo. Non ha nessuna incertezza quando sistema meglio la tuta con la quale di solito dorme, rimette le scarpe e prende un piccolo e robusto badile appoggiato dietro il suo sedile di guida. Scende senza far rumore dalla sua motrice dalla parte opposta ai due, facendo attenzione a non far accendere nessuna luce, si muove silenziosamente e sfrutta i coni d’ombra dei mezzi parcheggiati per avvicinarsi. Con un colpo preciso, di piatto, sulle parti basse, mette fuori gioco il palo, e con un secondo fendente sulle ginocchia neutralizza pure il secondo, che non fa in tempo a fuggire. Poi urla e fa arrivare in pochi minuti gli altri camionisti che a questo punto bloccano i due malviventi. Qualcuno chiama la polizia, quelli probabilmente non sono soli, ma ci penseranno gli uomini in divisa a cercare di individuare gli eventuali complici.

E’ bello il lavoro in biblioteca, ama da sempre i libri, ha letto autori classici e moderni, italiani e di ogni paese del mondo, alcuni anche in lingua originale perché capisce senza difficoltà l’inglese e lo spagnolo. Il suo posto di lavoro non è fisso ma è rinnovato praticamente ad ogni scadenza, dopo un intervallo di qualche settimana. La sua presenza poco a poco è diventata necessaria grazie alla preparazione ed alle indiscusse capacità informatiche. In pochi mesi ha riorganizzato interi settori della struttura in modo più efficiente di chi vi lavorava stabilmente da anni ed ora sono questi ad avere bisogno delle sue indicazioni per capire meglio come muoversi. Non ha mai seguito le mode dei coetanei, e paga tutto questo con un isolamento personale quasi totale ed una mancanza di amicizie che sopporta con fatica ed alla quale non sa abituarsi. In rete trova un surrogato della vita che gli altri sembrano vivere sul serio, e per il momento si accontenta.

Ama guidare i camion da sempre, lo faceva suo padre, e prima di lui suo nonno. Sa sistemare quasi al millimetro bestioni da oltre 40 tonnellate a pieno carico meglio di tutti gli altri e con esperienza ben maggiore alla sua. L’odore del gasolio è il suo profumo preferito ed è felice quando riesce a sistemare con le sue mani un motore che fa storie. Ma sente la solitudine. Crede di provare attrazione per il suo stesso sesso, e vorrebbe aver letto un po’ di più, ma ricorda quando si faceva cacciare dalla classe o prendeva in giro i compagni secchioni. Ora si pente, ma è troppo tardi per ricominciare a studiare, o per iniziare a leggere. Prende a navigare in rete per puro caso, quando per il compleanno riceve in regalo uno smartphone; ci perde un po’ di tempo, si crea un account e sceglie, senza fantasia, il nick “Camionista87”.

Nell’intervallo tra i due turni mangia in fretta qualcosa in una mensa vicina poi torna nella sala dove ci sono i computer e, senza abusare della sua posizione, naviga liberamente come è previsto che possa fare qualsiasi altro utente, usando una password personale ottenuta iscrivendosi ai servizi della sua biblioteca.

Da mesi gira a vuoto, cerca di allacciare un minimo di contatti virtuali con sconosciuti e parlare dei suoi interessi, ma ben pochi sembrano interessati a dialogare con “Libri e Sogni”. Molti si scontrano sulla politica, con polemiche ed accuse reciproche. Altri parlano di sesso, di culi, tette e cazzi, e mettono immagini pornografiche che all’inizio incuriosiscono, poi annoiano. Altri parlano solo di sé stessi, e non ascoltano nessuno. Il bestiario della rete inizia a deluderlo quando per caso scopre “Camionista87”. Il camionista sembra interessato ai libri, è curioso delle letture che gli dice di aver fatto, e racconta pure dei suoi viaggi, in modo interessante, aprendogli un mondo sconosciuto.

La bibliotecaria è in gamba, pensa, ben diversa da quegli idioti secchioni che prendevo in giro a scuola e che non sopportavo. Vede con occhi diversi autori che gli insegnanti non erano riusciti a rendere interessanti. E ogni sera, prima di dormire, prende l’abitudine di stare con lei per un po’ e scambiare due parole virtuali. Dopo più di due mesi scopre che è di Verona, di un paese vicino e dire la verità, ma per ora questo particolare non sembra molto importante.

Quel camionista è meno rozzo di quanto pensa di essere, riflette, è sensibile ed attento, e le osservazioni che fa su quello che gli dico sono sempre intelligenti, e mi fanno scoprire meglio quello che ho appena letto. Forse potrei pure incontrarlo, se passa da Verona, in uno dei suoi viaggi. In fondo cosa mi costa?
Intanto ha preso l’abitudine di entrare in rete anche da casa sua, la sera, prima di dormire.

Meno di un mese dopo, in un parcheggio del Quadrante Europa, si incontrano per la prima volta “Camionista87” e “Libri e Sogni”. Nessuno dei due ha avuto il coraggio di descriversi, si sono fidati solo delle parole scritte che hanno scambiato per quasi quattro mesi, e sono quasi certi che da quell’incontro più che consolidare un’amicizia non potranno ottenere. Lo stupore è reciproco e sarebbe assolutamente da immortalare nell’istante preciso nel quale “Camionista87” scopre, nel punto e nell’ora fissata per il rendez-vous, un ragazzo magro ed alto, dallo sguardo curioso e dall’espressione decisamente molto dolce mentre “Libri e Sogni”, a sua volta, vede una ragazza, con una tuta da lavoro un po’ macchiata di grasso, ma con un viso che illumina tutto il piazzale ed un corpo che non riesce ad associare a quello di un/una camionista. La bibliotecaria si chiama Antonio, il camionista è Anna.

Silvano C.©

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Un collega parla di noi!

 

Un video simpatico di un collega che parla delle donne camioniste…

Noi viste dagli occhi di un uomo!

Grazie Domenico, buona srada sempre!

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Tragedia annunciata?

 

Ciao a tutti e tutte,

questa volta non parlo di donne camioniste ma di un “problema” segnalato da un collega, e non è un problema da poco, lo potete vedere nelle foto qui sotto e leggere nel testo, speriamo che non diventi l’ennesima tragedia dovuta all’incuria di chi non fa il suo dovere… poi parliamo di sicurezza sul lavoro????

 

Messaggio da Chiodo…

“Guardate le condizioni di questo pilastro…. siamo in attesa di una tragedia annunciata: SOPRA passa la corsia che porta al Terminal container Sech a Genova…tutti i giorni ci sono decine di camion fermi in attesa di entrare per le operazioni portuali, quanto peso devono sostenere questi pilastri? Quanto resisteranno ancora? Siamo SOLO camionisti ma non vorremmo essere le nuove vittime dell’incuria delle amministrazioni competenti.
Qualcuno vuole intervenire per cortesia????? “

Tutto il tempo che passiamo in coda preghiamo…. che non tocchi a noi di venire giù insieme alla sopraelevata…

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“In bilico”

 

Oggi vi parlo di un libro, un romanzo “speciale”. Nelle mie ricerche sul mondo dei camion nel web, mi sono imbattuta in questo titolo: “In bilico”. Sono andata subito a vedere: è edito da “Il mio libro”, scritto da Marco C. Roi. Sulla copertina, sotto il titolo c’è scritto “Racconto di un viaggio su quattordici ruote (due di scorta), e la foto di uno Scania bilico.

Il mio pensiero immediato è stato: “Lo voglio leggere!”

Cosi me lo sono fatta ordinare da mio fratello e in meno di una settimana è arrivato. Nel sito si potevano leggere le prime pagine e me le ero già divorate… ma appena è arrivato me le sono rilette tutte perché…perché c’erano frasi che mi appartenevano. E in questi giorni ogni minuto libero l’ho dedicato alla lettura del libro.

“Della vita del camionista non c’è nulla da temere, se non la possibilità di non poterne più fare a meno”.

Inizia cosi questo libro, ed è bello. E’ bello perché è la storia di un ragazzino, soprannominato Jonathan (come il famoso gabbiano) che viaggia in camion con Luiss.

E Luiss, prima che un camionista è un UOMO. E si prende la briga di portare in viaggio con se, ogni volta che gli è possibile questo ragazzino che ha un padre violento e alcolizzato. Lo porta con se e gli insegna tutto quello che c’è da sapere sul mestiere del camionista, tutti i trucchi e i segreti della guida, come posizionare un carico, ecc.. Ma soprattutto gli insegna a vivere. Gli insegna la STORIA, quella stessa storia che a scuola era una materia noiosa, gliela spiega portandolo in viaggio per le città europee dove la storia ha lasciato il segno. E gli fa conoscere la musica degli anni 60/70 da Jim Morrison con i Doors a Janis Joplin, dai Who ai Pink Floyd ai CCR e tanti altri. Canzoni che diventeranno la colonna sonora della sua vita.

Non vi dico altro, solo che ho pianto e riso insieme ai protagonisti, e mi è piaciuto leggerlo e ho riascoltato le stesse canzoni che ho amato in gioventù e…

E ve lo consiglio, e ringrazio di cuore l’autore per averlo scritto.

Buona strada Marco C. Roi !

Questo è il link:

https://ilmiolibro.kataweb.it/libro/narrativa/383520/in-bilico-4/#commenti

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“Il camionista” – folklore italiano

 

Una canzoncina divertente che racconta di un camionista fermato dalla Polizia appena partito, ma poichè aveva lasciato a casa la patente gli toccò  tornare indietro a prendere i documenti e….

Per sorridere un pò…

 

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